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Recensione

Zak McKracken and the Alien Mindbenders

di Alberto Semprini  

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In breve

Zak McKracken fa il reporter per un tabloid, ma non è un granché come giornalista. Tuttavia una notte ha un sogno rivelatore: una razza di alieni noti come Caponiani sta rendendo stupida la popolazione umana attraverso un sistema basato sulla rete telefonica. Zak deve fermarli, ma per riuscirci dovrà affrontare un'avventura che lo porterà in giro per il mondo, con l'aiuto di altri tre personaggi giocabili: Annie, Melissa e Leslie.

 

Recensione Completa del 19 Dicembre 2011
Giudicare oggi un gioco come Zak McKracken non è sempre facile. Non è la prima volta che recensisco un titolo datato, ma questo problema mi si ripropone ad ogni rivisitazione di vecchie avventure anni ottanta. Sono passati più di vent’anni dall’uscita di questo gioco, un arco di tempo che nell’ambito dei videogames corrisponde a qualche paio di ere geologiche. Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta e il gusto dei videogiocatori è cambiato abbastanza radicalmente. Le avventure punta e clicca sembrano essersi fermate agli anni 90 come meccaniche ma siamo comunque lontani da ciò che Zak rappresenta. Ma andiamo con ordine: Zak McKracken, come i suoi parenti più vicini, Maniac Mansion e Indiana Jones and the Last Crusade, è un capolavoro o meglio un caposaldo della storia della avventure grafiche. É il terzo titolo della Lucas Arts e la seconda avventura punta e clicca dopo Maniac. É sviluppato anch’esso con il motore grafico SCUMM ed è codiretto da David Fox e Ron Gilbert.

Il tono dell’intera vicenda è volutamente comico/surreale, il che permette (come in altri lavori Lucas) di concepire enigmi basati principalmente sull’uso di oggetti strampalati, ma soprattutto restituisce al gioco quell’aura e quell’atmosfera ironica che hanno costituito per anni il marchio di fabbrica delle geniali avventure made in Lucas. Ma la cosa che lascia più di stucco è la quantità delle ambientazioni esplorabili. Zak McKracken è un gioco immenso da questo punto di vista: acquisita la possibilità di viaggiare avremo accesso a tantissime locazioni e avremo moltissimi enigmi da affrontare senza un ordine preciso.
Come succedeva in Maniac Mansion non avremo a disposizione il solo personaggio di Zak ma potremo prendere il controllo di altre tre controparti (tutte presenze femminili) così da affrontare in modo organico le situazione problematiche che ci si pareranno davanti. A complicare di più la situazione c’è la presenza dei vari game over annunciati e non. Anche qui, come in Maniac Mansion, si può morire. Se non saremo cauti il nostro personaggio potrà lasciarci le penne bloccando di colpo la nostra avventura. Ancora più odiosi sono i game over non annunciati. In Maniac Mansion poteva capitare di rimanere bloccati senza via di uscita in una sorta di vicolo cieco e così capita anche in Zak Mckracken. Infatti dovremo stare molto attenti a non finire i soldi a nostra disposizione, perché essi sono davvero utili per spostarci nelle varie locazioni. Finirli significa rimanere bloccati senza possibilità di uscita. In realtà c’è un trucchetto per recuperare dei fondi extra ma è molto difficile da attuare ed è comunque non reiterabile.

Tutti questi aspetti rappresentano sia la parte positiva di Zak McKracken sia la parte negativa. Infatti, se da un lato questa struttura aperta arricchisce il gioco dandogli una complessità e una profondità difficilmente vista in altre produzioni, anche dell’epoca, dall’altro dobbiamo tenere conto però che il giocatore contemporaneo, più abituato a farsi guidare attraverso la storia da binari narrativi, potrebbe avvertire un pesante senso di spaesamento. É proprio qui che si sviluppa la dicotomia di cui scrivevo nell’inizio. Oggi come oggi Zak Mckracken è un gioco meritevole di essere giocato? Sicuramente mantiene delle qualità intrinseche e delle peculiarità difficilmente ripetibili altrove, ma d’altro canto si tratta di un videogame che si fa portatore di una filosofia di gioco molto diversa da quella odierna. Rimanere bloccati, esplorare liberamente le locazioni e risolvere gli enigmi in maniera non lineare era un prassi per i vidoegiocatori degli anni ottanta. Oggi, grazie a titoli come Broken Sword e Syberia molti giocatori si sono abituati ad un impianto molto più rigido ma allo stesso tempo più incentrato sulla storia e sui personaggi. In Zak McKracken la storia scanzonata e surreale è un aspetto importante ma non al centro dell’esperienza di gioco, tale posto occupato principalmente dalla quantità e dalla complessità degli enigmi. Le avventure più “recenti invece” spostano l’accento più sulla storia e la narrazione mettendo gli enigmi un po’ come un accessorio o un semplice snodo narrativo sempre e comunque a servizio della trama.

Dal punto di vista meramente tecnico Zak non si discosta molto dai suoi parenti più prossimi. Come abbiamo già detto l’interfaccia è la stessa di Maniac Mansion, con i verbi cliccabili nella parte bassa dello schermo. Come in Indiana Jones e l’ultima crociata potremo scoprire gli hotspot cliccabili solo tramite l’uso della voce “cos’è” posta assieme alle altre azioni. Come sempre, la soluzione che consiglio di adottare è quella di sfruttare sia mouse che tastiera, dato che ogni singolo verbo è richiamabile dal giocatore tramite la pressione di un semplice tasto. Questa tecnica snellisce di molto il lavoro e l’interazione con l’ambiente. La grafica non presenta nulla che non si fosse già visto nel gioco precedente di Gilbert e Fox, soprattutto per quanto riguarda i personaggi che sono disegnati ed animati con lo stesso identico stile del cast di Maniac Mansion.

In definitiva Il mio parere è che Zak McKracken vada comunque giocato. Perché al di là della possibile frustrazione che esso può generare, rimane un’esperienza davvero unica ed esaltante, oltre che utile per capire più affondo questo fantastico genere che è l’avventura punta e clicca. Purtroppo, al di là delle numerose versioni per diverse piattaforme dell’epoca, la Lucas non ha mai riproposto questo gioco in maniera decisa (al contrario di Indiana Jones reperibile tramite digital delivery) quindi trovare una copia di questa avventura non sarà facile. Uno stuolo di ferventi appassionati ci ha regalato un seguito non ufficiale di questo gioco, Zak McKracken Between Time and Space, ma continuiamo a non capire come a alla Lucas Arts non sia mai balenata l’idea di riproporre questo fantastico brand.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: LucasFilm Games
Publisher: LucasFilm Games
Data Rilascio: Q2 1988
Piattaforma: Amiga, Commodore 64, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza/Commedia
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Inglese/Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: DOS
Processore: XT/AT
RAM: 25K
Scheda Video: CGA/EGA/VGA
Hard Disk: 3 Mb
Supporto: 3 Floppy
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