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La Vendetta di Erithar: Epilogo

Forum dedicato al ciclo di Ma-Kanos.

Moderatore: Sorasil

La Vendetta di Erithar: Epilogo

Messaggioda Sorasil il giovedì 21 marzo 2013, 3:12

Noran non parve impressionato dalle parole dell’Alchimista Nero, e fissandolo con sguardo determinato gli rispose: «Fa del tuo peggio, figlio di Arenvos. Io ti ho avvertito, è stato predetto che sia così, questo non può cambiare»
Ma udendo quelle parole Erithar improvvisamente ricordò: i sogni che aveva fatto, quella scogliera, quel momento... per qualche istante rimase assorto a udire le onde che si rifrangevano sulla terraferma, anche se da qualche parte, in lontananza, qualcuno ancora combatteva per la propria vita, per i propri fini, o per un bene superiore.
«Ti inganni, Alchimista Bianco» disse poi con tono amaro «Io ho già visto tutto questo nei miei sogni, e nulla di ciò che dici è certo e stabilito. Ma ora vedo bene di essere stato una pedina nelle mani del Signore della Coda di Yvel. Egli mi stava usando, stava usando il mio odio cieco scaturito dal tradimento subìto per ottenere il Bordone» sul suo volto apparve un breve ghigno, poi continuò: «Devo ammettere che è stato molto bravo... Mi ha concesso grandi poteri, che non ho esitato ad usare per ottenere la mia vendetta, e così sono diventato suo schiavo. Ma ho ancora la libertà di scegliere, dopo tutto, e fra il consegnare il Bordone a lui e il distruggerlo, scelgo volentieri la seconda»
Noran accennò un sorriso, ma l’Alchimista Nero lo fissò impassibile.
«Non compiacerti della mia decisione, Noran Saidwor. Non lo faccio perché la tua tanto decantata Luce mi ha illuminato, o perché scoprire di essere il figlio bastardo di un lurido Alchimista Bianco abbia cambiato qualcosa in me. Io non ho un padre, nè una madre, non li ho mai avuti. Sono un figlio della Fiamma Eterna, ed è da essa che tornerò per riparare ai danni che sono stati fatti ai miei fratelli. Non scelgo di seguire la Luce, non lo sceglierò mai, continuerò a uccidere, bruciare e distruggere, perciò non compiacertene»
Ma il sorriso non scomparve dal volto dell’uomo.
«Ci sono molte cose che non sai degli Alchimisti Bianchi, Erithar Daen. A differenza di voi, noi studiamo le ideologie che sono alla base del vostro Credo Alchemico, e le rispettiamo. Non cerchiamo mai di distruggervi, ma solo di limitarvi. Non vi priviamo mai della libertà di seguire la vostra strada, perché crediamo che tutto, prima poi o poi, tornerà alla Luce»
Erithar gli rispose con un riso beffardo: «Credi ciò che vuoi. Addio Alchimista, buona morte»
Ma mentre stava per andarsene, ad un tratto un’enorme turbine di energia azzurra apparve nel cielo, nel quale si aprì uno squarcio nero come la notte, da cui fuoriuscivano fulmini che oscuravano tutto.
«ERITHAR DAEN! HAI ACCONSENTITO AD AVERE IL MIO POTERE, E FACENDO CIO’ SEI DIVENUTO MIO SCHIAVO. HAI UN OBBLIGO DA MANTENERE, E SE NON POSSO AVERE CIO’ CHE VOGLIO, ALLORA SARA’ TE CHE AVRO’!»
Poi, un’enorme raggio fuoriuscì dallo squarcio nel cielo ed investì Erithar; il dolore era lancinante, ed egli urlava tremendamente mentre l’energia magica lo consumava fra atroci tormenti.
«No! Tu non lo avrai!» urlò Noran contro quell’assordante frastuono, e si lanciò fra l’Alchimista Nero ed il raggio magico, resistendo a stento grazie al potere del bastone.
«IL BORDONE! DAMMELO!» tuonò la voce.
«Non lo avrai mai, Signore della Coda!»
Poi, con le forze residue, Noran si voltò.
«Scappa Erithar! Scappa!»
Ancora stravolto da quel terribile potere che gli aveva attraversato il corpo, Erithar fuggì via arrancando.
«Na’meth, Rhouwen ech’math!»
Era la voce di Noran. Erithar si voltò, e vide l’Alchimista Bianco esplodere in un lampo di luce.
«NO! NOOOO!» tuonò la voce. Per un momento la luce divenne accecante, poi la terra tremò. Il cielo si richiuse lentamente, mentre parte della scogliere crollava disastrosamente nel mare.
Erithar riprese i sensi ad una certa distanza da lì, tutto ciò che vide prima di andarsene fu un gruppo di persone che raggiungeva il punto dove Noran era stato fino a pochi momenti prima, e fra questi un ragazzo lo chiamava con voce disperata.
“Addio, Alchimista Bianco. Eri un uomo di valore, come anche mio padre doveva essere”, pensò, mentre si lasciava alle spalle la sua vendetta, i suoi poteri e il suo passato.
Sorasil
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Re: La Vendetta di Erithar: Epilogo

Messaggioda Sorasil il giovedì 21 marzo 2013, 3:12

Non molto lontano dalla scogliera vi era stata una grande battaglia. A terra giacevano moltissimi uomini-gatto di Llewendor, che parevano essere stati straziati da degli orribili abomini alati, probabilmente creati dai poteri del Bordone, anch’essi rimasti uccisi nello scontro.
Erithar stava cercando di allontanatsi da quella carneficina il più in fretta possibile, quando appoggiato ad una roccia scorse una figura che non aveva niente a che vedere con le altre; era Zarag, che seduto con la schiena appoggiata alla formazione rocciosa si reggeva lo stomaco da cui perdeva copiosamente sangue. L’orco era pieno di ferite, perlopiù sembravano essere morsi e graffi molto profondi, tossiva violentemente e non pareva essere in buone condizioni.
L’Alchimista Nero decise di avvicinarsi; vedendolo, Zarag sorrise, mentre alcuni violenti colpi di tosse gli scuotevano il corpo.
«Guarda guarda... Chi si vede» disse con una risata rauca «E io che pensavo fossi morto nella caduta»
«E io pensavo altrettanto di te, bestia» gli rispose l’altro, inginocchiandosi.
Per qualche istante, i due non si dissero niente, poi fu Zarag a parlare.
«Ti sei perso... Una bella battaglia, Alchimista... I maledetti uomini-gatto hanno ammazzato il mio Hixakart... Avrei voluto sbudellarli con le mie mani... ma un umano fra di loro mi ha convinto che si trattava di un errore, un ragazzo...» tossì ancora, prima di proseguire
«Mi hanno detto che stavano combattendo... per salvare la loro terra... da un Alchimista che voleva fare qualcosa di orribile... e che aveva dei mostri che lo difendevano... Noi orchi non abbiamo mai bisogno di difendere le nostre terre, nessuno è così forte da poterle minacciare» rise ancora raucamente, e tossì «Ma chissà perché... mi sono chiesto cosa avrei fatto, al posto loro... se un giorno uno schifoso Alchimista come te avesse distrutto il mio clan con una stregoneria... e poi non potevo resistere ad una tale sfida, eheh...»
«Non ti è convenuto molto combattere per loro. Ormai non ti rimane molto da vivere» gli disse freddamente Erithar.
«No, suppongo di no...» rispose laconico Zarag, tossendo ancora.
«E tu, cosa c’entri tu in tutto questo, eh?...» rise di nuovo. «No, non voglio saperlo. Ho giurato di portarti dove volevi, e l’ho fatto. Ho seguito il mio istinto nel seguirti, e non me ne pento, anche se ora sto per morire. Se muoio vuol dire che così doveva essere, e che cosa hai mai combinato lassù...» dicendo così indicò la scogliera con un cenno «...me lo diranno gli spiriti quando tra poco li raggiungerò. Ho vissuto bene e combattuto bene. E anche Hixakart. Non mi posso lamentare» poi aggiunse, osservando l’umano con sguardo divertito, «E tu ti puoi lamentare, Alchimista?»
«No» rispose secco Erithar «E anche se volessi, non servirebbe molto a questo punto»
«No» disse Zarag, la cui tosse era intervallata da brevi risate. «No... »
Poi lo sguardo dell’orco si fece vacuò, e non rise più, e nemmeno tossì.
Erithar gli chiuse lentamente gli occhi. «Addio Zarag. Grazie» mormorò poi, incamminandosi lentamente verso la propria destinazione.
Sorasil
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Re: La Vendetta di Erithar: Epilogo

Messaggioda Sorasil il giovedì 21 marzo 2013, 3:13

Le oscure sale della Fratellanza rilucevano solo di fiamme innaturali, di colore azzurro chiaro. Nei lunghi corridoi, individui ammantati di nero si affannavano a ricostruire ciò che era stato distrutto, altri creavano nuovi pozioni che erano andate perdute, nuovi artefatti che erano stati distrutti.
Tutto ciò, nel nome della Fiamma Eterna.
La Fiamma Alchemica, la purificatrice del mondo. La fede degli Alchimisti Neri impone di portare la distruzione in ogni luogo, di alimentare la fiamma con la morte e la distruzione.
Erithar Daen non era mai stato convinto del contrario; anche se era sapeva di essere per metà il discendente di un Alchimista Bianco, la sua fede nella Fiamma non vacillava, come non aveva vacillato neanche nei momenti più bui, neanche quando era stato tradito dai suoi stessi maestri, neanche quando si era reso schiavo del Signore della Coda di Yvel.
Gli era stato promesso che un giorno sarebbe diventato parte della Fiamma Eterna e che avrebbe potuto immergersi in essa; quel giorno era arrivato, e la sua ricompensa andava ben oltre questo, ne sarebbe anche diventato il servitore più potente e fedele, sarebbe divenuto un Maestro, ed era tempo di nominare nuovi Maestri che governassero la Fratellanza assieme a lui.
E ora, dall’ombra della sua ampia cappa nera, che nascondeva il suo corpo potenziato da temibili innesti Alchemici, scrutava assieme agli altri un novizio inginocchiato ai suoi piedi, come egli lo era stato prima di lui, e come qualcun altro lo sarebbe stato in futuro, inginocchiato ai suoi piedi.
«Ditemi cosa devo fare per compiacere la Fiamma, e lo farò» disse il novizio.
C’era molto da fare: villaggi da distruggere, innocenti da sottomettere, Alchimisti Bianchi e Paladini da sterminare, ed Erithar lo avrebbe fatto, perché la Fiamma Inestinguibile e Purificatrice lo esigeva. Perché, al termine delle sue avventure aveva compreso che l’unica cosa che era importante, che era rimasta importante, era proprio la stessa di quando era partito.
Che tutto ciò che veniva fatto dalla Fratellanza, era nel nome della Fiamma Eterna.
Solo questo contava...
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Re: La Vendetta di Erithar: Epilogo

Messaggioda Stellina82 il giovedì 21 marzo 2013, 13:21

:cry: :cry: :cry: Mamma mia Sorasil che bravo che sei stato. Il giusto finale al nostro bellissimo racconto.
Complimenti =D> =D> =D> =D> =D> =D> :D
Immagine
Pensavo fosse amore e invece era un calesse #-o
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Re: La Vendetta di Erithar: Epilogo

Messaggioda nina il mercoledì 27 marzo 2013, 17:11

Ottima conclusione per il "nostro" racconto. [smilie=libro.gif] Tanti, tanti complimenti. Grazie Sorasil! =D> =D>
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