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Recensione

Youda Legend: The Golden Bird of Paradise

di Marinella Balbinutti  

il nostro voto
80
In breve

Sequel di Youda Legend: The Curse of the Amsterdam Diamond. Dopo le fatiche di Amsterdam, finalmente vogliamo concederci una vera vacanza, in tranquillità e serenità. Pensando di trovare tutto ciò in uno splendido luogo tropicale (che richiama un po’ America Centrale, Aztechi, Maya…), ci imbarchiamo sul nostro aeroplano che ci porta proprio nel posto tanto desiderato. Ma quasi non abbiamo ancora toccato terra che ci capita addosso un nuovo mistero: una mappa, nascosta in mille pezzi in vari angoli di questo paradiso tropicale, che una volta rimessa insieme ci mostrerà un tempio cui dovremo arrivare per trovare… cosa?

 

Recensione Completa del 31 Gennaio 2010

Youda Legend: The Golden Bird of Paradise è stato creato in flash player dalla software house Youda Games, ed è il loro secondo gioco del genere hidden object (o “cerca e trovaâ€), dopo il successo del precedente Youda Legend: The Curse of the Amsterdam Diamond. Nonostante, come The Curse of the Amsterdam Diamond, anche questo sia principalmente un casual game basato sul ritrovamento di oggetti nascosti, ha dalla sua gli stessi pregi non indifferenti: il primo, che è multilingua, come la maggior parte dei giochi della Youda Games, italiano compreso (con diversi refusi qua e là, ahimè), il secondo, di avere inserito minigames di differente natura e non troppo ripetitivi, cosa che lo rende maggiormente divertente rispetto ad altri giochi dello stesso genere. Dopo le fatiche di Amsterdam, finalmente vogliamo concederci una vera vacanza, in tranquillità e serenità. Pensando di trovare tutto ciò in uno splendido luogo tropicale (che richiama un po’ America Centrale, Aztechi, Maya…), ci imbarchiamo sul nostro aeroplano che ci porta proprio nel posto tanto desiderato. Ma quasi non abbiamo ancora toccato terra che ecco ci capita addosso un nuovo mistero: una mappa, nascosta in mille pezzi in vari angoli di questo paradiso tropicale, una volta rimessa insieme ci mostrerà un tempio cui dovremo arrivare per trovare… Cosa?

La grafica è simile al precedente, ma migliorata nelle transizioni e nelle animazioni, a mio parere: benché utilizzi sempre fotografie come scenari, queste sono estremamente affascinanti e in 3D. I personaggi sono statici, in forma di cartoon, ma con caratteristiche ben definite.

L’azione comincia, appena scesi dall’aeroplano, dalla ricerca di vari oggetti che ci possono essere utili. Troviamo subito pezzi di una mappa misteriosa. Siccome quando qualcosa di misterioso appare, non sappiamo resistere, ci troveremo, malgrado i nostri propositi di una vacanza rilassante, nuovamente immersi in un’avventura ancor più misteriosa di quella di Amsterdam. La dinamica è la stessa: alternati alla ricerca degli oggetti nascosti, avremo la possibilità, anzi, la necessità, di confrontarci con 18 minigames, non difficili, e comunque utili al proseguimento nel gioco. Inoltre, anche qui ci è data l’opportunità di collezionare gemme sparse per lo schermo, con la funzione sia di aumentare gli “hint†a disposizione, ovvero di risolverci alcuni problemi di gioco (es., l’oggetto che proprio non si riesce a trovare, neanche con la lente di ingrandimento), sia di incrementare il punteggio finale. Per quanto riguarda l’aspetto degli hidden objects, occorre dire che sono ancor meglio nascosti che nel precedente, e talvolta ho dovuto usare un indizio per trovarli, ma non proprio impossibili (bisogna armarsi però di molta più pazienza).

L’interfaccia è semplice, si gioca tutto con il mouse: all’avvio del gioco, nel menù sceglieremo il nostro profilo – nome e personaggio maschile/femminile, potremo accedere alle opzioni – scelta della lingua e settaggi, e cominceremo la nuova partita. Sempre nel menù, potremo vedere i punteggi ed eventualmente scegliere altri giochi. All’avvio, ci sarà un “tutorial†che spiegherà il funzionamento, se necessario. Nella schermata di gioco, in alto troviamo il menu, da dove uscire dal gioco o continuare o mettere in pausa. Sempre in alto, si trova un totem, che è lo strumento con il quale possiamo ottenere i famosi aiuti per sbrogliarci da una situazione di blocco. Il totem lo troveremo fin dalla prima schermata, dopodiché dovremo solo preoccuparci di ricaricarlo attraverso il ritrovamento delle suddette gemme sparse nello schermo. In basso, avremo il nostro inventario, nel quale “cadranno†gli oggetti che dovremo utilizzare per ritrovarne altri. Il salvataggio, come in tutti i casual game (o quasi), è automatico all’uscita dal gioco. Quando riprenderemo, ci ritroveremo al punto in cui abbiamo lasciato. Potremo tenere sotto controllo il nostro punteggio nella schermata in alto, al centro della cornice.

Come sonoro, piacevoli musiche di accompagnamento, ma niente doppiaggio, purtroppo, neanche stavolta.

Complessivamente, anche questa seconda fatica della Youda Games è un gioco non particolarmente longevo, che regala alcune ore di divertimento e non annoia. Gli ambienti tropicali sono ben definiti, la grafica è più curata e, quindi, risulta ancor più gradevole. Ultimo aspetto da analizzare, ma non certo per importanza, è che la Youda Games abbia rilasciato il gioco multilingua, come sua tradizione, compreso l’italiano, sebbene la traduzione ogni tanto abbia ancora qualche difettuccio (fin dalla schermata del menu, ahimè, dove appare la parola “INZIO†anziché “INIZIOâ€), ma visto lo sforzo profuso, qualche errorino glielo si perdona… Rispetto al precedente, però, giacché non ci sono state modifiche notevoli (a parte, appunto, una grafica migliorata, transizioni più piacevoli e alcune animazioni, in particolare il filmato iniziale) la mia personale valutazione è più bassa.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Youda Games
Data Rilascio: Q4 2009
Piattaforma: MAC, NDS, PC
Caratteristiche
Genere: Casual Adventure
Grafica: 2D
Visuale: Ibrido
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Multilingua
Sottotitoli: Multilingua
Ricerche
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