Una storia finalmente davvero curata - funzionale per carità, niente di speciale, ma riesce a intrigare, a coinvolgere, ad emozionare senza lasciare buchi di sceneggiatura enormi e senza dialoghi terribili - e una scelta precisa di investire sugli elementi adventure più di quanto si faccia su quelli action, mi hanno convinto in toto.
Il livello di attenzione al dettaglio è quello classico della serie, e anche qui non si può dire altro se non che i dettagli contano eccome. Contano i piccoli dialoghi che arrotondano i personaggi, contano le espressioni facciali, contano i commenti del protagonista sul mondo che osserva, conta avere un doppiaggio italiano VERAMENTE professionale.
L'immersione è totale e anche se non è, ovviamente, un'avventura grafica classica, è quanto più gli si avvicini a questo livello di budget. Intere sequenze di esplorazione - ma senza sandbox che spezza il ritmo - puzzle semplici ma perfetti nel contesto piratesco e sempre sul vecchio stile indiana jones / tomb raider che Uncharted ha fatto suo (magari non il mio preferito, ma poco conta a questi livelli).
Se tenete bassa la difficoltà le sparatorie sono solo un minigioco, e si possono provare ad affrontare come puzzle di infiltrazione.
Uncharted 4 è forse la prima vera prova convincente del fatto che è possibilissimo trovare un connubio tra le esigenze dei giochi moderni e quelle di un gioco adventure. Ed è bellissimo vedere che il gioco non si vergogna di essere un adventure, anzi, hanno pure citato Guybrush a più riprese: