Ti sei svegliato in un tempio da qualche parte in Asia, hai perso la memoria e devi trovare una via d'uscita. Riuscirai a superare le sfide che ti attendono?
The Fall Trilogy è l’ultima fatica della software house francese Kheops. Per chi non la conoscesse, si tratta di una società di sviluppo di videogiochi indipendente nata nel settembre del 2003. Kheops sviluppa giochi d’avventura e puzzle games e ha già rilasciato diverse avventure di discreto successo, come la loro ultima fatica
Il Ritorno all’Isola Misteriosa 2. I francesi si sono cimentati, stavolta, in un casual adventure in tre capitoli, basato principalmente sui minigames: infatti, pur se inserito nella categoria degli Hidden Objects, si differenzia notevolmente da questi in quanto gli oggetti nascosti corrispondono sempre ad un’unica tipologia e sono assolutamente fondamentali per il proseguimento del gioco: tanto per intenderci, in questo primo capitolo, almeno, non dovremo cercare fra gli oggetti nascosti topi, bilance, pipe o altri oggetti inutili al proseguimento, ma, ad esempio, un certo numero di cesti, perché uno di questi si rivelerà utile per la prosecuzione. Come per le avventure grafiche, anche questo gioco si caratterizza per la cura dei particolari e degli enigmi proposti.
Parlare di storia in un primo capitolo di una trilogia, che ha come scopo principale quello, appunto, di scoprirla, è un po’ paradossale, ma un accenno alla trama si può fare. Nel – brevissimo - filmato di apertura, dopo quella che pare essere una caduta (con tanto di urlo di terrore) appare un occhio che si apre lentamente: quando infine il personaggio riesce a vedere la realtà , passando alla prima persona per giocare, dalle sue parole capiamo che il tapino non ha la più pallida idea, non solo di dove si trova, ma anche della sua identità . Il nostro scopo sarà scoprire chi siamo, cercando nel contempo di sfuggire da questo posto. Già , il luogo. Come si può vedere dalle immagini, questo primo capitolo strizza l’occhio ad
Indiana Jones, non solo per il cappello e la frusta che saranno i nostri primi oggetti da raccogliere, ma anche per l’ambientazione in un tempio che raccoglie in sé elementi tra i più disparati, dai Maya agli Indù. Nel finale, c’è anche una piccola citazione dal film
Indiana Jones e l’ultima crociata, ma non voglio dire troppo…
La grafica, splendida e dettagliata nei minimi particolari, rende benissimo l’atmosfera misteriosa di questo tempio sperduto nella foresta. Ottimi gli ambienti 3D uniti alle fotografie. Ogni oggetto, comunque, nella ricerca maniacale della perfezione che caratterizza Kheops, è assai dettagliato, nulla viene lasciato al caso. Le immagini parlano da sole. La possibilità di esplorare a 360° ogni angolo di questo luogo affascinante ha reso l’esperienza più emozionante nonostante si tratti comunque di un casual adventure di poche ore, ahimè, di gioco. Personalmente ho scelto di “navigare” per il tempio utilizzando le frecce direzionali che appaiono a video, ma le schermate fisse, volendo, sono comunque gestibili utilizzando direttamente il mouse. Per chi non ha problemi con gli spostamenti più veloci, consiglio di provare questa possibilità di movimento, perché immerge ancora di più nella storia.
All’inizio del gioco, nel menù principale potremo scegliere i settaggi e il nostro profilo. Scegliendo l’opzione a 360°, potremo esplorare in maniera immersiva l’ambiente, utilizzando come già detto in precedenza il mouse (tenendo premuto il tasto destro per gli spostamenti) oppure le frecce della tastiera. Altrimenti, l’esplorazione avverrà utilizzando le frecce direzionali che appaiono sullo schermo, comandate dal mouse. Come più sopra accennato, l’azione inizia con il risveglio del protagonista in questo luogo misterioso. Non abbiamo idea di dove siamo, né di come ci siamo arrivati e, peggio di tutto, non sappiamo neppure
chi siamo. Immediatamente, avremo degli obiettivi da raggiungere e degli oggetti da trovare e, proseguendo nell’esplorazione, ci troveremo anche a risolvere enigmi più o meno complessi. Per certi versi,
The Fall Trilogy è quasi un punta e clicca, dato che sarà quello che dovremo fare per spostarci, esplorare e raggiungere le diverse zone, nonché risolvere i minigames. In questo casual, gli enigmi proposti non sono un “corollario” alla ricerca di oggetti, ma costituiscono il nucleo del gioco. Infatti, come già detto, la ricerca di oggetti nascosti è finalizzata strettamente alla continuazione, e non a se stessa: gli oggetti trovati dovranno essere utilizzati in altri enigmi, più complessi (anche se in un caso, trovare quello che era necessario si è rivelato, per me, abbastanza difficile). Come enigmi, oltre ai classici memory o sudoku, la ricomposizione di figure ecc., gli sviluppatori hanno inserito anche, fra gli altri, un gioco di abilità e strategia particolarmente ostico. Comunque, tranquilli, se non si riescono a trovare gli oggetti, ci sono gli hint, e, se un enigma mette a dura prova i nervi, si può skippare (personalmente, non mi vergogno a dirlo, trovo che questa sia un’idea geniale, onde evitare inutili momenti di frustrazione). Consiglio però di provarci sempre per un po’, prima di arrendersi, è decisamente più divertente! Man mano che avanzeremo nelle scoperte, cominceranno ad affiorare i ricordi. I salvataggi sono automatici all’uscita dal gioco.
L’interfaccia è semplice e molto chiara: in basso troviamo, alla nostra sinistra, nella barra, gli strumenti TASKS e MENU (i primi sono gli obiettivi che man mano dovremo raggiungere, il secondo, permette di cambiare in game i settaggi o ritornare al menù principale). Al centro della barra c’è l’inventario, dove gli oggetti che ci serviranno per la prosecuzione sono sempre disponibili e visibili e alla destra una rosa dei venti che costituisce la mappa (man mano che esploreremo i luoghi e completeremo gli obiettivi, questa ci indicherà dove siamo e se abbiamo completato l’esplorazione di un determinato ambiente, segnalandocelo con una semplice “flag” verde). Infine troviamo gli HINTS, rappresentati dall’immagine sfuocata del nostro protagonista come appare nel menù principale. Inoltre, all’inizio dell’avventura, affronteremo un tutorial che ci guiderà nell’apprendimento dei comandi e a comprendere lo scopo del gioco.
Con mia somma gioia, in
The Fall Trilogy abbiamo il doppiaggio dei commenti (oltre al protagonista, sentiremo anche, di tanto in tanto, quando i ricordi cominceranno ad affiorare, la voce della moglie e del figlio), oltre alle gradevoli musiche di accompagnamento e ai vari suoni della foresta.
Questo è un casual adventure che può entrare pienamente nel novero delle avventure grafiche, a mio parere, se non fosse per la brevità : nonostante alcune difficoltà nella risoluzione degli enigmi, infatti, tutto sommato il gioco dura poco rispetto alle avventure più convenzionali. Resta comunque uno dei migliori nel suo genere: curato, divertente, ben realizzato. Confido che anche i seguenti capitoli siano all’altezza, e devo ammettere di essere molto curiosa di vedere quali ambientazioni ci troveremo di fronte in futuro. Anche per chi non ama i casual, questa può essere un’esperienza interessante, essendo così particolare e così vicino alle avventure grafiche.