Randal Hicks, cleptomane, sociopatico e pessimo amico, deve rivivere il giorno peggiore della sua vita piĂą e piĂą volte, al fine di recuperare un anello maledetto. Anche se questo significa andare in galera o distruggere l'umanitĂ . AvrĂ a che fare con poliziotti arrabbiati, delinquenti comuni, sacerdoti in pensione, incompetenti impiegati del box-office e anche alcuni scheletri parlanti. Randal dovrĂ lottare per riavere la sua vita prima che l'universo collassi...
Come sarebbe la vostra vita se foste costretti a rivivere per sempre lo stesso giorno? Un incubo? Un inferno? Oppure un’avventura punta e clicca dallo stampo squisitamente classico e nonsense, con un tono irriverente e politicamente scorretto? Se la vostra opzione è la terza allora apprezzerete sicuramente
Randal’s Monday.
Questo gioco è infatti un enorme omaggio a tutto quel sottogenere di adventure che ha avuto come esponenti giochi del calibro di
Zak McKracken,
Day of the Tentacle e, piĂą recentemente,
la saga di Deponia. Gli elementi sono tutti presenti: dalla grafica cartoon, agli enigmi strampalati, ai personaggi assurdi, fino ad arrivare a dialoghi pieni di battute e humor nero.
Ma questo non è abbastanza per un adventure “Point & Geek”! Randal’s Monday è anche un enorme omaggio a tutta la cultura “nerd”, con rimandi ad una quantità infinita di film, videogames, fumetti e serie tv prodotti dagli anni ottanta fino ad oggi; se siete cresciuti anche voi negli anni novanta, diventerete pazzi a trovare le valanghe di citazioni e riferimenti disseminati per tutto l’arco dell’avventura.
Poster di film cult, modellini di
Manny Calavera, tentacoli viola e altri protagonisti dei videogames più disparati saranno così in bella vista in ogni singola inquadratura, tanto che, soprattutto all’inizio dell’avventura, rischierete un sovraccarico di ricordi e nostalgia. Purtroppo, anche se di primo impatto la cosa può sembrare simpatica, sulla lunga distanza tende a stufare il giocatore, ma fortuna vuole che l’effetto amarcord si smorzi in maniera decisa nel proseguo della storia, laddove viene dato più spazio alla trama vera e propria.
Parlando di trama, non posso fare a meno di notare che essa sia, di partenza, un miscuglio di cose già viste: il loop temporale nel quale cade Randal è quello de
Ricomincio da capo con
Bill Murray, mentre l’anello che causa tutto l’inghippo è chiaramente preso da Il Signore degli anelli. Anche lo stesso protagonista è un grosso omaggio al
film Clerks, una commedia nera a bassissimo budget caratterizzata da una spiccata irriverenza e da un certo gusto per il politicamente scorretto.
Randal’s Monday recupera lo stesso tono e ci restituisce un clima da periferia di cittadina statunitense, ricca di personaggi assurdi e fuori di testa: Randal Hicks ad esempio è perfettamente modellato sullo stile dei due protagonisti del film (non a caso prende il nome e il cognome da entrambi), costituendo il classico giovane pigro e svogliato privo di qualsiasi scopo nella sua vita se non quello di divertirsi e sbronzarsi con gli amici. La connessione con l’opera di Smith viene ulteriormente rafforzata dalla scelta di far doppiare Randal da Jeff Anderson, ovvero l’attore che ha interpretato il personaggio omonimo nel film,
Il gioco, di per se, è molto divertente e contiene situazioni assurde capaci di strappare più di un sorriso; gli enigmi di contro sono quelli classici basati sulla raccolta e combinazione di una miriade di oggetti improponibili, così che se amate questo tipo di impostazione vi sentirete a casa.
L’aspetto che invece mi è meno piaciuto è stato il fatto di allungare il brodo aggiungendo sessioni in maniera un po’ troppo forzata; un esempio: giunti in un certo punto, dovrete aprire una semplice porta di una stanza. Per farlo dovrete recarvi in uno studio psichiatrico e completare una serie lunghissima di enigmi solo per arrivare al cospetto del medico e rubargli (con uno stratagemma, si intende), un bigliettino da visita utile per effettuare lo scasso. C’è da dire che siamo davanti a un’avventura demenziale, quindi questo tipo di digressioni sono in parte giustificate dall’assenza di un vero e proprio filo logico, ma la sensazione di star perdendo tempo è comunque presente.
Questa impressone è ulteriormente rafforzata dal forte backtracking tra le varie locazioni e l’insistente riciclo di personaggi in situazioni diverse tra loro; meno male che questo aspetto viene un po’ mitigato nell’ultimo quarto del gioco, dove c’è un cambiamento radicale di ambientazione, ma a conti fatti si tratta di un solo capitolo su sette.
Ottimo invece l’uso della grafica. Lo stile è quello cartoon tanto caro agli avventurieri classici e il tratto ricorda un po’ quello della serie animata
Family Guy (ovvero i Griffin); entrambe sono scelte perfette per questo tipo di adventure e per lo humor irriverente; tutti i personaggi risultano peraltro animati e caratterizzati in modo soddisfacente e sufficientemente espressivo.
La musica si rifà alla scena rock anni 90 con dei tocchi squisitamente grunge e il doppiaggio è pressoché perfetto in ogni suo aspetto, con attori sempre al di sopra delle righe e perfettamente in ruolo; peccato che quest’ultimo sia solo in inglese (e spagnolo), mentre i testi saranno presto tradotti in Italiano da
Adventure Productions in concomitanza con la distribuzione del gioco (si parla di febbraio 2015). Per i meno anglofoni si tratta di pazientare per qualche tempo.
Nonostante qualche piccolo difetto strutturale e qualche sessione aggiunta solo per allungare il brodo, Randal’s Monday si presenta come un’avventura più che valida. L’omaggio alla cultura geek è dominante e quasi soffocante nella prima parte, ma si stempera con il progredire della trama che rimane gustosamente nonsense e demenziale.
In definitiva,
Nexus Games ci confeziona un’avventura classica in tutto per tutto che difficilmente potrà deludere i fan di vecchia data dei giochi Lucas; se dopo i Deponia vi sentite a digiuno di adventure con il gusto dell’assurdo questa è la vostra scelta.