Erithar riflettè un pò sulle parole di Zarag: «Mmm... devo ammettere che le tue parole non sono del tutto insensate. Va bene allora, cercheremo nel bosco eventuali nemici. Tu tieni gli occhi e le orecchie bene aperte e non fare rumore, non voglio venire disintegrato da una pozione esplosiva per causa tua»
«Non temere» disse semplicemente l'orco.
I due si incamminarono verso il rifugio degli Alchimisti neri, procedendo con estrema cautela e cercando di fare un percorso a spirale, di modo tale da coprire il maggior terreno possibile, nella speranza che così avrebbero avuto un maggior numero di possibilità di individuare nemici.
Ad un tratto, mentre camminavano, Zarag fece cenno ad Erithar di fermarsi, poi disse con voce sommessa: «Passi, non lontani da qui. Saranno quattro o cinque»
Fa sempre comodo portare una bestia con sè, penso l'Alchimista.
«Abbiamo due possibilità. Aspettarli qui e tendergli un'imboscata o attaccarli per primi sperando di coglierli di sorpresa»
«Dipende da con chi abbiamo a che fare» riflettè Erithar: «Se fra di loro c'è qualcuno di grado superiore, potrebbe avere innesti alchemici in grado di individuarci se restiamo fermi»