A cura di
Pietro Lietti
Amnesia: The Dark Descent è l’inquietante titolo dell’ultima fatica della
Frictional Games, casa sviluppatrice svedese nota per la saga di
Penumbra. Grazie a quella serie, i ragazzi di Helsingborg erano riusicti a farsi conoscere al grande pubblico e a raccogliere diversi consensi. Non solo per l’uso originale ed innovativo della fisica in game ma anche, e soprattutto, per la densa atmosfera di terrore capace di far sudare freddo in più di un’occasione. La questione quindi è semplice:
Amnesia sarà in grado di riprodurre lo stesso clima lugubre, malato e terrificante che è stato la fortuna e il punto di forza dei suoi precursori? Scopriamolo insieme in questa anteprima… A meno che non abbiate paura di farlo…
Avete presente quella strana sensazione che si prova quando ci risveglia nel bel mezzo di un tetro castello medievale , con un dannato mal di testa e senza ricordare nulla del proprio passato? No? Strano, comunque in
Amnesia avrete la possibilità di provarla, dato che proprio questa assurda situazione sarà l’incipit che aprirà la nostra avventura. A chiarirci le idee sarà solo un breve appunto datato 19 agosto 1839 e firmato da noi stessi. Nella nota, scritta prima di perdere completamente la memoria, scopriremo il nostro nome, Daniel, e il nostro obbiettivo: uccidere Alexander di Brennenburg. Per farlo dovremo scendere nelle profondità del castello, che, tanto per gradire, è anche infestato da mostruose entità . Questo viaggio comporterà anche un’inarrestabile discesa nelle nostre angosce più profonde, perennemente in bilico su quel sottile ponte che collega follia e ragione. Man mano che avanzeremo nella nostra avventura avremo la possibilità di ricostruire parte del nostro passato attraverso i documenti e i flashback che ci terranno compagnia nella nostra discesa verso l’inferno.
L’aspetto grafico del gioco si basa ancora sul motore denominato HPL, già utilizzato in
Penumbra, che sfrutta l’OpenGl per il comparto grafico, OpenAl per l’audio e il
Newton Game Dynamic per la fisica di gioco. In realtà , come spiegato dagli stessi sviluppatori, l’engine HPL utilizzato per Amnesia ha subito una netta evoluzione rispetto al passato, tanto da meritarsi il nuovo titolo di HPL2. I miglioramenti grafici sono evidenti, sia nella cura dei numerosi ambienti del castello, alcuni decisamente vasti, sia nei molteplici oggetti con i quali potremmo interagire. Le varie stanze del maniero sono ricche di oggetti come quadri, libri, armadi, vasi, ecc. e sarà possibile interagire con la maggior parte di questi oggetti. Alcuni potranno essere raccolti e, se volete dar sfogo alla vostra brutalità o semplicemente testare il motore fisco, potrete anche scagliarli in aria. In questo caso, a seconda delle loro caratteristiche, gli oggetti si comporteranno in modo diverso. Particolare cura è stata riservata alla qualità dell’illuminazione e delle ombre, anche perché gli effetti di luce e buio sono elementi fondamentali per un gioco di questo tipo.

Come nei suoi predecessori la visuale è in soggettiva, con la possibilità di muoversi liberamente (come un FPS per capirci) usando la tastiera per gli spostamenti di base e il mouse per ruotare lo sguardo a 360°. Sempre utilizzando la tastiera potremmo abbassarci, correre, saltare o accendere la nostra lampada ad olio. Il mouse sarà utile per raccogliere gli oggetti (tenendo premuto il tasto sinistro), oppure per lanciarli (utilizzando il tasto destro). Se poi abbiamo qualcosa in mano e scrolliamo il mouse rilasciando, al momento opportuno, il tasto sinistro, è anche possibile direzionare il lancio. Con il tasto TAB accederemo al nostro inventario, dove saranno visibili i (pochi) oggetti raccolti e le pozioni per risanare la salute fisica e la stabilità mentale. Alla destra dell’inventario saranno presenti tre icone: la prima in alto segnalerà il numero di
tinderbox (degli antichi accendini) utili per accendere candele e torce sparse per il castello, la seconda indicherà il livello d’olio della nostra lampada e l’ultima, invece, ci permetterà di accedere al nostro diario. Quest’ultimo, oltre a contenere i documenti che raccoglieremo, ci indicherà i nostri obbiettivi immediati, una trovata sicuramente molto utile che elimina la spiacevole sensazione del tipo: “ E mo che faccio?†Al lato sinistro dell’inventario saranno presenti altre due icone, una relativa alla salute fisica e una alla stabilità mentale. Purtroppo non sarà possibile salvare a nostro piacimento, il savegame avverrà difatti automaticamente quando usciremo dal gioco.

Il comparto audio è un aspetto sicuramente fondamentale per un videogame che fa dell’atmosfera il suo punto di forza, e i Frictional Games lo sanno benissimo. Le musiche scandiranno in modo perfetto la nostra avventura e sapranno tacere nei momenti giusti. In alcune stanze del castello, dove la situazione sarà più serena, l’accompagnamento musicale sarà tranquillo mentre nei momenti più convulsi la musica sarà incalzante e disturbante aumentando il livello di tensione. La vera maestria sta però nello zittire la musica nei momenti più opportuni. Quando ci troveremo difatti nelle oscurità delle cantine o nelle stanze più spaventose del castello, la colonna sonora sarà dominata dal rumore dei nostri passi, dagli scricchioli dei vecchi muri e dal forte vento che imperversa fuori dal castello. Il doppiaggio, nella versione testata in inglese, è limitato alle voci fuori campo, che avremo modo di apprezzare nella lettura di alcuni documenti e durante i flashback. La recitazione si assesta su buoni livelli ma ovviamente le parti doppiate saranno veramente poche dato che il nostro sarà un viaggio in solitaria. Ottimi anche gli effetti sonori, dalle urla agghiaccianti in lontananza al cigolio delle porte, che risulteranno indispensabili per generare la giusta atmosfera.

Riguardo agli enigmi, va messo in chiaro fin da subito una cosa. In
Amnesia difficilmente troveremo dei puzzle di stampo classico, in questo primo scorcio dell’avventura ne ho incontrati giusto un paio che potrebbero avvicinarsi a tale definizione. In questo caso, più che all’ingegno, dovremo far affidamento all’intuito e al nostro sangue freddo, per nasconderci da un mostro e poi raggirarlo oppure per superare un passaggio bloccato o inaccessibile sfruttando il motore fisico del gioco. Ad ogni modo, le situazioni che ci troveremo ad affrontare sono tutte ben inserite nella trama senza apparire troppo assurde o fuori luogo. La maggior parte del tempo la passeremo a vagare per le numerose e inquietanti stanze del castello, alla ricerca di determinati oggetti il cui uso resterà comunque facilmente intuibile. I mostri che infestano il castello, ad dir la verità poco numerosi, non potranno essere affrontati a viso aperto dato che non avremo armi a disposizione; l’unico modo per salvarci la pelle sarà quello di sfruttare le zone al buio per nasconderci e, se non ne avremo altra scelta, ricorrere al buon vecchio metodo di darcela a gambe levate. Dovremo prestare attenzione anche ai livelli di salute fisica e di stabilità mentale. Il primo calerà solo se riceveremo dei colpi dai mostri mentre il secondo sarà più difficile da gestire. Ogniqualvolta ci troveremo in situazioni critiche o rimarremo per troppo tempo al buio, il livello di squilibrio mentale comincerà a salire, di conseguenza la vista diventerà sempre più offuscata rendendo meno gestibile il nostro alter-ego virtuale. Il livello di sanità mentale potrà essere recuperato risolvendo degli enigmi chiave oppure utilizzando le apposite pozioni.

Già da questa versione preview del gioco appare chiaro che
Amnesia: The Dark Descent sarà un gioco molto particolare, che, come i suoi predecessori, baserà il suo massimo potenziale nel coinvolgimento emotivo del videogiocatore. Se le premesse verranno rispettate, in
Amnesia non ci sarà nessun enigma troppo cervellotico e nessuna orda di mostri da uccidere a colpi di bazooka, giacché i veri protagonisti di questo gioco saranno la paura e la tensione. Se avete amato
Penumbra e le emozioni forti sono il vostro pane, cominciate a mettere da parte i soldini. Vi avverto però: viste le premesse, una volta entrati nel mondo di
Amnesia non dormirete più sonni tranquilli...