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Madrid Games Week 2015

del 16 Ottobre 2015
Madrid Games Week 2015

A cura di Andrea Rinaldi

I giorni 1-4 ottobre 2015 si è tenuta a Madrid la consueta fiera dei videogiochi, la
Madrid Games Week 2015, giunta ormai al terzo anno.

Oltre alle celebri presenze di Playstation, EA Sports e i vari Assassin Creed che ormai la fanno da padrone occupando tre quarti dei padiglioni con i loro stand miliardari, quest’anno si è vista una zona completamente dedicata allo sviluppo Indie, con tanto di spazio conferenze.
In quest'area, oltre ad una ventina di piccoli stands, erano presenti 2 stands più grandi: Badland Indie e Games Boosters (ex MadeInSpain Games); quest’ultimo ha promosso un’iniziativa molto lodevole, subaffittando il proprio spazio a tutti gli indie che ne facevano richiesta, anche se non erano distribuiti da loro, così che nello stand alla fine c'erano circa 30 sviluppatori indipendenti che potevano mostrare il proprio lavoro a tutto il pubblico.

Proprio in questo stand sono state presentate le novità più interessanti per gli appassionati di avventura che di seguito vi raccontiamo.

Cominciamo dai ragazzi di Blooming Buds Studios che hanno presentato Calendula, un’esperienza a dir poco particolare. Sì perché chiamarlo gioco è riduttivo, in quanto Calendula è più un’esperienza, come possiamo riscontrare già dal menu di inizio dove dovremo risolvere qualche puzzles per avviare la partita, perché, come dicono gli autori stessi, Calendula non si fa giocare…
La versione presentata è solo una demo che contiene 4 puzzles che si addicono più ad un tecnico informatico che a un videogiocatore… rimane solo il forte dubbio di capire come sarà realmente una volta che saremo riusciti ad avviarlo: ai posteri l’ardua sentenza. Uscita prevista tra fine 2015 e primavera 2016.

Proseguiamo il nostro giro parlando dell’ormai noto titolo dei sivigliani The Game Kitchen, ossia The Last Door. Per chi non conoscesse il gioco, si tratta di un’avventura grafica punta e clicca in terza persona in stile pixelarts. Parlando con Mauricio García e Carlos Viola, rispettivamente responsabile progetto e compositore delle musiche del team, mi hanno spiegato che la particolarità del gioco è l’intreccio narrativo e che, per dar risalto a questo aspetto, hanno scelto di usare una grafica pixelarts in modo tale da far lavorare la fantasia del giocatore, dandogli solamente dei contorni in cui immaginare i dettagli dei personaggi.

The Last Door sta riscuotendo molti pareri favorevoli dal mondo anglofono, per la cura della narrativa del gioco che, ricordiamo, è ambientato proprio nell’Inghilterra vittoriana. Questo successo è dovuto, ipotizza Mauricio, al fatto che tutti i testi vengono inviati ad un'associazione letteraria inglese che si occupa di revisionarli, inserendo eventualmente termini propri dell’epoca e aggiungendo così molto più realismo alla storia. Presto sarà disponibile il 4º e conclusivo capitolo della stagione 2 che potrebbe voler dire la fine della saga. Non si sa ancora cosa hanno in serbo questi ragazzi per il futuro.

Blues and Bullets è un gioco di azione/avventura che ci vede protagonisti nei panni di Eliot Ness, ex leader dei leggendari Intoccabili, che vuole passare il resto della sua vita lavorando nel suo bar senza più pensare ai fatti della sua corrotta città di Santa Esperanza. Purtroppo i sogni non si avverano mai e tornerà, suo malgrado, nel pieno dell’azione quando dei bambini cominciano a sparire.

Sviluppato da A Crowd of Monster, un team Indie di Barcellona, è balzato alle cronache poiché il gioco è frutto di un prestito privato ad opera di Business Angel, una piattaforma di finanziamento privata. L’ammontare di questo prestito è entrato nel guinness dei primati per un
videogioco prodotto in Spagna.

Il gioco, in effetti, mette in mostra un buon comparto narrativo e grafico anche se forse le animazioni risultano un po’ legnose per le risorse disponibili. Il sistema di puntamento delle armi richiede un poco di pratica ma poi si riesce a maneggiarlo in maniera soddisfacente.

Veniamo adesso ai madrileni Team Gotham e al loro The Guest, votato miglior gioco nella precedente edizione della MGW.

Ci troviamo in una camera di albergo, non sappiamo chi siamo, probabilmente uno scienziato dell’Europa dell’est dal biglietto aereo trovato in camera, dobbiamo uscire dalla stanza e per farlo dovremo risolvere alcuni puzzles non proprio facilissimi. Bella grafica, buona atmosfera e sonoro accompagnano i nostri tentativi di uscire dalla stanza. Il gioco è in una versione beta avanzata e questi ragazzi hanno appena concluso un accordo di distribuzione con 505games, publisher di PayDay 2.

Altro gioco interessante sembra essere 1214, l’avventura dei madrileni Vyretrux che si trova adesso in una fase di pre-alpha. Si tratta di un avventura-survival horror che si collega allo smartphone del giocatore, di modo che il gioco possa mandare segnali al cellulare.

Quindi man a mano che avanziamo nel gioco, il nostro cellulare si integra nell’ambiente di gioco, ricevendo interferenze o spegnendosi o facendo cose strane in sincronia con quello che avviene sullo schermo, aumentando così l’esperienza complessiva. Nessuna data conosciuta di rilascio per ora.

Abbandoniamo adesso lo stand MadeInSpain per passare a Badland Indie facendo visita ai Protocol Games e il loro Song of Horror, gioco sicuramente di qualità, vista la grafica e la struttura proposta. È un’avventura survival horror che ci permette di controllare fino a 16 personaggi giocanti, in terza persona e con alcune caratteristiche peculiari tra cui appunto la possibilità di continuare il gioco con un altro personaggio nel caso in cui il precedente muoia.

Il gioco si sviluppa su capitoli: se il nostro personaggio muore, cominceremo con un altro ma il precedente non potrà più essere controllato. In pratica è come se i 16 personaggi fossero le nostre 16 vite. Queste persone sono legate in qualche modo al personaggio principale Daniel Noyer, un ex imprenditore e pubblicista fallito che viene inviato dalla sua casa editrice a cercare il loro più importante cliente, lo scrittore Sebastian P. Husher. Una volta arrivato alla villa Husher, Daniel si rende subito conto che c’è qualcosa che non va. Capitolo dopo capitolo, mediante puzzles e duelli con oscure presenze dovremo venire a capo del mistero.