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Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il venerdì 5 aprile 2013, 15:26

locutus ha scritto:Non proprio disincentivare, visto che se metti un gioco attivato su una Playstation o X-box diversa da quella in cui l'hai registrato inizialmente, il gioco può anche non funzionare. E' un divieto bello e buono.


Questa mi giunge nuova, sei sicuro?
Ero rimasto fermo a contenuti aggiuntivi che, una volta sbloccati su una copia, non sono disponibili sulle altre. Ma parliamo di cose come l'online pass che costa 5 euro. Mica del gioco completo.

Se poi ci sono rivenditori professionisti che fanno i furbi, non è un problema mio.


Si parla sempre di "non è un problema mio" e di "danni alle aziende", ma in realtà ad essere danneggiato è il mercato e del mercato facciamo parte anche noi come utenti finali.


Molte cose scaricate da torrent - se valide - vengono poi regolarmente acquistate, magari aspettando l'offerta.


Ancora? Ma vogliamo tirare fuori delle statistiche?
E' terribilmente ottimista e francamente un bel po' illusoria quest'immagine dei pirati come di gente puovera che deve dare da mangiuare a bambino quindi gli scarica il gioco ma appena scenda di prezzo se lo ricompra.
Qui non stiamo parlando dei singoli casi, o di situazioni al limite dell'irrealismo, ma del fenomeno in sè, ossia se è lecito che sia possibile usufruire gratis di beni non di prima necessità che per legge sono a pagamento.
Che ci sia pirata e pirata è ovvio, neanche gli omicidi son tutti uguali figuriamoci il download di un torrent.

Quindi è una pip*a mentale del mercato, non è un valore legato ai costi di produzione del gioco. Siccome ogni volta si sottolinea l'ignoranza del pirata rispetto a quanto costi realizzare e distribuire un videogame, sono contento che tu stesso riconosca quanto il cosiddetto 'valore aggiunto' del day one sia scorporato dai costi di produzione e quindi si mette in crisi l'assioma iniziale, cioè l'entità reale del danno causato dallo scaricatore.


Suvvia, nessuna persona sana di mente penserebbe che il costo di sviluppo di Assassin's Creed 2 e quello di Naughty Bear sia equiparabile... Però tutti i giochi sono venduti allo stesso prezzo. Ma questo vale per tantissimi beni, eh.
Però non si può neanche limitarsi a fare 2+2 quando stiamo discutendo di cose complesse con dozzine di parametri in gioco. Ma è facile fare gli analisti di mercato al bar sport, e uscirsene con sentenze tipo "se i giochi costassero 10 euro ne venderebbero molti di più quindi guadagnerebbero molto di più blablabla" senza dati alla mano.
Oltretutto la tua "critica" non è molto sensata dato che l'entità del danno dovrebbe misurarsi sul prodotto tra il numero di copie vendute e il guadagno unitario per lo sviluppatore su ogni copia... Non certo sul prezzo di copertina. Poi stai dando per scontato che il prezzo standard (i famosi 60/70 euro) sia fissato sul caso limite dei giochi più costosi, non prendendo in considerazione l'ipotesi che invece ci sono giochi che, per il costo di produzione associato, dovrebbero essere venduti a molto più di 60€ a copia.
Le stesse PS3 e X360 sono state vendute sottocosto per un bel po' di tempo...

Poi se 60€ è un prezzo giusto per un videogioco dipende da una questione soggettiva e può uscirne un discorso interminabile.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda John il venerdì 5 aprile 2013, 16:38

locutus ha scritto:Non proprio disincentivare, visto che se metti un gioco attivato su una Playstation o X-box diversa da quella in cui l'hai registrato inizialmente, il gioco può anche non funzionare. E' un divieto bello e buono.


Precisiamo, le eventuali attivazioni, se presenti (più che altro le utilizza EA), sono limitate alle funzionalità online che possono essere sbloccate con un online pass che costa una decina di euro (ovviamente se lo compri nuovo ce l'hai già).
Riguardo al single player invece lo puoi sfruttare come ti pare in ogni gioco, al massimo mettono dei contenuti aggiuntivi scaricabili comunque non necessari per goderti il gioco.
Servono appunto a spingerti a comprare nuovo ma, nel caso qualcuno comprasse quel titolo usato, avrebbe comunque la possibilità di avere tutti i tuoi contenuti.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il venerdì 5 aprile 2013, 23:07

Overmann ha scritto:
locutus ha scritto:Non proprio disincentivare, visto che se metti un gioco attivato su una Playstation o X-box diversa da quella in cui l'hai registrato inizialmente, il gioco può anche non funzionare. E' un divieto bello e buono.


Questa mi giunge nuova, sei sicuro?
Ero rimasto fermo a contenuti aggiuntivi che, una volta sbloccati su una copia, non sono disponibili sulle altre. Ma parliamo di cose come l'online pass che costa 5 euro. Mica del gioco completo.


Quelle di cui parlo sono limitazioni che sembra Sony e Microsoft vogliano imporre nella prossima generazione di consolle. E già oggi, comunque, se vai in un negozio che vende giochi usati spesso trovi scritto che il gioco è stato testato per verificarne la funzionalità, ma non si assumono responsabilità nel caso in cui (essendo il gioco già attivato) lo stesso non funzioni correttamente per i nuovi utenti.

In riferimento a quella sentenza che citavo prima (dovrei fare una ricerca su Google e recuperarla), ricordo che all'epoca lessi articoli interessanti circa la sua applicazione per i giochi scaricati in download legale; ovvero, in base a quella sentenza, in teoria anche i giochi di Steam dovrebbero poter essere vendibili/scambiabili fra gli utenti, come l'usato fisico.

Si parla sempre di "non è un problema mio" e di "danni alle aziende", ma in realtà ad essere danneggiato è il mercato e del mercato facciamo parte anche noi come utenti finali.


Sono almeno 10 anni che siamo diventati tutti potenzialmente pirati, avendo un'ADSL a casa nostra. Eppure io questo collasso del mercato non l'ho visto, anzi forse oggi col DD c'è più roba disponibile di quanta ce ne sia mai stata prima, sia come film che come cd musicali che come videogame. Anzi, oggi una consolle viene venduta ad € 800,00 (in perdita, a quanto pare) i giochi a € 60,00 e la gente che può permetterselo spende queste cifre tranquillamente, ed evidentemente deve essere tanta, altrimenti questo modello non avrebbe funzionato.

Non mi piacciono gli scrocconi, ma neanche chi piange miseria soffiandosi il naso con le carte da 100.

Se poi parliamo degli albori della pirateria, quando si copiavano le videocassette/musicassette e le vendevano nelle bancarelle, sono ben più di 10 anni che esiste il fenomeno. Dev'essere una catastrofe economica al rallenty...

Molte cose scaricate da torrent - se valide - vengono poi regolarmente acquistate, magari aspettando l'offerta.


Ancora? Ma vogliamo tirare fuori delle statistiche?


Non ho bisogno di nessuna statistica: ti parlo di esperienze personali (come ho detto, io prima scaricavo - e compravo anche originale - e molte delle cose che ho scaricato le ho poi comprate legalmente mentre altre ho semplicemente smesso di usarle) quindi riporto quello che vedo anche di persone che conosco. Anche altri utenti, in questo topic, hanno confermato di aver fatto lo stesso. Il pirata informatico col pappagallo sulla spalla, che vive in uno sgabuzzino scaricando da 'The Pirate bay' mentre sogghigna compiaciuto, non l'ho mai conosciuto e credo che non esista proprio. E' l'uomo nero delle favole inventato dalle major.

è facile fare gli analisti di mercato al bar sport, e uscirsene con sentenze tipo "se i giochi costassero 10 euro ne venderebbero molti di più quindi guadagnerebbero molto di più blablabla" senza dati alla mano.


E' lo stesso discorso che faccio io, ma dall'altro punto di vista. Se non è possibile quantificare il mancato introito non è neanche possibile stabilire con certezza quanto dovrebbe costare un gioco per rientrare di questi margini di profitto, slegati dai costi di produzione.

Guarda, è come quando hanno aumentato i costi di CD e DVD vergini con una sovrattassa alla SIAE perché la SIAE parte dal presupposto che se uno compra un pacco di 100 DVD vergini lo fa per masterizzare materiale scaricato illegalmente. Oltre al fatto che - come ho detto - il nostro ordinamento giuridico prevede la presunzione d'innocenza, ma la SIAE come si permette a darmi del pirata in modo preventivo? Che ne sa che io non mi masterizzo i CD che ho regolarmente acquistato su iTunes? Ti pare giusto che io lo debba pagare due volte (prima l'album su iTunes e poi la sovrattassa sul supporto vergine)?

E' questo quello che dico da un'ora: non voglio arrogarmi la presunzione di fare l'analista (visto che non lo sono, non ne ho le competenze e non esistono i dati), ma ci tengo a puntualizzare che è sbagliato affrontare il tema della pirateria in modo fascista, dividendo sulla lavagna i buoni dai cattivi. La realtà è molto più complessa. Ora, se lo facciamo fra noi qui, questo è un forum di discussione e ci sta tutto. Mi girano quando questi ragionamenti li fa chi dovrebbe fare leggi giuste, a tutela dei diritti d'autore ma anche dei consumatori e dovrebbe farle rispettare tanto ai consumatori quanto ai produttori.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il lunedì 8 aprile 2013, 11:20

locutus ha scritto:Quelle di cui parlo sono limitazioni che sembra Sony e Microsoft vogliano imporre nella prossima generazione di consolle.


Aldilà del fatto che molte sono speculazioni già smentite, è inutile parlare di qualcosa che ancora non esiste e che andrà valutato all'interno di un ecosistema diverso da quello attuale. Neanche i giochi che compri su Zodiac o Steam li puoi rivendere, ma non mi pare che il modello non funzioni.

E già oggi, comunque, se vai in un negozio che vende giochi usati spesso trovi scritto che il gioco è stato testato per verificarne la funzionalità, ma non si assumono responsabilità nel caso in cui (essendo il gioco già attivato) lo stesso non funzioni correttamente per i nuovi utenti.


Vabè perchè Gamestop non può / non ha voglia di testare tutti i giochi che compra... Guarda il disco e se non è rigato dà per scontato che funzioni. Non c'entra niente il DRM. E' una prerogativa del mercato dell'usato.

In riferimento a quella sentenza che citavo prima (dovrei fare una ricerca su Google e recuperarla), ricordo che all'epoca lessi articoli interessanti circa la sua applicazione per i giochi scaricati in download legale; ovvero, in base a quella sentenza, in teoria anche i giochi di Steam dovrebbero poter essere vendibili/scambiabili fra gli utenti, come l'usato fisico.


Buona fortuna...

In ogni caso costringere a reintrodurre il concetto di usato non è un bene, perchè modificherebbe le strategie di mercato e il risultato finale sarebbe diverso solo nella forma. Si pensa sempre che sia possibile modificare una parte dell'equazione lasciando invariato il risultato, ma non è così.

Sono almeno 10 anni che siamo diventati tutti potenzialmente pirati, avendo un'ADSL a casa nostra. Eppure io questo collasso del mercato non l'ho visto, anzi forse oggi col DD c'è più roba disponibile di quanta ce ne sia mai stata prima, sia come film che come cd musicali che come videogame. Anzi, oggi una consolle viene venduta ad € 800,00 (in perdita, a quanto pare) i giochi a € 60,00 e la gente che può permetterselo spende queste cifre tranquillamente, ed evidentemente deve essere tanta, altrimenti questo modello non avrebbe funzionato.


Nessun problema del mercato? Il cinema va avanti col cinema (inteso come spettacoli in sale cinematografiche), la musica con i concerti, perchè sono due esperienze "non piratabili", ma i ricavi da home video e cd sono calati drasticamente (così, per dire, ha chiuso Blockbuster Italia... non solo il 90% dei negozietti di videogiochi barra noleggi di film, eh, Blockbuster).
E i videogiochi? Dici che c'è un mercato florido solo perchè qualcuno compra i giochi a 60€, ma è una semplificazione molto limitata di quello che accade realmente (un po' come quando "qualcuno" disse che la crisi in Italia non c'è perchè i ristoranti sono pieni).
Il numero di studios chiusi negli ultimi dieci anni è impressionante, la curva di vendite è costantemente in decrescita (-30% sul retail in USA solo nell'ultimo anno), dal 2008 non si investe quasi più in nuove IP e chi lo fa se ne pente subito (così vediamo i soliti Call of Duty, Assassin's Creed, FIFA e compagnia riproporsi all'infinito perchè è l'unico modo di non rischiare il fallimento), le nuove console non vendono nulla, e persino i famosi distributori britannici se la passano malissimo (vendono sottocosto ma non riescono a fare utile, Game, HMV e Blockbuster sono in bancarotta e Gamestop è in stallo). Quello che è successo l'anno scorso a Blockbuster Italia (fallimento e chiusura di tutti i punti vendita) non era certo un fenomeno isolato... (HMV ha chiuso tutti i negozi in Irlanda e idem per Game in Australia, e sono nomi grossi quanto Blockbuster).

Ovviamente non sto insinuando quale sia il ruolo della pirateria, ma dire che il mercato se la passa bene è veramente azzardato.
Poi vorrei ricordare che i videogiochi sono sempre costati "tanto": 60€ di oggi sono decisamente meno delle 145.000 lire dell'epoca SNES.

Non ho bisogno di nessuna statistica: ti parlo di esperienze personali (come ho detto, io prima scaricavo - e compravo anche originale - e molte delle cose che ho scaricato le ho poi comprate legalmente mentre altre ho semplicemente smesso di usarle) quindi riporto quello che vedo anche di persone che conosco. Anche altri utenti, in questo topic, hanno confermato di aver fatto lo stesso. Il pirata informatico col pappagallo sulla spalla, che vive in uno sgabuzzino scaricando da 'The Pirate bay' mentre sogghigna compiaciuto, non l'ho mai conosciuto e credo che non esista proprio. E' l'uomo nero delle favole inventato dalle major.


Forse vivi nel mondo dell'Italia onesta e politicamente corretta perchè io di persone adulte e stipendiate che ad acquistare un bene piratabile non ci pensano neanche col binocolo ne conosco a bizzeffe. Spesso se compri un CD o un DVD sei o un fesso o un moralista...
Ma con gli esempi personali non si va da nessuna parte perchè siamo troppo sul soggettivo, in un modo o nell'altro. Se si vuole discutere "di pirateria" si deve discutere del fenomeno in sè.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il lunedì 8 aprile 2013, 12:42

Overmann ha scritto: Gamestop non può / non ha voglia di testare tutti i giochi che compra... Guarda il disco e se non è rigato dà per scontato che funzioni. Non c'entra niente il DRM. E' una prerogativa del mercato dell'usato.


Io ho letto l'avviso che parlava espressamente dei problemi relativi all'usato precedentemente attivato.
Comunque hai ragione: sulle consolle di prossima generazione non si può fare il processo alle intenzioni finché non si avrà il prodotto in mano. Dicevo solo che l'aria che tira non mi piace.


costringere a reintrodurre il concetto di usato non è un bene, perchè modificherebbe le strategie di mercato e il risultato finale sarebbe diverso solo nella forma. Si pensa sempre che sia possibile modificare una parte dell'equazione lasciando invariato il risultato, ma non è così.


Si tratta di far rispettare la legge, con la L maiuscola, che è una cosa diversa dalla "legge di mercato" e non deve necessariamente andarci d'accordo.

Sono almeno 10 anni che siamo diventati tutti potenzialmente pirati [ ... ]. Eppure io questo collasso del mercato non l'ho visto


Nessun problema del mercato? [ ... ]
Ovviamente non sto insinuando quale sia il ruolo della pirateria, ma dire che il mercato se la passa bene è veramente azzardato.


Come dici tu, la crisi da te disegnata coincide nei tempi con la crisi che ha colto l'economia a livello globale, quindi imputare alla pirateria la chiusura dei Blockbuster è fare un discorso da analista del bar sport (per citarti bonariamente :) ). Oltretutto, con tutti i servizi on-demand del digitale, i film affittabili legalmente su internet, la miriade di negozi on-line, le grandi catene stile "Mondadori" o "Feltrinelli" che hanno cannibalizzato i piccoli esercenti, non è affatto detto che la chiusura di Blockbuster significhi che non si vendano più film, cd e videogiochi.

Il mercato è molto cambiato ormai, e non dovrebbe stupire che il retail non faccia più i numeri di una volta.

Poi vorrei ricordare che i videogiochi sono sempre costati "tanto": 60€ di oggi sono decisamente meno delle 145.000 lire dell'epoca SNES.


D'accordo, ma il potere d'acquisto dell'epoca da te citata era decisamente diverso.

Forse vivi nel mondo dell'Italia onesta e politicamente corretta perchè io di persone adulte e stipendiate che ad acquistare un bene piratabile non ci pensano neanche col binocolo ne conosco a bizzeffe. Spesso se compri un CD o un DVD sei o un fesso o un moralista...


Le conosco anch'io, lungi da me negare il fenomeno e mi spiace di aver dato questa impressione. Ti dico, a costo di passare per fesso, che io in alcune occasioni ho persino ricomprato in DD titoli che posseggo in versione fisica comprata legalmente (perché sono d'accordo con te: il DD ha dei vantaggi, quali il fatto che il gioco è sempre disponibile, aggiornato etc.).

Quello che voglio dire io è che esistono varie categorie di scaricatori (e non mi va di ripetermi, perché le ho già dette prima) quindi quando si leggono le statistiche e si dice che da torrent sono stati effettuati n milioni di scaricamenti illegali, i numeri bisogna saperli leggere. In mezzo a quei n milioni ci sono sicuramente scaricamenti di beni acquistati legalmente il cui supporto fisico si è rovinato o è andato smarrito; ci sono sicuramente beni completi che però si scaricano a mo' di demo per capire se vale la pena; ci sono sicuramente cose che non le si acquisterebbe mai e le si scarica semplicemente perché "si può" (ma non avendo mai avuto l'intenzione di acquistarle è difficile stabilire se il danno c'è o no e a quanto ammonterebbe); ci sono sicuramente gli scrocconi seriali e gli "ineducabili" (come li chiama Gnupick all'inizio della discussione) e ci sono sicuramente quelli che, prima o poi, appena se lo possono permettere, la cosa scaricata se la comprano.

Quindi se m'infervoro è solo perché non mi va di essere trattato con sospetto a prescindere, dalle persone che sovvenziono con i miei acquisti legali. Si deve capire che il pirata e il consumatore onesto non sono due categorie separate, ma spesso coincidono e non è bello trattare il cliente come un criminale. Non si può accettare.

E' il problema dell'usato per me - da consumatore - ha lo stesso tenore: vengo colpevolizzato perché, in definitiva, non ti faccio arricchire? Ma se io ti ho già pagato il dovuto, perché dovresti guadagnarci due volte su un gioco già venduto?

Insomma, io non difendo il fenomeno della pirateria, ci mancherebbe altro. Ma non difendo a spada tratta le ragioni delle major, perché non sono più in buona fede dei pirati, dal mio punto di vista.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il lunedì 8 aprile 2013, 14:33

locutus ha scritto:Io ho letto l'avviso che parlava espressamente dei problemi relativi all'usato precedentemente attivato.


Perchè a seconda del gioco alcuni contenuti potrebbero non essere disponibili, ma finora non si è trattato di altro che di contenuti bonus o pass online, comunque cose che si possono avere pagandole separatamente 5/10 euro.

Come dici tu, la crisi da te disegnata coincide nei tempi con la crisi che ha colto l'economia a livello globale, quindi imputare alla pirateria la chiusura dei Blockbuster è fare un discorso da analista del bar sport (per citarti bonariamente :) ).


Eh sì dev'essere stata CuboVision a far fallire Blockbuster Italia...
Che guardacaso è fallita più velocemente dove c'erano alternative legali serie (USA) o dove il fenomeno della pirateria era molto radicato (Italia, Portogallo, Spagna).
Va bene non voler generalizzare, ma anche mettersi le fette di prosciutto sugli occhi proprio costruttivo non è.

Quindi se m'infervoro è solo perché non mi va di essere trattato con sospetto a prescindere, dalle persone che sovvenziono con i miei acquisti legali. Si deve capire che il pirata e il consumatore onesto non sono due categorie separate, ma spesso coincidono e non è bello trattare il cliente come un criminale. Non si può accettare.


Io riesco ad accettare perfettamente di essere trattato da onesto quando sono onesto e da criminale quando sono un criminale... Il fatto di comprare qualche gioco non mi dà il diritto di scaricarne altrettanti, al massimo può essere un'attenuante nei confronti di chi scrocca e basta, ma finita lì.

E' il problema dell'usato per me - da consumatore - ha lo stesso tenore: vengo colpevolizzato perché, in definitiva, non ti faccio arricchire? Ma se io ti ho già pagato il dovuto, perché dovresti guadagnarci due volte su un gioco già venduto?


Il problema dell'usato l'ho già spiegato.
Non sei tu, acquirente che vuoi rivendere, il problema, e neanche il consumatore che vuole risparmiare dieci euro; anzi, sanno perfettamente che si è meno spinti a comprare senza queste due opportunità.
E le "major" non vogliono guadagnarci due volte, ma vogliono massimizzare il rapporto tra copie vendute (ai dealer) e copie pagate (a loro)... Tu sei danneggiato da degli incentivi a comprare nuovo, ma ad essere colpevolizzato (e giustamente) è il distributore.

Dai toni che usi sembra che siano i produttori ad essere mostri spietati che vogliono arricchirsi due volte soffiandosi il naso coi biglietti da 100, mentre hanno tutte le ragioni del mondo per sollevare il problema dello scrocco (da parte dei dealer o degli utenti finali fa poca differenza).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il martedì 9 aprile 2013, 0:34

Potremmo andare avanti per giorni ripetendo ognuno gli stessi concetti :roll:

Quindi, mi taccio per un po' per non ripetermi.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il sabato 25 maggio 2013, 11:36

Visto che ho delle nuove informazioni, rimetto mano a questo topic :)

Ieri ho letto questo interessante articolo sul Fatto Quotidiano che - in qualche modo - conferma la mia teoria sull'esistenza dei pirati gentiluomini, per chiamarli così.

L'articolo commenta i risultati di alcuni studi recenti sul fenomeno della pirateria (lo posto di seguito)


Download su Internet, i “pirati” sono i migliori clienti del mercato online

Secondo alcuni recenti studi, chi scarica illegalmente spende più della media per gli acquisti in Rete. Inoltre, esiste un grande pubblico che lamenta un'offerta poco moderna e usabile che rende appetibili, ad esempio, le copie non originali dei dvd

di Francesco Magnocavallo | 24 maggio 2013

Un nuovo studio realizzato per Ofcom (Office of Communications) rilancia il dibattito sulla pirateria delle reti peer to peer come Emule e Bittorent. Chi scarica illegalmente musica, film e giochi spende anche più della media per acquisti legali. Parliamo di persone dalla “dieta mediatica” vorace: il 79% del materiale viene scaricato dall’1,6% della popolazione Internet sopra ai 12 anni, quella piccola percentuale che poi è responsabile di un 11% della spesa totale per contenuti acquistati legalmente. In valore assoluto lo scarto è notevole: 168 sterline di spesa per i super pirati, 54 per chi non partecipa alle reti di scambio illegali. I dati sono coerenti con quanto emerso negli ultimi anni: nel 2006 una ricerca per la Canadian Record Industry Association, fonte tutt’altro che imparziale, aveva stabilito che solo il 25% degli intervistati scarica musica senza mai comperarla dopo un primo ascolto “abusivo”. Nel 2012 un altro studio di American Assembly confermava che i pirati sono anche i migliori clienti, capaci di acquistare fino al 30% di più rispetto ai non pirati, cifra invariata anche nell’ultima edizione dello studio fatta lo scorso gennaio.

Le major del disco sostengono che i contenuti scaricati siano guadagno perso, e che la pirateria abbia portato l’industria culturale alla crisi. In verità lo studio dell’europeo Institute for Prospective Technological Studies, diffuso il mese scorso, sostiene che “la gran parte dei contenuti consumati in maniera illegale, non sarebbe stata comunque acquistata legalmente. Questo potrebbe significare, in assenza di siti illegali, una diminuzione del 2% anche sui siti legali”. Dallo studio emerge che gli utenti smetterebbero di scaricare illegalmente in quattro casi: se i servizi legali fossero più economici e se funzionassero meglio, se quel che si cerca fosse disponibile legalmente e se fosse più chiaro cioò che è legale e ciò che non lo è.

Il rapporto delinea un quadro meno radicale di quello dipinto dall’industria dell’intrattenimento: esiste un grande pubblico di pirati occasionali che lamenta un’offerta di mercato poco moderna e usabile. Un primo grosso problema sono le finestre di esclusiva, che ritardano l’uscita delle opere sul mercato nei vari Paesi e rendono appetibili le copie piratate da dvd usciti nei mercati dove la pubblicazione è più veloce per lo spettatore nei mercati dove le finestre sono più lunghe come in Francia. Un secondo problema sono i sistemi di protezione Drm (le tecnologie che impediscono copia e visione illegali), che impediscono di godere liberamente dei propri acquisti su qualsiasi piattaforma. Una situazione di scarto tra domanda e offerta dove esistono ampi margini di miglioramento per convertire i pirati in clienti più soddisfatti. In questo senso, qualche segnale positivo è arrivato dalla Francia, dove è stato presentato un rapporto consultivo sul futuro dell’industria dei media, che ha preso il nome dal suo autore Pierre Lescure.

In maniera molto diplomatica (e per questo criticato dai commentatori più libertari come La quadrature du net), il rapporto tra le altre cose spinge per un riequilibrio delle sanzioni spropositate di Hadopi con una semplice multa invece del complesso procedimento che porta alla disconnessione. Inoltre chiede una diminuzione da 36 a 18 mesi delle finestre di esclusiva che i servizi di video on demand devono rispettare e uno sviluppo forzato dei cataloghi digitali grazie ad un “obbligo di sfruttamento” che impedirebbe di lasciare in giacenza opere del passato, con l’effetto di stimolarne l’uscita nei circuiti pirata. Il socialista Patrick Bloche, commentando il provvedimento, ha messo l’accento su un altro punto importante: la spinta al dibattito sulla legalizzazione degli scambi per scopi non commerciali (quelli già legali in Spagna e Portogallo). Come dice sul suo blog Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale, “le opportunità del digitale sono enormi. Per realizzarle, tutti gli attori dell’ecosistema del cinema devono essere in grado di sperimentare: chi nasconde la testa sotto la sabbia le perderà”.

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Per i dettagli e i link ai risultati degli studi originali, riporto il link della pagina: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05 ... ne/600042/
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Ale386 il sabato 25 maggio 2013, 21:56

Mi piace sapere le vostre opinioni! Comunque bravi, sembra che stiamo facendo un romanzo di quanto scrivete! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: =D>
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il mercoledì 29 maggio 2013, 17:27

L'articolo è abbastanza imbarazzante nel suo essere fazioso e impreciso (ma il Fatto non era quello "che verifica sempre le fonti"?), tende a mettere l'accento solo sui dati che fanno comodo a un certo tipo di opinione, ignorando informazioni scomode (l'87% della musica legale è acquistata da consumatori che non scaricano mai illegalmente, in Italia e Spagna la già ridicola conclusione del -2% sugli acquisti legali è portata comunque allo 0%, più delle metà di americani e tedeschi sarebbero favorevoli a controlli più stretti sulla pirateria eccetera eccetera).

Oltretutto, in certi punti si scopre l'acqua calda e in certi altri punti non si sa bene cosa si vuole dimostrare: si inizia citando un articolo che vuole dimostrare come i pirati siano anche acquirenti, e si finisce citando un articolo la cui conclusione principale è che la pirateria non ha effetti evidenti sul mercato digitale legale.
Allora, più pirateria uguale più gente che compra i contenuti digitali? No (quindi l'aumento di pirateria non fa bene al mercato digitale).
Più pirateria uguale meno gente che compra i contenuti digitali? No (quindi l'aumento di pirateria non danneggia il mercato digitale).
E per il mercato non digitale? Basta prendere una delle fonti per trovarsi davanti a "most empirical studies have indeed confirmed a significant negative impact of piracy on sales of physical music".

Tutto questo senza considerare comunque il bacino abbastanza ristretto di questi studi, e il fatto che non tutti sono stati portati avanti in modo egualmente valido dal punto di vista scientifico.

Nessuno ha mai messo in dubbio l'esistenza di utenti che scaricano illegalmente ma anche legalmente, però se il giornalista voleva in qualche modo difendere o giustificare la pirateria, direi che si è quasi tirato la zappa sui piedi visto che basta scavare due metri per rendersi conto di quanto la realtà sia un po' più complessa di quanto molti la vorrebbero poter descrivere.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 30 maggio 2013, 0:34

Più che sulle statistiche strettamente legate al fenomeno (che come abbiamo detto anche noi in tutte le salse non possono inconfutabilmente stabilire se il fenomeno sia dannoso e quanto), io mi soffermerei su questo punto

Dallo studio emerge che gli utenti smetterebbero di scaricare illegalmente in quattro casi: se i servizi legali fossero più economici e se funzionassero meglio, se quel che si cerca fosse disponibile legalmente e se fosse più chiaro ciò che è legale e ciò che non lo è.


e su questo

Come dice sul suo blog Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale, “le opportunità del digitale sono enormi. Per realizzarle, tutti gli attori dell’ecosistema del cinema devono essere in grado di sperimentare: chi nasconde la testa sotto la sabbia le perderà”.


Io lo leggo come uno stimolo a:

1) Scrollarsi al più presto assurdità da secolo scorso come esclusive temporali/territoriali che non hanno più senso in un mondo digitale e globalizzato dal punto di vista commerciale, che creano diseguaglianze che hanno un senso per i commercianti e i distributori ma assolutamente nessuno per gli acquirenti.
2) Rinnovare il concetto di DRM a favore dell'acquirente e non dell'esercente (se compro una cosa, è giusto che il mio acquisto venga tutelato dall'essere usato da persone che non ho autorizzato, ma questo non può limitare il mio potere decisionale sulla fruizione dello stesso).
3) Rivedere profondamente il concetto di diritto d'autore specificatamente per quel che riguarda prodotti da sempre nel limbo come i cosiddetti "abandonware"
4) Dare il giusto valore alle cose: un bene digitale non può essere monetizzato secondo gli stessi parametri di un bene manifatturiero

Se non si rivedono queste ed altre cose, come dice il Commissario Europeo per l'agenda digitale, se non si sperimentano nuove forme di commercio che sfruttino le peculiarità del mercato digitale invece di imbrigliarlo in logiche che appartengono ad un'altra era geologica, il mercato perde una grossa opportunità di fare cassa e rischia di incoraggiare il fenomeno della pirateria piuttosto che contrastarlo.

Tutto ciò rigorosamente a mio avviso.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda John il giovedì 30 maggio 2013, 12:25

locutus ha scritto:
Dallo studio emerge che gli utenti smetterebbero di scaricare illegalmente in quattro casi: se i servizi legali fossero più economici e se funzionassero meglio, se quel che si cerca fosse disponibile legalmente e se fosse più chiaro ciò che è legale e ciò che non lo è.



Mah, ho qualche dubbio.
Il discorso dei prezzi è relativo, se vuoi risparmiare lo fai senza troppi problemi. Qualche anno fa magari era più difficile ma ora le possibilità sono decisamente aumentate, soprattutto su internet (e se sei in grado di andare a cercarti il gioco pirata lo sei anche di fare un giro su Steam, Amazon, etc...).
Poi se vogliamo il gioco al day one a 10 euro è un'altra cosa.
Anche il funzionamento dei servizi mi sembra una scusa buttata la, almeno senza esempi concreti.
Gli ultimi due punti sono relativi più a titoli vecchi difficili da reperire, ma credo si stia parlando soprattutto del nuovo.

1) Scrollarsi al più presto assurdità da secolo scorso come esclusive temporali/territoriali che non hanno più senso in un mondo digitale e globalizzato dal punto di vista commerciale, che creano diseguaglianze che hanno un senso per i commercianti e i distributori ma assolutamente nessuno per gli acquirenti.


E' un discorso che avevamo già fatto tempo fa. Da consumatore ovviamente piacerebbe avere una sola piattaforma con tutte le feature ed i giochi. Questo però porterebbe ad un mercato senza alternative e senza competizione, cosa che alla lunga non so se porterebbe benefici

2) Rinnovare il concetto di DRM a favore dell'acquirente e non dell'esercente (se compro una cosa, è giusto che il mio acquisto venga tutelato dall'essere usato da persone che non ho autorizzato, ma questo non può limitare il mio potere decisionale sulla fruizione dello stesso).


Su questo sono d'accordo, i DRM spesso finiscono con il penalizzare solo l'acquirente onesto.

3) Rivedere profondamente il concetto di diritto d'autore specificatamente per quel che riguarda prodotti da sempre nel limbo come i cosiddetti "abandonware"


Anche qui d'accordo, ma quello degli abandonware è un discorso a parte, come detto sopra.

4) Dare il giusto valore alle cose: un bene digitale non può essere monetizzato secondo gli stessi parametri di un bene manifatturiero


Qua ci sarebbe da discutere. Nel caso di videogiochi, film, musica etc... il bene materiale è un semplice supporto, legato solo in parte a quello che è il vero prodotto
che effettivamente non cambia con il cambiare del supporto.
Ed il prodotto digitale ha, a sua volta, legate delle spese (i server costano).
Quindi non è detto che tra digitale e retail ci debba essere per forza una differenza di prezzo.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il giovedì 30 maggio 2013, 13:19

@locutus

Fermo restando che anche le conclusioni sono un po' affrettate, nel senso che quello che realmente emerge è un po' meno chiaro di quanto si vorrebbe (chi scarica molto lo fa perchè è gratis, chi scarica poco prima ammette che la roba legale non costa molto, poi dice che se costasse di meno smetterebbe di scaricare...), e soprattutto nel senso che i "quattro motivi" non sono assolutamente sullo stesso piano (l'opportunità di risparmiare rimane in assoluto il motivo numero uno, la disponibilità è un problema abbastanza sentito ma secondario, mentre l'accessibilità dei servizi legali e le esclusive temporali sono già molto meno percepiti come un problema) - tutto questo senza contare che lo studio è un po' limitato (un campione non enorme di persone residenti nel solo Regno Unito) - sono comunque d'accordo in parte con quello che dici.

Lo studio dimostra, se dimostra qualcosa, quello che nessuno vuole ammettere o sentirsi dire: chi scarica lo fa perchè è gratis, facile, veloce, disponibile e in una zona quasi grigia di legalità.
Ora, questo non lo batti facilmente...

Tuttavia sono appunto d'accordo sul fatto che i servizi legali ogni tanto si tirano la zappa sui piedi, e che concetti come esclusive temporali o DRM invasivi andrebbero rivisti perchè l'unico punto su cui puoi giocare la partita, tolto il prezzo su cui perdi in partenza, è la qualità e fruibilità del servizio. Banda garantita, qualità garantita, accesso semplice, disponibilità di titoli.

Sono però convinto che i servizi digitali di oggi (non di qualche anno fa) funzionino bene e siano già una valida alternativa alla pirateria tolto il prezzo. Per me è molto più semplice, una volta fatta una configurazione iniziale che è comunque rapida quanto la creazione di un account e l'inserimento del numero di carta di credito, guardare i film da Chili direttamente sulla tv e ascoltare la musica da Spotify direttamente su cellulare. Senza navigare tra pornobanner per cercarmi il torrent, assicurarmi che sia quello che voglio, sperare ci siano le fonti, trasferirlo su pendrive/cellulare, eccetera. Non cito neanche Steam, che si cura da solo di compatibilità, patch, localizzazione, senza sbattere contro virus, crack, nocd, vattelapesca (idem per gog che non ha manco il drm). E non parliamo neanche del kindle e degli altri ebook reader.
Il prezzo? 10€ scarsi al mese di abbonamento per tutta la musica che voglio, da 3 a 5€ per il noleggio di un film, variabile per i videogiochi ma sempre più conveniente del retail e con moltissime offerte, i libri digitali infine sono spesso gratis, a pochi euro, mai più di 10€, spesso in offerta.

Che cosa non funziona, di grazia?
Che non è gratis. Non riesco a trarre un'altra conclusione che sia intellettualmente onesta.
L'altro punto è la penetrazione di mercato: la pirateria è oggi un fenomeno consolidato, tutti la conoscono e sanno come farla, quindi è percepita come semplice in quanto nota; i servizi digitali legali sono più giovani, e non è facile quindi convincere una popolazione che già ha quello che tu offri, e ce lo ha senza pagare, a "convertirsi" al tuo servizio.

Per quanto riguarda i tuoi quattro punti, non credo francamente che abbiano ancora oggi un ruolo così determinante.
Il cinerip scaricato "perchè è uscito solo negli USA" è il prodotto più passibile di riacquisto legale dopo qualche mese, e il DRM nei servizi più seri è ormai quasi trasparente.
Per quanto riguarda il giusto valore, è piuttosto difficile calcolarlo (1 perchè anche il digitale ha i suoi costi, dalle reti per lo streaming di contenuto HD alle server farm per lo storage dei contenuti in download, 2 perchè non puoi basarti solo sul fatto che il tuo "avversario" offre contenuto gratis), ma in generale non mi trovo male con i prezzi dei prodotti digitali, eccezion fatta per alcuni servizi come Xbox On Demand dove un FIFA 13 mi costa ancora 70€ oggi che l'ho preso a 20€ da Amazon.

Invece credo che il problema vero sia la disponibilità: infatti i servizi che funzionano (vendono) meglio sono quelli come Spotify o Steam dove il parco titoli è amplissimo. Credo che l'unico motivo razionale di convivenza tra eMule e Cubovision o tra Bittorrent e Gog sia che sui primi trovi quello che sui secondi non trovi.
Quindi piacerebbe anche a me che quello che avviene per i libri, dove i titoli con diritto d'autore scaduto sono venduti gratis o a pochi euro (giustificati da un'eventuale edizione un po' pompata), potesse avvenire anche per film e videogiochi, anzichè avere il limbo da te citato di prodotti che legalmente non puoi procurarti da nessuna parte mentre illegalmente ti bastano due click.
E in generale la questione dei diritti dovrebbe snellirsi di molto, perchè i detentori dovrebbero capire chiaramente che il futuro non è la riedizione in DVD ma la presenza su un mercato digitale...
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 30 maggio 2013, 15:30

Per come l'ho inteso io, il problema dell'efficienza dei servizi è da legarsi alle limitazioni che impongono (specie in ambito consolle). Quindi un problema ampiamente connesso con i DRM.

Fortunatamente su PC questo problema non è così sviluppato, considerando che GoG o DotEmu o simili non pongono limitazioni di sorta e che lo stesso Steam al limite fa un controllo sugli IP ma non ti vieta di usare i tuoi giochi su PC diversi (tranne - ed è giusto - nel caso di accessi multipli contemporaneamente o di palesi violazioni, come giochi fatti girare su server pirata e via dicendo).

Personalmente ritengo che sarebbe giusto, seguendo l'esempio di GoG, piano piano sbarazzarsi dei DRM anche su Steam e servizi simili, specialmente ora che hanno un pubblico ampio e fidelizzato.

Per il resto, sono d'accordo con le vostre obiezioni, vorrei solo dire che:

Per quanto riguarda il prezzo dei beni digitali, io non dico che non ci siano dei costi di produzione/gestione anche li, ma chiaramente - data la natura dei beni di cui stiamo parlando - sono dei costi che potrebbero essere spalmati in modo diverso sia nei tempi sia nei contenuti.

Spendere 40-50 euro per qualcosa che, pur valendo quel prezzo, non hai in mano fisicamente spaventa a priori l'acquirente. Credo che sia una reazione a pelle, psicologica, del tutto legittima.

Bisognerebbe trovare il modo (sempre considerando che parliamo di cose che non hanno un tempo limitato per restare sugli scaffali e poi scomparire) di ammortizzare quel costo in qualche altra maniera, per rendere il prodotto appetibile pur nella sua intangibilità.

Certe volte coi DLC si esagera, ma non è una cattiva strada da battere: piuttosto che spendere € 40,00 tutti assieme, sarei più propenso a spenderne 5, 7, 10 al mese fino a raggiungere la somma completa, ma nel frattempo avendo la possibilità di giocare e di usufruire del mio acquisto (sempre ammesso che sia un gioco che vale € 40,00 in partenza).

Infine sull'obiezione sollevata sulle esclusive: è vero che andare verso un'unica piattaforma significa fomentare fenomeni monopolistici che certo non fanno bene al consumatore, ma dall'altro canto è pure vero che una sola piattaforma molto fornita può permettersi di fare ciò che fa Steam o iTunes, abbassando drasticamente i prezzi di alcuni articoli a rotazione per monetizzare a prescindere (e qui mi ricollego al discorso di prima sui differenti modi e tempi con cui si può rientrare delle spese, parlando di commercio digitale). Inoltre da consumatore per me sarebbe molto più comodo, con un unico account, avere accesso a tutti i miei acquisti.

Si tratta di sperimentare forme nuove di commercio fino a poco tempo fa impensabili, ma varrebbe la pena esplorare queste nuove possibilità: spesso le esclusive non fidelizzano il cliente, lo imbrigliano e basta. Pur non amando particolarmente iTunes sono costretto ad usarlo perché ha un catalogo che altri servizi non offrono, ma se Apple è convinta che in questo modo io abbandonerò Microsoft per Mac non ha capito un tubo. E lo stesso discorso lo posso fare per eslcusive Xbox piuttosto che Ps3.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda John il venerdì 31 maggio 2013, 13:21

locutus ha scritto:Spendere 40-50 euro per qualcosa che, pur valendo quel prezzo, non hai in mano fisicamente spaventa a priori l'acquirente. Credo che sia una reazione a pelle, psicologica, del tutto legittima.

Bisognerebbe trovare il modo (sempre considerando che parliamo di cose che non hanno un tempo limitato per restare sugli scaffali e poi scomparire) di ammortizzare quel costo in qualche altra maniera, per rendere il prodotto appetibile pur nella sua intangibilità.


Sicuramente per alcuni ancora il fatto di non avere niente di fisico sotto mano spaventa o comunque da l'impressione di avere qualcosa con meno valore. Ma il valore effettivo del supporto è nella maggior parte dei casi minimo (non so neanche se si possa arrivare a parlare di euro), quindi non ti possono mettere un gioco di base a 5 euro in meno se la differenza è di pochi centesimi o addirittura nulla.

Però credo si tratti anche di un problema destinato a scomparire, dato che i contenuti digitali o addirittura cloud (quindi non ti scarichi neanche più il file) sono destinati a guadagnarsi una grossa fetta di mercato. Già Steam credo sia ai livelli del mercato retail, se non superiore.

Certe volte coi DLC si esagera, ma non è una cattiva strada da battere: piuttosto che spendere € 40,00 tutti assieme, sarei più propenso a spenderne 5, 7, 10 al mese fino a raggiungere la somma completa, ma nel frattempo avendo la possibilità di giocare e di usufruire del mio acquisto (sempre ammesso che sia un gioco che vale € 40,00 in partenza).


Intendi avere il gioco completo subito e pagarlo "a rate" o avere anche il gioco ad episodi?

Infine sull'obiezione sollevata sulle esclusive: è vero che andare verso un'unica piattaforma significa fomentare fenomeni monopolistici che certo non fanno bene al consumatore, ma dall'altro canto è pure vero che una sola piattaforma molto fornita può permettersi di fare ciò che fa Steam o iTunes, abbassando drasticamente i prezzi di alcuni articoli a rotazione per monetizzare a prescindere (e qui mi ricollego al discorso di prima sui differenti modi e tempi con cui si può rientrare delle spese, parlando di commercio digitale). Inoltre da consumatore per me sarebbe molto più comodo, con un unico account, avere accesso a tutti i miei acquisti.

Si tratta di sperimentare forme nuove di commercio fino a poco tempo fa impensabili, ma varrebbe la pena esplorare queste nuove possibilità: spesso le esclusive non fidelizzano il cliente, lo imbrigliano e basta. Pur non amando particolarmente iTunes sono costretto ad usarlo perché ha un catalogo che altri servizi non offrono, ma se Apple è convinta che in questo modo io abbandonerò Microsoft per Mac non ha capito un tubo. E lo stesso discorso lo posso fare per eslcusive Xbox piuttosto che Ps3.


Beh, però iTunes e Steam non sono le uniche piattaforme a fornire quel servizio. Sono quelle principali e di maggior riferimento, ma di portali di digital delivery ce ne sono tantissimi (e molti acquistano da altri per poi riscattare il gioco su Steam)
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il venerdì 31 maggio 2013, 21:58

John ha scritto:Sicuramente per alcuni ancora il fatto di non avere niente di fisico sotto mano spaventa o comunque da l'impressione di avere qualcosa con meno valore. Ma il valore effettivo del supporto è nella maggior parte dei casi minimo (non so neanche se si possa arrivare a parlare di euro), quindi non ti possono mettere un gioco di base a 5 euro in meno se la differenza è di pochi centesimi o addirittura nulla.


Si, però è vero che oggi si da già più valore ad un formato scatolato classico, stile anni '80-'90 che ad un semplice dvd case. Se poi metti degli extra (cartoline, poster etc) il valore percepito aumenta, anche se a livello di materiali è poca cosa.

Insomma, quello che dico è che il valore fisico ha una valenza "psicologica" ancora importante, e in alcuni casi può fare la differenza tra ciò che si ritiene piratabile o no.

Però credo si tratti anche di un problema destinato a scomparire, dato che i contenuti digitali o addirittura cloud (quindi non ti scarichi neanche più il file) sono destinati a guadagnarsi una grossa fetta di mercato. Già Steam credo sia ai livelli del mercato retail, se non superiore.


Si, questo è molto vero per il mercato delle app, che pur essendo cose intangibili la gente scarica giornalmente senza pensarci, perché costano molto poco (in generale). Però se uno deve scegliere tra spendere € 60,00 e avere il supporto e spenderne € 50,00 non avendolo, la differenza è talmente bassa che sei naturalmente spinto a comprare una versione retail o - se sei tendenzialmente un pirata - quel gioco lo scarichi da torrent senza pensarci troppo. Io onestamente non sono disposto a pagare più di € 10,00 - 15,00 per un gioco in DD. I giochi che normalmente costano di più li prendo sempre quando sono in offerta.

Certe volte coi DLC si esagera, ma non è una cattiva strada da battere: piuttosto che spendere € 40,00 tutti assieme, sarei più propenso a spenderne 5, 7, 10 al mese fino a raggiungere la somma completa, ma nel frattempo avendo la possibilità di giocare e di usufruire del mio acquisto (sempre ammesso che sia un gioco che vale € 40,00 in partenza).


Intendi avere il gioco completo subito e pagarlo "a rate" o avere anche il gioco ad episodi?


Entrambe le soluzioni vanno bene: a me i giochi episodici non dispiacciono, ma anche pagare un gioco intero "a rate" non è una soluzione da buttar via. E per "a rate" non intendo necessariamente la forma del finanziamento, ma anche dei DLC (degni di nota) che amplino la storia e l'esperienza di gioco. Se il gioco base (pagato poco e completo) mi ha convinto, è chiaro che non vedrò l'ora di estendere la mia esperienza di gioco man mano che sarà possibile. E' anche uno stimolo per gli sviluppatori a creare qualcosa di appetibile per i giocatori ed essere ripagati in base a quanto bene si sono mossi: se il gioco base è una mezza ciofeca, nessuno troverà allettanti dei DLC.

iTunes e Steam non sono le uniche piattaforme a fornire quel servizio. Sono quelle principali e di maggior riferimento, ma di portali di digital delivery ce ne sono tantissimi (e molti acquistano da altri per poi riscattare il gioco su Steam)


Si ok, ma oltre al fatto che iTunes ha certe esclusive mondiali - come i Beatles - e altri no, resta il fatto che io tenderei a scindere il servizio dal catalogo. Voglio dire, a me piacerebbe molto se una volta comprato Sam & Max dal sito dei TellTales poi ritrovassi quel gioco anche nella mia libreria di Steam e potessi scegliere se usufruire del prodotto tramite interfaccia Steam o no. Del resto io il gioco l'ho pagato a chi di dovere. Poi, ciò che può orientare la mia scelta come consumatore rispetto a pagare il gioco tramite Steam o tramite store dei TellTales può essere la presenza o meno di una qualche offerta, la velocità di download, il fatto che alcuni giochi sono compatibili con gli Achievement e altri no, il fatto che una piattaforma abbia il gioco nella mia lingua e un'altra no e cose così. Quello è un servizio. Ma limitazioni a livello di catalogo mi auguro - col tempo - che vengano superate.
L'acquirente paga direttamente al produttore, poi è come la benzina: se vai alla Esso piuttosto che alla IP dipende da raccolte punti, premi speciali e cose del genere. Ma quello che acquisto dovrebbe essere valido a prescindere dal dove lo acquisto. Se il produttore sa che ho acquistato il suo gioco/film/album io dovrei essere libero di riaccedere a quel prodotto da qualsiasi servizio lo metta in vendita.

Sembra una stron*ata (probabilmente lo è) ma da consumatore io voglio essere sicuro che - se domani la Valve fallisce - io non perda il diritto acquisito sul possesso dei miei beni digitali e poiché si tratta di beni intangibili, la possibilità di riscaricarli legalmente deve essere tutelata virtualmente per sempre. L'unico modo per farlo - a mio avviso - è scindere il servizio dal catalogo.

E per riprendere il filo del discorso, è questo uno dei motivi che mi trova contrario alle esclusive, specialmente nel mercato digitale globale (se un commerciante della mia città ha l'esclusiva sulla vendita di una tale cosa è un conto: se mi sta antipatico, mi faccio una gita fuori e la compro nel paese vicino. Se uno da un'esclusiva digitale, obbliga tutto il mondo a servirsi da uno solo, senza possibilità di scegliere. Questo lo trovo molto sbagliato).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda asterix777 il sabato 1 giugno 2013, 1:32

locutus ha scritto:Voglio dire, a me piacerebbe molto se una volta comprato Sam & Max dal sito dei TellTales poi ritrovassi quel gioco anche nella mia libreria di Steam e potessi scegliere se usufruire del prodotto tramite interfaccia Steam o no. Del resto io il gioco l'ho pagato a chi di dovere. Poi, ciò che può orientare la mia scelta come consumatore rispetto a pagare il gioco tramite Steam o tramite store dei TellTales può essere la presenza o meno di una qualche offerta, la velocità di download, il fatto che alcuni giochi sono compatibili con gli Achievement e altri no, il fatto che una piattaforma abbia il gioco nella mia lingua e un'altra no e cose così. Quello è un servizio. Ma limitazioni a livello di catalogo mi auguro - col tempo - che vengano superate.
L'acquirente paga direttamente al produttore, poi è come la benzina: se vai alla Esso piuttosto che alla IP dipende da raccolte punti, premi speciali e cose del genere. Ma quello che acquisto dovrebbe essere valido a prescindere dal dove lo acquisto. Se il produttore sa che ho acquistato il suo gioco/film/album io dovrei essere libero di riaccedere a quel prodotto da qualsiasi servizio lo metta in vendita.

Il punto è che non è proprio così. Quando compri un prodotto da un distributore, lo compri da lui e non dal produttore. Questo perchè il distributore ha acquistato una licenza di vendita del prodotto in base alla quale il produttore è stato già ripagato dal prezzo di concessione della licenza stessa (e salvo eventuali concordate percentuali sulle vendite). In questo modo il produttore non ha interesse che tu lo abbia acquistato qua o là perchè ha già tratto un profitto (e salvo le sopradette percentuali). Il prezzo poi del singolo distributore dipende dagli accordi col produttore, dalla politica e dalle stime di vendita, dai servizi che decide di offrirti, nel caso dei giochi dalla lingua e dagli updates, ai quali il produttore è in sostanza estraneo (e lo stesso vale per la benzina: i tuoi 10 Euro vanno al distributore e non al produttore, che è già stato pagato).
E' anche per questo che la giurisprudenza tende oggi maggiormente a responsabilizzare il distributore nei confronti del consumatore, anche per vizi della cosa che non dipendono da lui ma dal produttore (che resta comunque responsabile in proprio).
Del resto, diversamente sarebbe finito il discorso sul mercato e la concorrenza (es. Telltale vende solo lei e fa il prezzo che vuole: niente concorrenza, niente bundle cumulativi, niente offerte).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il sabato 1 giugno 2013, 10:01

Si ma il punto - visto che non parliamo di broccoli o patate ma di DD, cioè di una sfilza di 10001001010101 dentro un exe - è che non vedo qual è il senso di avere ancora un distributore nel senso classico del termine, oggi come oggi.

E' chiaro che usando Steam o Zodiac si ha la possibilità di vagliare un catalogo che comprende molti publisher, quindi è sia una gran comodità per il cliente sia una bella vetrina per tutti; in questo senso non sono affatto contrario a questi servizi e non vorrei mai che ogni produttore vendesse le sue cose solo attraverso il suo e-store. Ma dato che ci siamo liberati dalle limitazioni pratiche e concettuali del supporto fisico, dovrebbe essere pacifico che se compro una licenza di gioco, quel gioco mi appartenga a prescindere da chi me l'ha venduto (e parlo a livello di logica da due soldi, so bene che in realtà scattano meccanismi commerciali che tu hai ben spiegato: ma per riprendere l'articolo che ho postato poco più su, se non si sperimenta un po'... ).

Io sarei più propenso a pagare il produttore direttamente (se questo mi garantisse indiscutibilmente il possesso e la licenza d'uso di quel prodotto, a prescindere dal server/servizio di scaricamento), piuttosto che avere 10 account su 10 servizi diversi con 10 cataloghi diversi e con dei miei storici di acquisti frammentati in questo modo che non comunicano fra loro.

In alternativa si potrebbe fare come con iTunes Match, dove puoi importare i dischi comprati da altri servizi, o anche da negozi fisici, e associarli al tuo account con la possibilità di riscaricarli come se li avessi comprati dall'iTunes store. Certo, c'è da pagare una somma annuale, ma al momento mi sembra l'unica soluzione praticabile.

Su Steam puoi importare giochi non del catalogo, ma non serve a nulla perché rimane tutto in locale. Se accedi a Steam da un altro PC, non li puoi mica scaricare.

E ripeto, non è semplicemente una ***** mentale mia, che sono pigro e mi piace avere tutto in un posto solo, è un'esigenza di sicurezza che sento molto forte: posso fare tutti i back-up che voglio, ma se il DD ha un valore aggiunto indiscutibile è proprio quello di essere virtualmente sempre disponibile con un accesso ad internet. Il fatto che il mio diritto ad accedere ad un acquisto passi dal servizio offerto dal distributore piuttosto che dalla prova d'acquisto che io quel gioco l'ho comprato, mi lascia molto perplesso anche alla luce dei DRM che alcuni servizi di distribuzione impongono nei giochi (senza voler mettere in dubbio i costi di gestione che un distributore, anche solo digitale, chiaramente ha. Solo che penso andrebbero ripagati solo in parte con il catalogo e in maggior misura da servizi accessori: patch di traduzione, achievement etc.)

P.S.
Per chi se lo stesse chiedendo, si, ho avuto brutte esperienze in questo senso: non è raro che un servizio metta in vendita qualcosa e dopo qualche tempo (magari scadono le licenze) quel prodotto non sia più disponibile. Qualche tempo fa comprai un album su Zune (oggi X-box Music) ma non ebbi l'accortezza di farne un back-up, sicuro del fatto che alla bisogna avrei potuto riscaricare il tutto tranquillamente, come da prerogative del servizio.

Ebbene, dopo una formattazione del mio PC, vado a tentare di riscaricare quell'album e scopro che non è più in catalogo e pertanto non ho più modo di effettuare il download dai server Microsoft. Praticamente ho buttato così dei soldi. Le mie lettere di protesta sono state bellamente ignorate. Io conservo ancora la fattura e la conferma di pagamento, nello storico acquisti associato al mio account Microsoft quella transazione è registrata, posso dimostrare in tutti i modi che quell'albo l'ho pagato, ma a chi? A Zune no di certo (che tra l'altro non esiste più) ma anche quando, considerando che quell'articolo non è più presente sui loro server, io come lo riscarico?
Se anche insistessi, mi potrebbero dire: "Nelle condizioni di utilizzo si dice chiaramente che si invita il cliente a fare delle copie di back-up". Ma così è troppo semplice e - come ho già detto - si perde il valore aggiunto principe del DD.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda asterix777 il domenica 2 giugno 2013, 0:02

Capisco la tua esigenza, sarebbe di certo una comodità, ma la vedo largamente difficile proprio per il discorso che facevo sopra.
La catena distributiva oggi è ridotta grazie al DD, ma è difficile pensare di omologarla in modo tale che tutti i distributori si riconoscano a vicenda. Dovrebbero intavolare accordi reciproci che a mio modo di vedere sarebbero anche pericolosi per il libero mercato. Cioè, accordarsi potrebbe significare omologare anche i prezzi e addio concorrenza. Troveresti sì ogni gioco acquistato nel catalogo anche dell'altro (così scegli un solo distributore sul mercato e per te finisce là, con un unico elenco giochi), ma i prezzi sarebbero anche gli stessi e non se ne gioverebbero gli utenti finali in termini di risparmio (leggi: cartello tra i distributori).
La pluralità di distributori diversi e concorrenti tra loro la vedo come un bene. E' chiaro poi che proprio in quanto concorrenti non risconoscono a vicenda i rispettivi acquisti, ma almeno la concorrenza sopravvive.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il domenica 2 giugno 2013, 0:56

Col digitale si dovrebbe però studiare un modo per tutelare l'acquisto a prescindere dal distributore :(

Al momento l'unica cosa che può fare il consumatore è servirsi dei distributori maggiori, perché avendo molti utenti, se sgarrano, rischiano di tirarsi dietro class actions e cose che certo non fanno bene all'immagine (motivo per cui con lo store di Microsoft ho chiuso e mi sono rivolto ad iTunes, anche se non sono per niente un fan della mela), però ci vorrebbe una regolamentazione seria, a mio avviso.

Tutto questo discorso l'ho fatto perché si era detto che tra gli elementi che ancora favoriscono la pirateria informatica ci sono i limiti dei servizi in DD. Ora vi chiedo, se io mi scaricassi da torrent l'album di cui - pur avendolo pagato regolarmente - non posso più usufruire, passerei per pirata? E se un giorno Steam chiudesse i battenti e scaricassi (illegalmente) gli ISO dei giochi che ho acquistato, passerei per pirata?

All'atto pratico si, ma beghe legali a parte vorrei vedere chi potrebbe biasimarmi.
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