Per quanto fosse seccante ammetterlo, Erithar dovette constatare di essere abbastanza stanco. Il viaggio era stato lungo, e trattare con imbecilli, maghi e Paladini lo aveva decisamente spossato. Così decise di coricarsi e di attendere sera per sistemare i conti con il seccatore di Rhouwen. Tanto oramai sapeva abbastanza di Zander da poterlo trovare, e un giorno in più di vantaggio non lo avrebbe salvato dal suo destino inevitabile.
Lentamente, gli occhi gli si chiusero, e su di lui cadde l'oscurità di un sonno privo di sogni...
Fino a quando un leggero rumore metallico non colpì il suo udito.
Messo all'erta da quel piccolo rumore, l'Alchimista si alzò immediatamente: il sole doveva essere tramontato da non molto tempo, e c'era qualcuno che stava armeggiando con la serratura della sua camera. Chiunque fosse, presto avrebbe raccomandato l'anima a Rhouwen o a qualunque altro dio avesse preferito. Toccò il pugnale, che non toglieva mai dalla cinta, mentre la sua mente elaborava pensieri a folle velocità per prendere una decisione. Aveva tre modi per risolvere il problema: quello pacifico, sebbene non fosse molto di suo gradimento, quello violento, che consisteva nel nascondersi dietro la porta e aspettare che lo sprovveduto (o gli sprovveduti, se erano più di uno) entrasse per poi infilargli diversi pollici d'acciaio nella schiena, o quello spettacolare, che gli pareva il più allettante; mettere mano ad un paio di pozioni presenti nel suo zaino e dare inizio ai fuochi d'artificio.
Lentamente, gli occhi gli si chiusero, e su di lui cadde l'oscurità di un sonno privo di sogni...
Fino a quando un leggero rumore metallico non colpì il suo udito.
Messo all'erta da quel piccolo rumore, l'Alchimista si alzò immediatamente: il sole doveva essere tramontato da non molto tempo, e c'era qualcuno che stava armeggiando con la serratura della sua camera. Chiunque fosse, presto avrebbe raccomandato l'anima a Rhouwen o a qualunque altro dio avesse preferito. Toccò il pugnale, che non toglieva mai dalla cinta, mentre la sua mente elaborava pensieri a folle velocità per prendere una decisione. Aveva tre modi per risolvere il problema: quello pacifico, sebbene non fosse molto di suo gradimento, quello violento, che consisteva nel nascondersi dietro la porta e aspettare che lo sprovveduto (o gli sprovveduti, se erano più di uno) entrasse per poi infilargli diversi pollici d'acciaio nella schiena, o quello spettacolare, che gli pareva il più allettante; mettere mano ad un paio di pozioni presenti nel suo zaino e dare inizio ai fuochi d'artificio.