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Recensione

The Inner World

di Vittorio De Sanctis  

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In breve

In uno spazio tondo vuoto nelle profondità della terra vive un popolo di strane creature, dal naso altrettanto singolare, chiamate Asposiani. Quasi tutto in Asposia è guidato dai venti sacri degli dei, ma recentemente questi venti sacri sono misteriosamente spariti, tranne uno, il che potrebbe rappresentare una catastrofe e la fine stessa di Asposia. Un semplice musicista di nome Robert involontariamente detiene nelle sue mani il destino del mondo intero…

 

Recensione Completa del 23 Luglio 2014
The Inner World è una piccola, piacevole sorpresa in un momento storico in cui non sempre (anzi, di rado) si ha modo di apprezzare la competenza e soprattutto la passione per il proprio lavoro e per ciò che si sta creando. E dire che l'obiettivo dovrebbe sempre essere un'opera che si spera lasci il segno in chi ne fruisca, facendo in modo che traspaiano le idee degli autori e se ne trasmettano i messaggi e le emozioni.

Il titolo dello Studio Fizbin magari non ha l'ambizione di candidarsi al rango di capolavoro, il quale richiede un respiro epico e approfondimenti di maggior levatura, ma percorre la strada giusta per emergere dal magma della mediocrità e meritarsi finalmente il plauso di chi cerca qualcosa che sia realizzato col cuore, oltre che con la professionalità cui facevo riferimento poc’anzi.

Cominciamo subito dalla trama: siamo ad Asposia, un mondo fantastico, di forma sferica, in cui la vita ed in particolare la luce dipendono dal vento, unico elemento in grado di illuminare e portare calore a quelle terre, a sua volta alimentato dalle sacre fontane; da anni, tuttavia, tali fontane si sono quasi tutte prosciugate, così che ne è rimasta solo una ancora sgorgante.

La conseguenza è che Asposia è sull'orlo del collasso ed è attualmente governata dal monaco Conroy, il quale interpone i suoi uffici per contenere gli assalti dei Basylians, divinità del vento aggressive e dallo sguardo letteralmente pietrificante; solo Conroy ha la capacità di placarne l’ira, riuscendo di fatto a mantenere l'ordine.

Insieme a Conroy vive un ragazzo, Robert, adottato pressoché dalla nascita e che ha sempre vissuto nella protezione del palazzo da cui Conroy stesso governa Asposia, non avendo mai avuto occasione di esplorare il mondo esterno e di fare le sue esperienze. Rispetto agli altri Asposiani, il giovane si distingue per avere il naso a forma di flauto, con i relativi forellini per suonarlo, anziché semplicemente a strisce.

Accade un giorno che, mentre questi lucida un pendaglio di valore appartenente a Conroy, dalla finestra entri un piccione (che Robert decide di chiamare Peck) e che il volatile per gioco si impossessi del pendaglio, volando via per il condotto di scarico. Robert, consapevole della punizione cui andrebbe incontro se il pendaglio non venisse ritrovato, si getta alla ricerca di Peck e del monile, catapultandosi d'improvviso in un mondo che fino ad allora ignorava; si imbarcherà così in un viaggio nel corso del quale conoscerà tante persone, imparerà tante cose e scoprirà anche la sue origini.

Confesso che i primi minuti di gioco mi sono sembrati un po' pesanti e a tratti noiosi, forse non essendo ancora entrato in sintonia con l'ambientazione, ma dopo il primo capitolo ho recuperato alla grande. Il mondo di Asposia è un mondo a sé, con le sue peculiarità, a partire dall'idea che luce e vento siano strettamente correlati, ma non soltanto; ad esempio scopriremo che la musica ha un ruolo di primo piano nell'economia del gioco. Questo lascia intuire la presenza di una dolce vena poetica che avvolge il titolo, che - sono sicuro - non mancherà di affascinarvi, anche con la complicità ancora una volta proprio dell'arte delle note.

L'accompagnamento musicale è infatti di ottima qualità, assolutamente adatto alle atmosfere immaginarie ricreate e pertinente alle singole locazioni e circostanze di gioco, sempre gradevole e mai fuori luogo, mai invadente. Continuo a sostenere che la qualità di un prodotto di intrattenimento audiovisivo trovi il suo naturale giaciglio nel letto di note che lo accompagna e The Inner World non fa eccezione; anzi, il comparto audio mantiene la stessa qualità anche per quanto riguarda le voci (mi riferisco a quelle inglesi): sicuramente azzeccato il timbro di Robert, da ragazzino un po' ingenuo e insicuro, così come quello di Laura, l'Asposiana che incontrerà praticamente subito e l'accompagnerà lungo l'avventura, o quello del custode Steve. Insomma, in generale quest'aspetto è senz'altro curato, aggiungendo che il doppiaggio è in lingua inglese e tedesca, così come i sottotitoli, tra i quali purtroppo non figura l'italiano.
Meno presenti sono invece gli effetti sonori ambientali, ma non ci si bada più di tanto, probabilmente anche per via dell'impostazione più 'intimista', rivolta a consentire maggiormente la concentrazione sul protagonista e la sua storia.

Dal punto di vista grafico il titolo si difende bene, con un tratto cartoonoso più curato in relazione ai fondali e un po' meno riguardo ai personaggi o agli oggetti in inventario, il cui tratto è più abbozzato e dalla colorazione più netta e meno sfumata: spesso si ha l’idea di uno schizzo a matita, peraltro non perfettamente amalgamato con lo scenario proprio per questa differenza di stile. Tuttavia, la scelta di stilizzare i characters rispetto al resto ha il suo perché, rendendoli di fatto più “fumettosi†e per questo pronti ad ispirare una più spiccata simpatia. Accettabili le animazioni, dotate di un'onesta fluidità e presenti nella giusta quantità, senza meriti particolari. Fortunatamente Robert si muove abbastanza rapidamente e la mancanza del doppio click sulle uscite dalle locazioni non si fa sentire più di tanto.

Comparto enigmi: qui siamo decisamente sul classico. Quasi sempre avremo a che fare con enigmi da inventario, nel quale in genere difficilmente riusciremo a raggiungere la decina di oggetti, comunque combinabili tra loro o con lo scenario. Tuttavia, non mancano enigmi deduttivi e soprattutto musicali, visto che più di una volta dovremo impugnare il nostro flauto-naso ed accennare a motivetti musicali che ci consentiranno di risolvere talune quest e nel contempo ci ricorderanno la trama portante di The Inner World. Quando si dice che il game design non è un optional!

Nel complesso il livello di difficoltà è medio-basso, ma non mancherà qualche momento di stasi perché non risulta chiaro il da farsi (e quando lo si scopre - presto, perché locazioni ed oggetti non saranno mai tanti - si dubiterà un attimo dell'immediatezza della soluzione). Comunque, in nostro soccorso verrà un sistema di hint progressivi che potremo attivare cliccando sull'icona a forma di '?' sulla sinistra della parte alta dello schermo; inoltre, in ogni momento nel gioco, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse saranno rivelati tutti gli hotspot della locazione.

Proprio riguardo a questi ultimi, sembra che il relativo sistema non sia del tutto ben implementato, in quanto spesso mi è capitato di trascinare un oggetto dall'inventario sullo scenario, ma mi sia 'sparito' prima di giungere a destinazione. Inoltre, devo evidenziare che qualche volta mi è capitato anche che gli stessi hotspot dello scenario sparissero, pur restando ancora interattivi (cliccandoci sopra col mouse si attivano); comunque, in sostanza, niente di grave.

I salvataggi sono automatici ma anche personalizzati, tuttavia ne avremo uno solo per ogni partita; avremo infine anche una simpatica sezione in cui potremo cimentarci nell'esecuzione dei brani del gioco col flauto, con un sistema di teaching tipico di titoli come Guitar Hero. Allertate i vostri riflessi!

In conclusione, The Inner World è un titolo dalla durata media (circa 12 ore), indubbiamente piacevole, anche grazie al diffuso umorismo di cui è cosparso, e che mi sento di consigliare senza riserve; il giocatore infatti non avverte mai la sensazione di essere sperduto ed in balia di se stesso, ma è sempre in compagnia dei personaggi e della storia che si dipana man mano che procede, con dialoghi ed intermezzi che rivelano il passato di Robert e di Asposia e che tengono ben vivo l'interesse verso il prosieguo dell'avventura.

Aggiungiamoci quel pizzico di poesia cui si accennava all'inizio e un buon comparto grafico, cui si affianca un ottimo profilo sonoro e un game design degno di questo nome - e che farà la gioia soprattutto dei classicisti - e la somma di tutto questo non potrà che essere l'acquisto di The Inner World, che saprà ripagarvi conducendovi nel suo piccolo ma delizioso mondo.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Studio Fizbin
Publisher: Headup Games
Data Rilascio: Q3 2013
Piattaforma: Android, iPad, iPhone, Linux, MAC, Nintendo Switch, PC, PS4, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Joypad
Doppiaggio: Inglese e tedesco
Sottotitoli: Inglese/Tedesco
Ricerche
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