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Recensione

Last Window: Il Segreto di Cape West (Nintendo DS)

di Fabio Rella  

il nostro voto
75
il vostro voto (2 votanti)
95
In breve

Sequel dell'acclamato Hotel Dusk: Room 215 di Cing, ambientato nella Los Angeles degli anni '80 dove impersoneremo nuovamente l'ex poliziotto in pensione Kyle Hyde.

 

Recensione Completa del 08 Novembre 2010
Avete mai provato a fare due chiacchiere con un venditore di avventure grafiche? Sono tipi infidi, si nascondono dietro lunghi mantelli e hanno un cervello maledettamente raffinato. Nelle fiere di settore, sono riconoscibili da due o tre cosette, ma per non comprometterci completamente, ci sbottoneremo solo un pochino. Magari, intenti nel diabolico compito di vendere un titolo per Nintendo Ds, potrebbero esclamare con la loro tipica saccenza: “Last Window? É proprio un buon gioco. No, non si spara a mostri. É un’avventura grafica. Ma davvero non conosci le avventure grafiche? Provo a spiegarti cosa sono. É un po’ come leggere un libro…”. Ecco, appena sentite la parola “libro” cominciate ad aver paura. Quando, poi, il vostro sguardo si poserà sui canini aguzzi e sugli occhi iniettati di sangue, trasformate quella paura in energia. Fuggite, fuggite lontano!

Niente da fare, siete stati plagiati. La vostra anima ora è schiava di quell’essere orribile, e dovete stare ad ascoltarlo. Comincerà parlandovi degli illustri predecessori del titolo. Last Window: Il Segreto di Cape West, è infatti il degno erede di due avventure grafiche per Nintendo DS di buon successo sviluppate da Cing come Another Code - Two Memories e Hotel Dusk: Room 215. In particolare, la nostra storia narra le vicende di Kyle Hide, già protagonista di Hotel Dusk, e, ancora una volta, alle prese con un bel po’ di misteri da risolvere. Un anno dopo le vicende di Hotel Dusk, il nostro si ritroverà invischiato ancora una volta in una storiaccia. Ed, capo di Kyle e responsabile di un’agenzia di vendita porta a porta che in realtà si occupa, in segreto, del ritrovamento di oggetti smarriti, stanco dell’apatia cronica che sembra guidare il trasandato protagonista, lo licenzierà su due piedi. Problema non da poco, se sommato al fatto che: avete da pagare un bel po’ di bollette arretrate, la mammina vi comunicherà che un tipo misterioso chiede insistentemente notizie sulle vostre attività, avete ricevuto l’incarico di ritrovare un misterioso oggetto e, giusto perché non vi fate mancare mai nulla, la padrona di casa ha deciso di sfrattare tutti gli inquilini del condominio in cui vivete e perciò vi ritrovate sul groppone anche l’enorme scocciatura di mettere le vostre cose in valigia. Dura la vita dello stereotipo del detective. Toccherà mettersi a risolvere tutti questi inghippi, una volta per tutte. Non preoccupatevi: pur essendo il seguito di Hotel Dusk, Last Window offrirà pochi rimandi al gioco precedente (spiegati sempre da un riflessione del protagonista che chiarirà gli aspetti del passato oscuri al giocatore che non ha affrontato l’avventura in questione); in compenso, quasi tutto l’impianto tecnico, la filosofia di gioco, le modalità di evoluzione della storia sono ripresi dal capitolo precedente.

Ancora una volta dovrete capovolgere il vostro Nintendo Ds e tenerlo in mano come un libro (accidenti! Forse il tipaccio non vi stava imbrogliando!) Ora, da una parte avrete la mappa dell’ambiente in cui vi ritrovate, dall’altra la riproduzione (tridimensionale e discretamente realizzata) dello stesso dalla visuale del protagonista. Non faticherete molto a comprendere come muovervi senza difficoltà nel piccolo mondo di Last Window: l’esplorazione, che è una delle grandi protagoniste del gioco, sarà semplice ed intuitiva (vi muoverete esclusivamente attraverso i piani e gli appartamenti dello stabile attraverso l’uso del pennino sulla mappa bidimensionale, molto chiara e dettagliata), e anche quando dovrete visualizzare oggetti più da vicino (segreteria telefonica, sveglia, cassetta della posta tanto per citarne qualcuno) a seconda dell’azione che vorrete portare a termine (esaminare, raccogliere, usare), vi basterà interagire con il pennino sull’icona che la contraddistingue: la classica lente d’ingrandimento, la borsa dell’inventario, l’agenda, dove avrete anche la possibilità di appuntare a vostro piacimento note o indizi per la risoluzione di qualsiasi enigma. Nessun pericolo di pixel hunting: quando vi avvicinerete ad un oggetto da esaminare, leggere o raccogliere, l’icona da cliccare comincerà a lampeggiare, dopodiché apparirà una nuova icona con l’azione da compiere: veloce, semplice, intuitivo e per nulla frustrante. Esempio? State girando con un sonoro mal di testa per la vostra stanza, date un occhio al telefono e, per caso, comincia a suonare. Un’icona del telefono apparirà in basso, accanto a quelle canoniche e potrete tranquillamente rispondere agli scocciatori. Se l’interazione con l’ambiente circostante (favorita anche da un sistema d’inquadrature facilmente regolabile ancora una volta tramite l’uso del pennino sullo schermo che vi permetterà di ruotare in maniera “guidata” la zona sotto i vostri occhi nel caso vi mettiate ad esaminare un angolo particolarmente interessante) è la prima grande amica in Last Window, la seconda saranno i dialoghi e l’interazione con i personaggi.

Dovrete parlare tanto, tantissimo. E dovrete andare alla ricerca di molta gente, chiedendo per bene cosa pensano di questo o quell’altro comportamento del vicino. E se, da una parte, il discorso può risultare anche interessante perché i personaggi sono davvero ben caratterizzati e i dialoghi ben scritti, alla lunga tanto parlare può diventare quantomeno logorante (anche perché non saranno sorretti da un doppiaggio, per cui dovrete leggere sempre tutto per proseguire nella discussione). Intendiamoci, ci manteniamo sempre su livelli di buona qualità, ma, soprattutto se siete amanti dell’agire, dello scervellarsi su possibili combinazioni di oggetti, risoluzione di puzzle o enigmi di varia natura, correte il rischio di rimanere delusi: tutti gli enigmi da risolvere sono abbastanza semplici e non correrete mai il rischio di bloccarvi nel bel mezzo della storia.
La vera regina di Last Window, proprio come in Hotel Dusk, è dunque la storia. Raccontata per filo e per segno, riassunta a fine di ogni capitolo con una serie di domande cui dovrete rispondere per passare allo step successivo, fino alla possibilità di leggere le pagine del romanzo di Last Window, consultabile in ogni momento dell’avventura tra le voci del menu cliccando su un comodo segnalibro. La voglia di puntare tutto sul plot, però è come la classica pozzanghera coperta da un foulard colorato: c’è chi si accontenterà di passare dall’altra parte della strada rimanendo colpito dai colori della stoffa su cui ha poggiato i piedini, chi invece non può non notare di essersi, comunque, inzaccherato le scarpe. A volte la sensazione è che siano aggiunti passaggi per il semplice gusto di allungare il cammino verso la conclusione, e, senza un enigma degno di tale nome, non abbiamo nemmeno la possibilità di sfogare la nostra fame di verità su un rompicapo dannatamente complicato. Non potremo, però, non apprezzare gli splendidi disegni dei personaggi: bidimensionali e in bianco e nero, con ombre tracciate in maniera sapiente per comunicare l’idea di un fumetto in movimento, sono la vera chicca del titolo e contribuiscono alla comunicazione di quell’atmosfera noir e fumosa, suggerita anche dai temi jazz dei sottofondi musicali, forse un po’ ripetitivi, ma piacevoli: la chicca, poi, è il juke box da cui potrete far partire i temi musicali del gioco che più vi piacciono mentre leggete le gesta dello stropicciato Hide.

A ben vedere, Last Window: Il Segreto di Cape West è davvero l’esempio più azzeccato per comunicare l’idea di quanti punti ci siano in comune tra una buona avventura grafica e un buon libro. Non solo dal punto di vista “materiale”, ma anche grazie alla conferma di Cing di puntare tutto sulla narrazione, sulle parole, sulla lettura. Scelte. Scelte che garantiscono al titolo un buon voto, ma non la possibilità di spiccare il volo e conquistarci definitivamente. Imperdibile per gli amanti di Hotel Dusk, e ultima occasione di vedere nell’immediato Kyle Hide all’opera, visto il fallimento della casa produttrice, non ha stregato il sottoscritto, ma rimane una valida proposta per la console portatile di casa Nintendo.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Cing Inc.
Data Rilascio: 17/09/2010
Piattaforma: NDS
Caratteristiche
Genere: Poliziesco/Thriller
Visuale: Soggettiva
Controllo: Touchscreen / Stylus
Sottotitoli: Italiano
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