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QUANDO IL BUSINESS INCONTRA LO SPORT

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Moderatore: John

QUANDO IL BUSINESS INCONTRA LO SPORT

Messaggioda Baku il sabato 1 ottobre 2011, 19:36

Il calcio, come anche la F1 e la Moto GP sono delle MACCHINE DA SOLDI, qui da noi sono gli sport più seguiti e hanno il merito di muovere: persone, media, soldi ed economie... il tutto grazie al grande dio denaro... ma quanto di effettivamente sbagliato c'è in tutto ciò, e sopratutto quanto noi Italiani siamo ipocriti verso un movimento di tali proporzioni, siamo veramente stufi di vedere tanti soldi a contatto con gli sport che amiamo, oppure sotto sotto celiamo un tacito consenso che permette a questa macchina di ingigantirsi e condizionarci ?

A tale proposito vorrei sottoporvi una riflessione sul cosidetto caso KOBE BRYANT, ora per chi non lo sapesse, questo personaggino rappresenta il TOP del Basket mondiale, milita nella NBA e rappresenta una sorta di Maradona dei giorni nostri e a detta di molti è l'erede indiscusso di Michael Jordan.
L'NBA però sta passando un brutto momento e causa problemi economici tra società e giocatori si è creato una sorta di sciopero che blocca il campionato... ciò permette a diversi giocatori di poter momentaneamente gareggiare in altri campionati, in attesa di un possibile inizio di stagione ( cosa che potrebbe avvenire a Novembre come anche a Gennaio o addirittura MAI ).

La Virtus Bologna ha quindi pensato bene di ingaggiare Bryant a tempo determinato per sole 10 partite ( l'intero campionato sarebbe costato uno sproposito) alla "modica cifra" di 3 milioni di €, cifra enorme per il basket nostrano... e dopo il consenso del giocatore ( praticamente nato qui da noi dato che il padre giocava in Italia ), il presidente della Virtus aveva provato a creare un sistema fruttifero che potesse in qualche modo ripagare le spese e in un certo senso far beneficiare un pò a tutti di questa grande stella.
La proposta prevedeva una modifica del normale calendario cestico ( cosa che cmq doveva avvenire),la condensazione di 10 gare in 35 giorni e la necessità di giocare in trasferta nei palazzetti più grandi e importanti d'Italia, a patto che le società avversarie accettino di dividere gli incassi.
La lega Italiana ha subito mostrato interesse per le facenda ed anche gran parte delle squadre avversarie, sono risultante accondiscenti alla proposta, ad eccezzione di Cremona e Varese che hanno ritenuto la cosa ridicola e ingiusta... causa quindi discordanze tra le società si è arrivati ad una fase di stallo che blocca l'intero meccanismo.

Il dibattito è tutt'ora acceso e vivo, ma ciò non toglie che l'idea del presidente Sabatini potrebbe essere rigenerante per un movimento che da diversi anni ormai ha intrapreso una parabola discedente e per nulla positiva... l'arrivo di Bryant porterebbe non solo più gente negli stadi, ma anche un maggiore interesse di Media e sponsor che, volenti o nolenti creano soldi e con i soldi arrivano spesso anche qualità e notorietà.

Secondo voi, l'idea del presidente della Virtus può giustificare uno sconvolgimento del campionato di Basket nostrano, oppure merita di essere cestinato ?
Ed ancora, può in questo caso una semplice, anche se forse un pò fuori dalle regole, idea di MARKETING ( come è l'idea Bryant) far rinvigorire uno sport con pochi proseliti come quello della Pallacanestro ?
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Re: QUANDO IL BUSINESS INCONTRA LO SPORT

Messaggioda John il venerdì 7 ottobre 2011, 12:45

Lo sport italiano in generale non sta passando un grandissimo momento. Naturalmente gli sport più importanti a livello economico e maggiormente legati alla nostra cultura in qualche modo tengono (ma anche lì c'è una flessione, basta vedere ogni domenica gli stadi vuoti in gran parte).
Altri sport "minori" fanno ancora più fatica, con gli stessi problemi a cui si aggiungono investimenti e visibilità sicuramente minori.

Un Kobe Bryant in Italia sicuramente darebbe molta visibilità ad uno sport che in questo momento ne ha bisogno (ai mondiali non è andata di certo bene) anche se si parla comunque di un periodo molto limitato (alla fine forse si andrà per una semplice amichevole).
Non sò dire quanto questa operazione avrebbe potuto effettivamente portare al basket italiano, magari ci sarebbero state una decina di partite con un buon pubblico poi sarebbe tornato tutto come prima però secondo me valeva provare.
Forse un'operazione del genere introdurrebbe in qualche modo il basket italiano in un mondo di business fin'ora sconosciuto ed a solo appannaggio del calcio. Una cosa del genere (molto ipotetica), introdurre una forte componente economica in questo sport da una parte vorrebbe dire dare visibilità dall'altra forse anche far entrare quel marcio che spesso si critica al calcio (almeno qua in italia dubito che la cosa possa andare diversamente, sarà pessimista...).
Il business nello sport è una lama a doppio taglio, da una parte da visibilità, dà spettacolo (che è quello che molti amanti di basket, pallavolo etc... sperano) però quando ci sono i soldi di mezzo spesso viene fuori anche il marcio che purtroppo c'è sempre.

Poi ci sono i problemi comuni come strutture sia fisiche che organizzative ormai preistoriche (la Juve quest'anno è stata la prima in Italia a realizzare uno stadio moderno di proprietà, cosa che in europa c'è già da anni), un lavoro a livello giovanile inesistente (ormai non si investe più sui giovani, se hai talento e te la cavi da solo bene, sennò difficilmente diventerai qualcuno)
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