La Vendetta di Erithar: Mossa 28
Inviato: sabato 26 dicembre 2009, 14:23
«Questi mercenari del Dragone devono essere veramente temibili, se sono stati in grado di catturare un orco e una creatura pericolosa come una viverna» disse distrattamente Erithar, cercando di portare l'attenzione dell'oste su quell'argomento.
«Potete ben dirlo. Si dice che siano venuti dal mare occidentale non molto tempo fa, e che abbiano già sottomesso i grandi regni di Sterval e di Malawen-Dar. Corhas resiste ancora, ma molti dicono che è solo questione di tempo. Sono dei combattenti molto capaci, portano delle strane armature con delle maschere inquietanti e lame esotiche. Il loro comandante viene chiamato Varsak qui sull'isola, ma il suo vero nome è Aymase, o almeno credo si pronunci così. L'ho sentito menzionare dai mercenari un paio di volte, si dice che sia uno dei più grandi spadaccini mai vissuti, tuttavia si trova ben lontano da qui. Nel villaggio c'è un capitano del Dragone Imperiale che si occupa di amministrarci, di quando in quando viene a bere qualcosa qui. Forse se cercherete nella calca lo troverete, altrimenti lo potrete vedere in giro durante il giorno. Il resto del tempo lo passa nella fortificazione di cui vi ho parlato»
Negli occhi di Erithar vi fu uno strano scintillio, poi domandò all'uomo: «E come vi trattano qui nel villaggio?»
L'oste assunse uno sguardo incerto, esitò, poi disse: «E' una domanda pericolosa signore, vi consiglio di darvi un'occhiata intorno domani per farvi un'idea. Alcuni sono felici che un potere forte ci difenda dagli orchi della Coda di Yvel, altri pensano che la libertà valga di più...
Non ho altro da dirvi al riguardo, spero mi scuserete»
«Non temete, non è un problema»
Quelle informazioni erano interessanti, Erithar valutò se compiere un ultimo sforzo prima di andare a dormire e cercare nella locanda questo capitano per convincerlo, con le buone o le cattive, a farlo accedere nella fortezza, se riposare e pensare l'indomani al da farsi. L'oste non sembrava più molto propenso a parlare dopo quella domanda, per cui era meglio non disturbarlo ulteriormente.
«Potete ben dirlo. Si dice che siano venuti dal mare occidentale non molto tempo fa, e che abbiano già sottomesso i grandi regni di Sterval e di Malawen-Dar. Corhas resiste ancora, ma molti dicono che è solo questione di tempo. Sono dei combattenti molto capaci, portano delle strane armature con delle maschere inquietanti e lame esotiche. Il loro comandante viene chiamato Varsak qui sull'isola, ma il suo vero nome è Aymase, o almeno credo si pronunci così. L'ho sentito menzionare dai mercenari un paio di volte, si dice che sia uno dei più grandi spadaccini mai vissuti, tuttavia si trova ben lontano da qui. Nel villaggio c'è un capitano del Dragone Imperiale che si occupa di amministrarci, di quando in quando viene a bere qualcosa qui. Forse se cercherete nella calca lo troverete, altrimenti lo potrete vedere in giro durante il giorno. Il resto del tempo lo passa nella fortificazione di cui vi ho parlato»
Negli occhi di Erithar vi fu uno strano scintillio, poi domandò all'uomo: «E come vi trattano qui nel villaggio?»
L'oste assunse uno sguardo incerto, esitò, poi disse: «E' una domanda pericolosa signore, vi consiglio di darvi un'occhiata intorno domani per farvi un'idea. Alcuni sono felici che un potere forte ci difenda dagli orchi della Coda di Yvel, altri pensano che la libertà valga di più...
Non ho altro da dirvi al riguardo, spero mi scuserete»
«Non temete, non è un problema»
Quelle informazioni erano interessanti, Erithar valutò se compiere un ultimo sforzo prima di andare a dormire e cercare nella locanda questo capitano per convincerlo, con le buone o le cattive, a farlo accedere nella fortezza, se riposare e pensare l'indomani al da farsi. L'oste non sembrava più molto propenso a parlare dopo quella domanda, per cui era meglio non disturbarlo ulteriormente.