Il mondo ha ormai visto tutti i tipi di armi di distruzione di massa: nucleari, chimiche e biologiche. Ora però la minaccia è un’altra: quella digitale. E’ stato sviluppato un virus che può creare danni a tutto il pianeta in pochi secondi. Il suo obiettivo sono i sistemi di comunicazione mondiali. Farà collassare tutti i sistemi digitali militari, commerciali e di intrattenimento danneggiando tutti i sistemi di sicurezza e portando una situazione di caos in tutto il mondo.
E’ rimasto poco tempo: abbastanza solo per inviare una persona. Il suo nome in codice è Raven. La sua missione: trovare il virus, copiarlo e quindi distruggere il laboratorio di ricerca in cui si trova.
Era il 2000 quando nei negozi di informatica di tutta Italia faceva la sua apparizione Traitors Gate, gioco in soggettiva a 360° sviluppato dalla Daydream software che sfruttava la tecnologia Quicktime (uscito poi in Italia tramite un astuta mossa commerciale sotto il nome di Colpo grosso a London Tower che potete trovare ora a 9,90 euro sugli scaffali della Microforum): ora, a distanza di 5 anni (a dirla tutta 4, Cypher è uscito nel 2004) i ragazzi della Dreamcatcher europe grazie anche alla distribuzione sul territorio italiano da parte di Atari hanno deciso di riesumare questo vecchio titolo e di dargli nuova vita con un seguito che farà la felicità delle persone che hanno giocato il primo episodio (tra questi ci sono anche io).
Ben arrivato agente, qual è il suo nome in codice? Raven.
Qual è stata la sua ultima missione agente Raven? Mi sono infiltrato nella torre di Londra e ho sostituito i gioielli della regina prima che lo potesse fare un ladro per evitare uno scandalo diplomatico. Certo, ottimo lavoro agente Raven, ma non può riposarsi: purtroppo il pianeta corre un grave pericolo. Un virus informatico molto pericoloso per non dire letale sta minacciando tutti i sistemi satellitari e di comunicazione internazionali di elevata protezione: il pentagono ha individuato un laboratorio segreto in Medio Oriente dove si pensa sia il virus e ha gia preparato un piano, la sua missione consisterà in queste operazioni:
1 - Infiltrarsi nel laboratorio
2 - Impossessarsi della copia del virus
3 - Sostituire la scheda madre dell’unità comsat in modo che gli aerei militari possano bombardare la zona.
E’ pronto a partire agente Raven? Agli ordini.
Tanto per cambiare anche questa volta dovremo salvare il mondo (ormai ho perso il conto delle volte in cui l’abbiamo fatto): la nostra missione comincia all’interno del tempio che deve farci infiltrare nel laboratorio. La prima cosa che balza agli occhi è la completa rivoluzione nella struttura di gioco: archiviata lavisuale in soggettiva a 360° e gli spostamenti tramite mouse, questa volta l’inquadratura è alle spalle del nostro personaggio (alla Tomb Raider) e i movimenti sono gestiti tramite tastiera. Quest’ultima non può essere configurata, i tasti sono predefiniti e non si possono cambiare, ma non è una cosa cosi grave: pensate che tutto viene gestito tramite pochi tasti, quelli cursore per i movimenti, il tasto enter per l’azione e il tasto I per l’inventario. Come potete vedere sono molto funzionali, in realtà ci sarebbe anche il tasto per camminare ma non lo userete mai.

La grafica (anche se è possibile raggiungere la ragguardevole risoluzione di 1600 x 1200 a 32 bit) è discreta e nulla più, a parte qualche stanza ottimamente realizzata il resto rimane nella norma e gli spostamenti nei cunicoli del tempio e nei tunnel del laboratorio sono noiosi e sempre uguali e ripetitivi: inoltre il gioco soffre della sindrome da compenetrazione di poligoni, tipica per questo tipo di giochi. In questo caso però il difetto è avvertibile più del solito.
Concluso il primo e lungo filmato (ce ne sono due in tutto il gioco, uno all’inizio e uno alla fine ma ottimamente realizzati), vi ritroverete davanti al menu di gioco: oltre alle solite opzioni di salvataggio e caricamento potrete accedere all’inventario, al briefing della missione, rivedere l’intro, i riconoscimenti o entrare nel taccuino di Laynard che altro non è se non una raccolta di indizi riguardo il tempio e i suoi enigmi, molto utile nel caso succedesse che rimaniate bloccati. Per ultimo potete accedere alla pagina delle preferenze per settare la luminosità dello schermo, il sonoro (parlato, effetti ambientali e musica) e la sensibilità del mouse: infatti, in Cypher si potrebbe utilizzare anche il mouse per guardare in alto, in basso o intorno, solo che alla fine di tutto il gioco non mi è mai capitato di doverlo usare.
Il sonoro si divide tra effetti ambientali alquanto scarsi e musichette di poco conto e ripetitive: il parlato è l’unica cosa che si salva, peccato che lo sentiremo solo nei filmati o di tanto in tanto nel gioco quando il nostro personaggio si lascerà andare a qualche esclamazione, ben poca cosa.

Gli enigmi sono sicuramente la cosa più positiva. Per i primi tre quarti del gioco mentre girerete nel tempio e nelle sale avrete a che fare con enigmi rigorosamente in stile myst, all’inizio semplici e banali per poi salire di difficoltà con l’avanzare del gioco: ho trovato alcuni di questi molto originali e fantasiosi e comunque tutti risolvibili usando la logica, un ottima sfida. Di contro, nel laboratorio (nell’ultimo quarto di gioco), avrete a che fare con enigmi basati sull’utilizzo della vostra attrezzatura da agente segreto: non sarebbe nemmeno male come idea, solo che purtroppo è possibile anche arrivare ad un “punto morto” senza saperlo. Un esempio pratico lo si ha nel momento in cui si arriva nella stanza di controllo dell’aria: in questo caso avrete cinque pannelli dove potrete inserire una bombola di gas. Il problema è che se sbagliate pannello non potrete più recuperare la bombola e quindi resterete a girare cercando di capire cosa bisogna fare e questo capita anche con le piccole bombe di gas: quando finiscono non ne avrete più e se dovete spostarvi in una stanza piena di guardie sarà impossibile. C’è da dire anche che l’utilizzo dell’i-moc a scansione della retina non è per nulla intuitivo.

La cosa più negativa di Cypher è la possibilità di morire: non di rado può capitare di cadere in una trappola, scivolare dall’alto o morire per mano delle guardie (non ci sono combattimenti, solo enigmi). Ogni volta sarete costretti a tornare nel menu per ricaricare una partita precedentemente salvata con conseguente perdita di tempo, il mio consiglio comunque è quello di salvare spesso.
Ammetto di avere sentito molte critiche rivolte a Cypher, ma tirando le somme non mi sento di essere cosi negativo nei confronti di un titolo che comunque è vero, ha più bassi che alti, ma ha il pregio di offrire una buona sfida per quanto riguarda gli enigmi, vera anima del gioco.