Ciao Lily ti rispondo ora...purtroppo per me oggi è il mio primo giorno di lavoro dopo le vacanze
.
Cercherò di essere breve, anzi no
. Non ho potuto non notare che nel ragionamento che fai ci sono un pò di contraddizioni interne
nel senso che sostanzialmente riconosci che ci sia un problema ma forse non lo ritieni molto importante, invece per me lo è eccome.
Sul fatto che tutti possano scegliere cosa leggere, dai libri di Liala a James Joyce , dal mensile di giardinaggio ad un trattato di metafisica, penso che non ci piova ed il problema di fondo di cui discutevamo non è questo, forse mai come oggi c'è una tale libertà di acquisto (per fortuna). Io mi riferisco però a coloro che subiscono spesso la scelta di qualcosa (che possa essere un libro o un cd musicale ) piuttosto che basarsi su dati oggettivi .
Io credo che in una cultura in cui sono sempre più le campagne mediatiche a dettar legge in faccende di preferenze e di gusti, non è secondario che la maggiorparte dei libri che sono tra i primi posti nelle vendite, si rivelano in realtà in libretti mediocri levitati per logiche che esulano dalla qualità degli stessi . Non mi spaventa la parola commerciale, nè mi disgusta a priori, come hai sospettato tu
se così fosse non mi sarei trovato qui a discutere del libro di Larsson, oppure di quei libri di cui ti parlavo e che per curiosità ho letto (anche se a volte parzialmente). In realtà ho provato ad avvicinarmi a questi romanzi e li ho trovati "spazzatura" (il primo di Faletti in particolare, sempre che l'abbia scritto lui) e non solo non mi vergogno di dirlo, ma lo dico con forte convinzione e possibilmente anche cognizione di causa. Mi dispiace che tu accomuni tutti un pò con superficialità (senza offesa eh! non mi permetterei mai), solo in nome della libertà di acquistare un libro, piuttosto che un altro, principio che tra l'altro nessuno mette in discussione. Tutti possono scrivere una storiella , non tutti sanno scrivere un libro. Se poi quella storiella me la fai passare per capolavoro, la pubblicizzi come capolavoro e la gente ne rimane convinta (magari perchè è tra le poche cose che ha letto nella propria vita), beh se non altro mi da un pò di tristezza.
Lo stile elementare può essere un elemento positivo come dici tu, ma una cosa è scrivere in modo chiaro, semplice, altro è cadere negli eccessi, nel ricorrere all'epiteto scontato per ricreare la forza dell'orale, alla povertà di sinonimi ecc . Il pubblico deve anche essere istruito, deve essere preso per mano, la parola scritta non avendo la forza dell'imagine deve essere evocativa, non si può sempre semplificare tutto, la conoscenza richiede uno sforzo. E se poi cerchi il vero passatempo almeno cercane uno che valga veramente la pena di essere letto, che abbia delle idee brillanti.
Di idiosincrasie non ne ho mai avute , ma non per questo mi ritrovo a sfogliare pagine di Novella 2000 solo perchè lo fa la casalinga illetterata dal parrucchiere, nè mi vergogno di dire che quella spazzatura di cui si fa un uso talmente smodato, ottenebra le menti delle persone, nascondendo i problemi veri di cui la gente è spesso ignara.
Da una parte tu ammetti che ci sia un avanzamento di questo appiattimento culturale, però dall'altro dici che non bisogna far niente, anzi pensi che io sbagli o che sia uno snob (macchè!
se solo mi conoscessi nella realtà!
) a dire che gente come i vari Brown, etichettati come grandi scrittori di best seller, in realtà scrivono porcherie. Penso a questi ragazzini che non leggono per niente, e quando lo fanno è per acquistare il "prodotto" pubblicizzato, diventato di moda, forse perchè c'è una serie Tv che ne riprende i temi. Penso a questi futuri adulti che cresceranno avendo pochi parametri di paragone. Nessuno chiederebbe ad un teenager di leggere un libro di Thomas Pynchon ma ci sono tanti autori di libri adatti alla loro età e che possono essere molto più formativi di questi obbrobri in formato cartaceo che si stravendono. Ovviamente il discorso è più ampio, questo non riguarda solo i libri ed i ragazzini non sono i soli ad essere coinvolti.
D'altronde la mia è solo una riflessione, non sto invitando a boicottare l'acquisto di libri commerciali, sto solo dicendo che c'è molto di meglio. Non sono un dittatore della cultura, nè un sostenitore della "cultura o morte" (tra l'altro non capisco perchè voglia farla passare per una brutta bestia), ma spesso anche il solo accettare indistintamente quello che ci viene propinato senza nemmeno un briciolo di senso critico porta invece ad una "morte della cultura".