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Recensione

Zwerg Nase

di Ivan Vailati  

il nostro voto
50
In breve

L’avventura inizia sotto le stelle di una lunga notte estiva. Quello che dovrete fare è cercare di spezzare l’incantesimo della strega che vi ha trasformato in nano e salvare la vostra amata, tramutata dalla strega in oca.

 

Recensione Completa del 18 Settembre 2011
Certo che da oggi potete chiamarmi pazzo, sarà il troppo caldo di questa lunga estate, sarà che sono in ferie e il dolce far niente mi logora mentalmente (sto scrivendo in piene ferie meritate), oppure sarà ancora che sono un malato cronico di avventure grafiche… fatto sta che oggi mi accingo a recensire un gioco in lingua tedesca, che, seppur non avendo capito quasi un’acca di quello che sia stato detto, sono riuscito a portare a termine soltanto ragionando sugli oggetti è sugli enigmi. Grazie anche all’aiuto del dizionario delle lingue, che mi è stato molto utile durante tutta l’avventura, sono riuscito a tradurre anche il titolo Zwerg Nase (da non confondere con un'altra avventura russa omonima uscita anch’essa nel 2003), che significa “nano naso”, riferendosi al protagonista: un nano con un grosso naso.

L’avventura inizia sotto le stelle di una lunga notte estiva: dopo un piccolo dialogo con alcune di esse, che ci spiegheranno l’antefatto della nostra storia, inizierà il gioco vero e proprio. Quello che dovremo fare è cercare di spezzare l’incantesimo di una strega, che ci ha trasformato in nano e salvare la nostra amata, trasformata in un’oca. Il personaggio che saremo chiamati a gestire è il tipico archetipo di antieroe per eccellenza, a mio parere è il più brutto che abbia mai visto in un’avventura grafica! Una volta preso il controllo della situazione, possiamo subito notare che ci troviamo di fronte ad una delle tipiche avventure tutta in 2D, con location disegnate a mano e con purtroppo pochi personaggi. La risoluzione non può essere cambiata in alcun modo e avremo a che fare con una vetusta 800x600, che per essere vista pieno schermo richiede che il nostro desktop sia settato nel medesimo modo. Le animazioni sono fatte veramente male e ce ne sono poche: oltre a vedere l’omino camminare per lo schermo, il resto dei personaggi (a parte i due servi) sarà statico e oltre a muovere la testa o il braccio non farà nient’altro, senza contare i pochi uccelli di sfondo, che sembrano volare attaccati a un filo.

Appena prima di iniziare, avremo a che fare con un piccolo tutorial che ci rende partecipi delle poche possibilità che avremo a disposizione. Prima di tutto, dovremo inserire il nostro nome per i salvataggi e poi, a seguire, dovremo scegliere la difficoltà degli enigmi. Infatti è possibile affrontare Zwerg Nase in modalità difficile o semplice, a seconda di quello che preferiamo o in base al nostro grado di esperienza. L’aspetto strano è l’inesistente menu: infatti, visto che tutto è settato in modo automatico, avremo solo alcune icone situate in basso allo schermo. La porta a destra sarà quella che ci permetterà di uscire dal gioco, la trombetta ci permetterà di abbassare un poco il volume della musica e l’icona con la stella sarà invece la nostra compagna per tutta l’avventura, dispensando consigli e informazioni.

Purtroppo, l’interfaccia di gioco non è molto chiara. Ad esempio, per esaminare alcuni punti dello schermo, dovremo prendere un’icona a forma di lente e farla girare per lo schermo: quando questa s’ingrandisce, significa che è possibile guardare qualcosa. Il problema è che in alcuni casi le zone attive nello schermo non si possono esaminare e quindi dovremo riporre la lente e iniziare a setacciare ancora un volta lo schermo con il cursore normale. Altro aspetto negativo è che quando passiamo con il cursore su alcune zone attive, in alcuni casi, senza cliccare, il nostro personaggio si metterà a compiere azioni in modo del tutto automatico, senza che lo volessimo. Ci saranno anche alcune zone attive che possiamo usare solo se ci andremo vicino e, giusto per rincarare la dose, potremo solo spostarci da una location all’altra spostando il cursore a destra o sinistra dello schermo. Non bastava cliccarci sopra? Sarebbe stato infinitamente più comodo. Un miscuglio di possibilità non coerenti tra loro che riescono solo a creare confusione!

Le musichette che ci faranno compagnia sono tutte in stile classico: sentiremo suonare violini e pianoforte… sono abbastanza piacevoli seppur un poco ripetitive. Gli effetti ambientali, invece, non danno la minima idea di riprodurre il giusto suono a cui dovrebbero fare riferimento. I filmati sono praticamente inesistenti e ci saranno solo scenette gestite con lo stesso motore del gioco. La longevità è un altro dei punti dolenti della produzione targata Cornelsen Software, giacché non andremo oltre le cinque ore di gioco. Un paio di sessioni e avremo finito tutto, grazie alla poca interazione, alle pochissime location (saranno più o meno una ventina in tutto) e a degli enigmi abbastanza semplici, tutti basati sull’utilizzo degli oggetti.

Onestamente non so che dire, è la prima volta che mi trovo davanti ad un’avventura così confusionaria dal punto di vista tecnico. Le scelte dei programmatori a livello di interfaccia (e non solo, ma che ci fa Einstein nella stanza del castello?) sono più che discutibili ed è un peccato. Graficamente non siamo certamente ad alti livelli, anche perché l’avventura a cui facciamo riferimento è del 2003, ma nonostante tutto gli si può dare una mezza possibilità.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Cornelsen software
Data Rilascio: Q4 2002
Piattaforma: MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Fantasy
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Tedesco
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: Windows 95/98/2000/XP
Processore: 266 Mhz
RAM: 32 MB
Scheda Video: 32 MB
Hard Disk: 15 MB
Supporto: 1 CD
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