Il Doctor Who e Amy si sono "materializzati" nell'Artico, dove un gruppo di esploratori è incappato in qualcosa di davvero singolare che giaceva sotto i ghiacci da migliaia di anni: un vero e proprio esercito di robots alieni!
Non è passato nemmeno un mese dal primo episodio della serie e già ci ritroviamo ad analizzare il secondo capitolo delle avventure del
Doctor Who. Questa volta, il nostro eroe se la dovrà vedere con i Cybermen, una razza aliena robot ritrovata sepolta sotto i ghiacci secolari dell’Antartide. Come era lecito aspettarsi, anche questo nuovo nemico ha preso di mira la razza umana: i Cybermen vogliono infatti rendere schiave le persone e trasformarle a loro volta in robot.
La prima domanda che mi sono posto è se, in questo breve lasso di tempo, ci sarebbero stati miglioramenti riguardo ai difetti riscontrati nell’episodio pilota. Ebbene, devo dire che la risposta è un “nì†stiracchiatissimo. Come era logico aspettarsi, l’ambientazione è completamente cambiata: nel primo episodio avevamo la città di Londra e il mondo alieno, mentre qui troviamo i ghiacci dell’Antartide e l’astronave aliena dei Cybermen. Anche se graficamente questi ambienti sono sicuramente più originali e fantasiosi, non c’è stato un grande miglioramento. Come avevo fatto presente nella
recensione del primo episodio, anche in questo caso si nota una sensazione di vecchio e “plasticosoâ€. Qualcosa di meglio c’è, come ad esempio il cambiamento atmosferico (assente nella prima parte) o qualche struttura e texture in più, ma è davvero poca roba. D’altronde, in così poco tempo non si poteva pretendere molto di più.
L’interfaccia è rimasta praticamente invariata, perciò rimane il comodo punta e clicca affiancato ad un inutile e scomodo (ma per fortuna opzionale) controllo tramite tastiera. Qualcosa di diverso si è visto sul fronte enigmi, ma malauguratamente sono rimasti anche alcuni di quelli vecchi, ad esempio, dovete ancora una volta usare il pannello con i cavi, oppure affrontare le azioni in stile stealth (che per fortuna sono state ridotte). Un altro paio di enigmi sono già conosciuti ai più, ma per fortuna, oltre a quelli, c’è anche qualcosa di nuovo. Purtroppo, procedendo, anche questi enigmi si ripeteranno in modo sempre più difficile, quindi anche le novità ci stancheranno presto. Gli oggetti sono rimasti pochi e l’inventario, che contiene ben quattro spazi vuoti, in questa occasione non sarà mai riempito. Per compensare ciò, sono stati introdotti alcuni enigmi basati su alcune scene action che chiamano in gioco anche Amy, altrimenti troppo relegata a un ruolo marginale.
L’audio è rimasto invariato e, grazie al cielo, non ci dovremmo sorbire le bruttissime voci dei Daleks. Questa volta tutto è filato liscio, ottimo il parlato e i sottotitoli (che ricordo sono rigorosamente in lingua inglese), ottima la sigla (la stessa del telefilm) e sempre pochi, ma accettabili i suoni ambientali. È rimasta anche la ricerca delle carte bonus, un ottimo espediente per fare conoscere meglio la serie a chi ancora non conosce il telefilm e per allungare un poco la longevità . Anche questa volta le quattro orette di gioco sono assicurate.
Non ne sono rimasto sorpreso, dopo un così breve periodo non ci si poteva aspettare grosse novità e così è successo. Qualcosa si sta muovendo però nel senso giusto e se la serie saprà migliorarsi di volta in volta, ci potremo trovare tra le mani qualcosa di meglio e più interessante, speriamo in bene.