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Recensione

Life is Strange - Episodio 5: Polarized

di Andrea Dresseno  

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In breve

L’avventura di Max e Chloe giunge al termine. Il mistero di Arcadia Bay è ormai risolto, ma sullo sfondo una terribile catastrofe incombe sulla cittadina. Con Polarized – ultimo episodio della stagione – gli sviluppatori tirano le somme, affidando al giocatore un’ultima, importante, scelta. Life Is Strange si conferma un’opera complessa, sfaccettata, a tratti imperfetta: come la vita.

 

Recensione Completa del 26 Ottobre 2015
Life Is Strange si era già concluso con il quarto episodio. Il mistero di Arcadia Bay era stato risolto; ogni personaggio, in un certo senso, aveva trovato la propria collocazione nel mondo. Prendete Max: una ragazza che torna al paese d’origine e scopre di avere un potere speciale, l’abilità di riavvolgere il tempo. Max comprende che può fare grandi cose, che la realtà è solo un punto di vista, un oggetto malleabile. Non è così: la realtà ha un suo ordine, un suo equilibrio, noi non siamo che pedine governate dal fato. Ma il piacere, forse, sta proprio nelle sfumature, nei dettagli, in attesa dell’inevitabile. Questo suggerisce Life Is Strange, a Max e al giocatore. Max ne esce trasformata, più consapevole.

Prendete Chloe: una ragazza che ha sofferto, probabilmente ha rimosso. Che per reagire si è chiusa nel tipico mondo ribelle che allontana tutto e tutti. Il ritorno di Max riapre una ferita aperta e Chloe riscopre un sentimento che forse aveva accantonato, perché può far male: l’amore. In tutte le sue declinazioni. Il passato l’ha messa a dura prova, ma è tempo di uscire da quel guscio, fosse anche per un giorno, l’ultimo che il fato le ha concesso.

Polarized, il quinto episodio, non aggiunge nulla. Life Is Strange si era già concluso. Polarized si limita a tirare le fila, a dare una conclusione ufficiale a una storia già giunta all’epilogo, che già aveva raccontato quel che voleva raccontare. Il mistero di Arcadia Bay era solo un pretesto, questo ormai è chiaro: Life Is Strange vuole parlare d’altro, vuole parlare della vita, appunto. Dei piccoli e dei grandi drammi, di temi leggeri e di temi importanti.

Bisogna riconoscere agli sviluppatori di aver saputo trattare gli eventi rappresentati con una sensibilità fuori dal comune, per l’ambito videoludico. Mentre giochi a Polarized e ripensi all’intera serie può balenarti in testa una domanda: questa storia si sarebbe potuta raccontare attraverso un altro medium? La risposta è sì. Questa storia si sarebbe potuta raccontare, in questo modo, attraverso un altro medium? Quasi certamente no. La forza di Life Is Strange sta proprio nelle modalità con cui il medium videoludico è stato sfruttato, negli stratagemmi con cui il giocatore è stato costantemente coinvolto nelle scelte messe in scena dal gioco. Alcune particolarmente difficili e per nulla banali. Il videogioco è un luogo sicuro in cui sperimentare quel che si sente, quel che si prova, senza temere alcuna conseguenza reale. Le conseguenze, in Life Is Strange, si giocano tutte dentro lo schermo, ma ciò non significa che non possano fare male anche al di fuori.

Polarized va dove ci si aspetta, non sorprende neanche per un secondo. Per una serie che ha insegnato al giocatore che la vita non è fatta solo di bianchi e neri, ma anche di gradazioni, di imprevisti, la scelta finale di Polarized appare forse sin troppo scontata, oltre che assolutamente prevedibile. Eppure va bene così, Life Is Strange si era già concluso, dentro lo schermo, e quel finale serve solo al giocatore per salutare Arcadia Bay; agli sviluppatori per dimostrare la propria tesi. La realtà ha un suo ordine, un suo equilibrio, noi non siamo che pedine governate dal fato, si diceva in apertura. Perché? Perché l’individuo non può cambiare la realtà? Perché l’individuo deve adattarsi a un disegno già scritto? Se il futuro è scritto, significa forse che ogni azione è già stata o sarà compiuta? Che senso avrebbe vivere, allora? Il determinismo è la morte dell’individuo: possiamo accettarlo o dobbiamo ribellarci? Nel diverso peso dato ai due finali sembra emergere la posizione degli sviluppatori.

Per un istante, si ha quasi l’impressione di percepire un fastidioso giudizio morale, ma è il tipico problema di quando si vuole tirare le fila. Si deve restringere il campo, arrivare a uno scioglimento, condensare un viaggio. Life Is Strange poteva salutarci – come ha sempre fatto in ogni momento degli episodi precedenti – con centinaia di sfumature, tante quante sono le emozioni, le vicende, le bizzarrie della vita. Invece ha scelto un bianco e nero.

Non è un problema, è il bello delle cose. La loro imprevedibilità, un riflesso della loro complessità. E nulla toglie al valore dell’opera dei francesi di Dontnod Entertainment. Ci mancherà Arcadia Bay; ci mancheranno Max e Chloe; ci mancheranno gli studenti della Blackwell Academy, ognuno con le proprie debolezze e fragilità. È raro che un mondo virtuale prenda così tanta vita, che la nostalgia si faccia sentire già a partire dai titoli di coda. È raro, ma quando accade significa che gli sviluppatori hanno fatto centro.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: DONTNOD Entertainment
Data Rilascio: 20/10/2015
Piattaforma: PC, PS3, PS4, XBOX360, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Thriller
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
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