I polacchi della
City Interactive hanno da poco rilasciato una versione preview di
Art of Murder – La Crudele Arte Dell'Omicidio (la versione a noi pervenuta – grazie a
Leader - è interamente in italiano), titolo investigativo che ci mette nei panni di una giovane agente dell’FBI, tale Nicole Bonnet, alle prese con un caso di omicidi seriali: i delitti, misteriosi quanto macabri, sono caratterizzati dall’asportazione del cuore delle vittime per mezzo di una strana arma rituale. È bene dire da subito che risulta assai arduo azzardare conclusioni sul prodotto finale avendo fra le mani solo un (brevissimo) frammento del gioco, anche perché ci troviamo di fronte ad una trama di stampo prettamente investigativo che va giudicata nel suo insieme. Ciononostante, nessuno ci vieta di dare un’occhiata a questa preview e considerare quel poco che c’è (non più di 20 minuti di gioco).

Dopo aver assistito alla bella introduzione, in cui Nicole scorgerà con orrore l’uccisione di un suo collega ad opera di un ignoto assassino, ci ritroveremo sul luogo del delitto - una vecchia casa diroccata – qualche tempo dopo l’avvenuto. Visitando la scena del crimine, circondata dai nastri gialli dell’FBI, partiamo alla ricerca di… non si sa bene cosa, la quale presto ci porterà alla scoperta di un messaggio lasciato da Nick, il nostro partner, relativo al ritrovamento di un oggetto personale appartenuto al poliziotto assassinato.
Durante la perlustrazione, ci accorgiamo di come
Art of Murder appaia piuttosto convincente dal punto di vista grafico: molto buone le locazioni e discreti i modelli poligonali (il gioco è realizzato in 2,5D utilizzando l’
engine gratuito
Wintermute). A quel punto, è inevitabile il
deja vu: sia le atmosfere tetre che l’aspetto generale della protagonista ricordano fin troppo l’apprezzato
Still Life. Per fortuna, la sensazione dovrebbe sparire giocando alla versione completa, essendo previste un buon numero di ambientazioni esotiche che probabilmente faranno dimenticare le somiglianze; l’inesperta e silenziosa Nicole, inoltre, sembra non avere granchè in comune con l’irruente Victoria McPherson.
L’interfaccia è molto classica, con inventario in basso allo schermo. E’ anche possibile far correre la nostra eroina cliccando due volte col mouse. In basso a destra, è presente un’icona che fa accedere ad un PDA del tutto inservibile nella demo, ma che nel gioco completo potrà essere utile per leggere un breve riepilogo degli indizi e per adoperare il telefono integrato. Accanto ad essa, fa capolino una delle semplificazioni adottate dai programmatori: cliccando sulla lente, infatti, appariranno sullo schermo i pochissimi
hotspot presenti (occhio a non abusarne!). Qualche accenno al sonoro: le voci (tutte in italiano) sembrano tranquillamente nella media, e la musica di commento che si ascolta è dark e inquietante quanto basta. Sul fronte enigmi, è ragionevole tracciare un parziale bilancio. I puzzle presenti (davvero pochi), ad essere sinceri, non sembrano eccezionali: Nicole setaccia le locazioni senza avere ben in mente il suo reale obiettivo, raccogliendo oggetti apparentemente superflui all’indagine (giustificandosi con il classico “Potrebbe servirmiâ€) fin quando il gioco non si deciderà a darci qualche indizio.
SPOILER ALERT!
Lascia anche un po’ infastiditi l’enigma centrale, che consiste nell’attaccare un’etichetta diversa ad una bottiglia di superalcolico (
dove l’ho già vista, questa?): Nicole dovrà immergere interamente la bottiglia in un lavandino e ostruirlo con un apposito tappo. Solo allora l’etichetta si sfilerà sotto i nostri occhi: un po’ macchinoso.
FINE SPOILER
Parlando in generale,
Art of Murder ha tutto l’aspetto del tipico prodotto medio, adatto soprattutto agli avventurieri ‘di bocca buona’. E’ decisamente presto però per dire l’ultima parola, poiché, come già accennato, in un’avventura
mystery è la sceneggiatura il vero cuore del gioco. Si spera solo che questa volta l’assassino venga svelato prima dei titoli di coda…
Anteprima realizzata da Cristiano "Gnupick" Caliendo