Un consiglio: giocate in soggettiva. Ottima la grafica e il sonoro, la musica di sottofondo spesso non c'è quella che c'è è carina, nel complesso non mi ha esaltato.
Rigiocando questo Myst pardon uru-agea behond myst, devo aggiungere che, a dispetto di ciò che sembra e che ho già scritto, è in realtà un capolavoro, aumento di brutto il voto. È come un dipinto che ti entra nell’intimo, solo dopo un po’ e ogni giorno che passa lo senti più tuo, è una retrospettiva del tuo io. Capolavoro
Certo non e' un Myst!
Gia' il fatto che si gioca con tastiera e mouse lo rende diverso, ma non è male.
L'ho rigiocato da poco e mi sono divertito.
Impegnativi pero' i salti e gli spostamenti degli oggetti per chi e' abituato ai punta e clicca.
Lo consiglio,tanto per provare un antenato dei giochi attuali!
Non ci siamo proprio. Essendo cresciuto a pane e Myst, tutto avrei pensato meno che Rand Miller avesse fatto un tale passo falso. Mi spiego. Uru, per sua concezione, è un gioco fatto per innovare. L'idea di sviluppare un'avventura grafica che permettesse di collaborare con altri utenti online era un azzardo che poteva rivelarsi molto prolifico (anche se personalmente non salutai la cosa in maniera troppo entusiastica, assuefatto come sono ad avventure solitarie e in soggettiva). In pratica Uru aveva ragione di esistere in quanto gioco online. Forse è stato proprio per questo che la modalità singola, almeno a mio parere, è stata sviluppata in maniera abbastanza asettica.
Voglio dire:
SPOILER
l'obiettivo ultimo dei viaggi attraverso le ere di Uru è unicamente trovare tutte le "mani" riducendo di parecchio l'attenzione all'ambientazione, agli enigmi, ai macchinari e all'atmosfera che, avendo adottato un motore in vero 3D, per forza di cose risulta meno dettagliata e quindi meno immersiva
SPOILER
Da appassionato di Myst non posso non muovere un appunto sulla scelta di rendere questo gioco molto più "in 3a persona" che non in soggettiva. Da sempre la caratteristica della serie di Myst è l'immersività garantita dalla visuale soggettiva, dalla solitudine, dallo strepitoso sonoro (la stanza girevole all'inizio di Riven mi fa ancora accapponare la pelle) mentre con questo capitolo hanno reso l'esperienza molto più "distaccata".
In definitiva non è tutto da buttare: la grafica è comunque molto bella, il sonoro idem, le ambientazioni sono come sempre evocative anche se perdono di fascino rispetto agli altri capitoli e gli enigmi (almeno per me) sono sempre e comunque fattibili.
E' un'ottima avventura per chi non ha mai sentito parlare di Myst, mentre per chi l'ha giocato consiglierei di tenersi alla larga a meno di non essere in grado di sopportare un'enorme delusione.