Le nuove avventure di Fenimore, questa volta con temi molto più maturi e rappresentazione da vero spaghetti western. Una caccia al tesoro e due storie parallele che ci permetterenno di controllare sia Fenimore Fillmore che la sua amica Rhiannon. Il tutto condito con gag, scazzottate, sparatorie ed inseguimenti a cavallo.
Il vecchio West: i cavalli, i saloon, i duelli dei pistoleri, le scazzottate… E quelle caspita di balle di fieno rotolanti che spuntano ovunque!
Se questa ambientazione è stata molto utilizzata in ambito cinematografico (impossibile non citare i grandi capolavori spaghetti-western del maestro Sergio Leone), videoludicamente parlando non ci sono state tantissime proposte sul tema e comunque quelle veramente memorabili si possono contare sulla punta delle dita: il vecchissimo e indimenticabile Sunset Riders, il cartoonesco fps Outlaws della Lucasarts, lo strategico Desperados e gli sparatutto Gun e Call of Juarez sono tra i pochi esponenti degni di nota di questo genere decisamente di nicchia.
Nel 1996 la software house spagnola Revistronic ha provato per la seconda volta a creare un’avventura grafica western (la prima in assoluto è stata Freddy Pharkas della Sierra) ed è nato 3 Skulls of the Toltecs. Viene per la prima volta introdotto il personaggio di Fenimore Fillmore, un giovane cowboy tanto buono quanto pasticcione, che in quanto a sfiga tenta di far concorrenza ai più famosi Guybrush Threepwood e Bernard Bernoulli.
Nel 2004 il giovane Fillmore ritorna in
The Westerner e questa volta lascia il segno. Il gioco, infatti, è uno dei migliori punta e clicca del periodo e riceve successi di critica e di pubblico un po’ ovunque. Viene subito messo in cantiere un terzo episodio, ma la gestazione è parecchio lunga e dobbiamo aspettare fino al 2008 per mettere mano a Revenge.
È valso la pena aspettare o la vendetta di Fenimore è un piatto che non si gusta freddo?
La storia parte mostrandoci il protagonista e la sua fidanzata Rhiannon (già conosciuta nel secondo episodio della saga) in sella ai propri destrieri che galoppano nel deserto. I due incontrano un uomo ferito, che prima di esalare l’ultimo respiro rivela alla giovane cowgirl un importante segreto riguardante un tesoro nascosto in un cimitero.
Dal nulla spunta un gruppo di banditi, guidati dal malvagio e senza scrupoli Stevens che ferisce gravemente Fenimore e rapisce Rhiannon con l’intento di carpire alla ragazza il segreto sul tesoro.
Fillmore viene salvato dal vecchio Baker, ex compagno di Stevens che si propone di aiutare il nostro eroe in cambio dell’ambito bottino. Partirà quindi una ricerca su due fronti in cui impersoneremo a turno sia Fenimore che Rhiannon.
Appena si comincia l’avventura, il primo particolare che si nota immediatamente, se si è giocato ad uno dei capitoli precedenti, è che i protagonisti sono completamente diversi da come li ricordavamo: Fenimore non è più il ragazzotto tontolone e tanto simpatico che abbiamo conosciuto in precedenza, bensì è diventato un figaccione dalla barba incolta ed il vocione, che ricorda (vagamente) nelle fattezze Clint Eastwood in un film di Leone. Anche Rhiannon non sembra per nulla la maestrina timida ed occhialuta di The Westerner: sfoggia infatti pugni, calcioni e decolleté degni di una Lara Croft d’annata. Di primo acchito, se siamo fan dei vecchi episodi, potremo poco gradire questo cambiamento, ma il tutto è funzionale alla storia che i Revistronic ci vogliono raccontare. Infatti Revenge non si basa più sull’umorismo come i suoi antenati, ma sull’azione. Una volta capita la svolta presa dalla saga, è abbastanza facile accettare il cambiamento dei personaggi (le cui caratteristiche fisiche sono rimaste comunque molto fumettose, non che il gioco sia diventato d’un colpo realistico…).
L’interfaccia con cui avremo a che fare durante le sessioni di gioco è decisamente semplice e familiare per la maggior parte degli avventurieri: ci sposteremo per l’ambientazione posizionando il cursore del mouse in un punto e cliccando col tasto sinistro, mentre con il destro la freccetta muterà di forma e ci sarà possibile compiere azioni differenti con i vari oggetti e personaggi dell’ambiente circostante. L’inventario è a scomparsa e si trova posizionato nella parte superiore dello schermo.
Troveremo anche un paio di novità poco usuali per un gioco d’avventura, ovvero due sezioni a tempo e qualche sequenza arcade in cui dovremo sparare ai banditi col revolver del buon Fillmore. Nulla di tutto ciò risulta frustante, le sequenze sono ben implementate, per nulla complicate e spezzano un po’ il ritmo dell’avventura che tutto sommato resta di stampo classico. Dorma sonni tranquilli anche chi è poco avvezzo agli action, non dovrà certo avere a che fare con Gears Of War!
Passando al versante tecnico, il gioco è mosso dalla versione 2 del Revistronic Engine, motore grafico proprietario della casa iberica. L’evoluzione rispetto alla prima versione (utilizzato in The Westerner) c’è e si vede: innanzitutto ci sarà possibile sfruttare finalmente anche risoluzioni elevate (fino a 1600x1200 pixel) e tutti i problemini di compenetrazione (e qualche volta sparizione) di poligoni che ogni tanto affliggevano la seconda avventura di Fenimore sono stati eliminati. Il gioco scorre fluido e le animazioni sono davvero di buon livello. Qualche texture forse risulta poco convincente e qualche particolare dell’ambientazione potrebbe sembrare un po’ “cubettosoâ€, ma il tutto è stato ben mascherato dallo stile fumettistico dell’avventura e tutto sommato qualche sbavatura si può quasi considerare una specie di “licenza artistica†degli sviluppatori. Purtroppo anche alcuni difetti della prima versione del motore grafico sono stati ereditati: le locazioni sembrano sempre un pochino spoglie, non c’è mai un particolare in più rispetto a ciò con cui s’interagisce e ciò è davvero un peccato. La gestione delle telecamere, inoltre, resta sempre molto macchinosa: ad ogni cambio d’inquadratura c’è sempre un attimo di spaesamento perché questi spesso risultano illogici e ci costringono a far compiere ai nostri eroi giri assurdi per capire dove ci troviamo o per ritrovare un oggettino visto in una breve inquadratura precedente. Ogni tanto capita poi che il cursore ci indichi oggetti o locazioni presenti praticamente sullo sfondo e se malauguratamente ci venisse l’idea di farci un clic, il nostro personaggio “impazzirà †e correrà in maniera insensata per arrivare in quel punto. Dal retro della baracca di Baker, per esempio, è possibile vedere il fiume che si trova DAVANTI all’abitazione. Quando ho provato a cliccarci sopra, Fenimore ha cominciato a correre come un pazzo attorno alla casa (facendo pure qualche giro su sè stesso) fino a raggiungere in qualche modo la meta. Dopo tutti quei giri di corsa, ho temuto che apparisse un personal trainer che gli dicesse di fare pure un paio di flessioni, già che c’era…
Le musiche di sottofondo sono sempre gradevoli e “westernanti†ed il doppiaggio completamente in italiano è molto buono. Le voci sono azzeccate per ognuno dei personaggi e la recitazione è piacevole, senza sbavature.
A parte la scellerata gestione delle telecamere, tutto bene quindi? Fenimore Fillmore’s Revenge è un altro piccolo gioiellino? Purtroppo no.
Le pecche più grosse di Revenge riguardano quelli che sono i pilastri di ogni avventura grafica che si rispetti: gli enigmi e la longevità . I primi sono sì logici ed intuitivi, ma anche molto semplici, pure troppo. Tutto si risolve tramite l’utilizzo di oggetti e quello che ci serve è sempre a portata di mano. Le nostre cose non si potranno mai combinare tra di loro nell’inventario (tranne che in un’unica occasione) e l’unico motivo per cui potremmo rimanere bloccati è perché non abbiamo visto o raccolto qualche gingillo che ci serviva. Si ha sempre l’idea di quello che c’è da fare, il che è positivo, ma la sfida proposta è in pratica pari a zero. Se a ciò aggiungiamo che le locazioni da visitare sono solo cinque in tutto il gioco (avete letto bene: CINQUE) e che spesso e volentieri non ci si muove da dove ci si trova, potrete ben immaginare che l’avventuriero più sgamato riesca a portarsi a casa la pagnotta e terminare tutto in tre o quattro ore, proprio perché tutto quello di cui abbiamo bisogno per andare avanti è ogni volta lì, sotto il nostro naso.
Desolazione assoluta anche per quanto riguarda i dialoghi. Parleremo sempre e solo con Baker e volendo, potremmo completare il gioco tranquillamente senza interrogarlo mai.
Scordatevi poi gli ampi scenari, i tanti personaggi e i lunghi spostamenti per le varie locazioni visti in The Westerner, tutto ciò è sparito. L’impressione è che il gioco abbia subito numerosi tagli qua e là per poter essere pubblicato e la sensazione aumenta soprattutto nella parte finale, dove tutto si risolve in maniera parecchio sbrigativa ed approssimativa.
L’esperienza ludica di Fenimore Fillmore’s Revenge è paragonabile per certi versi ad un episodio della nuova serie di Sam & Max: poche ore di gioco, ci si diverte abbastanza senza troppa frustrazione e la storia è abbastanza accattivante e grazie agli ottimi filmati d’intermezzo lascia comunque al giocatore un minimo d’incentivo per proseguire.
Il fatto, però, è che un episodio qualsiasi di una delle due stagioni del cane e del coniglio costa solamente 6 euro, mentre per giocare con la nuova avventura Revistronic di euro bisogna sborsarne quasi quaranta…
Fatte le debite proporzioni, mi sento di consigliare l’acquisto solamente ai neofiti dei punta e clicca, che non resteranno per niente frustrati e probabilmente adoreranno il gioco, a chi senza avere tutta la serie di Fenimore Fillmore non riesce a dormire la notte (credo ben pochi) e a chi proprio è rimasto senza nient’altro di meglio da giocare. Tutti gli altri aspettino piuttosto l’edizione economica. Oppure, se non conoscono la saga, si procurino il vecchio The Westerner che è di tutt’altro livello.