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Recensione

Amnesia: The Dark Descent

di Pietro Lietti  

il nostro voto
85
il vostro voto (5 votanti)
91
In breve

Nuovo gioco dagli autori della serie Penumbra ambientato alla fine del XIX secolo, nel quale dovremo esplorare inquietanti ambientazioni all'interno di un vecchio e sinistro castello.

 

Recensione Completa del 11 Settembre 2010
Gli svedesi Frictional Games, dopo averci terrorizzato con la serie di Penumbra, ritornano quest’anno con Amnesia: The Dark Descent che, come i suoi predecessori, ha un unico e chiaro obiettivo: spaventarci a morte! Anche se le finalità dei giochi sviluppati dai ragazzi di Helsingborg sono terribilmente evidenti, risulta invece difficilmente definibile in quale genere videoludico essi rientrino. Amnesia prende evidentemente in prestito, per quanto riguarda le meccaniche di gioco, elementi dagli FPS, dagli Adventure e dai Survival Horror , ma allo stesso tempo non rientra in modo specifico in nessuna di queste tre categorie, travalicandone i confini e offrendo un’esperienza di fatto nuova e originale. Insomma, i Frictional con Amnesia (e prima ancora con Penumbra) propongono un vero e proprio nuovo genere videoludico che, a mio modesto parere, può essere definito come “simulatore di paura”. In Amnesia non saranno né la nostra materia grigia, né la nostra mira da cecchino né la nostra abilità nel resistere ad orde di famelici mostri ad essere messi a dura prova. Il gioco metterà “sotto esame” i nostri nervi saldi e la nostra capacità di affrontare l’orrore proponendo una sapiente alchimia tra elementi simulativi (fisica di gioco, resistenza corporea e mentale) ed elementi prettamente fantastici/orrorifici.

L’incipit narrativo che aprirà la nostra avventura non è proprio dei più originali: un cliché visto e rivisto anche in alcuni adventure a sfondo horror, come il meraviglioso Sanitarium e come il discutibile Midnight Nowhere. Vestiremo, infatti, i panni di un personaggio smemorato, chiamato Daniel, che si sveglierà in un posto a lui sconosciuto senza saperne il motivo. L’amnesia del protagonista come pretesto per iniziare un viaggio (anzi, un doppio viaggio, reale e nei ricordi) è, come già detto, un espediente fin troppo abusato, ma dal sicuro impatto scenico. Soprattutto se l’impalcatura narrativa che gli si costruisce attorno è solida ed interessante ed è questo il caso di Amnesia. Il nostro risveglio nel vetusto e inquietante castello Prussiano di Brennenburg, darà il via ad un terrificante viaggio attraverso le profondità dell’antico maniero. La nostra missione sarà quella di trovare e uccidere Alexander di Brennenburg, l’uomo colpevole della nostra infelice situazione. A metterci al corrente di tutto sarà un breve appunto datato 1839, scritto da noi stessi prima di causarci l’amnesia con una pozione. Saranno proprio le lettere e i documenti che troveremo all’interno del castello che ci permetteranno di far luce sul nostro passato, raccontandoci di un’affascinante spedizione archeologica in Algeria, del ritrovamento di un misterioso e antico manufatto e di come la nostra vita si sia malauguratamente intrecciata con quella di Alexander. Un racconto dal sapore fortemente lovecraftiano, che mostra ancora una volta come i Frictional amino e conoscano profondamente “il solitario di Providence”. In Amnesia non si respirerà solo Lovecraft, ma anche Poe, Bierce e Hodgson, facendo di questo gioco la trasposizione videoludica dell’horror letterario più classico ed evocativo. Accanto ai documenti, anche il castello tenterà di “parlarci” evocando flashback e allucinazioni uditive che ci riveleranno il suo oscuro e maledetto passato. Insomma, il nostro sarà come un dantesco viaggio al contrario, giacché la nostra redenzione la dovremo cercare all’inferno.

La resa grafia di Amnesia è davvero ottima e l’ HPL2, evoluzione del primo motore grafico “made in Frictional” HPL, fa brillantemente il suo sporco lavoro. Gli ambienti del castello, oltre ad essere decisamente vasti e vari, sono, nella maggioranza dei casi, curati ed evocativi. Vi è forse una certa ripetitività negli arredamenti di alcune stanze ma, sia chiaro, si tratta di dettagli. Decisamente buona la realizzazione degli oggetti che adornano l’antico maniero, tenendo conto anche che avremo la possibilità di interagire con la maggior parte di essi, mettendo a dura prova la fisica di gioco. Anche questa, già ben riprodotta in Penumbra, non delude le aspettative dando un ulteriore senso di realismo alla nostra avventura. In Amnesia ogni oggetto ha un suo peso specifico: una piuma non cadrà alla stessa velocità di un sasso, i massi e le travi più grosse potranno essere solo trascinati e non sollevati. Insomma, tutti dettagli che confermano come la fisica e il realismo siano importanti per i giochi targati Frictional. I convincenti (e fondamentali) giochi di luce e buio, le ombre, il dolce ondeggiare delle fiamme sulle torce e gli splendidi ed evocativi effetti della luce lunare che penetra dalle finestre del maniero, sono la definitiva conferma dei progressi e del grande lavoro a livello grafico (salvo qualche piccola imperfezione) svolto dal team svedese. Per i più smanettoni ci sarà poi la possibilità di configurare una moltitudine di opzioni grafiche, ovviamente con la condizione di disporre di un computer adeguatamente potente. La “condicio sine qua non” per godere al meglio tutto questo “ben di Odino”, sarà quella di giocare Amnesia assolutamente di notte o perlomeno al buio, giacché è consigliabile tenere i livelli di gamma piuttosto bassi. In caso contrario, rovineremmo l’esperienza di gioco (e probabilmente anche i nostri occhi).

Come già accennato, la meccanica di gioco prende generosamente ispirazione dagli FPS. La visuale è in soggettiva, con i movimenti principali gestiti dalla tastiera e la rotazione dello sguardo è affidata al nostro caro topastro. Il mouse sarà utile anche per afferrare e lanciare gli oggetti, oltre che per interagire con le leve e i macchinari vari che troveremo nel maniero. Quando sarà possibile interagire con un oggetto, l’icona del mouse si trasformerà in una mano. Con la tastiera gestiremo invece tutto il resto, compresa la possibilità di saltare, correre e chinarsi. Per chi mal sopporta la visuale in soggettiva, Amnesia è caldamente sconsigliato, dato che in particolari situazioni la visuale diventerà sfocata e ondeggiante, con la possibilità di causare spiacevoli effetti collaterali per chi è debole di stomaco. Nell’avventura non mancherà nemmeno l’inventario, richiamabile da tastiera con il tasto TAB. Aprendo la relativa schermata, oltre a poter esaminare ed utilizzare, unendoli anche fra loro, gli oggetti raccolti, saranno messe in evidenza cinque utili icone. Le tre sulla destra indicheranno il numero di acciarini raccolti, il livello d’olio nella lampada e il nostro diario. Le due icone sulla sinistra indicheranno invece i livelli di salute fisica e mentale. Passando il cursore del mouse sull’apposita icona (un cervello per la salute mentale e un cuore per quella fisica) comparirà una sintetica descrizione sulle nostre condizioni. Il diario si rivelerà poi un utile alleato, poiché, oltre a contenere i vari documenti raccolti, ci fornirà un conciso promemoria per ricordarci quali sono i nostri obiettivi immediati, evitandoci di farci girovagare a vuoto nelle stanze del castello. I salvataggi avverano solo automaticamente, probabilmente per evitare al giocatore di spezzare troppo il ritmo del gioco uscendo continuamente al menu.

In Amnesia la parte del leone la interpreta indiscutibilmente il comparto audio, l’elemento più curato e spettacolare dell’intero gioco. Le musiche passeranno dall’essere inesistenti o di semplice sottofondo, perfette per mantenere alta la tensione, fino ad esplodere in maniera quasi disturbante e frenetica nei momenti più convulsi. Le varie fasi di gioco sono eccellentemente e sapientemente scandite dalle musiche, che non risulteranno mai ingombranti o fuori luogo. Ancor più delle musiche, sono gli effetti sonori il vero fiore all’occhiello del comparto audio. Dai ruggiti terrificanti dei mostri, che ci faranno letteralmente sobbalzare dalla sedia, alle strazianti urla in lontananza, fino ai fremiti del nostro alter ego che aumenteranno il grado di immedesimazione, rendendo il terrore provato da Daniel quasi palpabile. Ottimo anche il doppiaggio, ovviamente in inglese, che vede un cast di voci azzeccate (in particolare la voce di Alexander) e ben recitate. Insomma, anche da questo punto di vista è inutile sottolineare l’ottimo lavoro svolto dal team svedese, sempre attento a rendere l’esperienza di gioco il più coinvolgente possibile. L’unica pecca riguarda la localizzazione in italiano che vede, sia nei sottotitoli sia nei documenti, delle sviste frutto, a mio parere, di una traduzione non sempre perfetta e troppo letterale. Sia chiaro che siamo lontani dai pessimi livelli di localizzazione visti in altri giochi, in questo caso si tratta solo di piccole distrazioni e imperfezioni, anche se una maggior cura e attenzione nella traduzione sarebbe stata sicuramente molto gradita.

Passiamo infine alla parte più delicata da analizzare, quella che riguarda gli enigmi. Se vi aspettate che Amnesia sia un adventure horror in stile Darkness Within o Scratches, avete completamente sbagliato gioco. Amnesia non è un’avventura grafica nel senso letterale del termine, per cui gli enigmi ricoprono un aspetto secondario e puramente funzionale ad altri scopi come l’esplorazione. Nella maggior parte dei casi il nostro compito sarà quello di recuperare particolari oggetti sparsi per le stanze del maniero, avendo quindi un utile pretesto per girovagare ed esplorare. Alcuni puzzle si basano sulla fisica di gioco, altri invece richiederanno l’uso dell’astuzia oppure della semplice abilità per liberarsi da pericolose situazioni. Gli enigmi veri e propri sono davvero esigui e comunque non troveremo mai niente di troppo astruso o complicato, la soluzione sarà sempre alla portata di mano. In sostanza, Amnesia è strutturato su diversi livelli, ognuno dei quali corrisponde ad un ala del castello. Generalmente l’obiettivo sarà quello di trovare una via d’uscita da ognuna di queste aree recuperando determinati oggetti o scappando all’impazzata da mostruose entità che bramano il nostro sangue. Gli oggetti recuperati in un’ala del castello saranno utili solo per quel dato livello, in questo modo si eviterà di tornare continuamente indietro per recuperare, magari verso la fine del gioco, qualcosa distrattamente dimenticata nei primi livelli. Di contro, va detto che una struttura di gioco così impostata conferisce alla nostra avventura un evitabile e percepibile senso di linearità. Ad ostacolare il nostro viaggio verso le viscere del maniero ci penseranno i mostri (pochi a dir la verità) sparsi per le stanze del castello. Nel caso di un malaugurato scontro con una di queste entità, faremo meglio a scappare, perché affrontarli a viso aperto sarà impossibile. La soluzione migliore rimarrà sempre quella di nascondersi nel buio per poi raggirarli, insomma dovremo agire come dei novelli Solid Snake. Come per gli enigmi, anche gli incontri/scontri con i mostri sono del tutto secondari, utili ad aumentare il panico e l’angoscia nel videogiocatore, ma sicuramente non il fulcro principale del gioco. L’aspetto interessante di Amnesia sarà il nostro rapporto dicotomico con il buio: da una parte lo vedremo come un prezioso rifugio, ma dall’altra sarà la causa della nostra instabilità mentale. La sanità psichica calerà infatti se rimarremo troppo tempo senza luce e diminuirà anche quando rivolgeremo lo sguardo sui mostri, o nelle varie situazioni di pericolo. L’aumento della nostra instabilità mentale provocherà inizialmente dei tremori fino a rendere la vista sfocata e ondulante, dopodiché, quando la pazzia raggiungerà il suo picco massimo, cadremo a terra per qualche secondo storditi da un lacerante fischio alle orecchie. Dovremo quindi valutare bene come usare e sfruttare l’olio nella nostra lampada (che sarà piuttosto raro da trovare) e gli acciarini per accendere le torce nel castello. La nostra terrificante discesa nelle viscere del maniero di Brennenburg ci terrà impegnati circa otto/nove ore, una longevità onesta se rapportata al prezzo del prodotto.

Tirando le fila del discorso, Amnesia non delude le aspettative, centrando in pieno l’obbiettivo che si propone: incutere paura, tutto il resto è puramente accessorio. Se quello che cercate è un classico adventure con tanti enigmi e una trama tranquilla e rilassante lasciate perdere, Amnesia potrebbe danneggiare pesantemente le vostre coronarie. Se invece amate l’horror e avete apprezzato la saga di Penumbra non pensateci due volte, Amnesia è il gioco che fa per voi.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Frictional Games
Data Rilascio: 09/09/2010
Piattaforma: Linux, MAC, PC, PS4
Caratteristiche
Genere: Survival Horror
Grafica: 3D
Visuale: Soggettiva
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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