I discorsi fatti da Mand e Daphy sono entrambi giusti, anche se io mi trovo più in sintonia con il discorso espresso da Mand, in quanto esprime un concetto noto ormai da anni, che è la causa del declino dell'Università e del valore sempre più misero che assume la laurea...
Al sud, ed in Sicilia in particolare, le aziende ed i lavori di semplici operai rasentano il 4%,questo perchè a differenza del Nord non vi sono industrie e società tali, da poter creare un futuro valido e proficuo ( anche se di questi tempi è tutto relativo) per i giovani e meno giovani... tanti anni fa la gente andava a lavorare nei campi, non c'era ancora il boom economico e ognuno campava con quello che passava il convento, si facevano tutti i lavori oggi considerati umili: contadino, calzolaio, muratore,elettricista etc.
Con l'avvento del boom economico, l'industrializzazione e tante altre belle cose, tutte le persone che si erano arricchite facendo quello che sapevano fare meglio ( cioè il proprio lavoro), crescevano i figli con delle aspettative più ambiziose ed in alcuni casi aleatorie, quelle delle lauree e del cosidetto DOTTORE.
Si cominciano quindi a sfornare Medici, Avvocati, Professori e chi più ne ha più ne metta, in maniera esagerata e spropositata,tra questi naturalmente, troviamo anche gente totalmente inadatta a quel ruolo, che veniva spinta dai genitori speranzosi dentro le Università, a passare anni e anni sopra libri e nozioni, che a molti di loro raramente interessevano e nei casi più comuni annoiavano proprio.
Nel frattempo si ebbe,l'abbandono totale dei lavori fatti dai padri e dai padri dei loro padri, non tanto perchè non vi era necessità ma perchè come diceva Mand non si trovava più la volontà di praticare quei mestieri ormai considerati miseri e poco redditizi.
Le università,viceversa, si riempivano di gente più o meno portata, accogliendo al loro interno gente meritevole e meno meritevole, geni e asini, studiosi e ignoranti,eliminando quella selezione che tanti anni fa stava alla base della filosofia universitaria... la volontà nello studio, le capacità di impegno e di intelligenza, tutte caratteristiche che diventano improvvisamente superflue ed inutili.
Succede quindi quello descritto da Mand, e quello che stiamo vivendo adesso, una svalutazione della Laurea (portata dall'eccessiva presenza di laureati, tra i quali incapaci e incompetenti, mischiati a geni e gente produttiva )ed una ricerca maggiore dei lavori "umili" ,bistratti da tutti, ma adesso diventati necessari e ricercati.
In Italia si è creato quello che io definiscono un esercito di colonnelli, dove tutti danno ordini, organizzano le battaglie, ma non si trova nessuno disposto a scendere sul campo e fare la guerra.
Con questo però non voglio dire che laurearsi sia diventato inutile e superfluo, anzi, c'è gente che sicuramente è molto dotata e che può veramente far bene in quel determinato campo, che dimostra passione e voglia di fare... il discorso però verte su basi puramente di convenienza e di possibilità, se quindi prima il Medico capace, usciva subito dalla massa mettendosi in mostra, adesso questo è molto più difficile e complicato: PRIMO - perchè qui in Italia prima vengono i raccomandati e poi i capaci; SECONDO- perchè su 2000 medici in circolazione, le probabilità di confermarsi e sfondare diminuiscono notevolmente; TERZO- è più importante punto, perchè alla fine 2001 medici non servono a nulla !