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Recensione

The Wardrobe

di Emanuela Ocello  

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In breve

Tutto accadde 5 anni fa, durante un picnic organizzato da Ronald in compagnia del suo migliore amico, Skinny. Le cose procedevano per il meglio, fino a quando Ronald non tirò fuori dal cestino due prugne molto piccole, una per sè e l'altra per Skinny. Quest'ultimo, scambiando il frutto per un grosso acino d'uva, non ci pensò due volte a buttarlo giù e fu colpito da uno shock anafilattico che ne causò la morte istantanea, mentre Ronald fuggì terrorizzato. Al suo risveglio Skinny scoprì di essere diventato uno scheletro e di essere relegato a vivere all'interno dell'armadio della camera di Ronald. Da allora Skinny ha vegliato costantemente su Ronald a sua totale insaputa... ma ora le cose stanno per cambiare! Per salvare l'anima del suo migliore amico dalla dannazione eterna, infatti, Skinny sarà costretto a rivelarsi e a far ammettere a Ronald il suo crimine: un'impresa tutt'altro che facile!

 

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Recensione Completa del 14 Aprile 2017
Qualsiasi giocatore appassionato di avventure grafiche, anagrafe permettendo e salvo le sacrosante eccezioni, porta cucita addosso una “Lâ€, che non è scarlatta, ma non per questo meno distintiva. E' il retaggio di “mamma†LucasArts, che tanto più forte torna a farsi sentire per chi i videogiochi sceglie di farli, decidendo di cimentarsi nella realizzazione di punta e clicca vecchia scuola.

Ecco allora che molti sviluppatori, nel presentare i loro progetti, fanno riferimento ai classici della grande “L†come fonti di ispirazione, soprattutto per opere dal forte tono umoristico e parodico.

L'impresa non è però semplice, e i motivi sono molteplici, prima tra tutti la difficoltà di riproporre la perfetta implementazione dello humor nel sistema di gioco, per cui, nelle opere della Lucas, le stesse gag comiche si realizzano nella risoluzione degli enigmi.

Dal lato del consumatore, invece, a smorzare gli entusiasmi è quasi sempre lo stacco tra la realtà e l'immaginario scomodato dal riferimento: si tratta di ricreare un mood tangibile, per chi ci ha sognato sopra un click del mouse via l'altro. E' un'atmosfera che ha una sua precisa semantica immediatamente riconoscibile: imitarla non è sufficiente, bisogna ridargli vita.
Molti ci provano, o così dicono, pochi ci riescono. Pochi, tra cui The Wardrobe.

Opera prima della casa di sviluppo italiana C.I.N.I.C. Games, The Wardrobe è stato pubblicato il 15 febbraio per PC con l'aiuto di Adventure's Production, dopo essere stato finanziato su Eppela in parte da Postepay Crowd ed in parte da un gruppo di backers ristretto, ma entusiasta.

Entusiasmo dovuto soprattutto alla missione del titolo, ossia quella di riportare su schermo quell'inconfondibile stile targato LucasArts.

Ho parlato di missione, e non a caso: dimostrando una buona capacità di leggere il mercato dei punta e clicca, infatti, il lead designer Francesco Liotta, dalla cui tesi di laurea nasce l'idea del gioco, ha più volte dichiarato di aver basato l'approccio al design del titolo sulla necessità di colmare un vuoto che avverte in primis come videogiocatore.
Ecco allora nascere The Wardrobe, un punta e clicca 2D “duro e puroâ€, a tratti esagerato e un filo troppo criptico, ma complessivamente in grado di rispondere a questa esigenza di un ritorno alla casa base di tutti noi avventurieri, senza per questo vendersi l'anima alla pura imitazione.

Uno scheletro nell'armadio

Skinny e Ronald sono due adolescenti legati da una forte amicizia.
Durante uno sfortunato picnic, però, il primo, ignaro di esserne gravemente allergico, ingerisce una prugna offertagli dall'amico.
Risultato: Ronald scappa terrorizzato, e Skinny muore. O meglio, muore solo tecnicamente, perché per una qualche decisione, o burla della sorte, torna sotto forma di scheletro, relegato a vivere in un armadio nella camera dell'amico e a vegliare silenziosamente su di lui per il resto dei suoi giorni.

Cinque anni più tardi, Skinny è sul punto di rivelarsi ad un Ronald oramai chiuso nel mutismo più assoluto. Solo tre giorni separano infatti l'amico dalla dannazione eterna, punizione per non aver rivelato ad alcuno l'incidente mortale, evitando così di ammettere la propria colpa, seppure accidentale.

A complicare le cose arriva però un trasloco improvviso, che vedrà i due separarsi e metterà Skinny in condizione di doversi far strada attraverso una folle notte di Halloween e ogni sorta di complicazione, pur di ricongiungersi al più presto con Ronald. Non prima di aver recuperato il suo armadio dalla cima di una discarica, naturalmente.

Pronti? La vita di un ragazzo, e la morte di un altro, dipendono da voi. Quando si dice “le due facce della medagliaâ€!

Vietato prendersi sul serio

Non lasciatevi ingannare dall'apparente serietà delle premesse: The Wardrobe è un gioco che rifiuta fermamente di prendersi sul serio.
L'anima dissacrante e demenziale del titolo è chiara sin da subito, dal narratore del filmato introduttivo, che ironizza bellamente sui tragici eventi, all'esilarante tutorial in preda ad una crisi da super lavoro.

Questo humor nero ed irriverente è la cifra stilistica primaria dell'opera, quella che ne definisce il tono e l'intento espressivo, e che vive in ogni suo elemento. Ecco allora che una storia semplice e narrativamente lineare diventa, complice una scrittura vivace e pungente, un coinvolgente susseguirsi di trovate comiche sopra le righe e di no sense, in cui ogni occasione è buona per fare del sarcasmo. Niente è intoccabile, sacro o profano che sia.

Insolente, e con la battuta sempre pronta, Skinny è il protagonista perfetto per esprimere la sfacciata irriverenza che permea l'intera opera.

I suoi commenti acidi e sagaci, e le frequenti rotture della quarta parete che lo vedono rivolgersi direttamente al giocatore, quasi sempre con tono derisorio, lo connotano come capofila esemplare del colorito cast di comprimari, del quale non perde occasione di sottolineare vizi e stramberie.
Proprio in questo gioco di frecciatine a denti stretti e commenti canzonatori si realizza uno degli aspetti più riusciti del titolo, ossia i brillanti dialoghi a scelta multipla: ritmati, taglienti e scritti con molta intelligenza, in modo da non disperdere mai lo humor.

Come nella più rosea tradizione punta e clicca, allora, è un piacere esplorare tutte le opzioni di dialogo di ciascuna conversazione, e questo al di là della loro funzionalità ai fini dell'esperienza di gioco.
Quanto agli npc, principali “vittime†della penna tagliente degli autori sono stati alcuni degli stereotipi sociali più noti al di qua e al di là dell'oceano, abilmente passati sotto una lente d'ingrandimento che ne ingigantisce i tratti, restituendo caricature riuscite, e molto divertenti: dal quarterback tutto muscoli ed orrori grammaticali al pro gamer, passando per l'anziano pattugliatore di cantieri, pilastro della società nostrana.

A questi si aggiungono tutta una serie di personaggi tratti dalle più disparate opere cinematografiche e videoludiche, anch'essi caratterizzati con un taglio fortemente caricaturale.

Il rischio, quando si ha a che fare con la parodia, è quello di perdere irrimediabilmente in mordente, proponendo sagome spassose, ma prive di spessore. Un rischio, questo, che The Wardrobe ha sfiorato pericolosamente, ma al quale è riuscito furbescamente a sfuggire, proponendo un cast con un proprio carisma, al di là di quello insito nell'operazione parodistica.

Dietro di te, un armadio a tre ante!

Tanta ironia senza filtri, dunque, in the Wardrobe, ma anche tante citazioni, che vanno dai grandi classici della LucasArts all'intero scibile della cultura pop, in termini videoludici, cinematografici e seriali.
Stiamo parlando di una mole di riferimenti impressionante, che parte dai dettagliatissimi backgrounds e vive nei personaggi, nei dialoghi, persino nella colonna sonora.

Andiamo subito al sodo: il citazionismo non è esagerato, e soprattutto non riduce in sé l'appeal dell'opera. Sì, perché come detto già sopra The Wardrobe ha una sua chiara identità, che è somma dei rimandi ma anche qualcosa in più. Il titolo vuole spingere, e molto, su questo gioco sfrenato di riferimenti, ma non con l'intento di appiattircisi sopra, semmai con la chiara volontà di farne un mezzo per definire un certo mood e predisporre il giocatore ad un certo tono.

In questo senso, è un'esperienza nell'esperienza fermare lo sguardo sulle ambientazioni e cercare di cogliere ogni singola citazione, spesso ritrovandosi un sorriso ebete stampato sulla faccia all'ennesimo riferimento inaspettato, e sempre collocato con intelligenza.
Il range di riferimento per le citazioni è ampio e rivolto a giocatori di tutte le età, con un occhio di riguardo ai fedelissimi della grande “L†di cui sopra.

La LucasArts è ovunque, nel gioco: da citazioni esplicite a rimandi velati, giungendo a qualcosa di più.
Come detto in apertura, infatti, The Wardrobe non si limita a scomodare i mostri sacri del genere, Day of the Tentacle e Sam & Max Hit the Road su tutti,demandando a questi aspetti l'intrattenimento del giocatore. Al contrario

A rivivere a schermo è una precisa atmosfera, che è tangibile sin dall'introduzione del gioco ed entra prima dalle orecchie, con la deliziosa ost iniziale, per poi concretizzarsi in una sequela di gag esilaranti, che si realizzano spesso nella risoluzione degli enigmi, come da tradizione. Un'atmosfera che mancava da tempo e di cui si sentiva il bisogno. Almeno personalmente.
Si tratta di un insieme di suoni, colori, di un preciso linguaggio, verbale e non, di uno stile inconfondibile, che punta all'intrattenimento, ma non ha paura di osare, finendo spesso ben oltre le righe.

La finezza di quelle opere è senza dubbio lontana dal realizzarsi in The Wardrobe, ma i ragazzi di C.I.N.I.C. sono riusciti nella difficile impresa di proporre un erede spirituale convincente di quella scuola di game design che ha fatto epoca, e ha spremuto milioni di mouse, e di meningi.
Chi è cresciuto con i giochi di casa Lucas sa perfettamente a cosa mi riferisco, e sono ragionevolmente sicura che lo ritroverà, immediatamente, a schermo.
Per tutti gli altri, il gioco non perde certo di mordente, ricco com'è di gag comiche per tutti i gusti. A tratti, semmai, potrebbe farsi un po' duro, come vedremo tra poco.


Le meningi o la vita!

Da buon punta e clicca duro e puro, il titolo punta tutto sull'esperienza di gioco, rivolgendo l'asticella della difficoltà in direzioni da tempo dimenticate, o quasi. Non giriamoci attorno: The Wardrobe è impegnativo. Molto, a tratti.

Gli sviluppatori hanno voluto riprendere non solo l'estetica o il registro narrativo delle perle sopra citate, bensì anche il livello di sfida. Missione compiuta? In buona parte, ma non del tutto.

Il design complessivo degli enigmi funziona, ed impegna il giocatore in lunghi ragionamenti che richiedono una buona dose di pensiero laterale, avendo però cura di fornirgli ogni elemento utile alla risoluzione, senza per questo evidenziarlo in bella vista.
Ecco allora ritornare alla necessità di padroneggiare la logica sottesa al mondo di gioco, esaminando ogni hotspot, esaurendo tutte le opzioni di dialogo e leggendo tra le righe dei commenti di Skinny. Riecco, dunque, il cuore delle esperienze di questo genere.

Ciò posto, tuttavia, non mancano occasioni in cui la preparazione dei puzzle difetta di quell'attenzione al dettaglio che fa la differenza tra sfida e frustrazione. La risoluzione di un paio di enigmi, poi, fa leva quasi esclusivamente sulle citazioni, finendo con il risultare criptica per chi non ha chiaro il riferimento.
Un eccesso di entusiasmo, quello degli autori, che a tratti condanna al “prova tutto – su tuttoâ€, nonostante il gioco stesso inviti a non caderci.
Il bilancio è comunque in attivo, e un plauso va al coraggio di osare con una formula che molti troveranno anacronistica, ma che personalmente apprezzo e ricerco, ieri come oggi.

Venendo, nello specifico, alla tipologia di puzzle proposti, il gioco evita le sezioni a tempo e le ibridazioni, e fa leva esclusivamente su enigmi d'inventario e di dialogo, con preponderanza dei primi.

Quanto all'interfaccia, la scelta degli autori è ricaduta su una formula semplice ed immediata, che mi sento di sposare. Le interazioni con i punti di interesse sono gestite attraverso il tasto destro del mouse, tenendo premuto il quale si richiamano a schermo le icone delle azioni eseguibili tra le quattro disponibili, le tipiche “esamina, raccogli, usa, parlaâ€. Quando, invece, un oggetto prevede un solo tipo di interazione, è il gioco stesso a segnalarla, consentendone l'attivazione con un semplice click.

L'inventario è a scomparsa ed è simpaticamente alloggiato nella gabbia toracica di Skinny, richiamabile a schermo mediante la rotella del mouse. La gestione degli oggetti ricorre al classico trascinamento. Non indicati gli hotspots, salva la possibilità di evidenziarli premendo il tasto centrale del mouse.

Al bando, infine, agli auto-salvataggi che fanno tanto moderno ma spesso risultano controproducenti in questo genere. È possibile registrare i propri progressi in qualsiasi momento, peccato solo per il numero di slot disponibili, limitato a tre.

Quanto alla progressione, dopo una prima sezione “chiusaâ€, utile a prendere confidenza con l'interfaccia e il tipo di sfida proposta, il gioco si apre ad una serie di ambientazioni, gestite attraverso una mappa.

Con una formula simile a quella già vista in Sam & Max Hit the Road, le locations non sono tutte immediatamente visitabili: occorre sbloccarle, attivando le giuste opzioni di dialogo, risolvendo enigmi o esaminando gli oggetti opportuni. Una caccia al luogo interessante, che invoglia ad approfondire senza frustrare.

La quantità di ambienti e stanze disponibili è elevata, così come la loro varietà: siamo nell'ordine di una cinquantina di schermate spalmate su una manciata di locations tra la prima e la seconda parte, che spaziano da un salotto ad una cripta, passando per un romantico lago con vista meteorite.
Nella sezione più libera, soprattutto inizialmente, il sovrabbondare di luoghi ed oggetti potrebbe disorientare, ma niente paura: basta esplorare con calma, soffermarsi sui dialoghi e sulle interazioni disponibili e riflettere sulle possibilità offerte dall'inventario. La strada si delineerà da sé.
Buona la longevità che, per quanto relativa, si attesta sulle dieci ore circa.

A Mano a mano

A livello artistico, The Wardrobe propone un 2D molto ispirato.
Lo stile estetico tra il fumetto e il cartoon si lega alla perfezione al tono dell'opera, sottolineandolo sul piano visivo e rendendo ancora più chiara l'ispirazione di fondo. Convincente anche la scelta cromatica e lo stile della colorazione, dichiaratamente ripreso da Deponia di Daedalic.

La bellezza degli sfondi, interamente disegnati a mano e poi digitalizzati, è tutta nella ricchezza di particolari e nell'elevato livello di dettaglio, per un risultato che cattura lo sguardo e lo trattiene a sé.
L'intento è quello di stupire e divertire a livello visivo, prima che concettuale: ecco dunque che una motosega finisce in una vasca e un orsetto di pezza recita una scena madre da film drammatico sul pavimento di una cucina. Senza trascurare l'importanza di un parchimetro nelle fogne.

Buoni anche i modelli dei personaggi, e le loro animazioni: su tutte spiccano le espressioni facciali di Skinny, quanto mai eloquenti; stesso dicasi per gli intermezzi animati, che non spiccano per fluidità ma restituiscono efficacemente il tono dei passaggi più significativi.

Quanto al comparto audio, ho trovato la colonna sonora, opera di Soundream, nel complesso convincente e in armonia con l'atmosfera, sia quella intrinseca del gioco che quella legata alle ispirazioni.

Un plauso anche al doppiaggio italiano, che non eccelle ma si attesta su livelli più che buoni, in particolare quanto alla voce di Skinny, molto calzante.

Commento conclusivo

Il panorama delle avventure grafiche è oggigiorno incredibilmente ricco, a riprova che la crisi è oramai dietro le spalle. Ciò nonostante, si sentiva la necessità di un titolo in grado di inscriversi realmente nel solco tracciato dalle opere più iconiche dell'epoca d'oro dei punta e clicca e di raccoglierne la pesante eredità.

The Wardrobe si propone come risposta a questo bisogno, e riesce nel suo intento.

Al di là dei problemi che lo affliggono, e che pure vanno considerati nel valutarlo, il titolo è infatti permeato da un'atmosfera impagabile, che prende a piene mani dal passato e lo reinterpreta, acquisendo così una sua identità senza venire meno alle fonti di ispirazione: suoni, colori, forme, tutto parla un linguaggio nostalgico ma anche fortemente ancorato al presente, per un'esperienza dall'appeal multi generazionale.

Più in profondità, il gioco ha molto da offrire: a partire da uno humor nero che permea il tripudio di citazioni legate alla cultura pop, abilmente implementate, e parla attraverso una scrittura pungente ed una caratterizzazione dei personaggi che gioca con intelligenza sugli stereotipi. Senza contare l'ottima sinergia tra gag comiche e risoluzione degli enigmi.

La sfida proposta è genuina ed appagante, peccato però che a tratti il gioco perda in lucidità e manchi di preparare a dovere alcuni dei puzzle proposti, facendo eccessivamente leva sul pensiero laterale e sul bagaglio personale di citazioni.

Nel complesso, l'opera prima dei C.I.N.I.C. Games è comunque un omaggio riuscito ad una certa filosofia di design dei punta e clicca, che rivive innegabilmente a schermo, nonostante qualche sbavatura. L'auspicio è che questi talentuosi ragazzi continuino su questa strada, rifinendo e pulendo qua e là, e concentrandosi ulteriormente sulla ricerca di un'identità forte, che già fa capolino in questa opera prima, ma è ancora lontana da una piena espressione.

Confidando nel futuro, per ora mi limito a consigliare The Wardrobe a chiunque sia in cerca di un'esperienza punta e clicca integralista, impegnativa e dannatamente divertente. In particolare a chi, come me, ha ancora negli occhi, e nel cuore, le avventure dei tentacoli senzienti & co, a patto, però, di perdonargli qualche piccolo peccato di “gioventùâ€.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: C.I.N.I.C. Games
Publisher: Adventure Productions
Data Rilascio: 15/02/2017
Piattaforma: MAC, Nintendo Switch, PC, PS4, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese e Italiano
Sottotitoli: Italiano
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