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Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

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Moderatore: asterix777

Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda asterix777 il domenica 2 giugno 2013, 3:26

locutus ha scritto:E se un giorno Steam chiudesse i battenti e scaricassi (illegalmente) gli ISO dei giochi che ho acquistato, passerei per pirata?

All'atto pratico si, ma beghe legali a parte vorrei vedere chi potrebbe biasimarmi.

Mi rendo conto e a mio avviso, avendo acquistato regolarmente il prodotto, ne avresti la piena facoltà d'uso e quindi saresti titolato a procurartene una copia di backup.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il domenica 2 giugno 2013, 20:19

Può essere, però sorgono due obiezioni:

1) Quando acquisto qualcosa in DD, nel prezzo dell'acquisto è inclusa la fruizione dei server del distributore per le operazioni di re-download, patch e simili.

2) Se scarico l'ISO di un gioco che ha dei DRM o delle limitazioni antipirateria (mi viene in mente Batman Akham Asylum dove - nella versione piratata - il personaggio non può fare certe mosse o usare certe armi, rendendo di fatto il gioco inutilizzabile), se scarico questo ISO, comunque non avrei l'equivalente del mio acquisto.

E come dicevo più su, secondo la legislazione corrente, è colpa mia - come cliente - se non ho fatto delle copie di back-up in tempo.

Io non so se devono intervenire accordi commerciali o legislativi per tutelare il cliente ma - forse per la prima volta nella storia - siamo tutti diventati consumatori di beni che NON si consumano, nel senso letterale del termine: questo non può essere ignorato ancora per molto, secondo me.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda asterix777 il lunedì 3 giugno 2013, 11:59

locutus ha scritto:E come dicevo più su, secondo la legislazione corrente, è colpa mia - come cliente - se non ho fatto delle copie di back-up in tempo.

In effetti, la tutela del consumatore dovrebbe essere proprio in questo onere che gli viene addebitato. E' come se comprassi la copia fisica del gioco ma non ne avessi la corretta manutenzione: se perdi il supporto o si graffia ci si dovrebbe domandare se tu abbia diritto ad una nuova copia del gioco con la sola spesa del supporto, avendo già acquistato la licenza di gioco, o debba ricomprarti una nuova copia perchè si tratta di proprietà del dvd (e quindi legata esclusivamente a quest'ultimo).
Analogamente, se hai acquistato in DD si potrebbe dire che tu abbia acquistato la licenza d'uso e possa reclamarla nei confronti non solo del distributore ma anche del publisher originario, ma questo comporterebbe la necessità di una normativa che obblighi i publisher che stringono accordi con i distributori a rendere disponibile su propri server appositamente predisposti i titoli di cui cedono le licenze, per l'ipotesi che il distributore non possa più erogare il servizio; altrimenti si dovrebbe pensare che la licenza è stata acquistata dall'utente unicamente nei confronti del distributore e che quest'ultimo - qualora andasse, ad esempio, in fallimento - sarebbe il solo obbligato a risarcire o quantomento indennizzare l'utente della sua inadempienza, cioè l'interruzione del servizio tramite server (al di là dell'onere per l'utente di fare la copia di backup, che comunque non esenta il distributore dal suo obbligo di rendere disponibile il titolo in DD per il download illimitato).
Ma si tratta di un discorso lungo (anche solo per la seconda ipotesi), che al momento non vedo nella pratica immediatamente fattibile perchè probabilmente ancora non sono sorti interessi collegati o ancora non si è verificato il caso rilevante che suggerisca una revisione della normativa sul punto (peraltro rigorosamente a livello internazionale, data la tematica e la necessità di garanzie intrecciate).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il martedì 4 giugno 2013, 11:36

Francamente però mi sembra che si stiano avanzando delle "pretese" un po' fantascientifiche, soprattutto alla luce del fatto che il mercato non digitale è comunque sempre stato molto meno tutelativo da questi punti di vista.

Se rompi un CD, lo perdi, si consuma, il nipotino l'ha mangiato, non vai certo al negozio a pretendere che te ne ridiano una copia nuova. Se hai perso un DVD e vuoi ricomprarlo ma il negozio è fallito, o quel film è fuori cataogo, non è che fai causa a qualcuno perchè non era tua responsabilità fare una qualche "copia di backup".

Mi è capitato dozzilioni di volte di perdere, rompere o vendere roba che poi non sono più riuscito a recuperare, tanta frustrazione ovvio, ma fa parte del gioco.

Nessun distributore potrà mai garantire che non fallirà mai o che renderà sempre disponibile tutto il catalogo (alcuni, soprattutto in quegli ambiti dove ogni pezzo del catalogo è particolarmente oneroso da mantenere, come il cloud gaming, già ti dicono che quello che è disponibile oggi potrebbe non esserlo più fra due anni).

La tendenza è quella di offrire più un servizio che un prodotto, anche perchè, volenti o nolenti, il capitalismo si basa sul guardarsi poco indietro e consumare tanto in avanti. Quindi è il paradiso del noleggio, del cogli l'attimo, ma se si deve pensare a questi mercati come a degli store veri e propri con prodotti da collezione sempre disponibile in vendita, bè si commette un errore di valutazione.

Il trucco sta nel non far percepire la cosa, nel renderla trasparente, ma anche nell'accontentarsi, sapendo che pretese come "ho preso il dvd l'anno scorso quindi il blu-ray me lo devono regalare" o "devono fare il remake di Shenmue per PS3 perchè mi si è rotto il dreamcast e poi non era in HD" lasciano il tempo che trovano e fanno tanto vecchio col cappello.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il martedì 4 giugno 2013, 12:24

Mi quoto per rispondere ad Over

locutus ha scritto:forse per la prima volta nella storia - siamo tutti diventati consumatori di beni che NON si consumano, nel senso letterale del termine: questo non può essere ignorato ancora per molto, secondo me.


E' chiaro che se compro un bene consumabile (come un cd, dvd, blu-ray) la responsabilità della manutenzione è tutta a mio carico. Ma con il DD io non compro il supporto fisico, bensì quello che nel mercato classico sarebbe il suo contenuto e una licenza personale per il suo utilizzo. Ovvero, compro una cosa che non si consuma.

Non si può dire: "Smettiamola di chiedere prezzi bassi dei giochi in DD con la scusa che non ci sono costi di confezionamento e distribuzione fisica, perché ci sono comunque altri costi" (ed è vero), e poi fregarsene se al consumatore succede qualcosa con il suo acquisto, dato che in quei suddetti "altri costi" ci sono gli oneri di mantenimento dei server di cui il consumatore si serve, e che ha pagato.

Mi sembra che così si cerchi la botte piena e la moglie ubriaca.

Non è una pretesa assurda la mia; semmai è assurdo voler a tutti i costi imbrigliare la regolamentazione corrente - che si riferisce ad un commercio del secolo scorso - con le possibilità di oggi offerte dal digitale.

Nessuno può pretendere né garantire che non fallirà, ma qui torniamo al discorso molto più ampio del diritto d'autore e degli abandonware. I soldi che io verso nelle casse del produttore o distributore non cessano di essere validi nel momento in cui una data licenza viene abbandonata, e io ho versato dei soldi nelle loro casse non per comprare un CD, ma per comprare una licenza di utilizzo sui contenuti di una qualche loro produzione (licenza che non è soggetta ad usura di alcun tipo). Oltretutto - visto che i nodi vengono tutti al pettine - proprio perché NON si tratta di beni fisici, la licenza che io acquisto (mettiamo su GoG) non è cedibile/vendibile ad altri: quella cosa è mia e solo mia nei secoli dei secoli, amen.

Quindi, o si vendono delle licenze a tempo (quinquennali, decennali fate voi...) ma col rischio di affossare il mercato del DD (perché dovrei comprare qualcosa che fra 5 anni mi si cancella dall'HDD?) o si crea a livello globale un organismo di garanzia per i beni digitali con una rete di server che garantisca gli acquirenti in regolare possesso delle loro prove d'acquisto.

Continuare a fare paralleli tra beni fisici e beni digitali ci riporta dritto dritto al punto inziale di questa discussione: scaricare non è rubare una borsa o una macchina.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda ThinoRhobu il martedì 4 giugno 2013, 12:53

Bhe un attimo però.
Non torno in questo topic per parlare della pirateria in quanto quello che avevo da dire l'ho già detto e mi ero promesso di non farlo più, ma quello che state discutendo è tutt'altro discorso e, chissà perché /sto cercando di capirne il motivo, ho l'impressione che per tirare l'acqua al proprio mulino si possa dire qualsiasi cosa nella speranza che gli altri non se ne accorgano.

"Se il cane mi mangia il CD", "Il negozio ha chiuso", "Ho venduto il gioco" non possono essere messi a confronto con una formattazione di un computer che conteneva un prodotto in DD. La prerogativa del DD, il suo vantaggio tanto decantato è avere a disposizione un software scaricabile (copiabile si può dire e mi tiro dietro qualche ira?) da qualsiasi punto del globo.
Se per un motivo qualsiasi il mio supporto fisico non è più utilizzabile per causa mia, nessuno pretende niente (le pretese fantascientifiche sono queste, o mi sbaglio?), ma se il mio gioco, fisico o DD che sia, non è utilizzabile per colpa del negoziante, produttore, distributore, allora le mie pretese - fisiche o digitali - sono più che giustificate e per niente fantascientifiche. E mi incazzo pure, come mi incazzerei se tornassi a casa dal concessionario con un'auto che perde i pezzi.

Sono stato il primo a dire che il DD puzza in questa discussione e non mi tiro indietro. Il vantaggio di quest'ultima meraviglia tecnologica è sempre per gli altri, mai del consumatore. Pensiamo di comprare un bene su Steam et similia, ma alla fine ci renderemo conto che stiamo solo prendendo in affitto qualcosa che non esiste (o meglio, qualcosa che, prima o poi non potremo più usare). Io, se sono il proprietario di un bene, vorrei avere il diritto di distruggere, scambiare, rivendere.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda John il martedì 4 giugno 2013, 13:24

Il mercato digitale è relativamente giovane, c'è sicuramente qualche punto su cui si può discutere, qualche limitazione così come qualche pregiudizio.
E su questo se ne può discutere quanto ci pare, qualcuno può decidere di compare solo in digitale, altri non avvicinarcisi neanche per sbaglio ma, almeno secondo me, è un discorso che c'azzecca poco o nulla con la pirateria.

Non ti fidi del servizio? Compri retail.
E' disponibile solo in digitale? Ci rinunci, dispiace ma non sarà una disgrazia.

Almeno non vedo una connessione diretta tra le due cose (visto che si era partiti da questa cosa).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Ekaterina il martedì 4 giugno 2013, 14:17

ThinoRhobu ha scritto:Sono stato il primo a dire che il DD puzza in questa discussione e non mi tiro indietro. Il vantaggio di quest'ultima meraviglia tecnologica è sempre per gli altri, mai del consumatore. Pensiamo di comprare un bene su Steam et similia, ma alla fine ci renderemo conto che stiamo solo prendendo in affitto qualcosa che non esiste (o meglio, qualcosa che, prima o poi non potremo più usare). Io, se sono il proprietario di un bene, vorrei avere il diritto di distruggere, scambiare, rivendere.


Questo è il motivo per cui, parlando di DD, preferisco di gran lunga chi ti da la possibilità di scaricare DRM-free i giochi che hai comprato (vedi GoG) rispetto a chi ti obbliga ad attivare i giochi attraverso il loro engine (vedi Steam o Zodiac): nel primo caso il gioco lo sento veramente mio, posso salvarmi la mia bella copia su un HD esterno e se tra 2-3 anni GoG non esiste più non è un problema. Certo, mi può anche succedere di fare cadere dalla finestra l'hard disk e perdere tutto il suo contenuto ma in quel caso è colma mia che non ne ho avuto cura e le conseguenze sono mie. Nel secondo caso se tra due anni Steam o Zodiac (per citarne due) chiudono ho perso i miei giochi, pur non avendono alcuna responsabilità, e mi devo attaccare al tram.

Per non parlare poi di alcuni DRM assurdi tipo quelli che permettono solo un paio di installazioni del gioco per cui se devo riformattare il computer tanti saluti ai 30 euro appena spesi.
Mi può anche stare bene che se si compra qualcosa in DD non si acquista il bene fisico ma una licenza d'uso, ma allora ci dovrebbe essere una differenza di prezzo davvero importante, non un qualcosa che di fatto invece di favorire chi ha comprato i giochi originali li penalizza.

Ritorno più in tema con il discorso sulla pirateria con una domanda in particolare a Overmann e John, che sembrano i più contrari alla pirateria: ci sono delle situazioni in cui anche voi considerereste "lecito" almeno dal punto di vista morale scaricare illegalmente? Si parla sempre di consumo strettamente personale.

Faccio alcuni esempi pratici da situazioni reali, non solo relative ai videogiochi:
1) Vi interessa un libro pubblicato alcuni anni fa. Questo libro è introvalibe nelle librerie, non è più stampato e la casa editrice non è intenzionata per il momento nè a ripubblicarlo nè a venderlo come ebook. Lo scarichereste pirata?

2) Vorreste giocare ad un videogioco un po' datato, che non si trova più in retail nè in alcun catalogo di DD. Su ebay ne sono vendute alcune copie a prezzi fuori dal mondo (tipo 200 euro per un cd). In compenso pirata lo si trova facilmente. Lo scarichereste o rinuncereste a giocarci?

3) Vorreste rivedere una trasmissione televisiva che non è mai stata pubblcata in dvd, o il cui dvd non è più reperibile. La scarichereste pirata?
Sto leggendo: Il signore dei vampiri (Jeanne Kalogridis)
Sto giocando: Sherlock Holmes Crime & Punishment
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il martedì 4 giugno 2013, 17:08

Cerchiamo di capirci: mi piacerebbe tantissimo poter dire "una volta ho comprato la tal licenza quindi per tutta la vita potrò usufruirne".
Ma questa è un'utopia, non è quello che promette il prodotto fisico e non è quello che promette il prodotto digitale.
Se vogliamo valutare vantaggi e svantaggi dobbiamo rimanere coi piedi per terra, perchè ci stiamo muovendo sempre in un mercato, non nel mondo dei puffi.

ThinoRhobu ha scritto:se il mio gioco, fisico o DD che sia, non è utilizzabile per colpa del negoziante, produttore, distributore, allora le mie pretese - fisiche o digitali - sono più che giustificate e per niente fantascientifiche. E mi incazzo pure, come mi incazzerei se tornassi a casa dal concessionario con un'auto che perde i pezzi.


Giustificate quanto vuoi, fantascientifiche dipende dalle tue pretese. Un conto è comprare il gioco appena uscito e scoprire che il server è indisponibile (cosa che per inciso è sempre accaduta a Telltale e nessuno ha mai gridato allo scandalo), un conto è dire che siccome compri una licenza d'uso allora quella dovrà essere eterna (molto diverso dall'esempio che fai con il concessionario).
Le tecnologie cambiano, le aziende falliscono, i mercati si sviluppano...
Gog ti può garantire che il gioco che scarichi funzionerà con Windows 7, poi esce Windows 8 e non puoi pretendere che siccome hai preso la licenza allora ci devi poter giocare ancora.
L'ultima cosa che è nell'interesse di Steam è fallire, ma se Steam fallisce è la vita.
Se ti piace ancora tantissimo giocare online a FIFA 09 per mille motivi tuoi personali, non puoi però pretendere che il supporto a FIFA 09 duri in eterno solo perchè siete in quindici a giocarci ancora oggi (è accaduto ad esempio quando, nel 2010, Microsoft ha dismesso il supporto al gioco online per i giochi della prima Xbox... c'era ancora un bel po' di gente che giocava ad Halo 2, ma erano passati sei anni dalla sua uscita...).

I prodotti "consumabili" hanno una garanzia, scaduta la quale ti attacchi al tram.
I prodotti digitali hanno comunque dei punti di convergenza con i consumabili, nel senso che parte dell'ambaradan indispensabile al servizio si "consuma" nel tempo (=non è più conveniente dedicare spazio, banda, ore-uomo etc.).

Questo non si traduce in una garanzia esplicita, perchè non è per niente facile da stimare, ma implicitamente o meno quello che compri oggi fra cinque anni o dieci non potrai più usarlo, o non nello stesso modo.
E' quasi una legge della natura e pensare che il mercato digitale possa cambiarla è un'utopia; basta guardarsi in giro per vedere come già in questi primi anni le carte in tavola si sono mescolate più volte. Gli mp3 che hai comprato anni fa su iTunes non ti servono più se hai un abbonamento Spotify, sono soldi buttati? Il DVD-RIP di dieci anni fa adesso ti si vede sgranato perchè la risoluzione del tuo televisore è più che raddoppiata, quindi siccome il film ti piaceva tanto ti sei riscaricato la versione HD+, buttato soldi? Il gioco per Windows XP comprato in digitale ora non funziona su Windows 8, scandalo da prima pagina?

E' economicamente non sostenibile e tecnicamente irrealistico pretendere quello che chiedete. Anzi è proprio da "botte piena e moglie ubriaca" (perchè ovviamente il DD deve costare pochissimo perchè non c'è l'azienda in india che stampa un milione di amaray).

Sono stato il primo a dire che il DD puzza in questa discussione e non mi tiro indietro. Il vantaggio di quest'ultima meraviglia tecnologica è sempre per gli altri, mai del consumatore.


Certo se questo è il punto di partenza è anche fiato sprecato...
Io vedo dei vantaggi nel DD per come funziona oggi, mi consente di fare cose che non posso fare con i beni fisici (è vero ovviamente il viceversa, nessuno pretende il contrario), anche solo evitare di andare in negozio, risparmiare, accedere al mio catalogo musicale dall'albergo.
Se per voi questi vantaggi sono invisibili perchè è tutta una truffa delle multinazionali che vendono fumo, e date valore solo al fatto di poter rivendere/prestare un bene, è una vostra opinione ma permettetemi di osservare che è un po' ottusa... (nel senso che non si può criticare il DD a priori negando che già oggi, senza Licenze Eterne, offra dei vantaggi lato consumatore per cui io possa decidere di pagare).

Pensiamo di comprare un bene su Steam et similia, ma alla fine ci renderemo conto che stiamo solo prendendo in affitto qualcosa che non esiste (o meglio, qualcosa che, prima o poi non potremo più usare). Io, se sono il proprietario di un bene, vorrei avere il diritto di distruggere, scambiare, rivendere.


Infatti è proprio il paradigma ad essere cambiato, prendere o lasciare.
Locutus dice che se Steam dicesse "ti diamo supporto per 5 anni" nessuno comprerebbe più nulla, io dico che implicitamente tutti sappiamo che magari fra cinque anni non avremo più ciò che abbiamo comprato (e nemmeno ce ne importerà, dipende sempre da caso a caso).

La maggior parte dei compratori compra all'uscita per giocare subito, e noleggia il film appena uscito. Alla maggior parte dei giocatori frega nulla se tiri giù i server di Halo 2 nel 2010.
Nessuno si è mai sognato di promettere un supporto "eterno" e nessuno ha mai detto che il vantaggio del DD e la sua "eternità delle licenze"... Si ritiene ragionevolmente probabile che Steam non fallisca, e che i provider diano supporto ai prodotti almeno per un tempo sufficiente a farmeli venire a noia.

Il fatto di essere pro-DD non significa che lo ritenga un meccanismo perfetto e privo di difetti, solo che un'alternativa migliore non c'è. E' facile dire "ahah magari poi Steam fallisce", ma dovete ricordarvi che lo fate con in mano un DVD che si righerà e deteriorerà molto prima di Steam.

Ekaterina ha scritto:Questo è il motivo per cui, parlando di DD, preferisco di gran lunga chi ti da la possibilità di scaricare DRM-free i giochi che hai comprato


Il DRM è una questione spinosa, è in molti casi ci sono stati abusi o situazioni poco etiche/simpatiche.
Però ricordiamoci che il DRM è lì per via della pirateria, tanto per dire :mrgreen:

Per quanto riguarda le tue domande rispondo sì a tutte e tre, non mi sono mai nascosto dietro a un dito e anzi ho sempre detto che il problema maggiore del DD legale è la disponibilità di catalogo.

Ma il caso strano non sono io che mi scarico il prodotto fuori catalogo, è il pirata che si scarica il prodotto che legalmente costa 4 euro (tipico prezzo da streaming legale, ma anche da ebook).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il martedì 4 giugno 2013, 22:15

John ha scritto:è un discorso che c'azzecca poco o nulla con la pirateria.

Non ti fidi del servizio? Compri retail.
E' disponibile solo in digitale? Ci rinunci, dispiace ma non sarà una disgrazia.

Almeno non vedo una connessione diretta tra le due cose (visto che si era partiti da questa cosa).


La connessione l'ho fatta io prendendo spunto dall'articolo di cui ho postato il contenuto una pagina fa. Ad un certo punto si dice che, dalle statistiche sul fenomeno della pirateria, emerge che una fetta di utenti smetterebbe di scaricare materiale illegalmente se i servizi legali funzionassero meglio.

Io ho interpretato questo "funzionassero meglio", con i limiti legali degli acquisti digitali (visto che ho riportato una brutta esperienza capitatami in prima persona).

Sulle parole di Overmann non mi sento di tornare punto per punto perché - come ho già detto - continua ad equiparare in molti casi il bene fisico col bene digitale. Non che sbagli la sua analisi, intendiamoci! E' vero che per le leggi e le consuetudini correnti ci si comporta (e ci si aspetta che ci si comporti) nei modi da lui descritti: io dico solo (sempre alla luce dell'articolo postato una pagina fa) che il fatto che lo status quo di oggi sia questo, non è di per sé un fattore giustificante e trovo assurdo non voler nemmeno parlare di un'ipotesi di sperimentazione a livello normativo e commerciale, visto che - leggendo i comenti degli altri - viene evidentemente fuori che la diffidenza nei confronti del DD (e quindi un' implicito favore verso i fenomeni di pirateria) deriva da buchi normativi sfruttati a tutto vantaggio dei produttori/distributori con poche tutele nei confronti dei consumatori.

Per il resto, scusami ma lo dici tu che fra 5 anni sappiamo tutti che non avremo più quello che abbiamo comprato :)
Io conservo ancora copie di giochi dei primi anni '90! :mrgreen:
E non vedo perché un acquisto digitale debba avere una vita più breve di un acquisto fisico: a rigor di logica, visto che non si usurano, dovrebbe essere il contrario :wink:

Io continuo a comprare giochi per PC, piuttosto che farmi la consolle, esattamente per questo motivo: da diversi anni a questa parte la retrocompatibilità delle consolle è stata abolita, mentre io col mio PC modernissimo (con pochi accorgimenti) posso ancora giocare al primo "Prince of Persia" tranquillamente: perché dovrei comprare una cosa che - di fatto - rende obsoleta la mia collezione di giochi?

E' un indirizzo del mercato quello di spingere il consumatore alla novità e all'aggiornamento e se mi dici che il DD deve accodarsi a questo indirizzo, per me va bene (anche se ci sarebbe da chiedersi come mai allora un sito come GoG abbia tanto successo, che vende giochi antidiluviani), ma non mi dire che siccome una fetta di consumatori si "accolla" questo indirizzo di mercato, allora solo per questo è cosa buona e giusta e tutto il resto sono favole. Voglio dire, le esigenze e i desiderata di chi ti sovvenziona conteranno pure qualcosa o no?
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il mercoledì 5 giugno 2013, 11:13

locutus ha scritto:La connessione l'ho fatta io prendendo spunto dall'articolo di cui ho postato il contenuto una pagina fa. Ad un certo punto si dice che, dalle statistiche sul fenomeno della pirateria, emerge che una fetta di utenti smetterebbe di scaricare materiale illegalmente se i servizi legali funzionassero meglio.

Io ho interpretato questo "funzionassero meglio", con i limiti legali degli acquisti digitali (visto che ho riportato una brutta esperienza capitatami in prima persona).


A parte che quella fetta è abbastanza irrisoria, l'articolo (originale) non dettaglia ciò che definisce "convenient/flexible". Quello che si può concludere da quell'articolo, che ricordo essere relativo al solo regno unito, è che:
- la maggior parte della gente scarica pirata perchè è gratis, considererebbe i contenuti legali se costassero di meno (c'è una contraddizione di fondo: se 4 euro è tanto, sarà tanto anche 2 euro, perchè non sarà gratis e quindi la differenza di prezzo sarà sempre infinita; questa contraddizione fa parte di ciò che nell'articolo è indicato con "However, the relationship between infringement and spend is complex and the claims people make when asked questions about their likely future behaviour given changes to their options do not always closely reflect their real-life behaviour.");
- la pirateria è vista come una soluzione veloce e semplice, mentre i servizi legali sono migliorabili

Questa "migliorabilità" è relativa a diversi fattori, dal catalogo, al time-to-market passando per la flessibilità legale. Diciamo che ognuno è libero di dare il peso che vuole ai difetti del DD, ma senz'altro è una sfida difficile quella di superare la pirateria in termini di prezzo e flessibilità... Anche perchè la pirateria è un fenomeno consolidato e quasi trasparentemente supportato dagli intermediari (provider internet, ma anche produttori di NAS DLNA, lettori mp3, etc) che hanno tutto da guadagnarci.

Per questa ragione ci metto dentro sempre il fattore etico/deontologico (pericolosamente tralasciato dall'articolo): a parità di servizio, scelgo la via legale perchè considero l'etica che ci sta dietro (sentirmi dare del moralista per questo è vergognoso), non solo per una questione morale ma anche barbaramente di interesse (supportare il mercato = migliorare il mercato, contrastare il mercato = affossare il mercato).

Sulle parole di Overmann non mi sento di tornare punto per punto perché - come ho già detto - continua ad equiparare in molti casi il bene fisico col bene digitale.
[...]
viene evidentemente fuori che la diffidenza nei confronti del DD (e quindi un' implicito favore verso i fenomeni di pirateria) deriva da buchi normativi sfruttati a tutto vantaggio dei produttori/distributori con poche tutele nei confronti dei consumatori.


Il messaggio che vorrei far passare è che bene fisico e digitale non sono due cose separate e opposte. C'è un'ampia zona grigia di caratteristiche comuni.
Sono dei beni in un mercato del capitale, quindi hanno un costo per chi li vende, quindi anche chi li vende va tutelato.
Sono dei beni la cui responsabilità d'uso è solo in parte personale.

Bisogna trovare un punto d'incontro tra domanda e offerta, tra produttore e consumatore. Pensare a delle "licenze eterne" è utopia, nessuno le ha mai promesse, è un'incomprensione dei termini del servizio (che nessuno legge).
"Non ti vendo un prodotto, ma una concessione di licenza" - e te lo concedo in licenza fintanto che mi conviene farlo, o che non subentrino cause di forza maggiore.

E' inutile illudersi che nascano improbabili garanti della cultura, con i loro server pagati con le nostre tasse, che superano i problemi normativi sui diritti d'autore, e ci garantiscano la totale disponibilità di ogni prodotto mai creato per tutelare ogni singolo consumatore del pianeta. Sarebbe bellissimo, ma non accadrà, perchè la trasformazione da bene fisico a digitale non è così rivoluzionaria... siamo sempre nel mercato del capitale.

Per quanto riguarda la responsabilità d'uso, c'è anche qui un punto di contatto. Anche il supporto fisico infatti dipende da terzi, e la regola implicita, crudele quanto quella del DD, è "ti vendo il prodotto, sarà tuo per sempre, ma potrai usarlo finchè ci converrà".
Quante persone hanno centinaia di VHS divenute spazzatura, perchè nessuno produce più VCR (che comunque sono quasi incompatibili coi televisori odierini, il DTV etc)?
Non parliamo poi di casi più estremi come gli HD-DVD.
O tutte le console non retrocompatibili.

Per il digitale è la stessa cosa, l'uso del prodotto/licenza è subordinata a terzi (connessione internet, server, banda, servicing), quando ai terzi non conviene più, o hanno un disservizio, bye bye.

Il DD non è nato per risolvere questo tipo di problematiche, che dipendono da questioni politiche, tecniche e soprattutto economiche, perchè non basta sostituire "disco" con "file" e "supporto fisico" con "concessione di licenza" per cambiare il campo da gioco.

Per il resto, scusami ma lo dici tu che fra 5 anni sappiamo tutti che non avremo più quello che abbiamo comprato :)
Io conservo ancora copie di giochi dei primi anni '90! :mrgreen:
[...]
non mi dire che siccome una fetta di consumatori si "accolla" questo indirizzo di mercato, allora solo per questo è cosa buona e giusta e tutto il resto sono favole. Voglio dire, le esigenze e i desiderata di chi ti sovvenziona conteranno pure qualcosa o no?


E, appunto, in un mercato capitalista alcuni consumatori sono più uguali degli altri.
E' un sistema democratico, in fondo: se in molti si accontentano del "noleggio", e in pochi vogliono il "prodotto", vincono i molti.

Posto quanto detto più sopra, ossia che senza cambiare campo da gioco certi tipi di problemi esisteranno sempre, ritengo che per evitare certe incomprensioni e eventuali beghe legali (meno realistiche di quanto crediate: quando Amazon ha cancellato tutti i libri di Orwell dai kindle di chi li aveva regolarmente acquistati, per problemi esterni ad Amazon, nessuno ha trovato cavilli di alcun tipo nei termini del servizio), i produttori si sposteranno sempre di più dal prodotto al servizio.

In questo modo perlomeno sarà chiaro quello per cui stiamo pagando.

Ad esempio:
Per la musica, il modello di Spotify: paghi 5€ al mese e puoi accedere a tutto il loro catalogo, ascoltando tutti i dischi che vuoi, in streaming.
Per il video, il modello di Netflix: per 8$ al mese puoi vedere tutti i film e le serie che vuoi dal loro catalogo, in streaming.
Per i videogiochi, anche qui esistono modelli simili, come quello recente di OnLive: per 10$ al mese puoi giocare tutto ciò che il catalogo ti offre (ovviamente sono esclusi titoli appena usciti).

Il concetto di prodotto, o di "licenza eterna", non è contemplato, ma in fondo non lo è mai stato. Si tratta solo di essere meno ipocriti verso il consumatore di quanto lo si sia stati in passato. Perchè è vero che in certi casi il consumatore aveva il potere di far durare i propri beni per molto tempo, ma in genere con una certa fatica, non sempre in modo totale (avrai anche Halo 2 in versione PC, ma se ti tirano giù il server di certo smetti di giocarci online, così come smetti di giocare a Prince of Persia se qualcuno non ha interesse a creare gli "accorgimenti" di cui parli), e in ogni caso non era una cosa realistica.

Certo i più "nostalgici" possono storcere il naso, ma:
- Non si possono negare i vantaggi dei modelli a noleggio, in termini di disponibilità ed economicità, soprattutto se siete grandi consumatori
- Se è irrealistico pretendere "supporto eterno", è altresì ragionevole pensare che nel 99% dei casi non avremo problemi, perchè ci sarà un incontro tra ciò che vuole il venditore e ciò che vuole il consumatore (è ragionevole pensare che Steam non fallisca, che i film non spariranno dal catalogo, che il supporto a un gioco sarà dato finchè c'è molta gente che ci gioca, etc.)
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il mercoledì 5 giugno 2013, 22:24

Overmann ha scritto:Bisogna trovare un punto d'incontro tra domanda e offerta, tra produttore e consumatore. Pensare a delle "licenze eterne" è utopia, nessuno le ha mai promesse, è un'incomprensione dei termini del servizio (che nessuno legge). [ ... ] la trasformazione da bene fisico a digitale non è così rivoluzionaria... siamo sempre nel mercato del capitale. [ ... ] l'uso del prodotto/licenza è subordinata a terzi (connessione internet, server, banda, servicing), quando ai terzi non conviene più, o hanno un disservizio, bye bye. [ ... ] Il DD non è nato per risolvere questo tipo di problematiche, che dipendono da questioni politiche, tecniche e soprattutto economiche [ ... ] Il concetto di prodotto, o di "licenza eterna", non è contemplato, ma in fondo non lo è mai stato. [ ... ]


Tutto questo è ineccepibile, ma ti basi sull'esistente come se l'esistente fosse l'unico modello possibile.
La trasformazione da bene fisico a bene digitale non è così rivoluzionaria esattamente perché il mercato (per pigrizia, per indolenza, semplicemente per mancanza di fantasia o per timore) non ha voluto nemmeno tentare delle nuove strade, spingendo il consumatore a fare esattamente ciò che dici tu: equiparare il bene (e il valore e l'usabilità) di un prodotto immateriale a quello del classico prodotto materiale (e torniamo al concetto dell'infausto spot antipirateria).

In realtà, io penso che bisogna partire dalla consapevolezza che le due cose abbiano valenze diverse, a parità di valore e andrebbero pertanto sfruttate le peculiarità che il digitale ha.

Io non pretendo che Steam non fallisca mai, però se Steam fallisce e io ho la ricevuta che Botanicula l'ho comprato col mio account, io non vedo perché gli Amanita dovrebbero dirmi: "No, il gioco me l'hai pagato, ma siccome i soldi mi sono arrivati attraverso Steam allora non hai diritto a riaverlo da me".

E' chiaro che se compro un CD da un Gamestop e vado con lo scontrino da UN ALTRO Gamestop, posso avere solo pernacchie in cambio. Ma io ho acquistato un gioco e relativa licenza a prescindere dal supporto: perché non dovrei avere il diritto di riscaricarlo legalmente direttamente dal produttore o da un altro negozio, nel caso in cui i server di Steam cessassero di funzionare?

Perché il mercato va così? Mi sembra che si stia cercando di dimostrare che è la domanda che deve adattarsi all'offerta e non viceversa, il ché è sbagliato su molti livelli.

Ad oggi i meccanismi sono quelli, ma io guardo avanti e mi chiedo - alla luce dei discorsi fatti fin' ora - se ha ancora un senso avere dei publisher classici e un sistema commerciale con queste dinamiche, una volta che il tipo di prodotto venduto permette di agire diversamente.

Si può legittimamente pensare che chi è pirata lo è e lo sarà a prescindere perché ciò che è gratis non si batte (e su questa argomentazione è difficile darti torto), ma se c'è una fetta ancora molto larga di persone che proprio non riesce a dare valore al bene immateriale, il cambiamento culturale nei confronti del DD non avverrà mai se non si offrono tutele extra rispetto al normale bene fisico. La gente non si convincerà mai semplicemente sentendosi dire: "E' così e basta", a meno ché tu il prodotto non lo faccia pagare poco, ma VERAMENTE poco, stile app per cellulari a 2-3 Euro, che tanto se li perdi sono solo 2-3 Euro, per l'appunto.

Io sono convinto che la mancanza di questo genere di tutele fomenti in una buona fetta di acquirenti l'idea che il digitale debba costare poco (a prescindere dal valore intrinseco dell'opera), proprio per la sua natura eterea, tanto a livello di materiali (che non ci sono) quanto a livello di garanzie (sulle quali si gioca).

L'unico valore aggiunto del bene digitale, che un bene fisico non avrà mai, è quello di una tutela particolare: senza quella tutela, possiamo anche parlare del videogame più strabiliantoso degli ultimi 30 anni: la versione digitale, concettualmente, verrà sempre percepita come un prodotto di serie B e con un costo esagerato, se comparato alla versione retail che quantomeno, psicologicamente, senti tua perché tocchi con mano. L'unico modo per farti sentire tuo qualcosa che non puoi toccare con mano è avere quel tipo di garanzie che oggi non ci sono.

L'unico modo per dare valore a questo genere di beni, quindi davvero cominciare a far capire alla gente che non solo è sbagliato scaricarli illegalmente ma è anche stupido, è quello.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il giovedì 6 giugno 2013, 11:15

locutus ha scritto:Tutto questo è ineccepibile, ma ti basi sull'esistente come se l'esistente fosse l'unico modello possibile.
La trasformazione da bene fisico a bene digitale non è così rivoluzionaria esattamente perché il mercato (per pigrizia, per indolenza, semplicemente per mancanza di fantasia o per timore)


O per reale difficoltà / impossibilità / utopicità?

non ha voluto nemmeno tentare delle nuove strade, spingendo il consumatore a fare esattamente ciò che dici tu: equiparare il bene (e il valore e l'usabilità) di un prodotto immateriale a quello del classico prodotto materiale (e torniamo al concetto dell'infausto spot antipirateria).


Bè, dipende. Un conto è lo spot antipirateria, che comunque ha un certo scopo su un certo tipo di pubblico, un conto è il reale mercato del digitale, che di certo non ha mai avuto interesse nel nascondere i vantaggi rispetto al prodotto fisico. Poi che questi vengano percepiti o meno dal pubblico, è un altro discorso.

E' chiaro che se compro un CD da un Gamestop e vado con lo scontrino da UN ALTRO Gamestop, posso avere solo pernacchie in cambio. Ma io ho acquistato un gioco e relativa licenza a prescindere dal supporto: perché non dovrei avere il diritto di riscaricarlo legalmente direttamente dal produttore o da un altro negozio, nel caso in cui i server di Steam cessassero di funzionare?


Stiamo innanzitutto parlando di un precedente che non c'è: sono convinto che se Valve fallisse, vista la mole di utenti Steam, una soluzione la si troverebbe (in questi anni la questione si è posta diverse volte e hanno sempre detto che "hanno già dei piani al riguardo").
Per il resto siamo in un mercato competitivo e gerarchico, non si può chiedere al produttore (a OGNI produttore di OGNI prodotto venduto su OGNI store di digital delivery...) di avere la stessa infrastruttura del distributore fallito, per gestire ad esempio la mole di re-download di ex utenti Steam; non possiamo neanche pretendere che ci venga detto "no tranquilli se falliamo li scaricate da un concorrente", è una questione di immagine.
Ma alla fine della fiera è sempre un cane che si morde la coda, perchè ad esempio cosa succede se il produttore era già fallito prima di Steam? Cosa succede se quel gioco era un'esclusiva di Steam? Etc.

Quello che chiedi, la disponibilità eterna, non si può ottenere solo dicendo "scusate ma tanto sono bit, cosa ci vuole".

Ad oggi i meccanismi sono quelli, ma io guardo avanti e mi chiedo - alla luce dei discorsi fatti fin' ora - se ha ancora un senso avere dei publisher classici e un sistema commerciale con queste dinamiche, una volta che il tipo di prodotto venduto permette di agire diversamente.


Siamo sicuri che permetta di agire diversamente?
Una volta che chiariamo che c'è un costo legato ad ogni prodotto del catalogo (funzione di spazio su disco, banda di download, servicing, licenze, burocrazia...) cosa cambia?

Certo, in futuro certi costi si abbasseranno radicalmente (spazio su disco e banda in particolare), ma altri magari non lo faranno, e magari le carte in tavola cambieranno ancora, e siccome nessuno può prevedere cosa potrà garantirti fra 10/20/30 anni, nessuno oggi ti dirà "licenza eterna".
Sarebbe nel perfetto interesse di chi vende dirti chiaramente che hai questa garanzia, ma se non lo fanno è perchè la realtà è più complicata, non perchè sono dei crudeli mistificatori.

il cambiamento culturale nei confronti del DD non avverrà mai se non si offrono tutele extra rispetto al normale bene fisico. La gente non si convincerà mai semplicemente sentendosi dire: "E' così e basta", a meno ché tu il prodotto non lo faccia pagare poco, ma VERAMENTE poco, stile app per cellulari a 2-3 Euro, che tanto se li perdi sono solo 2-3 Euro, per l'appunto.


A parte che anche le app per cellulari sono piene di gente che commenta dicendo che costano troppo...

Da come parli sembra che il DD sia un settore in difficoltà, minato dalla sfiducia del pubblico, che continua a gettarsi sul prodotto fisico così ha tante garanzie in più.
Ogni cambiamento tecnologico ha una fase iniziale in cui agli "innovatori" si affiancano gli scettici, ma alla fine il cambiamento si fa e basta, con buona pace di chi ancora oggi rimpiange le musicassette, le videocassette, la tv analogica e la playstation2.
Vantaggi e svantaggi cambiano, non si possono ereditare sempre tutti i vantaggi delle tecnologie precedenti, e non si possono accontentare tutti. Ma se un milione di persone ti compra il lettore mp3 perchè "figo, posso tenere mille album nel taschino" e dieci persone non lo comprano perchè "io voglio registrare la musica dalla radio premendo rec", capisci anche tu come va a finire.

Queste cose vengono buttate in mezzo alla gente e, marketing o non marketing, di solito è il consumatore a decidere chi resta e chi va.

iTunes ha 400 milioni di utenti, Steam 50 milioni, Netflix 40 milioni, il digital delivery se la passa benissimo... E' il mercato tradizionale che è in decrescita.

L'unico valore aggiunto del bene digitale, che un bene fisico non avrà mai, è quello di una tutela particolare: senza quella tutela, possiamo anche parlare del videogame più strabiliantoso degli ultimi 30 anni: la versione digitale, concettualmente, verrà sempre percepita come un prodotto di serie B e con un costo esagerato, se comparato alla versione retail che quantomeno, psicologicamente, senti tua perché tocchi con mano. L'unico modo per farti sentire tuo qualcosa che non puoi toccare con mano è avere quel tipo di garanzie che oggi non ci sono.

L'unico modo per dare valore a questo genere di beni, quindi davvero cominciare a far capire alla gente che non solo è sbagliato scaricarli illegalmente ma è anche stupido, è quello.


Anche qui sembra che parli di un settore che vende fumo che nessuno vuole, roba che non vende niente perchè dà zero garanzie.
La gente sa benissimo quali sono i vantaggi del digitale (altrimenti la "pirateria digitale" non esisterebbe neppure), che poi ci siano anche degli svantaggi è un altro paio di maniche.
Ma dire che il digitale non offre nulla più del tradizionale, almeno finchè non garantirà "licenze eterne", non mi sembra molto obiettivo.

Poi dobbiamo sempre capire se stiamo parlando di digitale vs tradizionale, o di digitale legale vs digitale pirata :wink:
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 6 giugno 2013, 15:04

Overmann ha scritto:
locutus ha scritto:La trasformazione da bene fisico a bene digitale non è così rivoluzionaria esattamente perché il mercato (per pigrizia, per indolenza, semplicemente per mancanza di fantasia o per timore)


O per reale difficoltà / impossibilità / utopicità?


Finché nemmeno si prova, sarà difficile rispondere per certo :)

Un conto è lo spot antipirateria, che comunque ha un certo scopo su un certo tipo di pubblico, un conto è il reale mercato del digitale, che di certo non ha mai avuto interesse nel nascondere i vantaggi rispetto al prodotto fisico. Poi che questi vengano percepiti o meno dal pubblico, è un altro discorso.


Non ne sono convinto, Overmann: per me è fondamentale che i vantaggi vengano percepiti dal pubblico, altrimenti non ci si può lamentare se ancora oggi c'è un sacco di gente che di DD non ne vuol sentire parlare.
Il mercato Americano è molto diverso dal nostro.

sono convinto che se Valve fallisse, vista la mole di utenti Steam, una soluzione la si troverebbe (in questi anni la questione si è posta diverse volte e hanno sempre detto che "hanno già dei piani al riguardo").


Ma io di questo sono convintissimo, difatti tendo ad usare piattaforme consolidate per questo motivo. Quello che non digerisco è che tutto sta "al buon cuore" del privato. Come consumatore non ho diritto a delle norme precise da prendere come riferimento in caso di problemi? Le norme attuali sono troppo legate al vecchio concetto di bene materiale per essere adattate tout court, senza aggiustamenti, al digitale.

Per il resto siamo in un mercato competitivo e gerarchico, non si può chiedere al produttore (a OGNI produttore di OGNI prodotto venduto su OGNI store di digital delivery...) di avere la stessa infrastruttura del distributore fallito, per gestire ad esempio la mole di re-download di ex utenti Steam; non possiamo neanche pretendere che ci venga detto "no tranquilli se falliamo li scaricate da un concorrente", è una questione di immagine.
Ma alla fine della fiera è sempre un cane che si morde la coda, perchè ad esempio cosa succede se il produttore era già fallito prima di Steam? Cosa succede se quel gioco era un'esclusiva di Steam? Etc.

Quello che chiedi, la disponibilità eterna, non si può ottenere solo dicendo "scusate ma tanto sono bit, cosa ci vuole".


Vorrei chiarire un paio di cose:

1- Non è tanto la disponibilità eterna che mi preme, quanto il riconoscimento che la mia licenza non ha una scadenza temporale. Per cui se domani il catalogo di Steam lo compra un'altra azienda, io pretendo che i miei acquisti vengano riconosciuti da quell'altra azienda. Oppure, mettiamo che il gioco che ho acquistato non gode più di un supporto e cade nell'oblio per dieci anni, fra dieci anni arriva un privato, si ricompra la licenza e lo rimette in vendita: io vorrei che mi si riconoscesse che ho già pieno diritto ad usufruire di quel prodotto, anche se per dieci anni non è stato più in vendita.

2- Il diritto a riscaricare un bene digitale io non ho mai pensato che debba essere gratis, tanto che ho fatto l'esempio di iTunes match, dove annualmente si paga una quota ma Apple mette a disposizione i suoi server sia per gli acquisti effettuati attraverso il loro store sia per gli acquisti effettuati su altri store che vengono caricati nel loro cloud. Io sari ben felice se nel costo dell'acquisto in DD venissero incorporati questo genere di spese, in mancanza di un'altra forma di garanzia. Spenderei certamente ben più volentieri quei dieci euro in più di differenza tra DD e retail, se sapessi che il mio acquisto gode di una forma di assicurazione.

se un milione di persone ti compra il lettore mp3 perchè "figo, posso tenere mille album nel taschino" e dieci persone non lo comprano perchè "io voglio registrare la musica dalla radio premendo rec", capisci anche tu come va a finire. [ ... ] iTunes ha 400 milioni di utenti, Steam 50 milioni, Netflix 40 milioni, il digital delivery se la passa benissimo... E' il mercato tradizionale che è in decrescita.


Io penso che una gran fetta di acquirenti digitali (ma ripeto che il mercato Americano è diverso) non abbia ancora nemmeno pensato all'ipotesi del "cosa succederebbe se..." o comunque conta sui meccanismi di garanzia che le grandi aziende (a parole, ma non contrattualmente) mettono in atto per tranquillizzare i clienti.

Siccome il tema della discussione è la pirateria e si discuteva del come mai l'Italia è ancora oggi uno dei paesi più attivi da questo punto di vista, quando in altre parti del mondo il fenomeno si sta sgonfiando, non posso prendere in oggetto la grande fetta dei consumatori d'oltreoceano ma devo invece focalizzarmi sulla grande fetta di Europei del sud che continuano a scaricare anche perché non sono portati a dare al digitale il valore che dovrebbe avere. Tu mi dici che la maggior parte della gente o ha compreso benissimo che il digitale è "etereo" o comunque non gliene frega niente e poiché sganciano soldi va bene così. Ma io - pensando al mercato Italiano - guardo invece alla fetta ancora molto vasta di potenziali acquirenti in DD che non si accostano a questo metodo perché lo ritengono troppo inconsistente.

dire che il digitale non offre nulla più del tradizionale, almeno finchè non garantirà "licenze eterne", non mi sembra molto obiettivo.

Poi dobbiamo sempre capire se stiamo parlando di digitale vs tradizionale, o di digitale legale vs digitale pirata :wink:


Io non ho mai pensato che il DD non offra niente più del tradizionale, difatti ho una bella galleria di giochi su Steam, GoG etc :)
Sicuramente offre un velocità di utilizzo non indifferente.

Dico che però le tutele che offre sono sbilanciate, non a favore del consumatore: il gioco in DD che acquisto mi viene riconosciuto come mio fin quando esisterà il distributore che me l'ha venduto, però - anche se il gioco è mio - non lo posso rivendere e cessa di essere legalmente mio se il distributore fallisce. Punto.

Pagare e sorridere? Se uno ci riflette un attimo, non conviene affatto comprare in DD. Io me ne servo perché ci sono delle belle offerte e sono troppo pigro per andare per negozi o perdere tempo su e-Bay, ma praticamente siamo nelle mani del Signore ogni volta che compriamo qualcosa in Digital Delivery.

Il digitale pirata è una stortura che non dovrebbe esistere oggi, con tutte le offerte che ci sono e la facilità d'uso dei vari distributori. Penso sia molto più comodo spendere un poco ma essere legittimato ad avere qualcosa senza troppi problemi piuttosto che cercare torrent sperando di non beccarsi dei virus. Io non sono convinto che la gente continui a scaricare solo perché se è gratis non si batte. C'è dell'altro.

Ad esempio: sin dagli albori del mercato degli e-book mi sono sempre chiesto per quale diavolo di motivo se io compro "Inferno" di Dan Brown in libreria, non debba automaticamente avere il diritto ad avere una copia digitale del libro... lo stesso discorso lo farei per i videogame.

In America alcuni editori di fumetti lo fanno, che "regalano" una copia digitale dell'albo con l'acquisto fisico, ma è una cosa che fanno ogni tanto, " al loro buon cuore" (anche li). Oppure certi DVD (mi viene in mente "The Dark Knight") hanno un codice per scaricare una copia legale del film. Perché non si deve normare come di giusto una cosa del genere?
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il giovedì 6 giugno 2013, 16:22

locutus ha scritto:Non ne sono convinto, Overmann: per me è fondamentale che i vantaggi vengano percepiti dal pubblico, altrimenti non ci si può lamentare se ancora oggi c'è un sacco di gente che di DD non ne vuol sentire parlare.
Il mercato Americano è molto diverso dal nostro.
[...]
Siccome il tema della discussione è la pirateria e si discuteva del come mai l'Italia è ancora oggi uno dei paesi più attivi da questo punto di vista, quando in altre parti del mondo il fenomeno si sta sgonfiando, non posso prendere in oggetto la grande fetta dei consumatori d'oltreoceano ma devo invece focalizzarmi sulla grande fetta di Europei del sud che continuano a scaricare anche perché non sono portati a dare al digitale il valore che dovrebbe avere. Tu mi dici che la maggior parte della gente o ha compreso benissimo che il digitale è "etereo" o comunque non gliene frega niente e poiché sganciano soldi va bene così. Ma io - pensando al mercato Italiano - guardo invece alla fetta ancora molto vasta di potenziali acquirenti in DD che non si accostano a questo metodo perché lo ritengono troppo inconsistente.


L'Italia ha anche altri problemi, innanzitutto il digital divide, poi il poco investimento in tecnologie digitali, con certi player (penso a Netflix, o Pandora) ancora assenti.
Non siamo proprio il mercato di riferimento...
Da qui a dire che gli utenti italiani sono poveri consumatori che non si sentono tutelati, quando siamo il paese più pirata del mondo, ne passa...

Quando ci sarà una convergenza di fattori faremo dei passi avanti anche qui, ma non credo che il fattore determinante sia il problema delle garanzie del mercato digitale.

Quello che non digerisco è che tutto sta "al buon cuore" del privato. Come consumatore non ho diritto a delle norme precise da prendere come riferimento in caso di problemi? Le norme attuali sono troppo legate al vecchio concetto di bene materiale per essere adattate tout court, senza aggiustamenti, al digitale.


Però questo è un problema del diritto in sè, non è solo una questione di digital delivery.
Quante volte una legge viene creata grazie a un precedente? (in italia poi siamo maestri, basta vedere cos'è successo all'Ilva in questi giorni).
Un mercato nuovo è per forza di cose un mercato pieno di buchi legali. E' così tutto ciò che gira attorno ad Internet (si pensi alla stessa pirateria, ma anche alle leggi sul cybercrime), che ha l'aggravante di richiedere una legislatura internazionale coerente visto che ciò che regolamenta non è limitato geograficamente.

Non si può pretendere che, nei suoi primi anni (o lustri) di vita, il digital delivery fornisca un quadro normativo chiaro ed esaustivo. Questo farà storcere il naso ad alcune persone, porterà qualche cliente in meno e non farà certo la gioia dei distributori, ma bisogna convivere anche con i vincoli della realtà.

(Per inciso non è vero che nessuno fa nulla, sai quante menti si stanno ingegnando da 30 anni per uscire da certi "empasse digitali"... )

Vorrei chiarire un paio di cose:

1- Non è tanto la disponibilità eterna che mi preme, quanto il riconoscimento che la mia licenza non ha una scadenza temporale. Per cui se domani il catalogo di Steam lo compra un'altra azienda, io pretendo che i miei acquisti vengano riconosciuti da quell'altra azienda. Oppure, mettiamo che il gioco che ho acquistato non gode più di un supporto e cade nell'oblio per dieci anni, fra dieci anni arriva un privato, si ricompra la licenza e lo rimette in vendita: io vorrei che mi si riconoscesse che ho già pieno diritto ad usufruire di quel prodotto, anche se per dieci anni non è stato più in vendita.


Però capisci che è molto complesso da garantire mantenendo al contempo un modello di business sostenibile. Prendi il tuo secondo esempio: chi si prenderebbe la briga di investire soldi per riesumare un gioco che poi dovrebbe regalare a milioni di utenti, perchè l'avevano pagato a qualcun altro?
Non c'è il punto di incontro tra domanda e offerta, è una garanzia solo sul consumatore.
Quello che chiedi tu si potrebbe realizzare solo attraverso un organismo garante super-partes, che, come paventavo qualche post fa, garantisse ECONOMICAMENTE (tendenzialmente attraverso soldi pubblici, l'alternativa è un fondo privato a carico dei distributori digitali che ricaricherebbero sul prezzo al consumatore) che nessun prodotto dell'ingegno smetta di godere di disponibilità. Col digitale si potrebbe fare, sono solo bit, ma ci sono comunque delle spese che devono essere ripagate.
Mi sembra uno scenario abbastanza utopico, per il momento.

2- Il diritto a riscaricare un bene digitale io non ho mai pensato che debba essere gratis, tanto che ho fatto l'esempio di iTunes match, dove annualmente si paga una quota ma Apple mette a disposizione i suoi server sia per gli acquisti effettuati attraverso il loro store sia per gli acquisti effettuati su altri store che vengono caricati nel loro cloud. Io sari ben felice se nel costo dell'acquisto in DD venissero incorporati questo genere di spese, in mancanza di un'altra forma di garanzia. Spenderei certamente ben più volentieri quei dieci euro in più di differenza tra DD e retail, se sapessi che il mio acquisto gode di una forma di assicurazione.


Però sai anche tu quanto è importante il prezzo, soprattutto in un mercato "nuovo" in cui lo scopo è spesso fare penetrazione a costo di andare in perdita, e in un mercato con la minaccia costante della pirateria.

Già stimare i costi per le garanzie che chiedi rasenta al momento l'impossibile, figurati sostenerli (cioè farli sostenere agli utenti finali).

Pagare e sorridere? Se uno ci riflette un attimo, non conviene affatto comprare in DD. Io me ne servo perché ci sono delle belle offerte e sono troppo pigro per andare per negozi o perdere tempo su e-Bay, ma praticamente siamo nelle mani del Signore ogni volta che compriamo qualcosa in Digital Delivery.


Se lo fai è perchè ti conviene :P
Risparmiare e poter comprare da casa (risparmiando altri soldi, tempo, fatica) sono già due vantaggi.

Per il resto io mi sono "arreso" ad approcciare il mondo del DD per quello che è, il mondo del noleggio.

Se voglio il "prodotto", da tenere in vetrina, rivendere, regalare ai nipoti, compro ancora fisico, di solito.
Se invece dei vantaggi del "prodotto" non me ne frega niente, perchè comunque il 90% della roba che gioco/leggo/guardo non mi interessa averla a disposizione fra cinque anni, vado abbastanza a cuor sereno sul digitale. Quindi si può dire che il 90% della roba la prendo in digitale.

Ad esempio: sin dagli albori del mercato degli e-book mi sono sempre chiesto per quale diavolo di motivo se io compro "Inferno" di Dan Brown in libreria, non debba automaticamente avere il diritto ad avere una copia digitale del libro... lo stesso discorso lo farei per i videogame.

In America alcuni editori di fumetti lo fanno, che "regalano" una copia digitale dell'albo con l'acquisto fisico, ma è una cosa che fanno ogni tanto, " al loro buon cuore" (anche li). Oppure certi DVD (mi viene in mente "The Dark Knight") hanno un codice per scaricare una copia legale del film. Perché non si deve normare come di giusto una cosa del genere?


Eh lo so, son belle cose, auspicabili soprattutto se il player è lo stesso (e.g. Amazon vende libri fisici e ebook su kindle), però siam sempre lì, è un mercato giovane che certe cose deve sperimentarle. Ad esempio la copia digitale che allegano nei film è qualcosa di ridicolo, un DISCO con sopra un FILE che funziona solo con Windows Media Player... soldi buttati... Tutt'altra cosa sarebbe dire "ti sblocco il contenuto su cubovision e te lo puoi riguardare in vacanza dal tablet se dimentichi a casa il bluray". Però ci vuole l'accordo tra distributore tradizionale e digitale, insomma, son tutti servizi secondari che richiedono investimenti che probabilmente a questo punto ancora non vale la pena di fare...
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 6 giugno 2013, 19:50

Overmann ha scritto:Quando ci sarà una convergenza di fattori faremo dei passi avanti anche qui, ma non credo che il fattore determinante sia il problema delle garanzie del mercato digitale.


Dipende, sai. Dipende da quanto si sarà bravi a dare valore ad una forma di garanzia che un bene fisico non avrà mai e quindi a rovesciare l'assioma secondo cui il bene "materiale" ha più valore. Insomma, se le aziende saranno tanto brave, nel vendere questa tutela, la gente comincerà a comprendere che in realtà ha molto più valore il bene "digitale" (purché sia legale) rispetto al CD di Gamestop. A quel punto li le aziende stesse saranno maggiormente legittimate - agli occhi del consumatore - nell'avvicinare i prezzi del retail a quelli del DD.

Overmann ha scritto:chi si prenderebbe la briga di investire soldi per riesumare un gioco che poi dovrebbe regalare a milioni di utenti, perchè l'avevano pagato a qualcun altro?


C'è da considerare il ricambio generazionale, che nel mondo dei videogiochi è molto veloce: quello che per me è vecchio per un ragazzo con la metà dei miei anni è nuovo e vale la pena di comprarlo (scusate se mi ripeto, ma è il modello GoG: c'è un sacco di gente che compra e gioca per la prima volta a cose uscite anche 20 anni fa. Io pur avendo 30 anni grazie a GoG ho potuto giocare a cose di cui all'epoca sconoscevo l'esistenza). Infine, a meno di una tempesta solare che smagnetizzi all'istante tutti gli HDD del pianeta, non è che se un gioco torna in commercio dopo 10 anni, migliaia di utenti si fionderebbero sui server del nuovo publisher per riscaricarlo :lol:
Si presume che tu il gioco lo abbia ancora. Ma nel caso tu lo abbia perso, dovresti poterlo riscaricare.

Poi sai, potrebbe anche essere un'opportunità commerciale da sfruttare e un modo per attrarre clienti. Ti registri al mio sito/servizio, io carico nel tuo storico che quel gioco lo puoi scaricare dai miei server, dopodiché ti inondo di offerte che possono interessarti, ti faccio diventare mio cliente, e stai sicuro che alla fine - in un modo o nell'altro - un po' di soldi me li lasci.

Detto questo, io come penso la maggior parte di noi, se avessimo perso un gioco acquistato e ci dessero la possibilità di riaverlo senza doverlo ricomprare a prezzo pieno, credo che non avremmo problemi a versare un obolo a chi ci permette di riaverlo.

Quindi, davvero, nessuno pretende che gli venga regalato niente.

Se uno ci riflette un attimo, non conviene affatto comprare in DD. Io me ne servo perché ci sono delle belle offerte e sono troppo pigro per andare per negozi o perdere tempo su e-Bay, ma praticamente siamo nelle mani del Signore ogni volta che compriamo qualcosa in Digital Delivery.


Se lo fai è perchè ti conviene :P
Risparmiare e poter comprare da casa (risparmiando altri soldi, tempo, fatica) sono già due vantaggi.


Certo, ci sono offerte pazzesche che nei negozi non troverei mai (ci sono anche molti giochi che nei negozi non troverei mai e non mi riferisco solo ai retrogame ma anche all'enorme quantità di produzioni indi).

Quindi ne ho una convenienza, sono mica scemo :mrgreen:

Ma considerando che parliamo pur sempre di acquisti e non di noleggi (come invece li intendi un po' tu), il fatto di dover guardare al mio storico acquisti come un qualcosa che oggi c'è e domani chissà, comunque non è granché bello :|

In ogni caso sono contento - leggendo quanto hai scritto qui e là - che siamo passati dall' "utopia" al "forse si, ma è ancora presto" :D

Infondo, è quello che mi aspetto succeda nel corso dei prossimi anni. L'importante è che la questione non venga semplicemente ignorata.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il venerdì 7 giugno 2013, 10:40

Bè, "forse sì, ma è ancora presto" per certe cose che considero servizi aggiuntivi abbastanza naturali, per i quali si sta solo cercando un modello di business sostenibile o aspettando che i costi si abbassino. Mi riferisco a quelle cose come copia kindle regalata se compri il romanzo su Amazon, accordi tra distributori tradizionali e digitali, addirittura potrei spingermi fino alla possibilità di sbloccare un prodotto su più store senza pagare nessuno store per il prodotto (che in fondo avviene già con i bundle stile indie royale).

Poi ci sono le zone buie del chissà legale, per cui possiamo solo aspettare che si creino precedenti (gli early adopter sono sempre un po' vittime sacrificali, per forza di cose).

L'utopia sta nel chiedere ora una garanzia di "concessione eterna di licenza", come conditio sine qua non per acquistare dai mercati digitali legali. Le garanzie sono quelle che sono, ma come dicevo prima è sempre stato così (VHS etc.) e difficilmente questo potrà cambiare, visto che l'invecchiamento tecnologico è un fenomeno indipendente e inevitabile.

Ma considerando che parliamo pur sempre di acquisti e non di noleggi (come invece li intendi un po' tu), il fatto di dover guardare al mio storico acquisti come un qualcosa che oggi c'è e domani chissà, comunque non è granché bello :|


Ovviamente non è il massimo, però forse ci ho semplicemente fatto il callo, essendo già passato per console non retrocompatibili, cavi compositi su televisori hd, collezioni di dvd da sostituire con i bluray, cd musicali da buttare, etc. etc.

Poi in fondo è anche la pirateria che ci ha in qualche modo asserviti alla filosofia del "pattume digitale", da scaricare in quantità e da usare "forse, chissà quando". Tanto è gratis. E ora lo facciamo con i saldi di Steam e Gog, perchè tanto costano due dollari.
Alla fine si perde un po' il senso dell'acquisto collezionabile e duraturo, e si rimane nel mondo della precarietà digitale; poco poetica, certo, ma altrettanto funzionale.

Resta inteso che non voglio neanche esagerare col cinismo, finora tutto ciò che ho comprato in digitale è ancora lì sui server, ed è interesse comune che ci resti il più a lungo possibile. Solo non mi faccio illusioni sul fatto che fra dieci anni non mi guarderò indietro pensando di aver "buttato" i miei soldi.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il venerdì 7 giugno 2013, 11:39

Overmann ha scritto:L'utopia sta nel chiedere ora una garanzia di "concessione eterna di licenza", come conditio sine qua non per acquistare dai mercati digitali legali.


Non è esattamente una conditio sine qua non, per come la intendo io. E' più qualcosa che ritengo debba andare naturalmente ad integrare questo genere di prodotti, man mano che il mercato retail tradizionale cederà il passo.

Io voglio vedere, fra una trentina-quarantina d'anni, se un futuro nonno volesse lasciare in eredità i suoi acquisti iTunes al nipote, cosa succederebbe...

Forse sarà il precedente di cui si parlava più su 8)
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Ekaterina il venerdì 7 giugno 2013, 12:21

La questione di lasciare in eredità credo che sia spinosa già adesso, senza scomodare periodi di 30 o 40 anni: non so come funziona per i giochi in DD, ma ad esempio per gli ebook era scoppiato un caso qualche mese fa con una star americana che aveva comprato una serie di libri e voleva regalarli al figlio e non aveva potuto farlo, perchè di fatto tu non acquisti un bene ma piuttosto la licenza di poter utilizzare solamente tu quel bene.
Sto leggendo: Il signore dei vampiri (Jeanne Kalogridis)
Sto giocando: Sherlock Holmes Crime & Punishment
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il venerdì 7 giugno 2013, 12:21

C'è già qualche precedente, riguardo ad iTunes/Amazon, che nei termini di licenza non prevedono possesso e quindi "ereditarietà" (quella di Willis era una bufala ma la questione è reale).
Però i termini di licenza non sempre sono intoccabili come sembra, è già successo poco tempo fa che la corte europea sancì legittimo redistribuire licenze digitali anche se i termini lo vietavano (era coinvolta Oracle, non proprio un pesce piccolo).
Probabilmente si erediteranno gli account, e tutto ciò che vi è legato.

Il passaggio da prodotto a servizio, col modello ad abbonamento, cancellerebbe ovviamente anche queste zone grigie (il nipote rinnova l'abbonamento con i suoi soldi e accede allo stesso catalogo senza problemi di continuità).
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