Enhanced edition del terzo capitolo della saga di King's Quest, con miglioramenti grafici e aggiunta di doppiaggio, nuove quest e puzzle.
Sempre più spesso in ambito cinematografico si sente parlare di remake, reinterpretazioni di altri film magari adeguate ai gusti del pubblico di un determinato paese (è il caso di numerosi horror come
The Ring, ad esempio). Accanto a questo tipo di cinematografia, che si pone di ricostruire da zero un film utilizzando solo alcuni degli elementi dell'originale, ne scorre un'altra parallela, quella che fa del rimontaggio una vera e propria arte. È il caso di pellicole come
Blade Runner di Ridley Scott, che negli anni ha subito numerosi rimaneggiamenti fino a veicolare nello spettatore messaggi totalmente inversi a quelli della prima release. Altri film, come
Apocalypse Now Redux di Francis Ford Coppola hanno reintrodotto intere sequenze in un primo tempo omesse, che contribuiscono a destabilizzare notevolmente il ritmo della pellicola, in un risultato non sempre soddisfacente.
Tale operazione è stata recentemente estesa anche ai videogiochi: se all'epoca della PS1 avevamo una Director's Cut di
Resident Evil, ad oggi ci si concentra sul solo aspetto grafico, adeguando ai nuovi standard in alta definizione titoli della precedente generazione, lesinando purtroppo sull'introduzione di veri e propri nuovi contenuti (vedi le varie Collection in uscita per PS3, come quella dedicata a
God of War o ai titoli di Fumito Ueda). Anche la LucasArts non ha mancato l'occasione di sfruttare la moda del momento, proponendo agli avventurieri di tutto il mondo delle
Special Edition dedicate a Monkey Island (in questo mese raccolte su supporto ottico per le consolle Sony e Microsoft) che permettono, peraltro, di passare in qualsiasi momento dalla nuova alla vecchia versione.
Accanto a questi prodotti commerciali, la
AGD Interactive mette a disposizione, ormai da qualche anno, una serie di rivisitazioni, totalmente gratuite, di alcune delle più famose avventure della
Sierra. Accanto alla saga di
Quest for Glory e ai due episodi di
King's Quest, ecco arrivare
King's Quest III: To heir is human, che si propone di integrare al lavoro svolto da
Roberta Williams una nuova story-line (realizzata da Daniel Stacy, già scrittore di
Romancing the Stones) condita da nuovi enigmi e location.

In questo nuovo capitolo della saga dedicata alla famiglia dell'ormai anziano Sir Graham di Daventry, impersoneremo il giovane Gwydion che, strappato dalla propria terra natale e segregato, come schiavo, all'interno di una decadente stamberga a Llewdor, dovrà cercare di evadere dal proprio carcieriere e riunirsi così alla propria famiglia, sventando al tempo stesso la minaccia che incombe sul proprio regno e salvando la sorella Rosella dalle grinfie di un perfido drago. La trama, anche in questo caso, non è sicuramente delle più elaborate, limitandosi a proporre i classici espedienti del genere. Interessante però è l'alternarsi dei piani temporali della serie, che porta ad un'evoluzione diretta dei personaggi che, nell'arco dei vari capitoli, non rimangono mai gli stessi. Il gameplay si limita a proporre quanto visto precedentemente, inserendo però alcune novità : se da una parte, infatti, sarete liberi di esplorare liberamente (con tutto ciò che ne consegue) le terre attorno alla vostra dimora, cercando al tempo stesso un modo per fuggire, dall'altro vi troverete vincolati da una stretta dead-line entro la quale agire, evidenziata a schermo tramite un timer che, attraversando tre fasi (verde, gialla e rossa), vi segnalerà il pericolo imminente.

Uno degli elementi caratteristici della serie, per il quale vale la pena spendere qualche parola, è sicuramente la possibilità di giungere, durante le varie partite, ad una prematura dipartita. Tale espediente, purtroppo, viene reiterato in più occasioni, a volte fino allo sfinimento: mancando, in prima istanza, l'opzione per eliminare i vicoli ciechi (presente nei precedenti remake), sarà possibile morire in moltissime occasioni, magari compiendo un'azione in un primo momento tutt'altro che pericolosa. Ladri, animali, burroni... tutto sembra cospirare contro il giocatore. Qualora, infatti, si chiudesse la finestra temporale entro la quale compiere azioni utili alla nostra causa, il mago che ci tiene segregati non mancherà di farcela amaramente pagare, arrivando anche a punirci nel momento in cui ci impossessiamo di un oggetto di sua proprietà . Contro di noi, inoltre, sono anche gli oggetti inanimati, come il grimorio all'interno del laboratorio alchemico: sbagliando, infatti, a preparare l'incantesimo, la punizione consiterà nel dover ricaricare il salvataggio precedente. Ciò non sarebbe un problema, ma qualora dimenticassimo di salvare i nostri progressi ci troveremmo a dover affrontare nuovamente lunghe porzioni di gioco. Considerando, poi, che moltissimi elementi sono casuali (come i banditi), l'alta difficoltà potrebbe presto trasformarsi in frustrazione.

Anche in questo caso,
King's Quest III può essere valutato come un titolo longevo o meno. Il tempo necessario per concludere la vostra avventura, usufruendo di una
soluzione, si aggirerà attorno all'ora e mezza, ottenendo tutti i 210 punti che vengono messi a disposizione (a seconda di come si è esplorato, infatti, si riceverà una determinata medaglia atta a testimoniare le nostre imprese). D'altro canto, volendo far tutto di proprio pugno ci si troverà a dover ricaricare frequentemente i vari salvataggi, trovandosi spesso spaesati sul cosa fare e come, dato che gli indizi che vengono elargiti sono veramente pochissimi.
L'impianto grafico sfrutta pedissequamente quanto visto nel capitolo precedente, limitandosi a riproporre, con un risultato sicuramente degno di lode, la grafica "d'epoca" della serie. L'interfaccia, tuttavia, è stata parzialmente rivista da Eriq Chang, risultando abbastanza comoda da navigare.
In chiusura, il giudizio su questo terzo remake dedicato a Graham e soci non può che essere positivo, giustificando una seconda visita da parte di chi, quelle avventure, le ha giocate all'epoca, ma anche dagli avventurieri di ultima generazione, che si troveranno davanti un prodotto ed una libertà d'azione ad oggi ineguagliati nel genere. Sorpassando gli inevitabili scogli che però rendono il gioco distintivo,
King's Quest III:To heir is human è senza dubbio un'ottima "palestra" in attesa del prossimo
reboot della saga operato da Telltale.