Police Quest: saga straordinaria, forse un po' bistrattata, rispetto ad altre serie "quest" più blasonate, come King's quest o Space Quest.
Apprezzabile è di certo il fatto che, essendo ambientata ai giorni nostri e trattando di temi piuttosto maturi (non era frequente, nel 1987, trovare un videogioco che, senza banalizzazioni, parlasse di tossicodipendenza, criminalità , prostituzione), si costringe a una certa serietà che rende il gioco pienamente godibile a un pubblico adulto e di adolescenti dotati di senso critico.
Come già evidenziato nella recensione, le dinamiche di gioco peccano di una certa macchinosità , dovuta alla necessità di rispettare le procedure di Polizia. Questo probabilmente tende ad allontanare un certo pubblico più giovane e meno riflessivo, che da un gioco con la parola "polizia" nel titolo si aspettava di impersonare un omino vestito di blu che insegue auto a folli velocità e spara a omini vestiti di nero col passamontagna in testa, mentre nel gioco vero il grilletto non lo si preme praticamente mai. Personalmente non ho sofferto troppo queste dinamiche - giusto un filo troppo rigide, ma poco poco.
Forse una pecca che ho rilevato, ma del resto era difficile fare di più all'epoca in cui il gioco è stato realizzato, è data dalla dinamica temporale: in UN SOLO GIORNO il protagonista passa dal multare automobiliste indisciplinate che passano col rosso all'infiltrarsi nei massimi vertici di una organizzazione criminale e sgominare un massiccio traffico di droga. Un po' troppo veloce, come carriera!
La cosa non deve essere passata inosservata agli sviluppatori, che nei giochi successivi hanno previsto quantomeno lo sviluppo su più giorni della narrazione. Ma questa è un'altra storia...