Oscar_ModelloXZ2000 ha scritto:L'unica è bombardare Microids di richieste, sperando che cambi idea... ma dopo tutta questa discussione, temo di gettare la spugna...
L'avevo già fatto mesi fa, ma ho rimandato delle e-mail sia tramite il form del sito di Syberia 3 sia tramite quello del sito generico della Microids.
Io non ho un account Facebook, ma se voi lo usate potreste provare a lasciare dei messaggi anche sulla pagina di Sokal
https://www.facebook.com/benoit.sokal.5Non servirà a niente, ma è tanto per fargli sapere quanto ci dispiace che la sua opera avrà il trattamento di Serie B, in Italia.
Overmann ha scritto:Non è vero che i giochi sono sempre stati localizzati, nè quelli ad alto budget nè le avventure grafiche. E' così da 20 anni. A volte ci va meglio altre volte no.
Non è vero che tutti i film (o libri o fumetti o qualunque altro medium) vengono importati, e non è vero che tutti quelli importati vengono tradotti.
Ma io non ho mai detto che fino a ieri vivevamo nel paradiso terrestre delle localizzazioni e oggi, che c'è la globalizzazione, ci hanno tolto un diritto!
Lo so perfettamente che non si può localizzare tutto, ma se parliamo di franchise e/o di sequel per i quali esistono precedenti localizzati (ed esistono motivi per ritenere che ne valga la pena, nel caso di titoli famosi come Deponia, Syberia etc.), non accetto più questo discorso.
Per i libri vale lo stesso discorso, ho molti manuali in inglese che in italiano non sono usciti, e anche parlando di romanzi ci sono situazioni paradossali tipo il primo libro di un autore è localizzato ma il secondo non viene importato.
Se è per questo siamo forse il paese in cui si legge meno in Europa, ma abbiamo librerie piene di roba (nella nostra lingua, di autori stranieri) e autori che spuntano come i funghi, nonostante di libri se ne comprino pochi.
Che poi certi testi di nicchia restino non tradotti è un altro paio di maniche, ma non mi puoi mettere sullo stesso piano un manuale tecnico e un videogioco come Syberia: sono proprio prodotti (libri e videogiochi) che appartengono a due culture diverse, una pop (per quanto di nicchia) e l'altra no.
Sembra logico attendersi una localizzazione completa perchè "gli altri giochi da 40€+ sono tutti doppiati, i film sono tutti doppiati, i libri sono tutti tradotti" eccetera, ma queste premesse sono semplicemente FALSE.
No, come ho detto so perfettamente che non tutto viene localizzato, in vari ambiti, ma io mi aspetto il doppiaggio di Syberia sia perché è una produzione ad alto budget sia perché i precedenti capitoli sono stati doppiati, hanno venduto, e un capitolo sottotitolato rispetto agli altri inficia l'integrità dell'opera e - per il mio giudizio - è un punto di demerito per l' immagine della Microids. Certo mi dirai che è un punto di vista soggettivo e che alla Microids non si pongono il problema in questi termini, ma in un paese con una forte cultura di doppiaggio come il nostro, che tu lo voglia o no, un prodotto solo sottotitolato viene percepito come un prodotto di Serie B, anche se non è questo lo spirito con cui viene distribuito in questa forma.
Sinceramente io credo che in Italia sia stato fatto MOLTISSIMO per le avventure grafiche. In quale altro Paese hai una piattaforma DD con le esclusive sulle versioni localizzate?
Sottotitolate. Localizzate si contano sulla dita di una mano. E non vuole essere una critica, e non mi sto lamentando di quel poco che comunque c'è, visto lo sforzo che c'è dietro.
Ma continuiamo a dover rendere grazie di qualcosa che è sotto lo standard. Mi ricordi mia madre che, da piccolo, per convincermi a mangiare mi faceva venire i sensi di colpa coi bambini Africani...
le avventure sono sempre rimaste una nicchia. Si riesce a venderle, ma non a guadagnarci abbastanza da permettersi di localizzare "per la completezza dell'opera" come suggerisci tu.
Ci sono titoli che meritano il doppiaggio. Nel mare magnum di tutte le avventure, indie o no, ci sono titoli che meritano una localizzazione e su quelli si deve investire. Non mi portare sul piano del: "non si può localizzare tutto", perché lo so benissimo che non si può fare. Ma qui siamo sul thread di Syberia 3, il problema è specifico. Parliamo di un franchise collaudato, che ha dei precedenti localizzati e che sta per uscire con un titolo simil-tripla A privo di localizzazione. Restiamo sul pezzo.
Un distributore può benissimo scegliere di guadagnare un po' di meno ma proporre il gioco doppiato, sia per amore dell'opera che per un ritorno indiretto (fidelizzazione, scommessa sul gioco che fa il botto ecc.), ma non può scegliere di andare in perdita.
Per uscire da questo impasse si sono provate moltissime alternative (dd, esclusive, crowdfunding, supporto agli sviluppatori locali, accordi con sviluppatori minori per prendere tutta la "coda", un portale online enorme, ecc.), evidentemente nessuna ha funzionato abbastanza bene da risvegliare il mercato a sufficienza.
I numeri dei videogiocatori paganti in Italia sono questi, c'è poco da risvegliare. Non è un impasse, è il normale bacino d' utenza e devi fare quadrare i conti con questi numeri.
Per l'editoria è la stessa cosa, il numero di lettori è sempre quello basso che conosciamo, solo che in quel caso ci sono finanziamenti pubblici che tengono in vita il mercato. Film e videogiochi dovrebbero avere pari dignità (specialmente le AG, che sono affini ai romanzi).
Io preferirei avere meno giochi minori sottotitolati, a questo punto, in modo da lasciare nelle casse del distributore i fondi necessari da investire per la localizzazione di titoli più importanti. Sono anche favorevole (l'ho detto altre volte) ad un azionariato partecipativo per creare questo tipo di fondo cassa e decidere insieme se e cosa localizzare.
Non mi sembra sinceramente giusto dire che siamo in uno stato di arrendevolezza è che la colpa è di sviluppatori, publisher o distributori, se la gente non compra... [ ... ] A livello economico fenomeni come l'ecommerce hanno fatto moltissimo per questo problema,
favorendo lo sviluppo dei mercati di nicchia, ma nel mondo delle avventure grafiche questo è servito più a non affondare che ad emergere come mercato di successo.
La gente compra. E' che sono pochi a comprare perché - come dici giustamente - il mercato è di nicchia e questo non si risolve investendo sulla qualità del prodotto. Sono sicuro che ogni mese in libreria escono libri uno più bello dell'altro, ma il numero di lettori è sempre quello, perché è proprio la lettura che è un passatempo per pochi (come le AG) non perché i libri che ci sono facciano schifo e quindi la gente se ne tenga alla larga.
Non si può chiedere di più al consumatore che già compra turandosi il naso perché non ha il prodotto che vorrebbe.
Non penso sinceramente che Adventure Productions o qualunque altro distributore non si ponga il problema, e credo che qualunque sviluppatore indie vorrebbe vedere il proprio gioco il più cinematografico possibile.
Purtroppo però finchè restiamo nel mercato del profitto (=soldi privati) non c'è modo di ragionare solo da un punto di vista artistico: devi trovare un modo per guadagnarci, direttamente o meno.
Non parliamo di indie, in questa sede. Parliamo di Microids. Abbiamo parlato di TellTales. Abbiamo parlato di Daedalic (cosiddetta Lucasart Europea).
Nessuna realtà è inaffondabile (la stessa Microids lo sa bene), ma non mi mettere sullo stesso piano Syberia 3 e un gioco dei Wadjet Eye.
Se vuoi fare il discorso idealista, cioè usando soldi pubblici infiniti, allora dovresti desiderare che tutte le opere di tutti i Paesi vengano distribuite in tutti gli altri Paesi, localizzate e curate da dei mediatori culturali.
Altrimenti non si capisce perchè l'Italiano sì ma tutto il Sud America e tutto il Sud-Est asiatico no.
Il desiderio ovviamente c'è, sarei anche tentato di ipotizzare finanziamenti come quelli per l'editoria, ma visto come vengono spesso buttati nel *esso soldi pubblici per tenere in vita riviste di nautica che non compra manco D'Alema, è una tentazione che mi faccio passare. Ma rivendico il diritto a desiderarlo, anche se so che non si può ottenere.
di solito solo le opere di grande interesse culturale vengono localizzate a prescindere. E non credo che Syberia 3 o The Walking Dead ne facciano parte.
Ecco, qui io non sono affatto d'accordo. Anche se non fossero opere di "grande interesse culturale" (e Sokal è un signor autore di fumetti, che meriterebbe di rientrare nella categoria delle "specie da salvaguardare" insieme ai suoi lavori) sono comunque opere di interesse commerciale, perché sfruttano licenze di richiamo (vale ovviamente per TWD ma anche Syberia, negli anni e grazie allo sbarco su tablet & Co., ha ottenuto un suo seguito).
Se invece vuoi fare il discorso commerciale, allora è il consumatore che decide cosa globalizzare e cosa no. Se vado in un grande negozio italiano, oggi come oggi è pieno di fumetti ma di videogiochi neanche l'ombra; evidentemente l'interesse del consumatore per il fumetto è stato tale da favorire l'importazione di opere che una volta non sarebbero state importate. Mentre per i videogiochi non è successo.
Immaginavo che avresti legato globalizzazione a libero mercato. Ma sono aspetti diversi, la globalizzazione è un processo sociale e politico, il mercato è il vento che gli gonfia le vele, ma non è il consumatore che decide dove va quel vento. Certo, io mi lamento che in Sicilia non trovo arance di Sicilia e devo comprare quelle della Tunisia (assurdo), ma chi ha determinato questa situazione? Certamente io che, come consumatore, visto il periodo di crisi che dura da tempo, sono stato costretto a comprare prodotti a buon mercato provenienti da altri paesi, con conseguente abbandono dei campi della mia terra, perdita di posti di lavoro etc.
Ma chi ha preso accordi commerciali, a livello nazionale, per favorire l'import dalla Tunisia deprimendo il mercato interno? O chi ha deciso le quote latte o il prezzo del grano?
Tu tendi a conferire al consumatore, in un quadro di libero mercato, uno strapotere che ha solo di facciata.
E' lo stesso discorso di prima: io compro arance della Tunisia perché lo ritengo accettabile o perché sono costretto? Compro giochi in inglese perché lo ritengo accettabile o perché sono costretto? Al mercato non importa, perché io compro e si regola di conseguenza, ma certamente non con la mia benedizione, solo con i miei soldi.
Oh, e di fumetti ne trovi italiani, europei, americani e giapponesi, non è questione di colonialismo.
Lo diventerebbe se per leggere un manga fossi costretto ad imparare il giapponese, nel caso in cui non venissero tradotti. E coi videogames è lo stesso.
Nessuno dei due sposta una virgola e entrambi siamo schiavi delle maggioranze, a te questa roba fa arrabbiare (mi sembra), a me lascia indifferente. Perchè dovremmo imporre alle maggioranze il nostro punto di vista? Se si riesce a fare gruppo è un conto, ma non mi sembra che il gruppo ci sia, come dicevo sopra il gruppo serve a rimanere a galla ma non certo ad avere il tappeto rosso.
Io non impongo niente. Io pago. Se i giochi ce li regalassero, potrei continuare a battere i piedi per avere doppiaggi e localizzazioni, ma non avrei alcuna base per rivendicare alcunché. Ma noi i giochi li compriamo ed è semplicemente corretto chiedere di avere un trattamento adeguato (che tu chiami "tappeto rosso" ma che per me è solo mantenere uno standard, specialmente se parliamo di titoli selezionati e non un discorso sui massimi sistemi).
Sai benissimo che sono usciti, negli ultimi 20 anni, migliaia di giochi. Alcuni doppiati altri no. Hai tutte le serie temporali che vuoi, peccato che il risultato non sia quello che vorremmo vedere.
L'ho già detto: come per Microsoft, è un discorso di politica e di immagine aziendale. Per alcune aziende sarà anche un problema di bilancio, ma non per tutte le realtà è così. Non mi venire a dire che gli ultimi Metal Gear hanno venduto meno di quello di 20 anni fa su PS1, dai...