Senza perdere un istante, Erithar lanciò una fiammata grazie al guanto che aveva preso nel laboratorio, ma Shalyna parve prevedere quella mossa e si avvolse nel suo lungo mantello arretrando. La fiamma colpì l'indumento, ma non lo bruciò.
"Un mantello di protezione" pensò Erithar, "ma non potrà resistere a lungo ai miei colpi".
«Non so come tu abbia fatto, ma i tuoi poteri non ti salveranno dal mio veleno» disse la donna, ripartendo all'attacco nel tentativo di ferire Erithar coi suoi pugnali, ma inutilmente; l'Alchimista Nero evitava la maggior parte dei colpi, e quelli che non evitava gli passavano attraverso.
Shalyna si allontanò per riprendere fiato, «Sei pieno di talento, Erithar Daen. Ma lo sai perché? Te lo sei mai chiesto? Gli apprendisti hanno sempre detto molte cose sul tuo conto...»
«Non mi interessa il mio passato, io sono un seguace della Fiamma Eterna, e tanto mi basta» disse Erithar determinato.
«Oh, ma dovrebbe interessarti invece» disse maliziosamente la donna, «Visto che tuo padre era un Alchimista Bianco!»
A quella affermazione Erithar rimase di ghiaccio, poi urlò «Tu menti!! Menti nella speranza di salvarti, ma dopo questa sporca menzogna non avrò pietà di te!»
«Lo credi davvero? E' un peccato che non avrai modo di domandare a nessuno di Varen Arenvos, o qualcuno potrebbe dirti in che strane circostanze sia morto dopo un viaggio nel tentativo di sgominare la Fratellanza con altri Alchimisti Bianchi. Lo stesso viaggio dove conobbe tua madre, una traditrice, e decise di rinunciare alla sua impresa e fuggire con lei dalla nostra ira a Sterval, da dove proveniva»
«Basta! Sono stanco di tutte queste idiozie, preparati a morire!» assalito dalla furia più cieca, Erithar si lanciò verso Shalyna in corsa, ed ella fece altrettanto. Quando giunse vicinissimo alla sua avversaria ebbe solo una frazione di secondo per decidere se colpire di nuovo col suo guanto, usare i suoi poteri o scartare di lato e lasciare che fosse Zarag a combatterla.
"Un mantello di protezione" pensò Erithar, "ma non potrà resistere a lungo ai miei colpi".
«Non so come tu abbia fatto, ma i tuoi poteri non ti salveranno dal mio veleno» disse la donna, ripartendo all'attacco nel tentativo di ferire Erithar coi suoi pugnali, ma inutilmente; l'Alchimista Nero evitava la maggior parte dei colpi, e quelli che non evitava gli passavano attraverso.
Shalyna si allontanò per riprendere fiato, «Sei pieno di talento, Erithar Daen. Ma lo sai perché? Te lo sei mai chiesto? Gli apprendisti hanno sempre detto molte cose sul tuo conto...»
«Non mi interessa il mio passato, io sono un seguace della Fiamma Eterna, e tanto mi basta» disse Erithar determinato.
«Oh, ma dovrebbe interessarti invece» disse maliziosamente la donna, «Visto che tuo padre era un Alchimista Bianco!»
A quella affermazione Erithar rimase di ghiaccio, poi urlò «Tu menti!! Menti nella speranza di salvarti, ma dopo questa sporca menzogna non avrò pietà di te!»
«Lo credi davvero? E' un peccato che non avrai modo di domandare a nessuno di Varen Arenvos, o qualcuno potrebbe dirti in che strane circostanze sia morto dopo un viaggio nel tentativo di sgominare la Fratellanza con altri Alchimisti Bianchi. Lo stesso viaggio dove conobbe tua madre, una traditrice, e decise di rinunciare alla sua impresa e fuggire con lei dalla nostra ira a Sterval, da dove proveniva»
«Basta! Sono stanco di tutte queste idiozie, preparati a morire!» assalito dalla furia più cieca, Erithar si lanciò verso Shalyna in corsa, ed ella fece altrettanto. Quando giunse vicinissimo alla sua avversaria ebbe solo una frazione di secondo per decidere se colpire di nuovo col suo guanto, usare i suoi poteri o scartare di lato e lasciare che fosse Zarag a combatterla.