Capitolo conclusivo della saga di Dark Fall firmata Jonathan Boakes. Tornerai di nuovo alla stazione dei treni e all'hotel di Dowerton per risolvere un altro mistero, a faccia a faccia con nuovi orrori. Gli edifici sono ancora più in rovina dalla tua ultima avventura e dovrai stare sempre in guarda perché qualcosa di molto pericoloso e sconosciuto si cela nell'oscurità  .
Questa recensione, basata sulla versione inglese del gioco, è stata gentilmente fornita dai nostri amici di Adventure Gamers ed è priva di voto.
Il primo Dark Fall fu una delle più belle sorprese del 2002. Un gioco a basso budget, prodotto praticamente da una sola persona al suo esordio da sviluppatore, e poi pubblicato a livello internazionale in un secondo momento dopo aver visto il successo raccolto a livello indipendente. Raccontava la storia di un anonimo protagonista e della sua esplorazione delle rovine abbandonate e spettrali di una stazione ferroviaria infestata (risalente all'epoca della seconda guerra mondiale) a Dowerton, Inghilterra. Il design era rozzo in certi punti e la grafica nasceva già vecchia di qualche anno, ma la passione di Jonathan Boakes per il mondo che stava creando veniva fuori in ogni aspetto. Gli enigmi intelligenti e la trama intrigante facevano la loro parte, ma ciò che davvero catturò i giocatori fu l'inquietante atmosfera che trasmetteva superbamente la sensazione di trovarsi lì. E il gioco faceva
davvero paura, un'autentica dimostrazione del potere di una visione squisitamente artistica rispetto alla mera grafica d'effetto.
Dark Fall 2: Il segreto del faro arrivò poco dopo, abbandonando la stazione per un racconto intriso di fantascienza su un faro infestato, in un gioco a cui mancava parte della magia dell'originale. Ma ora Boakes è tornato a Dowerton per completare la saga con Dark Fall: Lost Souls. La storia può essere apprezzata anche da chi non ha giocato agli altri titoli della serie, con cui ha in comune solo l'ambientazione e qualche riferimento che farà sorridere i fan più devoti. Ma i novelli avventurieri non avranno problemi a catapultarsi nei panni di un ispettore di polizia in disgrazia, alla ricerca di una bambina di nome Amy, scomparsa ormai cinque anni prima. Come ben presto scoprirete, l'Ispettore (è l'unico nome con cui lo conosceremo) era stato accusato di aver manipolato le prove per "giustificare" la colpevolezza del suo maggiore sospettato e licenziato a causa di quest'episodio. Ancora alla ricerca di un modo per pulire la sua coscienza e la sua reputazione, l'Ispettore torna a cercare Amy nei pressi del luogo in cui era scomparsa e questo lo porta ovviamente alla Stazione di Dowerton.

La decisione di tornare all'ambientazione originale poteva rappresentare un'autorete; parte del successo del primo gioco era dovuto alla possibilità di esplorare la stazione e svelare i suoi misteri, e sembrava difficile che tornando indietro nelle stesse locazioni si potesse avvertire lo stesso senso di novità e fascino. Va dato merito alla fantasia di Boakes e alle sue abilità di designer, perché non è questo il caso: la vecchia stazione è ancora nuova e indomita. L'architettura dovrebbe essere familiare ai giocatori del primo episodio, ma è chiaro che devono esserne accadute di cose nel periodo tra i due giochi. Le erbacce hanno sovrastato quelle che prima erano strade libere e intere stanze sono crollate, e ora giacciono in rovina. E c'è evidentemente qualcosa che non va: la Stazione di Dowerton, una volta spettrale, ora è totalmente inquietante. Il primo Dark Fall aveva degli effetti sonori da infarto e degli sconcertanti graffiti sulle pareti, ma Lost Souls ha stanze piene di manichini in posizione fetale appena oltre la portata della vostra torcia, corridoi decorati con siringhe e forbici che escono delle pareti, e fantasmi che infestano le stanze, comparendo e scomparendo all'improvviso.
Tutto questo rende il gioco molto più surreale e viscerale, e probabilmente vi farà saltare dalla sedia durante dei momenti chiave, per la sua onnipresente tensione. Se questo è ciò che vi piace, allora ve lo godrete. Ogni volta che starete per entrare in una delle camere dell'albergo per la prima volta, tratterrete il respiro prima di cliccare. Quali terrificanti scenari la vostra torcia illuminerà in questa stanza? O peggio, sarete attaccati dalla misteriosa entità conosciuta come Dark Fall? I corridoi portano con loro una malignità inquieta questa volta, perché mentre nel primo gioco l'orrore era concentrato nel passato, ora è qui, e vi sta cercando. Boakes è un maestro a manipolare i giocatori e a spaventarli a morte. Anche se i momenti di pericolo sono poco frequenti, il gioco si assicura che non siate mai certi di quando siate al sicuro e di quando non lo siate. Il risultato è che Lost Souls è nettamente l'avventura punta e clicca più spaventosa che io abbia mai giocato.

Anche il fatto che la qualità della produzione sia anni luce avanti rispetto a quella dell'originale non guasta. Con un engine moderno che usa degli ambienti panoramici esplorabili a 360 gradi e una qualità degli scenari altamente migliorata, la stazione ferroviaria è rappresentata in modo davvero vivido. La grafica, sebbene ancora formata da immagini statiche, è ad alta risoluzione e molto più dettagliata. Le textures sono ricche e mostrano lo stato d'abbandono del posto, con pavimenti pieni di spazzatura, mura decrepite e ammuffite. Gli effetti atmosferici aggiungono un senso di profondità , come la polvere che si muove nell'aria e risplende alla luce della luna. È tutto molto bello - in modo tetro e sinistro - e molto appropriato.
Il sound design della serie è sempre stato eccellente, e qui Boakes ci offre il meglio del meglio. Gli effetti ambientali, dalle porte cigolanti ai sussurri dei fantasmi, fino a un'orchestra che suona le sue melodie attraverso le onde radio, sono tutti di alta qualità e aiutano a tenere alta la tensione, spaventandovi anche quando non sta succedendo nulla sullo schermo. Molto bello è anche il riutilizzo di alcuni dei più memorabili effetti sonori del primo gioco, come il basso e dissonante assolo di violino che suggerisce la presenza del Dark Fall, e aiutare a rafforzare le suggestioni del gioco. Il doppiaggio è completamente in italiano. Peccato che alcune righe di dialogo si ripetano un po' troppo spesso e alla fine diventino noiose: per fortuna non ci sono molte conversazioni, quindi il problema non si porrà più di tanto.

I giocatori guidano l'Ispettore con una tipica interfaccia punta e clicca in prima persona. Il cursore punterà fuori dallo schermo o sullo sfondo quando sarà possibile muoversi, indicherà gli hotspot nel caso in cui gli oggetti possono essere raccolti o usati, e mostrerà le scene che sarà possibile analizzare più da vicino. La visuale non è completamente libera, ma tramite le frecce sui bordi dello schermo potrà essere ruotata dolcemente di 90 gradi, piuttosto che cambiare completamente come nei precedenti giochi. Questo significa che sarà più semplice gestire i propri spostamenti e non dovrete più essere costretti a chiedervi quale lato della stanza state guardando.
Per quanto quest'effetto sia piacevole, però, questo causa anche un rallentamento nell'azione rispetto ai capitoli precedenti - per girarvi impiegherete un paio di secondi invece di un passaggio istantaneo - e per quanto questo sembra non essere un problema, si sente, specialmente quando vi troverete a navigare in aree che avete già esplorato diverse volte. Le dimensioni della stazione sono troppo contenute per giustificare un meccanismo di trasporto istantaneo tra le aree, ma un sistema per skippare le animazioni di rotazione sarebbe stato apprezzato, specie quando si vuole raggiungere un punto velocemente. Il design delle aree non aiuta, in quanto i percorsi sono arbitrariamente resi inaccessibili. Per esempio, la piattaforma principale della stazione, che è un vero e proprio punto di raccordo fra tutte le altre zone del gioco, è piena di detriti e altri ostacoli. Questo vi costringerà a compiere anche 5 o 6 spostamenti per raggiungere una porta distante pochi metri. Tutto questo è accettabile perché il mondo di gioco è davvero coinvolgente ma può stufare in certi momenti. Inoltre va menzionato che a volte ci si può imbattere in hotspot di dimensioni fin troppo grandi rispetto all'oggetto in questione, e a volte questi si trovano proprio vicino alle frecce di rotazione: questo può creare confusione e rappresentare un’occasionale forma di frustrazione anche se non è in nessun modo un elemento determinante.

Nell'insieme, Lost Souls è più facile dei suoi predecessori, ma solo a causa della sua linearità . Nei giochi precedenti, ci si poteva trovare a dover risolvere quattro o cinque enigmi contemporaneamente, per non menzionare il dover leggere appunti di pagine che potevano essere rilevanti o meno. Qui gli enigmi sono più raggruppati: dovrete risolverne qualcuno su ogni piano dell'albergo per accedere al piano successivo e alle sue sfide. Un'anonima presenza, inoltre, continuerà a mandarvi degli SMS molto vaghi che vi guideranno da una sfida all'altra, e questo vi farà perdere meno tempo nel cercare di capire
cosa fare e a concentrarvi di più sul
come farlo. Gli enigmi sono abbastanza familiari: decifrare le informazioni di una fonte e trasformarle in un codice numerico o grafico per aprire un baule o una porta, trovare vari pezzi nascosti di un oggetto, etc. Alcuni di questi enigmi sono integrati nel mondo di gioco in maniera un po' “dubbia†(viene alla mente il cercare una maniglia contenuta in uno dei tanti bozzoli bioluminescenti presenti in una delle stanze), ma per la maggior parte la sfida si adatta bene all'ambiente e vi costringerà a lavorare con codici di emergenza, tavolette Ouija e scatole di fusibili.
Alcuni di questi enigmi sono a tempo, ma sono gestiti bene, trasformando il limite di tempo in una forma d’intensa ansia e di terrore (in senso buono). Una situazione memorabile è quella in cui dovrete riparare un televisore mentre con la coda dell'occhio vedrete (per quanto ve lo possano permettere le luci intermittenti) un fantasma che vi si avvicina – e non sembra molto contento di vedervi. Quello che dovete fare è chiaro, quindi per superare il limite di tempo dovrete semplicemente essere rapidi, il che è abbastanza semplice, se si esclude forse il primo tentativo. Dal momento, però, che fallire significa solo ripetere la sequenza, la minaccia servirà solo a farvi sudare un po' senza però condurvi alla frustrazione.

Questo tipo di collegamento emozionale, in Lost Souls, è parte di una grande enfasi posta sull'immersività della prima persona. Il protagonista non viene mai mostrato, ma il gioco fa un eccellente lavoro nel farvi calare nei suoi panni. La camera ondeggia e traballa quando vi muovete in una stanza, salite una scala, o recuperate fiato dopo un incontro particolarmente disturbante. Quando siete all'esterno, dal basso dello schermo vedrete salire degli sbuffi di fiato, accompagnati dal respiro affannato dell'Ispettore. Lo stesso concetto è alla base di alcune interazioni in cui dovrete muovere il mouse sullo schermo anziché semplicemente cliccare. Per esempio, per rimuovere un pezzo di metallo da una finestra barricata, dovrete cliccare sulla lastra e trascinarla su un lato. Queste azioni sono semplici e generalmente intuitive, anche se a volte vi troverete a cliccare e spostare il cursore sullo schermo, cercando di trascinare via l'oggetto desiderato.
L'Ispettore non è l'unico elemento che non si mostra mai nel gioco, sfortunatamente, considerando che anche la storia è poco sviluppata. Dark Fall era un grande esempio di narrazione minimalista, che costringeva i giocatori a mettere insieme i pezzi, attraverso articoli di giornale e diari, e di riempire i vuoti con la propria fantasia. Lost Souls è molto più diretto e il risultato è altalenante. La trama va più che bene per farvi continuare a giocare, ma se messa in paragone con la sottile e tranquilla eccellenza della storia del primo episodio, non ha lo stesso piglio. Non riusciremo mai a immedesimarci nella triste condizione dell'Ispettore e Amy è solo l'ultima di una lunga fila di bambine fantasma che ossessionano il protagonista con canzoncine, rime e giochi da cortile. Inoltre, nonostante il fatto di aver visto Amy all'inizio del gioco nella sua condizione di fantasma, l'Ispettore continua a cercarla ciecamente, convinto che sia ancora viva. Ovviamente il presupposto è che l'Ispettore non sia una persona stabile (le pillole e la vodka presenti nell'inventario sin dall'inizio rafforzano questa impressione), ma la sensazione che se ne ricava è di un uomo testardo e incompetente.

Con gli altri personaggi non va molto meglio. Come nel primo gioco, il cast è composto interamente da ospiti-fantasma dell'albergo, anche se il modo con cui s’interagisce con loro è molto diverso stavolta. In Dark Fall, i giocatori esploravano la stanza di un personaggio, e rimettevano insieme la sua storia attraverso i suoi oggetti personali o delle lettere, ma senza alcun contatto diretto. Questo era in linea con il “tema†generale del gioco della scoperta della storia di un posto derelitto e abbandonato. In Lost Souls, parlerete direttamente con le entità , tuffandovi nelle loro memorie e aiutandole a liberarsi del peso che li trattiene lì nell'albergo. Personaggi come Matilda Fly, l'attrice fallita, e Andrew Verney, l'astronomo in visita, furono introdotti tramite le loro stanze nell'episodio originale, ma stavolta verranno in contatto diretto con il giocatore. L'esplorazione del doloroso passato di ognuno di loro è molto accattivante, anche se il processo di “guarigione†(che si traduce nel selezionare le giuste opzioni di dialogo in successione) di questi fantasmi è un po' caotico e senza senso. Come risultato i personaggi diventano presto veicoli per procedere con la trama piuttosto che dei tragici incontri personali e questo è un peccato.
In effetti, non viene mai chiarito perché l'Ispettore si preoccupa di aiutare questi fantasmi. La storia si basa tutta sul luogo, con degli obiettivi poco chiari che non vengono mai spiegati del tutto e si basano sulla futile logica delle avventure: bisogna accuratamente perlustrare ogni angolo delle locazioni della stazione... perché è un'avventura, quindi probabilmente ci sono dettagli importanti... solo per questo. È evidente quando avrete bisogno di usare le informazioni, ma non capirete perché lo state facendo. Altre debolezze narrative includono degli elementi della trama che vengono introdotti e poi completamente dimenticati (delle lumache succhia-anima? Uh?), personaggi rilevanti che vengono mostrati ben poco rispetto ad alcuni secondari che non concorrono ad arricchire il quadro generale, e la stessa presenza del Dark Fall che viene a stento menzionata nonostante la sua importanza nella situazione della stazione. Potrebbe sembrare che Boakes stesse così disperatamente provando a pareggiare il suo primo gioco che ha dimenticato (o non è stato in grado) di rendere il tutto più coeso. Questo potrebbe essere non prioritario in una storia horror surreale e psicologica che opera su logiche oniriche, ma ci deve essere comunque un equilibrio tra il bizzarro e l'andare a caso. Quando un gioco riesce a raggiungerlo è poi molto divertente mettere insieme tutti i pezzi. In Lost Souls, quando arriva la rivelazione finale, non potrete fare altro che scrollare le spalle.

Comunque, nessuno di questi problemi mi ha impedito di godermi a pieno Lost Souls. Mentre è un po' deludente che la trama, nonostante gli sforzi, sia inferiore allo standard fissato dal suo predecessore, questo non fa venir meno la vera ragione per cui state giocando: il piacere e il terrore di esplorare la tragica e infestata Stazione di Dowerton. Come una serie di molliche di pane che vi faranno proseguire il vostro viaggio nella Stazione, la motivazione funziona bene e non mi è mancato più di tanto il coinvolgimento nella storia. Quel che più importa sono l'atmosfera, il senso del luogo e della storia e la paura, e questi elementi sono rimasti intatti: anzi, sono migliori che mai.
Alla fine, il gioco mi ha soddisfatto. Ci sono pochi designer nell'industria di oggi che possono pareggiare l'abilità di Boakes nell'ideare una locazione così convincente, popolarla di texture e storia, e poi usarla per spaventarvi a morte. I miglioramenti nei controlli non sono riusciti a limitare tutti i problemi negli spostamenti, ma la qualità aggiunta fa meraviglie per il gioco e la Stazione di Dowerton non è mai stata così credibile. Gli enigmi sono solidi, le meccaniche migliorate e l'atmosfera infestata vi entrerà sotto pelle. Non vi colpirà particolarmente per la sua storia, ma se volete giocare a un'avventura in grado di farvi provare dei brividi e di mettere in moto il vostro cervello, allora dovete provare Dark Fall: Lost Souls.