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Recensione

Kaptain Brawe: A Brawe New World

di Mattia Seppolini  

il nostro voto
78
il vostro voto (7 votanti)
74
In breve

Avventura umoristica 2D che si rifĂ  in tutto e per tutto ai classici del genere. Ambientata in un XIX secolo alternativo in cui l'uomo, grazie alla scoperta di una misteriosa fonte energetica, ha acquisito la capacitĂ  di navigare nello spazio, ci vede nei panni di Kaptain Brawe, un poliziotto spaziale che si imbarcherĂ  in un viaggio interstellare alla ricerca di due scienziati alieni rapiti.

 

Recensione Completa del 08 Dicembre 2011

Quello degli avventurieri si sa è un popolo di nostalgici, con il ricordo sempre vivido delle vecchie avventure in 2D degli anni novanta con gli splendidi fondali disegnati a mano, l’umorismo e gli oggetti più strani nell’inventario. Petar Ivancek, con la collaborazione di Cateia Games, ha deciso di fare felici i nostalgici con Kaptain Brawe: A Brawe New World, un’avventura umoristico-fantascientifica che ci farà tornare indietro di una quindicina d’anni (e forse anche di più). Verremo catapultati nell’anno 1812 quando James Watt, non accontentandosi delle potenzialità del vapore, inventa un motore a ioni polari che consente all’uomo di avventurarsi verso le stelle e colonizzare nuovi pianeti. Ma, come sempre in questi casi, la malavita vede terreno fertile per i suoi sporchi affari e nascono così i Kribbs, una lega di pirati che imperversa per tutta la galassia. Per contrastarli viene creata la “Space Police” che ha tra i suoi agenti migliori il nostro Capitano Brawurskij, l’eroe di questa avventura. Affiancato dal suo navigatore Kralek e dal robot Rowboat, Brawe è chiamato ad indagare su una nave precipitata su di un pianeta facente parte della lega spaziale, Jama Spacea. Una volta raggiunto il pianeta ci vorrà poco per capire che anche i pirati, capitanati dalla misteriosa “LEI”, sono interessati alla nave che, a quanto pare, trasportava un carico di notevole importanza su cui molti desiderano mettere le mani. La trama, per quanto non particolarmente originale, risulta piacevole con dialoghi ben scritti ed in grado di strappare qualche risata, oltre che condita da situazioni e colpi di scena sempre al limite dell’assurdo. Il particolare spunto narrativo inoltre offre le premesse per un’ambientazione che unisce elementi tipici della fantascienza con altri tipici del diciannovesimo secolo, quindi non sarà difficile vedere navi spaziali con all’interno vecchie stufe a legna (almeno nella forma) o vecchi mulini con a fianco congegni futuristici, il tutto in grado di dare un tocco “punk” al titolo.

Quando muoveremo i primi passi all’interno del gioco sembrerà veramente di essere tornati indietro di qualche anno, ed inevitabilmente un pensiero finirà a The Curse of Monkey Island. Dai fondali all’interfaccia fino alle musiche tutto ci ricorderà il titolo Lucas e le avventure di quel periodo. I fondali (purtroppo fissi a 1024x768 quindi e quindi con bande nere laterali per chi ha un monitor 16:9) sono completamente disegnati a mano e sempre ricchi di dettagli, sia quando si tratta di locazioni verdeggianti, quasi tropicali, sia quando visiteremo pianeti dai toni più freddi ed asettici. L’impatto generale è veramente ottimo anche se guardando con più attenzione è possibile notare alcuni elementi non ben definiti (soprattutto i contorni sono un po’ troppo spesso leggeri e poco definiti). Anche l’interfaccia si rifà ai classici del genere quindi, quando cliccheremo su un oggetto, apparirà il menù con le azioni disponibili ovvero esamina, usa e parla. Il tasto destro del mouse invece permette di accedere all’inventario, dove gestire gli oggetti in nostro possesso. Unici elementi “moderni” sono il diario, dove verranno appuntati mano a mano i nostri compiti, e l’ormai onnipresente tasto per evidenziare gli hotspot (presenti in buon numero). Anche per quanto riguarda le musiche, l’operazione nostalgia è forte dato che alcune tracce richiamano alla mente temi già conosciuti, non mancano comunque musiche con un maggior tocco di originalità per un accompagnamento che nel complesso risulta piacevole. Un elemento che invece ci riporterà all’inizio degli anni novanta ed a titoli come i primi due Monkey Island è il doppiaggio. Ora mi farete notare che in quei titoli non c’era doppiaggio… ed infatti anche in Kaptain Brawe le parole dei nostri eroi saranno affidate ai soli sottotitoli (da poco disponibili anche in italiano). E’ sicuramente una mancanza importante che farà storcere il naso ad alcuni, ma il gioco resta allo stesso modo fruibile e godibile.

Passando agli enigmi, vi è da dire che dovremo innanzitutto scegliere se giocare alla versione casual oppure a quella hardcore. Le differenze principali riguardano gli aiuti offerti al giocatore: nella versione casual infatti verrà automaticamente attivata l’azione corretta quando si interagisce con un oggetto (così però in alcuni casi sarà impossibile esaminarli con l’apposita icona, togliendo una piccola parte di interattività), mentre nel nostro diario potremo avere accesso ad alcuni indizi. Nessuna differenza invece per gli enigmi che si basano esclusivamente sulla raccolta ed utilizzo di vari oggetti con la necessità di sbloccare di tanto in tanto alcune azioni attraverso i dialoghi, sempre lineari del tipo “parla di tutto con tutti”. Si passa da enigmi decisamente semplici ad alcuni in cui è richiesto l’utilizzo di una discreta dose di logica laterale ed occasionalmente alcuni tentativi a caso. Ogni tanto si rimane forse un po’ spaesati senza sapere bene cosa fare nonostante il diario e si è costretti a procedere per tentativi, circostanza mitigata dal fatto che non dovremo mai destreggiarci tra un numero eccessivo di locazioni ed oggetti. Nel complesso il lavoro fatto sugli enigmi è buono e ciò garantirà all’incirca otto, dieci ore di sano divertimento. Nelle fasi avanzate sarà inoltre possibile controllare altri due personaggi, oltre a Brawe, ossia Luna, un’agente con il compito di affiancarci nella nostra missione, e Danny, ex-Kribb che si unirà alla nostra causa. Per quanto non sfruttata in maniera molto corposa, questa opzione rende necessario un minimo di cooperazione per risolvere alcune situazioni.

Concludendo Kaptain Brawe si presenta come un titolo che richiama fortemente i grandi classici del passato e lo fa in maniera più che buona. Personaggi divertenti, dialoghi ben scritti, situazioni sempre al limite dell’assurdo ed enigmi di buon livello garantiscono alcune ore di buon divertimento. D’altra parte il gioco si porta dietro una sensazione forse eccessiva di nostalgia, lasciando sempre il giocatore con l’impressione che il gioco sia stato realizzato come “semplice” tributo a giochi passati non sfruttando a pieno quello che poteva essere il suo potenziale. La mancanza di doppiaggio inoltre potrebbe far storcere il naso ad alcuni che considerano questa una feature imprescindibile. Un titolo comunque piacevole a cui tutti gli avventurieri dovrebbero dare una possibilità, considerato per di più che è sottotitolato in italiano.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Cateia
Distributore: Zodiac
Data Rilascio: 21/12/2011
Piattaforma: iPad, iPhone, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
Sito internet
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Requisiti minimi
OS: Windows XP/Vista/7
Processore: 1 Ghz
RAM: 512 MB
Scheda Video: 64 MB DirectX® 9 Compatibile
Hard Disk: 350 MB
Supporto: Online Download
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