Ormai non c'era più tempo, l'abominio stava iniziando a muoversi ed era giunto il momento di agire. Erithar fece cenno a Zarag di stare indietro, e lentamente cominciò a portarsi in prossimità di uno dei due bruciatori.
Il mostro emise delle grida agghiaccianti, poi infine si liberò e caricò contro l'Alchimista, facendo vibrare violentemente il terreno ad ogni passo. Con uno sforzo disumano, Erithar afferrò uno dei bruciatori e lo diresse contro il cuore del mostro: il dolore fu lancinante, poiché le mani dell'Alchimista Nero vennero arse dal fuoco inestinguibile di quei congegni, ma perlomeno ottenne il risultato voluto; le fiamme avvilupparono l'essere, che cominciò a bruciare ed arretrò, tuttavia il cuore alchemico che aveva nel petto lo rendeva più ostico di quanto non sembrasse, e quell'attacco, sebbene efficace, non era stato definitivo.
Erithar ora doveva decidere come finirlo, se con i suoi poteri, o col guanto alchemico che era lì nelle vicinanze, o con l'aiuto di Zarag.
Il mostro emise delle grida agghiaccianti, poi infine si liberò e caricò contro l'Alchimista, facendo vibrare violentemente il terreno ad ogni passo. Con uno sforzo disumano, Erithar afferrò uno dei bruciatori e lo diresse contro il cuore del mostro: il dolore fu lancinante, poiché le mani dell'Alchimista Nero vennero arse dal fuoco inestinguibile di quei congegni, ma perlomeno ottenne il risultato voluto; le fiamme avvilupparono l'essere, che cominciò a bruciare ed arretrò, tuttavia il cuore alchemico che aveva nel petto lo rendeva più ostico di quanto non sembrasse, e quell'attacco, sebbene efficace, non era stato definitivo.
Erithar ora doveva decidere come finirlo, se con i suoi poteri, o col guanto alchemico che era lì nelle vicinanze, o con l'aiuto di Zarag.