Le due ampolle esplosive si schiantarono contro Erithar, che venne avvolto da una violenta espolosione. La caverna tremò, il ponte parve quasi sul punto di cedere, tuttavia non accadde... e l'Alchimista Nero emerse illeso da quella terribile deflagrazione, camminando inesorabilmente verso il suo avversario.
«Come... Come è possibile?! Non può essere... NON PUO' ESSERE!»
Il maestro lanciò un'altra pozione contro Erithar, ma ancora non sortì alcun effetto. Alfine, l'Alchimista giunse alla portata del suo maestro e lo afferrò per il collo, per poi spostarlo verso il baratro.
«Ti darò poco tempo per dirmi i nomi dei traditori, dopodiché ti lascerò, e avrai tutto il tempo di raccomandare la tua anima alla Fiamma Eterna prima di toccare il fondo di questo precipizio»
«Va bene, va bene. Parlerò!»
«Avanti allora!» lo esortò Erithar con ferocia.
«Il più giovane di noi, Alandor, e Shalyna, loro assieme a me hanno deciso di distruggere gli altri tre maestri per prendere il potere...»
«Il Bordone, chi ce l'ha?»
«L'ho affidato ad uno dei miei servi per consegnarlo ad Alandor, a quest'ora l'avrà già ricevuto, e la tua amata Fratellanza sarà già stata distrutta. Con me hai avuto gioco facile, Erithar Daen, ma lui ora ha il bastone, e nemmeno coi tuoi nuovi potevi potrai batterlo...»
«Questo è quello che vedremo. Per adesso è giunta l'ora di decidere la tua sorte...»
«Avevi detto che non mi avresti ucciso se avessi parlato!» protestò il Maestro.
«Ho detto solo che non ti avrei lasciato cadere...» rispose Erithar con un ghigno.
Vagliò le opzioni per uccidere quel verme: poteva gettarlo nel baratro, frantumargli il collo con la forza che aveva acquisito, o distruggerlo con uno dei suoi nuovi poteri, o con le sue stesse pozioni.
Forse avrebbe dovuto risparmiarlo...
No, perché mai? Lui doveva, voleva vendicarsi. Non lo avrebbe lasciato vivere!
«Come... Come è possibile?! Non può essere... NON PUO' ESSERE!»
Il maestro lanciò un'altra pozione contro Erithar, ma ancora non sortì alcun effetto. Alfine, l'Alchimista giunse alla portata del suo maestro e lo afferrò per il collo, per poi spostarlo verso il baratro.
«Ti darò poco tempo per dirmi i nomi dei traditori, dopodiché ti lascerò, e avrai tutto il tempo di raccomandare la tua anima alla Fiamma Eterna prima di toccare il fondo di questo precipizio»
«Va bene, va bene. Parlerò!»
«Avanti allora!» lo esortò Erithar con ferocia.
«Il più giovane di noi, Alandor, e Shalyna, loro assieme a me hanno deciso di distruggere gli altri tre maestri per prendere il potere...»
«Il Bordone, chi ce l'ha?»
«L'ho affidato ad uno dei miei servi per consegnarlo ad Alandor, a quest'ora l'avrà già ricevuto, e la tua amata Fratellanza sarà già stata distrutta. Con me hai avuto gioco facile, Erithar Daen, ma lui ora ha il bastone, e nemmeno coi tuoi nuovi potevi potrai batterlo...»
«Questo è quello che vedremo. Per adesso è giunta l'ora di decidere la tua sorte...»
«Avevi detto che non mi avresti ucciso se avessi parlato!» protestò il Maestro.
«Ho detto solo che non ti avrei lasciato cadere...» rispose Erithar con un ghigno.
Vagliò le opzioni per uccidere quel verme: poteva gettarlo nel baratro, frantumargli il collo con la forza che aveva acquisito, o distruggerlo con uno dei suoi nuovi poteri, o con le sue stesse pozioni.
Forse avrebbe dovuto risparmiarlo...
No, perché mai? Lui doveva, voleva vendicarsi. Non lo avrebbe lasciato vivere!