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Recensione

The Hardy Boys - The Hidden Theft

di Matteo Inzaghi  

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In breve

Prima trasposizione videoludica in formato punta e clicca dei romanzi di grande successo sulle avventure investigative degli Hardy Boys, i fratelli Frank e Joe Hardy aspiranti detective.

 

Recensione Completa del 21 Gennaio 2009
Chi sono gli Hardy Boys? Una nuova boy band? Un famoso tag team di wrestling? Due attori di film “hardy†per adulti? (Ok, questa era orrenda, lo ammetto…)
Se non sapete rispondere a questa domanda, probabilmente quando eravate piccini non vi siete mai appassionati ad una delle collane di romanzi gialli dedicate ai ragazzi più famose e longeve della storia. Joe e Frank Hardy, infatti, sono i protagonisti di una lunghissima saga che ha visto alternarsi alla penna una folta schiera di autori ed è stata tradotta e pubblicata praticamente in tutto il globo. La serie prosegue senza sosta dal lontano 1927 e negli USA gode tuttora di un notevole successo. Videoludicamente parlando, i nostri, fino ad oggi, hanno partecipato solamente come comprimari e come “voci al telefono†in diverse avventure di un’altra giovane e famosa detective, Nancy Drew. Dopo qualche anno di gavetta, finalmente i due fratellini hanno la possibilità, con The Hidden Theft, di avere un gioco tutto dedicato a loro.

Gli Hardy sono due ragazzini buoni - si vede dalle loro facce - che fanno sempre i compiti, non si mettono le dita nel naso e la mattina bevono l’Orzobimbo. Quando l’agente Piedmont arriva a casa loro e li accusa di non aver rispettato il codice della strada in sella alle proprie motociclette, si capisce subito che qualcosa non quadra. In realtà il poliziotto è un membro dell’associazione segreta ATAC (American Teens Against Crime) di cui anche i due fratelli fanno parte ed è lì per consegnare loro un DVD contenente le istruzioni di una nuova missione: un furto di ben duecento milioni di dollari è avvenuto a villa Spencer ed i ragazzi hanno il compito di indagare. Il primo ostacolo da superare, sarà eludere la sorveglianza della mamma, visto che quest’ultima ha messo in punizione i nostri eroi credendo alla storia delle moto. Grazie ad un po’ d’ingegno ed all’aiuto del pappagallino Playback e del papà poliziotto (una delle poche persone che conosce il segreto di Joe e Frank), i nostri riusciranno a raggiungere la magione degli Spencer ed iniziare le indagini vere e proprie. La storia è tratta da uno dei romanzi della serie e ben presto quello che era un “semplice†furto diverrà un mistero ben più fitto da svelare per i nostri amici.

L’avventura viene introdotta da una bella sequenza a fumetti che mi ha piacevolmente sorpreso. A quanto pare gli Hardy sono un team affiatato ed avvezzo all’improvvisazione ed all’azione. Una volta cominciata l’interazione vera e propria, lo stile dei personaggi e delle ambientazioni cambia e diventa decisamente più realistico ed adatto a quello che, è giusto ricordare, è comunque un gioco investigativo.

L’interfaccia è quella classica in stile Syberia: ci si muove per lo scenario cliccando col tasto sinistro del mouse ed il cursore si tramuta automaticamente in un occhietto quando scorre su oggetti che vanno esaminati o visti più da vicino, in una manina sugli oggetti da raccogliere ed in un ingranaggio su tutto ciò che va combinato con qualcosa nel nostro inventario. Quest’ultimo è richiamabile cliccando il tasto destro del mouse. È possibile inoltre combinare più oggetti l’uno con l’altro oppure dividere o smontare qualcosa in nostro possesso facendo doppio clic su di esso. Quest’ultima operazione non è sempre intuitiva in quanto a volte è possibile scombinare qualche oggetto assolutamente impensabile. Un’altra scelta degli sviluppatori che ho poco gradito è quella di non far scomparire automaticamente l’inventario quando si porta al di fuori di esso un elemento. È un’operazione a cui qualsiasi avventuriero è abituato. In The Hidden Theft, invece, una volta portato fuori l’oggetto bisogna richiudere l’inventario premendo di nuovo il tasto destro del mouse, azione abbastanza innaturale e scomoda di cui frequentemente ci si dimentica e che spinge all’errore e a “pasticciare†coi tasti spesso e volentieri. Nell’angolo superiore destro dello schermo, è presente un menù a scomparsa da cui è possibile attivare le opzioni di salvataggio/caricamento e consultare il cellulare. Come tutti i ragazzini moderni, anche gli Hardy ne hanno uno e sarà loro molto utile durante il corso dell’avventura. Tramite esso, potremo infatti chiedere aiuto ai nostri amici (nella rubrica è presente anche la mitica Nancy Drew, stavolta tocca a lei il ruolo di “consiglieraâ€) e consultare delle note relative ad ogni capitolo di gioco che ci permettono di capire come proseguire in caso di smarrimento. Niente aiuti palesi o soluzioni spiattellate, semplicemente piccole dritte che aiutano a seguire meglio la storia. Sempre dal menù, è anche possibile decidere di “separare†i fratelli e prendere il controllo di uno solo di loro. Le situazioni in cui ciò sarà necessario sono molteplici ed è molto carina l’idea di distinguere le abilità e le attitudini dei due per scegliere il fratellino giusto al momento giusto. Ad inizio gioco per esempio, solo Joe sarà in grado di arrampicarsi sull’albero… Una piccola trovata, che però elimina il classico cliché delle avventure con più personaggi in cui per eseguire un’azione uno vale l’altro. Da segnalare inoltre, la comoda mappa attivabile premendo il tasto M sulla tastiera, che ci permette di spostarci da una locazione all’altra in tutta comodità senza dover ripercorrere una marea di scenari a piedi.

Il versante visivo è la nota maggiormente dolente del gioco: una sola risoluzione disponibile (1024x768), ormai molto bassa per gli standard odierni, e scenari pressoché immobili e privi di qualsiasi animazione sono i primi elementi che balzano all’occhio. La grafica è in due dimensioni e mezzo con personaggi tridimensionali e fondali statici. Come detto qualche riga fa, gli scenari sono IMMOBILI e danno l’idea che tutto sia artefatto. Le scelte cromatiche e la povertà delle texture poi, aumentano questa sensazione. L’ambientazione sembra una casa delle bambole, i paesaggi e gli edifici non sono minimamente simili alla realtà: PLASTICOSO è il termine che maggiormente rende l’idea di ciò a cui andrete incontro. Se a tutto ciò aggiungiamo anche che tutto risulta spoglio e desolato e che le animazioni di protagonisti e comprimari sembrano quelle di un gioco di dieci anni fa, direi che la frittata è bella e pronta. I personaggi camminano come tanti robottini, durante i dialoghi muovono a malapena le labbra senza sbattere nemmeno gli occhi ed anche gli elementi più futili, come per esempio il vestiario, danno l’idea di non essere stati minimamente curati: gli Hardy Boys probabilmente sono i ragazzini peggio vestiti degli Stati Uniti. Anche se osservando le foto allegate non sembra tutto così deprimente come descritto, credetemi quando affermo che vedere il gioco in movimento è tutt’altra cosa, purtroppo. Devo inoltre ancora capire come mai le schermate di caricamento siano così lunghe e tediose anche su PC di almeno tre spanne sopra i requisiti minimi richiesti…

Le musiche di sottofondo sono abbastanza monotone e ripetitive ed alcune, come per esempio il motivetto della Bayport High School, sono a dir poco snervanti. Tra l’altro, appena parte un dialogo qualsiasi, il tema di sottofondo svanisce senza alcuna ragione. Anche gli effetti sonori sono di bassa qualità e poco realistici: il rumore dei passi dei personaggi negli ambienti chiusi è “riciclato†pari pari da Zak McKracken! Potevo accettare quel rumorino nel 1988, ma nel 2009 proprio no, mi dispiace…
Fortunatamente, a risollevare le sorti del comparto sonoro, ci pensa un buon doppiaggio. Il gioco è completamente in lingua inglese e le voci dei protagonisti sono state affidate a due idoli dei teenager: il cantante Jesse McCartney e l’attore Cody Linley, interprete della serie Hannah Montana. La recitazione dei protagonisti è gradevole ed anche gli altri personaggi hanno dei buoni doppiatori.

È un vero peccato che dal punto di vista tecnico il gioco sia così disastroso, anche perché la storia, con qualche colpo di scena imprevisto, risulta abbastanza avvincente ed avrebbe meritato di meglio. Anche gli enigmi sono ben studiati e per nulla frustranti o astrusi (riuscendo però a non scadere nel banale) e salvano l’avventura dall’abisso in cui sarebbe sprofondata. Altro punto a favore, l’interessantissimo prezzo di lancio di soli 9,90 euro.
Se riuscite a soprassedere ai palesi difetti tecnici ed amate l’investigazione, The Hidden Theft potrebbe fare al caso vostro, altrimenti evitatelo come la peste.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: XPEC Entertainment
Publisher: The Adventure Company
Data Rilascio: Q4 2008
Piattaforma: WII, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura investigativa
Grafica: 3D
Visuale: Terza Persona
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
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