«Io fossi in te andrei a dare un'occhiata ai tuoi uomini dentro l'avamposto, prima di fare minacce di cui potresti pentirti...» disse Erithar, facendo poi rifulgere le sue mani e i suoi occhi di innaturale luce blu per meglio spaventare i suoi nemici.
«... Però oggi mi sento magnanimo, e se scomparirai dalla mia vista prima di subito, ti risparmierò quella lurida pellaccia da mercenario che ti ritrovi»
L'ufficiale esitò per un istante, poi disse qualcosa ai suoi uomini nella sua lingua, e tutti si dileguarono rapidamente. Erithar sentì nuovamente la morsa del Signore della Coda che si allentava, anche se lo sforzo che aveva fatto nell'avamposto l'aveva resa estremamente opprimente.
Dopodiché, grazie alla sua forza innaturale, afferrò con ambo le mani le sbarre che componevano la gabbia della viverna e le distrusse; l'essere emise un verso acuto e spaventoso e fece per avventarsi sull'Alchimista, che già si era posto in posizione difensiva.
«Hixakart, fo'nulag!» urlò Zarag, e la bestia si fermò.
«Perdona la mia creatura Alchimista, non è molto abituata agli estranei. Comunque sia, ora che l'hai liberata, posso portarti ovunque desideri. Dove vorresti andare?»
«Alla Fratellanza della Fiamma Eterna, e il più rapidamente possibile» rispose Erithar con un sibilo, «Dovremo arrivare vicino alla foresta di Llewendor, dove vivono gli uomini-gatto»
«Va bene, mi indicherai tu la direzione e come preferisci agire»
Erithar riflettè; ci sarebbero voluti un paio di giorni per arrivare, restava da capire se Alandor e Shalyna attendevano il suo arrivo; in tal caso forse sarebbe stato meglio farsi lasciare da Zarag più distante da dove si trovava la Fratellanza, anche se valutò che anche un atterraggio a sorpresa in groppa ad una viverna avrebbe potuto fornirgli un vantaggio tattico non indifferente, e inoltre probabilmente nessuno dei suoi due bersagli sospettava che egli fosse ancora vivo...
«... Però oggi mi sento magnanimo, e se scomparirai dalla mia vista prima di subito, ti risparmierò quella lurida pellaccia da mercenario che ti ritrovi»
L'ufficiale esitò per un istante, poi disse qualcosa ai suoi uomini nella sua lingua, e tutti si dileguarono rapidamente. Erithar sentì nuovamente la morsa del Signore della Coda che si allentava, anche se lo sforzo che aveva fatto nell'avamposto l'aveva resa estremamente opprimente.
Dopodiché, grazie alla sua forza innaturale, afferrò con ambo le mani le sbarre che componevano la gabbia della viverna e le distrusse; l'essere emise un verso acuto e spaventoso e fece per avventarsi sull'Alchimista, che già si era posto in posizione difensiva.
«Hixakart, fo'nulag!» urlò Zarag, e la bestia si fermò.
«Perdona la mia creatura Alchimista, non è molto abituata agli estranei. Comunque sia, ora che l'hai liberata, posso portarti ovunque desideri. Dove vorresti andare?»
«Alla Fratellanza della Fiamma Eterna, e il più rapidamente possibile» rispose Erithar con un sibilo, «Dovremo arrivare vicino alla foresta di Llewendor, dove vivono gli uomini-gatto»
«Va bene, mi indicherai tu la direzione e come preferisci agire»
Erithar riflettè; ci sarebbero voluti un paio di giorni per arrivare, restava da capire se Alandor e Shalyna attendevano il suo arrivo; in tal caso forse sarebbe stato meglio farsi lasciare da Zarag più distante da dove si trovava la Fratellanza, anche se valutò che anche un atterraggio a sorpresa in groppa ad una viverna avrebbe potuto fornirgli un vantaggio tattico non indifferente, e inoltre probabilmente nessuno dei suoi due bersagli sospettava che egli fosse ancora vivo...