Rientrato presso il proprio paese, il capitano di una nave porta con sè una reliquia chiamata "Eye" (l'Occhio). Dopo il ritrovamento l'uomo sembra aver perso la ragione e, contemporaneamente, cominciano a rinvenirsi cadaveri completamente dissanguati, come se un branco di vampiri agisse di notte. Il protagonista, in quanto esperto di magia e scienza, viene chiamato sul posto per risolvere il mistero e liberare il paese da questa terribile maledizione.
Una persona come me, innamorata dell’horror in tutte le sue strane forme, è sempre ben propensa mentalmente quando si avvicina a un avventura di questo tipo, e non vi nascondo che è un mio rammarico quello di non avere mai giocato alla prima avventura della serie
Last Half of Darkness, intitolato
Shadows of Servants, uscita nell’ormai lontano 2004. In particolare mi dispiace affrontare questo secondo episodio senza disporre di un metro di paragone ideale come il primo capitolo; ciononostante cercherò di fare il possibile per aiutarvi nella valuazione, in vista di un vostro eventuale acquisto. Per colmare per l’appunto questa lacuna, sono andato nel
sito ufficiale e ho scaricato e giocato la demo del primo episodio; dalla homepage del sito potrete infatti scaricare le versioni dimostrative di tutti i capitoli e poi: affrontare un’avventura online totalmente freeware, consultare le soluzioni, scaricare le eventuali patch e, cosa più importante, acquistare la versione DVD-Box dei due giochi ad un prezzo di 19,95 dollari (il primo) e 22,95 dollari (il secondo), a cui dovrete naturalmente aggiungere le spese di spedizione.
Tagliamo la testa al toro e diciamo subito che la produzione è indipendente, pertanto non aspettatevi grandi implementazioni; gli sviluppatori sono gli americani della WRF Studios, laddove “WRF” sta per William R. Fisher, il fondatore della software house.
Le nostre gesta iniziano il giorno in cui veniamo a sapere dell’esistenza di una gemma rara, dai poteri straordinari, il cui nome è “Occhio” - da cui il titolo
Beyond the Spirit's Eye - e si trova in un villaggio deserto. La particolarità di questa non-troppo-ridente cittadina è che in realtà si rivelerà essere una trappola mortale, in cui albergano l’oscurità e le forze del male, con il compito di proteggere il gioiello maledetto. Il recupero di questo manufatto evidentemente non sarà cosa facile.
Tenendo conto del capitolo precedente, posso certamente dire che non ci sono stati grossi cambiamenti a livello grafico: la risoluzione è la stessa, non modificabile (non potete usarne un'altra se non quella pre-impostata che è la 800x600). Le uniche differenze sono visibili nel lavoro svolto a livello di atmosfera e di creazione delle ambientazioni, ora molto più cupe e angoscianti. L’impressione è che i WRF Studio, in questo titolo, abbiano deciso di prestare più attenzione alla tensione emotiva e devo ammettere che, per quanto i fondali non siano proprio il meglio che si possa trovare sul mercato, il risultato non è affatto male. Come se non bastasse in un paio di occasioni c’è davvero da saltare sulla poltrona, soprattutto grazie ai molti filmati sapientemente inseriti nei momenti più importanti e spesso più inaspettati.
Come accennavo prima, tutte le opzioni grafiche sono già fissate, mentre è data la possibilità di modificare i parametri inerenti alla sezione audio: potrete scegliere il volume della musica e degli effetti ambientali. Il menu poi ci riserva le canoniche scelte di caricamento, salvataggio, uscita dal gioco e visione dei credits.
L’interfaccia è molto semplice e intuitiva, il cursore può assumere solo tre forme: una strana X nelle zone in cui potete dirigervi, un occhio in quelle dove esaminare e una freccia rossa nelle zone dove è possibile interagire per fare qualcosa di importante. Gli spostamenti di visuale, per quanto fissi e non a rotazione libera, non saranno mai del tutto omogenei: capiterà di ruotare lo sguardo di trenta gradi piuttosto che di 180, a seconda delle scelte degli sviluppatori.
L’inventario sarà situato nella zona inferiore dello schermo e sarà sempre visibile. Per utilizzare in oggetto basterà prelevarlo e portarlo sull’hotspot interessato; se l’interazione pensata è giusta, lo capirete prima ancora di realizzarla: nel momento in cui trascinerete l’oggetto, questo comincerà a tremare. Inutile dire che come in tutti gli adventures che si rispettino, gli oggetti si possono abbinare tra loro o esaminare in modo più approfondito con il solito tasto del mouse.
Il sonoro si difende in modo egregio dal punto di vista ambientale: i soliti cigolii, urla, voci strane e respiri profondi, faranno la loro comparsa come in ogni horror che si rispetti, mentre il parlato scarseggierà – nonostante quel poco che potrete ascoltare sia fatto bene - le musiche, di contro, non mi sono sembrate particolarmente ispirate. Inoltre c’è da mettere in preventivo che il parlato è tutto in inglese, ma penso che questo sia un problema marginale e ampiamente previsto da parte di un eventuale acquirente.
Gli enigmi sono basati sull’utilizzo dell’inventario e del suo contenuto; in qualche frangente sarete anche chiamati ad affrontare dei piccoli giochi di tipo logico, ma non saranno presenti in quantità significativa, né tantomeno risulteranno difficili da risolvere. La difficoltà complessiva del gioco, peraltro, si attesta su un livello medio-basso, anche grazie ai tanti indizi sparsi quà e là , che molto spesso vi saranno di aiuto per sbloccarvi. Inoltre anche le interazioni legate agli oggetti si rivelano scontate: in fin dei conti una cesoia a cosa può servire? Ciononostante ci sono un paio di occasioni in cui gli enigmi, ben congegnati, possono creare qualche problema. Un’altra grossa svista, a livello di implementazione, è costituita dal fatto che, abbinando gli oggetti in inventario, questi funzionino solo in modo univoco e non bilaterale… Mi spiego: se avete un oggetto A e un oggetto B da utilizzare tra loro, la combinazione giusta sarà solo “usa A con B”, mentre “B con A” non darà luogo all’effetto desiderato. Tutto ciò è frustrante se si pensa che il giocatore rischia di dover provare una quantità doppia di combinazioni nell’arco di tutto il gioco, per capire quali siano quelle giuste.
Lo svolgimento della trama in realtà è molto banale, si prosegue cercando di arrivare all’agognato gioiello e risolvendo i vari problemi che vi si pareranno davanti. Nel sito ufficiale si vanta una longevità che va dalle 20 alle 30 ore, ma a mio avviso è una stima un tantino “utopistica”; è molto più verosimile concludere il tutto nel giro di 10 o 13 ore al massimo.
Pur essendo una produzione indipendente
Beyond the Spirit’s Eye si difende bene e riesce a strappare qualche momento di suspence non indifferente, ma non aspettatevi molto di più; la realizzazione tecnica non è eccelsa. Un gioco in fondo godibile, a patto di prenderlo per ciò che è: un’avventura indie; in questo modo vi divertirete di certo.