a me piace la grande possibilità di esplorazione, e soprattutto il "fulcro" del concept, che è la derivazione dai dungeon cartacei-da tavolo, e quindi tutto il mondo della mitologia nordeuropea, ma in un contesto appunto "fantasy", sospeso nel tempo e non identificabile di preciso con nessuna epoca, se non un vago "medioevo".
Amo molto, a differenza della maggiorpare dei jrpg a turni, il BS action che non spezza l'azione conferendo al gameplay un maggior senso di immediatezza e soprattutto di "sopravvivenza".
Mi piace anche il fatto che (salvo alcuni criticabili casi, come ad esempio in Arcania) il livellamento degli avversari è indipendente dall'avanzamento di gioco, e uno puo' suo malgrado ritrovarsi di fronte a un troll incacchiato avendo come arma una carota e come corazza un sacco di tela.....darsela subito a gambe, per poi farvi ritorno skillatissimi e con ansia di rivalsa è magnifico
Mi piace moltissimo l'idea di una realtà attraversata da guerra e magia allo stesso modo, che somiglia al mondo reale ma suggerendo una dimensione parallela, capace di evocare formidabili "archetipi" presi dal mito e dalla storia dell'uomo....e mi piace immaginare che tutto ciò possa somigliare a un passato molto più realistico di quanto non si possa ritenere, dove i draghi furono in realtà bestie preistoriche capaci di buttare fuoco dalle fauci mediante il gas e lo strofinamento dei denti per fare scintilla, e dove la dimensione mistica (chiamata genericamente "magia") era molto più profondamente e naturalmente vissuta dall'uomo, come accade nella attuali civiltà aborigene, dove la religione è molto più ficcata nella vita di ogni giorno, senza elucubrazioni teologiche tipiche del mondo occidentale.
Non mi piace invece quando l'azione e l'esplorazione vengono forzatamente adattate a una pretesa ordinarietà, come nel recente (sia pur bellissimo) Skyrim in cui basta passare accanto a un NPC per sentirsi rivolgere insulsaggini
molto meglio in questo Dragon Age, o meglio ancora Risen e quindi tuta la seria Gothic, dove i personaggi di contorno al massimo confabulano fra di loro, e ci rivolgono realisticamente la parola, evitando così pure goffe sovvrapposizioni fra i dialoghi involotariamente "attivati".
Non mi piace quindi nemmeno quando i personaggi comunicano con noi sempre con la stessa solfa, dicendoci tutto e niente sui luoghi e sulle vicende quotidiane di quel villaggio o di quell'impero: i dialoghi di Dragon Age 1 invece sono stupendi, e fanno immergere nella condizione "privata" di ogni personaggio in modo graduale ed elegantissimo