Adventure's Planet
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Recensione

Flight of the Amazon Queen

di Fabrizio Degni  

il nostro voto
80
il vostro voto (9 votanti)
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In breve

Joe King è un pilota a noleggio con una vita estremamente avventurosa. Questa volta, nel corso di un viaggio sui cieli del Brasile, il suo aereo "Amazon Queen" viene colpito da un fulmine e precipita nel cuore della foresta amazzonica. Assieme al suo fido assistente, Sparky, e all'attrice Faye Russell, il prode Joe dovrà riuscire a portare a casa la pellaccia, a salvare la tribù delle guerriere amazzoni e a sventare i piani di conquista del mondo di una misteriosa organizzazione, facente capo allo scienziato Dr. Ironstein.

 

Recensione Completa del 04 Settembre 2007
Nel periodo d'oro delle avventure grafiche, in cui LucasArts la faceva da padrona monopolizzando la vita sociale degli avventurieri più in carne, in un decennio in cui avventura era sinonimo di Monkey Island e Indiana Jones, una semisconosciuta software-house, Renegade Software, lanciò sul mercato Flight of The Amazon Queen, titolo che per grafica, interfaccia e humor strizzava l'occhio ai mostri sacri della categoria.
Senza troppe pretese, ma con quel pizzico di orgoglio e follia che sovente marca la differenza, Interactive Binary Illusions (IBI), investì tempo e risorse nel progetto consentendone la diffusione capillare ovunque vi fosse un PC (ricordo distintamente che era addirittura regalato a chi avesse sottoscritto l'abbonamento annuale a PC Game Parade! ndAdrian) e... un avventuriero pronto a partire!
A 12 anni esatti dall'uscita sul mercato, Flight of The Amazon Queen (FOTAQ d'ora in poi....) continua ad essere giocato, apprezzato, gustato e... segue domanda retorica... come esimerci dal pubblicarne una recensione sulle pagine di Adventure's Planet? La risposta è quanto state leggendo e le nostre considerazioni quanto di qui a seguire!

Siamo negli anni '40, periodo in cui Hollywood emetteva i primi vagiti, le star iniziavano a costellare la volta cinematografica, e tra un astro nascente, una conferma, si intravvedevano anche i primi declini con stelle disposte a tutto pur di restare in corsa.
Faye Russell, colse al volo l'opportunità di portare linfa vitale ad una carriera in rapida (di)scesa, accettando di posare per un set fotografico in Amazzonia, che oltre alla popolarità le avrebbe fatto guadagnare un bel pò di soldi. Il sito non era di certo dietro l'angolo per cui decise di rivolgersi alla Queen Amazon, compagnia aerea privata di Joe King, l'unica, insieme a quella dell'acerrimo concorrente Hand Anderson (Flying Duchman Airlines), in grado di assolvere al compito.
Hans, fiutato l'affare, rinchiude Joe (noi!) all'interno di un hotel, lasciandogli a guardia alcuni brutti ceffi quindi si reca dalla star spacciandosi per il titolare della nostra linea.
Con un escamotage degno del miglior film comico, riusciremo a svignarcela dall'hotel, a seminare gli scagnozzi di Hans e a fare capolino proprio sulla pista di decollo, dove il "neotitolare" della Queen definiva le fasi conclusive prima del decollo.
Al termine di un succinto scambio di battute, il siparietto si chiude con Hans al tappeto, una star scalpitante di partire e il nostro aereo pronto al rullaggio!
Si potrebbero già intravvedere i titoli di coda se fosse un film, ma nella realtà l'imprevisto è ben più di una certezza e soprattutto arriva quando meno desiderato: la trasferta si interrompe bruscamente a causa di un temporale che investe l'aereo, colpendolo, costrigendo il nostro ad un atterraggio di emergenza. Con il Queen ridotto ai minimi termini, un meccanico (l'inseparabile Sparky) fissato con i fumetti e soprattutto una stella del cinema borbottante come una pentola di fagioli, dovremo fare del tutto per riportare l'aereo in alta quota e la Faye sull'ambito set.
Le sorprese, tuttavia, sono appena iniziate: quella che in apparenza sembra una foresta inabitata, nell'arco di una manciata di schermate di gioco svela una tribù di amazzoni alla ricerca della loro principessa, rapita da un geniale quanto fuori-di-testa Dr.Ironstein ma soprattutto la sua ricetta per conquistare il mondo, basata su donne amazzoni e... DNA di dinosauro!

Si tratta solo di alcune tra le situazioni in cui ci imbatteremo nel corso dell'avventura, talvolta assurde ma coerentemente legate da una trama solida che utilizza come collante un umorismo sottile e mai pesante, come nelle più classiche avventure LucasArts.

Graficamente FOTAQ sfoggia scenari vari e dettagliati, con colori vibranti che fanno un sapiente uso della palette VGA e confezionano un prodotto decisamente sopra la media: gli oggetti sono facilmente distinguibili all'interno dello scenario, perfino ad occhio nudo, senza necessità di far brucare il puntatore del mouse alla ricerca del "punto sensibile".
Adrian: La realizzazione dei personaggi è all'altezza delle produzioni dell'epoca, mentre le animazioni, sia degli sprites, sia dei fondali, è leggermente al di sotto della media di "Lucasiana" memoria. I disegni che invece ritraggono alcuni dei characters principali nel corso di alcuni dialoghi o alcune cut-scenes, arricchiscono il comparto grafico, benchè il sottoscritto non abbia mai apprezzato la resa estetica delle fanciulle (in poche parole, le ho trovate brutte).
Il comparto Audio si difende senza particolari stravizi, con musichette a tema (quella del villaggio indigeno è degna di nota ndAdrian) ed effetti speciali ben campionati.

Un pilastro fondamentale di ogni gioco, al di là degli aspetti tecnici o della storia narrata, è la sua giocabilità: si può amare un titolo anche se consumato nell'arco di pochi giorni, o se realizzato con una grafica ed un supporto audio più per necessità che per virtù, ma se manca la giocabilità, quello stimolo che spinge a dire tra sè e sè "solo un altro minuto", allora è condannato a restare sugli scaffali.
FOTAQ, invece, sprigiona perle di divertimento e "appagamento" in ogni location, poichè dissimilmente da molte avventure in commercio, enigmi e situazioni, contestualizzate, hanno una propria credibilità: il segreto per avanzare spediti nell'avventura è proprio questo, immedesimarsi, senza aspettare che la Divina Provvidenza venga in nostro soccorso.
Il senso di frustrazione raramente è avvertibile, fatta eccezione per alcuni enigmi che richiedono un approccio "diverso" da quanto la tradizione insegna: generalmente, infatti, ispezionata in lungo e largo una schermata e raccolto tutto il possibile si tende ad "archiviarla" in quanto non avete piu' nulla con cui interagire. Nel titolo dei Renagade, però, questo teorema non è applicabile in quanto può accadere che una videata abbia più oggetti da offrire ma... non tutti nello stesso istante!
Si tratta di un realismo che travalica i dettami del tempo e la memoria corre a The Dig, in cui alcuni oggetti potevano essere presi tutti in una volta, ma al massimo entro una certa quantità, senza un apparente motivo per la limitazione, mentre era chiaro che di più non ne servissero per quello specifico enigma.
Restando in tema di oggetti, possono essere combinati tra loro senza che ciò avvenga nella location in cui effettivamente andranno utilizzati, altro punto a favore, mentre lascia un pò indispettiti che in alcune situazioni, nelle quali avremmo potuto (e perchè no... desiderato) stampare la nostra mazza da baseball sulla guardia di turno, si debba proseguire secondo quanto definito dai designer. Al bando la violenza, sia chiaro, ma uno strappo alla regola, di tanto in tanto non è un male!

I personaggi sono numerosi e ben caratterizzati, ciascuno dotato di una propria personalità che emerge durante i dialoghi: per ottenere quanto ambito dal nostro interlocutore, dovremmo "saperlo prendere", con domande giuste, e le risposte che, magari, si aspetterebbe di voler sentire. Il click selvaggio votato ad esaurire il ventaglio di domande/risposte a nostra disposizione non è la via corretta e ciò si intuisce perchè ottenute le informazioni necessarie è possibile salutare e proseguire, lasciando domande non chieste (però vi sconsigliamo di farlo, potreste perdervi qualche battuta esilarante!).

L'interfaccia di gioco si ispira allo SCUMM (Monkey Island, Indiana Jones, ...) ed è suddivisa in due parti: nella prima sono riportate le icone "azione", nella restante l'inventario, scrollabile utilizzando due frecce.
Fine, ma apprezzabile, la distinzione tra l'azione "Dai" e "Usa": gli oggetti si usano con gli oggetti o tuttalpiù con gli animali mentre si "danno" agli altri personaggi. Bisogna entrare subito in quest'ottica poichè, ad esempio, "usare i soldi con il tipo x", indica un'azione diversa dal "dare i soldi...", che, a rigor di logica, sarebbe la stessa cosa ma per i designer del gioco, no. Questa sfumatura non è da sottovalutare... noi vi abbiamo avvertiti!
Adrian: Una scelta abbastanza discutibile, considerando che col passare del tempo abbiamo osservato un progressivo e sensato passaggio dall'interfaccia piena zeppa di verbi (vedi Maniac Mansion) all'interfaccia minimalista ed elastica (vedi Monkey Island 3); come se non bastasse, le icone utilizzate per simboleggiare le azioni non risultano chiarissime ad un primo approccio (chi di voi riesce a indovinare a cosa serve la terza?).

FOTAQ è un tuffo nel passato che tutti gli avventurieri degni di tal nome dovrebbero fare, anche perchè il gioco è disponibile gratuitamente in versione completa, sotto licenza freeware, sia nell'edizione su floppy (con sottotitoli in italiano) sia nella versione originariamente distribuita su CD (sottotitoli in inglese), caratterizzata da dialoghi audio interamente doppiati.

 

Giocalo
Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Interactive Binary Illusions
Distributore: CTO
Data Rilascio: Q4 1994
Piattaforma: Amiga, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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Requisiti minimi
OS: DOS
Processore: 386
RAM: 4 MB
Scheda Video: VGA
Hard Disk: 34 MB
Supporto: 1 CD
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