HO finito Hotel Dusk.
L'ho finto un paio d'ore fa.
Che dire, a me è piaciuto molto, un gioco che merita, ricco di spunti, e di personaggi molto ben caratterizzati.
Buona la grafica, le ambientazioni sono semplici, direi essenziali nei particolari, ma assolutamente in linea con il carattere del gioco, e lo stile dei mitici anni 80'. Questo non vuol dire che non ci siano delle chicche degne di nota, una tra queste la galleria di foto di vecchi film che è possibile osservare attraversando un corridoio.
Il plot è ben articolato, coplesso ma strutturato in maniera da non confondere il giocatore, che si ritrova senza accorgersene a conosceree riconoscre i personaggi in maniera progressiva, senza essere invaso da dettagli e particolari al primo incontro, tutt'altro. Ogni persona che incontriamo è una persona che avrà qualcosa da raccontarcoi, ma lo farà per gradi, in maniera da tenere accesa la nostra curiosità e la nostra attenzione. Chi ha ideato questo gioco ha fatto in modo che davvero ogni incontro ed ogni personaggio non somigliase all'altro, proprio come accade nella vita, e visi e nomi restano impressi nella memoria anche a quelli come me che di memoria ne hanno poca.
La giocabilità è ottima, e la presa del DS a mo' di libro conferisce al gioco un aspetto "diverso" nuovo. Si ha la sensazione ricorrente di avere tra le mani un giallo, e di leggerlo avendo però la possibilità, attraersoil pennino, di riscriverlo... di cambiare gli eventi, così come avviene in alcun libri game...non so se li avete mai visti.
La longevità è media, considerato il suo predecessore che liquidai in un poeriggio (another code) Hotel Dusk ci offre almeno 15 ore di diertimento investigativo.
Io ne ho messe 17, ma mi e capitato di portarlo in giro per casa, e lo lasciarlo acceso, mentre facevo altro...quindi non faccio testo.
L'unica pecca è la ripetitivtà e prolissità di alcuni dialoghi,(impossibili da evitare) qualche volta sarebbe stato sufficiente accennare ad un evento, piuttosto che raccontarlo per intero al nostro interlocutore.
Ora vado a leggermi la tua rece, Simo