Piccioni, piccioni ovunque!! Complimenti a Gnupick per aver sparato a zero su qualcosa, è una qualità di cui la stampa videoludica ha da sempre grande bisogno
Comunque visto che avete sollevato la questione dei giochi maturi scaturita dal mio commento, cerco di chiarire un attimo: avete ragione a dire che è un argomento delicato e che bisogna prima chiarire di cosa stiamo parlando. Io non mi stavo riferendo a "temi maturi" in senso stretto, anche perchè è un campo minato e si rischia di trasformare la cosa in una gara al "drammatico per forza" - giochino che alla prima stagione di TWD è riuscito peraltro benissimo.
Io mi riferisco molto più in generale a una maturità narrativa che renda il gioco fruibile da adulti e non solo da ragazzi: trovo che il videogioco sia, dagli anni 90, sempre stato
consapevole di essere in grado di arrivare agli adulti, e al contempo che il passo non sia mai stato completato.
Con maturità narrativa mi riferisco poi a tutto ciò che oggi ricade nel termine "narrative design", termine che negli anni '90 manco esisteva, ma insomma indica il modo in cui interagiscono fra loro i vari elementi: mondo di gioco, concept, backstory, personaggi, evoluzione della storia, sceneggiatura / dialoghi, interazione ludica, tematiche, regia, ecc...
Possiamo prendere buoni esempi dai giochi di oggi, da quelli di dieci anni fa e da quelli di 20 anni fa. Ma
in media trovo che l'evoluzione sia stata estremamente lenta. Mi spiego: se giocate a Mafia (2002) la prima cosa che vedete nel gioco è
questa. Il resto del gioco prosegue con la stessa qualità anche in termini di scrittura, il che lo ha reso un cult fra i giocatori che avevano diciamo 15-25 anni ai tempi dell'uscita.
Se poi esce un seguito, Mafia II, 8 anni più tardi, mi aspetto che possa essere perfettamente fruibile da chi ha... bè, 23-33 anni. Invece il seguito è narrativamente blando, poco creativo, con dialoghi triti e ritriti, personaggi che non evolvono, e l'unica scena scritta bene è un omaggio al primo Mafia. In generale è sempre fruibile da un adolescente, ma un adulto
fa fatica a chiudere un occhio.
Questo è solo un esempio, di giochi "narrativamente consapevoli" ne sono sempre esistiti e diversi li ho citati prima. Ma per qualche arcano motivo alla stampa piace ripetere come un mantra che finalmente i giochi sono maturi, un po' come quando nel 1996 dicevano che l'età del videogiocatore era cresciuta esponenzialmente.
Dato che il punto di partenza
non è un grumo di giochini orientati ai bambini e ai ragazzini, il punto di arrivo dopo 15-20 anni (perchè questi sono gli anni che io ho in più sul groppone)
deve essere notevole. Invece in media se compro un videogioco oggi mi ritrovo un aspetto narrativo assolutamente in secondo piano.
Ci sono le eccezioni, ovvio, ma
ci sono sempre state. E per fortuna continuano ad esserci!
Ma oggi, da adulto, faccio molta fatica ad approcciarmi a un gioco e spesso capita che vedo solo piccioni, non so se mi spiego.
Questo avviene perchè la qualità narrativa media è su per giù la stessa di sempre: si punta ai giovani, anche se molti giocatori non lo sono più.
Proprio in questa puntata di Calavera fate l'esempio di Sherlock Holmes, sottolineando quanto i videogiochi siano ancora distanti da altri medium... e SH è una delle saghe scritte in modo più solido (non ho ancora giocato al testamento, ma C&P è scritto così bene che l'unico caso scritto malino salta subito all'occhio).
Ci sono tutt'ora, in pieno 2016, tematiche che nei videogiochi sono quasi assenti... Banalmente le "storie d'amore", quando ci sono sono appena abbozzate, oppure delle quest di conquista quasi fini a se stesse, e questo anche in giochi narrativi piuttosto maturi (penso alla saga di The Witcher).
La mia non vuole essere una presa di posizione netta, anzi, sto proprio ragionando a volo d'uccello (rigorosamente piccione) perchè a scendere nel dettaglio non se ne esce più.
Se c'è stata un'evoluzione è difficile da percepire, trovo il mondo della narrativa videoludica generalmente statico. Non dico che "un tempo era meglio", ma non dico neanche "oggi finalmente escono i giochi maturi, guardate The Last Of Us che roba...".
A riprova del fatto che il medium è qualitativamente rimasto "più o meno lo stesso", provate a cercare qualche classifica, più o meno autorevole, di giochi con le più belle storie o cone le trame più mature... Ci troverete non a caso giochi di tutte le epoche (dagli anni '90). Questo da amante storico dei videogiochi è bellissimo, ma se ragiono da adulto che porta avanti la cosa per hobby, capisco che sarò sempre più amareggiato mentre gioco e già da tempo ormai mi approccio con diffidenza ai vari titoli.
Poi a livello quantitativo ovviamente siamo invasi, e i prezzi si sono abbassati così tanto che si tende a giocare veramente molta roba, ma alla fine se guardiamo bene ad invaderci sono stati i piccioni con le pistole, l'ho detta.
tl;dr:
trovo che l'evoluzione narrativa (termine generico, non riferito solo ai temi drammatici) dei videogiochi sia più o meno ferma da 20 anni. Ci sono molti giochi mediocri e qualche eccezione ben curata, come ce ne sono sempre state. Con l'occhio del filologo retrogamer è tutto molto romantico, ma la realtà è che - visto che io inevitabilmente cresco/invecchio - faccio sempre più fatica a chiudere un occhio sulle sbavature narrative e creative dei giochi che mi trovo davanti. Siano essi indie game o produzioni da 20M$.