«Preparati Alandor, perché è arrivata la tua fine!» urlò Erithar, caricando quanto più potere poteva in un devastante raggio magico, che scagliò contro il suo avversario. Istintivamente, Alandor si fece scudo col Bordone dell'Alchimista, riuscendo ad evitare che il colpo lo distruggesse, ma la pressione esercitata dal raggio lo stava mettendo in seria difficoltà. L'antagonista di Erithar era chiaramente sorpreso per via di quell'attacco.
«Ho conosciuto una persona interessante quando siete venuti a gettarmi nelle viscere della montagna» urlò l'Alchimista Nero, avvicinandosi «Che mi ha dato la forza di sconfiggerti!»
«Tu sei pazzo Erithar, ti sei messo in mano a forze che non comprendi, e che hanno piani molto diversi dai miei o dai tuoi» gli rispose l'altro, cercando di resistere meglio che poteva «Fermati ora, lo sai che ciò che voglio fare è giusto»
«Ciò che io so, è che tu morirai, qui ed ora!»
Ormai era abbastanza vicino da poter afferrare il Bordone, e così fece, ma Noran si era nel contempo portato vicino ai due, e anch'egli aveva messo le proprie mani sul bastone.
«Cosa stai facendo, Alchimista Bianco?! Togliti di mezzo!» gli urlò Erithar.
«Ho visto i tuoi poteri, e ho compreso. Lascia che sia io a prendere il Bordone, Erithar, o le conseguenze per te saranno molto gravi. Non posso spiegarti il perché, ma ti prego, lascia che sia io a prenderlo»
I tre stavano tirando furiosamente, ognuno per appropriarsi del bastone. Era tempo per l'Alchimista Nero di prendere una delle decisioni più importanti della sua vita: doveva usare tutta la forza che aveva per prendere quell'antico artefatto? O forse doveva lasciare che fosse Noran a impadronirsene? Avrebbe potuto anche continuare a prendere tempo e non lasciare la presa, per comprendere meglio le mire di quel misterioso individuo.
«Ho conosciuto una persona interessante quando siete venuti a gettarmi nelle viscere della montagna» urlò l'Alchimista Nero, avvicinandosi «Che mi ha dato la forza di sconfiggerti!»
«Tu sei pazzo Erithar, ti sei messo in mano a forze che non comprendi, e che hanno piani molto diversi dai miei o dai tuoi» gli rispose l'altro, cercando di resistere meglio che poteva «Fermati ora, lo sai che ciò che voglio fare è giusto»
«Ciò che io so, è che tu morirai, qui ed ora!»
Ormai era abbastanza vicino da poter afferrare il Bordone, e così fece, ma Noran si era nel contempo portato vicino ai due, e anch'egli aveva messo le proprie mani sul bastone.
«Cosa stai facendo, Alchimista Bianco?! Togliti di mezzo!» gli urlò Erithar.
«Ho visto i tuoi poteri, e ho compreso. Lascia che sia io a prendere il Bordone, Erithar, o le conseguenze per te saranno molto gravi. Non posso spiegarti il perché, ma ti prego, lascia che sia io a prenderlo»
I tre stavano tirando furiosamente, ognuno per appropriarsi del bastone. Era tempo per l'Alchimista Nero di prendere una delle decisioni più importanti della sua vita: doveva usare tutta la forza che aveva per prendere quell'antico artefatto? O forse doveva lasciare che fosse Noran a impadronirsene? Avrebbe potuto anche continuare a prendere tempo e non lasciare la presa, per comprendere meglio le mire di quel misterioso individuo.