Un cancello si apre nella notte... una macchina sfreccia nel buio... un disastroso incidente in agguato... Un giovane, completamente bendato in viso, si ritrova in un manicomio senza sapere come e perché... "Dove sono? Chi sono io?": le sue angoscianti domande vi fanno ben presto capire che il nostro personaggio ha perso la memoria. Dovremo condurre il nostro smemorato amico fin dentro gli oscuri recessi della sua mente, in un immaginifico e metaforico percorso che lo conduca ad uscire dalla sua spaventosa situazione: visiteremo circhi abbandonati e case infestate, vestiremo i panni di strani personaggi e, aiutati da continui e laceranti flashback che infestano la testa del nostro protagonista, cercheremo, tra una sorpresa e l'altra, di riprendere coscienza della nostra reale esistenza.
Se nella storia delle Avventure Grafiche esiste un gioco sottovalutato, quello è senza dubbio Sanitarium: ma non da chi l'ha giocato, no, perché per questi fortunati il gioco in questione è imperdibile ed eccellente; ma da chi (vedi distributori e finanziatori) non ha permesso a tanti "sfortunati" di potersi godere un'esperienza ludica di grande qualità .
Se negli Stati Uniti, il gioco era passato largamente sotto silenzio e solo recentemente ha visto una riedizione compatibile con i sistemi operativi recenti, in Italia si può dare che le tracce del gioco degli ASC Games erano del tutto scomparse: poche e non localizzate furono le copie che approdarono a suo tempo (1998) nel BelPaese. Per fortuna, un gruppo di ragazzi (frequentatori assidui del newsgroup it.comp.giochi.avventure.grafiche), armati di grande passione e di immensa buona volontà e sospinti solo dal desiderio di condividere la loro esperienza di gioco con tutti gli appassionati, ne hanno realizzato un'ottima traduzione su cui ci soffermeremo più avanti.
E' questa un'ovvia e doverosa premessa alla recensione e all'analisi di un gioco che, nato senza pretese e realizzato dalla Dreamforge (poi fallita), prometteva di essere un'avventura psycho-horror, uno di quei progetti che finiscono più spesso con un flop che con un successo.
Non è questo il caso.
Un cancello si apre nella notte... una macchina sfreccia nel buio... un disastroso incidente in agguato...
Un giovane, completamente bendato in viso, si ritrova in un manicomio senza sapere come e perché... Dove sono? Chi sono io? Le sue angoscianti domande ci fanno ben presto capire che il nostro personaggio (perché ovviamente noi impersoneremo proprio tal giovanotto) ha perso la memoria. Un tema piuttosto cliché, ma mai così ben affrontato come in questo gioco. La trama è avvincente se ce n'è una; dovremo condurre il nostro smemorato amico fin dentro gli oscuri recessi della sua mente, in un immaginifico e metaforico percorso che lo conduca ad uscire dalla sua spaventosa situazione: visiteremo circhi abbandonati, case infestate; vestiremo i panni di strani personaggi e, aiutati da continui e laceranti flashback che infestano la testa del nostro cercheremo, tra una sorpresa e l'altra, di riprendere coscienza della nostra reale esistenza.
Mi è impossibile andare oltre senza svelarvi parte dell'intreccio. E sarebbe un peccato... poche storie possono rivaleggiare con quella di Sanitarium.
Mai si è visto in un videogioco un tale museo di stranezze! I tanti personaggi di Sanitarium sono uno più bizzarro dell'altro, e i loro comportamenti piuttosto... pittoreschi. Impossibile non notarne la caratterizzazione psicologica, e non essere coinvolti emotivamente dai racconti dei bambini sfigurati, o dalla desolazione e dall'angoscia degli strani ambulanti del circo e in tanti altri casi.
Il nostro personaggio è l'unico protagonista del gioco: è suo il viaggio da compiere e lui stesso è il solo vero antagonista. Pian piano, crescerà la nostra conoscenza del passato del giovane, e con essa anche la nostra pena, il nostro dolore, la nostra speranza. Ogni suo ricordo (mostrati con la tecnica del flashback) trafigge il suo cervello come una spada, ma lo rende anche sempre più consapevole. Non ci si può che immedesimare in lui: la sua storia diventa la nostra storia ben presto.
La grafica svolge bene il suo compito: il gioco è in terza persona con una visuale isometrica reminiscente dei giochi di ruolo (alla Diablo, tanto per capirci): quando entreremo in qualche edificio, le mura di questi scompariranno permettendo di vederne l'interno: un artificio ben pensato e ben riuscito.
Gli sfondi sono molto particolareggiati e rendono ancor più cupa e grottesca l'atmosfera di gioco, mentre i personaggi sono a dir la verità un po' troppo pixellati: non noterete però più di tanto questo particolare.
Quando ingaggerete una discussione con qualcuno, comparirà nella parte bassa dello schermo, una piccola area con un ingrandimento dei volti dei personaggi accanto ai sottotitoli del dialogo stesso. Questo ci consente di apprezzare ancor di più (vista la lontananza dell'inquadratura) la particolarità e la stranezza dei nostri interlocutori.
Le animazioni sono un po' carenti: i movimenti sono un po' accelerati e le espressioni dei personaggi nei dialoghi sono poche e ripetute all'inverosimile.
Le cutscenes invece sono di due tipi, entrambi ottimamente realizzati: i filmati che ci mostrano situazioni "di gioco" e che sono normalmente rappresentati; e i flashback che sono realizzati in bianco e nero, con una tecnica da pellicola danneggiata, la quale contribuisce in modo determinante a creare l'atmosfera del gioco: alcuni sono poi girati in maniera eccellente e vi lasceranno davvero senza fiato!
Gli effetti sonori sono notevoli, molto ben realizzati e curati: i vostri passi assumeranno un suono diverso a seconda della superficie, e ogni azione per cui vi aspettereste un suono lo avrà .
Le musiche sono anch'esse di ottima fattura, cambiano al variare dei capitoli e acuiscono il senso d'oppressione e angoscia del gioco, contribuendo a creare quell'atmosfera che è poi il perno del gioco. Alcune composizioni, in particolare il tema del secondo capitolo, valgono la pena di esser nominate tra le più belle del filone horror.
Le voci, in inglese, sono decenti: sono stato molto impressionato dalla bravura di alcuni interpreti (specie i bambini) o dal modo in cui le voci sono "modificate" con particolari effetti in certe circostanze (ad esempio nel menù di gioco); meno convincente è la voce del nostro personaggio la cui inflessione in alcuni casi non è affatto male, ma in altri sembra scontata e volutamente esagerata. Inoltre molti doppiatori interpretano più di un ruolo, per cui vi troverete a sentire la stessa voce più volte per personaggi diversi.
I dialoghi sono... beh, sono nella media. Si poteva far certo di più, specie a sostegno di una tanto splendida trama. Invece, spesso e volentieri, il nostro protagonista ripeterà , con la solita espressione ed inflessione, sempre le stesse frasi e le stesse domande: se pensate che questo sia un dettaglio trascurabile, forse avete ragione: ma è altrettanto vero che questo errore sarebbe potuto essere facilmente evitato.
Un capitolo a parte merita la localizzazione nella nostra lingua. Come già accennato nell'introduzione a questa recensione, se oggi noi italiani possiamo goderci Sanitarium comprendendolo a pieno, questo lo dobbiamo a un gruppo di ragazzi ed al sito IAGTG (
link) che ne hanno curato la traduzione. Ed è un lavoro impeccabile, che neanche dei professionisti avrebbero potuto svolgere meglio (poi in giro si vedono certe schifezze); solo in alcuni punti la traduzione non è potuta essere completa per motivi tecnici, ma tutto questo è spiegato chiaramente nel readme che accompagna i file traduttivi, facilissimi da installare.
Già dal menù, Sanitarium mette paura: due occhi seguiranno il movimento del vostro mouse mentre vi aggirerete tra le opzioni di gioco (salva, carica, rivedi i filmati e così via; tutte queste opzioni sono accompagnate da una voce spettrale... brrrrr..). Carichiamo la nostra partita e ci accorgiamo subito di uno dei difettucci del gioco: i tempi di caricamento di ogni sezione del gioco sono molto lunghi e così anche i caricamenti di partite salvate. Una operazione che, alla lunga, diventa un po' troppo snervante.
Il metodo di controllo è un'altra delle scomodità di Sanitarium: muoveremo il nostro personaggio tenendo premuto il tasto destro del mouse, indirizzando il movimento verso otto direzioni. Questo metodo, già di per sé atipico, non è poi realizzato un granché e tante volte ci troveremo ad andare in direzioni non volute: un punta e clicca ci sarebbe stato sicuramente meglio.
Occupato il tasto destro per il movimento, per compiere ogni azione non rimane che il tasto sinistro: ogni volta che saremo a contatto con un hot spot potremo osservarlo (il cursore/lente, fisso negli altri punti, comincerà ad ondeggiare): una volta compiuta questa azione, il cursore si trasformerà a seconda dei casi, in una mano (per raccogliere) o in una bocca (per intraprendere una discussione): un sistema pratico e funzionale.
L'inventario potrà essere richiamato cliccando sul nostro personaggio una volta che questi abbia raccolto almeno un oggetto. Si aprirà un cerchio intorno a lui in cui sono raccolti tutti i suoi "averi"; passandoci sopra col mouse ne sentiremo una breve descrizione e cliccandoci li impugneremo per utilizzarli con gli hot spots.
Non c'è possibilità di manipolare o di combinare più oggetti in nostro possesso.
Gli enigmi sono uno dei punti forti del gioco: pur essendo generalmente facili, sono molto vari e generalmente gratificanti, oltre ad essere, e questo è quello che più conta, sempre perfettamente integrati nel contesto spaventoso e angosciante del gioco.
Si spazia degli enigmi inventory e dialogue-based, ad altri meno facili basati su decifrazione di codici, anagrammi; dovremo anche rimettere in funzione strani e complessi macchinari, aprire porte bloccate e - udite,udite - avventurarci in un pericoloso labirinto (che ho trovato stranamente divertente) irto di trappole. Insomma, ce n'è per tutti i gusti!! Non ci sono problemi di pixel-hunting, a parte forse in un paio di situazioni, ma in assoluto non è mai così assurdo da diventare snervante.
L'interazione con l'ambiente circostante non è eccezionale, ma è a livelli discreti (diversi sono gli oggetti da esaminare, ma alcuni di quelli che vedremo sullo schermo rimarranno non cliccabili) e soddisfacenti.
Un'altra peculiarità di Sanitarium è che a volte nel corso del gioco saremo impegnati in alcune sequenze "arcade": queste, molto facili a dir la verità , si adattano perfettamente alle situazioni di gioco in cui sono impiegate e se non fosse per gli scomodi controlli, sarebbero anche ben realizzate. Comunque non si può morire nel gioco, e anche se queste fasi non dovessero andare a buon fine, potremo riiniziarle dal principio con un grado di difficoltà via via sempre minore.
In conclusione, si nota la presenza del doppio click per skippare i dialoghi (a volte è necessario per la ripetitività del nostro uomo) e le scene video.
Sanitarium vi avvolgerà per circa 20 ore, spese in parecchi capitoli non uno dei quali inserito artificiosamente. Ognuno di essi è infatti una tappa necessaria nel lungo viaggio del nostro personaggio, alla ricerca dell'uscita da questo incubo interminabile.
Essendo un gioco piuttosto facile, non vi dovreste bloccare su qualche enigma per molto tempo, per cui il tempo di gioco è senz'altro sufficiente.
Storie come queste non si possono perdere: se poi siete appassionati di trame forti a sfondo psicologico e vi piace il genere horror commettereste un vero delitto a perdervelo. Alcune piccole imperfezioni tecniche, e un metodo di controllo un pochino scomodo, precludono a Sanitarium una votazione ancor più eccellente di quella assegnatagli.
Un "classico" da avere assolutamente.