Quattro persone, tre donne e un uomo. Centinaia di video da esaminare per scoprire i loro legami e segreti. Dall'autore dell'acclamato Her Story.
Questa recensione non contiene spoiler sulla trama.
Telling Lies, secondo gioco di Sam Barlow da sviluppatore indipendente dopo l’acclamato
Her Story, appare a prima vista come un
more of the same del precedente. Il giocatore ha infatti sempre a disposizione un database di video su cui investigare, ma più cospicuo, della durata totale di circa 6 ore e con filmati che possono arrivare anche a 7-8 minuti. Non più un protagonista come in Her Story, ma quattro, ai quali si aggiungono diversi comprimari, e il compito del giocatore è scoprire il loro legame e quali segreti nascondono. L’interfaccia è sempre quella del desktop di un computer, moderno stavolta, su cui si effettua la ricerca dei video nel database attraverso parole e frasi contenute nei dialoghi. Va subito detto che il sistema di riproduzione video, pur migliorato rispetto a Her Story, rimane ancora un po’ scomodo, perché i video corrispondenti alla parola o frase cercata partono dal punto in cui tale parola o frase viene detta. Per cui se il video, come capita spesso, è lungo 7-8 minuti, e la parola o frase viene pronunciata ad esempio al minuto 6.30 il video va poi rimandato indietro per vederne il resto, funzione anche questa abbastanza scomoda perché si manda indietro o avanti tenendo premuto e trascinando il cursore del mouse a sinistra e destra, senza la possibilità di andare direttamente all'inizio o in un punto qualsiasi attraverso una barra di avanzamento.
L’affinità con Her Story si esaurisce tuttavia a livello del gameplay, perché per il resto Telling Lies si rivela un gioco piuttosto diverso. Innanzitutto i video non sono più frammenti di interrogatori come in Her Story, ma dialoghi interi in videochiamata fra due o più persone e riprese con microtelecamere nascoste, in una grande varietà di ambienti, sia interni che esterni, e spalmate nell’arco temporale di oltre un anno. Trattandosi molto spesso di dialoghi fra due persone esistono due video per ogni dialogo, nei quali ciascun interlocutore parla e sta in silenzio ascoltando l’altro. Proprio le lunghe pause e stasi costituiscono uno degli aspetti più affascinanti del gioco, sia dal punto di vista investigativo, perché una volta trovato un video con un dialogo significativo, è importante sentire cosa dice l’altro interlocutore, sia da quello concettuale di gameplay. Appare infatti una scelta audace e innovativa quella di inserire video, anche lunghi, in cui sostanzialmente non accade quasi nulla, in cui l’interlocutore guarda l’altro parlare in silenzio o ad esempio dorme dopo la fine della conversazione, un’idea attraverso cui Barlow sembra riallacciarsi a certo cinema sperimentale americano degli anni Sessanta, in particolare a film di Andy Warhol come
Sleep ed
Empire.
Ma Barlow si distacca dal gioco precedente anche per quanto riguarda la trama. Se Her Story è infatti un investigativo puro, con un caso intricato pieno di circostanze eccezionali, Telling Lies ha una trama più realistica e semplice da intuire, con un unico grande mistero svelabile in poche ore, più una serie di altre piccole bugie e segreti. Va anche detto che uno dei quattro protagonisti appare in realtà secondario rispetto agli altri e quasi distaccato dalla vicenda principale. In generale poi è lo stesso lato investigativo della storia ad apparire non preminente, perché ciò su cui Barlow si concentra è un'esplorazione dell'amore umano nell'era digitale, in tutte le sue fasi, conoscenza-innamoramento-apice del sentimento-crisi-rottura, e in tutte le sue forme, genitore-figlio, coniugi, fidanzati, amanti. Da questo punto di vista il risultato è davvero magnifico e penetrante, con momenti di grande intensità emotiva e in qualche caso commoventi, grazie a una scrittura eccellente che sancisce come Barlow sia pronto per creare una serie televisiva drammatica, e all'ottima performance attoriale dei quattro protagonisti, fra i quali spicca un'eccezionale Kerry Bishé, e del resto del cast.
In conclusione con Telling Lies Barlow sceglie di avvicinarsi a un'esperienza da medium televisivo in cui l'esplorazione dei rapporti e dei sentimenti appare quasi prevalente sull'investigazione che, pur presente, risulta meno complessa di quella di Her Story.