Ho finalmente completato il gioco.
La prima sensazione che ho avuto è stata "Questo è Monkey Island", ovvero - al di là di alcune pecche probabilmente inevitabili - c'è un feeling particolare che non sentivo in un gioco ispirato alla saga da molti anni, un feeling in qualche modo originario. Non so se è solo una suggestione dovuta al fatto che so che Gilbert ne è stato supervisore, ma specie negli ultimi episodi ho ritrovato quel senso dell'"essere a casa" che i titoli precedenti, nonostante tutti gli ammiccamenti e le citazioni (o forse proprio a causa loro), non erano riusciti a darmi.
Ritengo che TOMI, più che alla saga di MI nella sua interezza, si sia per lo più ispirato all'ultimo capitolo "ufficiale" della stessa, ovvero il secondo, sia per complessità della trama, che per varietà dei personaggi che per atmosfere piratesche e macabre, specialmente alla fine. Senza tralasciare il fatto che tutti gli enigmi e i nodi in sospeso della trama, compresi quelli più incomprensibili e probabilmente stonati con tutto il resto, fossero o no voluti, non possono che ricordarmi proprio il finale di Le Chuck's Revenge, in tutta la sua controversia.
Non speravo di trovarmi davanti un prodotto del genere, anzi quando ho cominciato a giocare al primo e al secondo episodio ne ero rimasto contento si, ma non avendo avvertito quel feeling che si sviluppa solo successivamente, ero convinto che il ritorno di Threepwood nei nostri schermi fosse stato sviluppato come una sorta di reboot, ovvero una storia piratesca con protagonisti i nostri beniamini ma senza la pesantezza della continuity precedente, fatta eccezione per qualche citazione e, nonostante questo, ero comunque ben contento che i toni fossero più pacati rispetto a "Fuga da Monkey Island", capitolo che non ho mai digerito; non pensavo davvero che da li a poco il prodotto sarebbe maturato fino ad avvicinarsi molto al cuore di questa saga: questo è il Guybrush Threepwood che avevo lasciato nei tunnel di Dinky Island con la bambola di Le Chuck in mano prima che fosse trasformato in un poppante. L'interpretazione del personaggio dato in CMI e EMI, anche in seguito al ringiovanimento, le ho sempre trovate in qualche modo fuori fase rispetto al personaggio originale.
Certo, parlando di personaggi, mi ha molto deluso il modo in cui è stata delineata Elaine, che mi è sembrata completamente stravolta rispetto ai capitoli precedenti: meno sagace, più dolce (Elaine?!), poco convincente anche sotto l'effetto della Pox... non so se sia stato un atteggiamento voluto, per far entrare più in simpatia i giocatori con Morgan che, altrimenti, sarebbe stata vista come la rovina famiglie della situazione.
Anche alla luce della rivelazione finale sul ruolo di Mrs. Threepwood, onestamente è un personaggio completamente diverso da quello che ricordavo.
Ma probabilmente è l'unica eccezione, perché tutti gli altri sono disegnati ottimamente, sia i vecchi (finalmente un Le Chuck nuovamente cattivone. MOLTO CATTIVONE! O la Vodoo Lady, che adesso ha un ruolo ben più importante di una semplice guida...) sia i nuovi: De Singe, Morgan, Winsley, De Cava. Tutti degli ottimi personaggi che fanno subito breccia nel cuore dei giocatori. Per non parlare dei tormentoni, come il pappagallo di pirite!
Il finale è stato forse un po' troppo frettoloso e alla tarallucci e vino, considerando tutti gli aspetti che giustamente il giocatore avrebbe voluto spiegati, specialmente dopo una furiosa (e frustrante) battaglia contro Le Chuck ma mi auguro che la licenza di MI dei TellTales non si sia esaurita qui, quindi immagino che molti fili verranno rannodati in futuro.
Dal punto di vista tecnico, il gioco è una gioia per gli occhi e finalmente i designer hanno trovato il modo corretto di sfruttare al meglio il 3D in un gioco di avventura come Monkey Island, specialmente per quel che riguarda le mimiche che fanno entrare i personaggi in universi comunicativi inediti e ben riusciti. Anche il duello di smorfie, per quanto non difficile e più per ridere che altro, comunque è stata una trovata bella e originale per sfruttare questa nuova possibilità.
Se proprio devo trovare un difetto, a livello tecnico, è che non capisco bene la necessità, nel sistema di movimento, di tenere cliccato il mouse e trascinare il personaggio tipo "Week-end con il morto" in giro per gli ambienti: onestamente credo che il buon vecchio sistema punta-e-clicca sarebbe stato più fluido e semplice.
Idem per l'inventario: mi piace l'aspetto un po' retrò, però alle volte, proprio a causa del sistema di movimento, si apre quando non dovrebbe. Anche combinare gli oggetti mettendoli nei due oblò a destra è carino a livello grafico, ma poco pratico: sarebbe stato meglio trascinarli uno sull'altro come in passato.
In definitiva è un gioco che merita moltissimo e che raccoglie molto bene l'eredità dei suoi predecessori, senza limitarsi a sfruttarla ma anzi seminando molti semi del cambiamento, nonostante il finale rassicurante.
Per me è un 8+/10
P.S.
Concordo con voi quando parlate di una "sindrome di Lost" che sembra aver colto gli sceneggiatori ma onestamente è una cosa che non influsice affatto sul mio giudizio finale, per quanto sia oggettivamente deludente non avere mai un finale chiaro. Memore della fine di Le Chuk's Revenge, come ho detto, anche questo aspetto può essere assunto a pilastro della saga. Il problema è che il finale del secondo Monkey è così surreale e demenziale al tempo stesso che lascia tanto Guybrush quanto il giocatore in uno stato di confusione fantastico. Nel caso di TOMI, invece, sembra che Guybrush continui allegro e felice la sua vita senza fare troppe domande, e lasciando quest'ultime tutte a noi giocatori... questo rompe un po' la magia dell'immedesimazione, lo ammetto.