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Recensione

Tales

di Vittorio De Sanctis  

il nostro voto
65
In breve

Alfio è diventato da poco custode di un'antica biblioteca. Per una serie di strane coincidenze non segue le istruzioni lasciategli dall'anziano custode in punto di morte e sfoglia un piccolo e polveroso libro nero. Quel gesto libera Oblio, il demone distruttore delle storie che fin dalla notte dei tempi accompagnano l'umanità. Oblio fu sconfitto la prima volta da Gilgamesh, il valoroso re di Uruk e protagonista della prima storia che il genere umano ricordi. Ad Alfio, che ben presto si renderà conto che quelli della biblioteca sono libri "speciali", spetta l'arduo compito di ripetere l'impresa, viaggiando di libro in libro e conoscendo personaggi leggendari che lo aiuteranno a salvare ancora una volta le nostre storie.

 

Recensione Completa del 17 Febbraio 2017
Alfio, in cerca di occupazione, è il nuovo custode della biblioteca e medita di svolgere un lavoro di tutta tranquillità e riposo, dove il massimo dell'imprevisto è un libro fuori posto. Ma le cose stanno diversamente e il nostro eroe se ne dovrà accorgere proprio nel suo primo giorno di lavoro, in cui si troverà a leggere una lettera lasciatagli sulla scrivania dal suo più anziano predecessore, ormai in pensione, che lo mette sull'attenti circa la minaccia che incombe sulla biblioteca, vietandogli espressamente di aprire un baule contenente qualcosa (o qualcuno?) di misterioso.

Alfio tuttavia non riesce a leggere per tempo la lettera, volata via dalla finestra per un alito di vento (casuale?) e cosa fa? Manco a dirlo apre il baule e... Oblio è qui! Questi è un'entità potente che minaccia di gettare - per l'appunto - nell'oblio tutto lo scibile umano contenuto nei preziosi libri custoditi nella biblioteca, con l'intento di impossessarsi dei ricordi, dei miti e della storia dell'uomo, per poi controllarla una volta che questa sia stata completamente dimenticata. Vi lascio indovinare a chi toccherà sventare i suoi piani.

È questo l'incipit della nuova fatica degli Ape Marina, già autori di quella bella sorpresa nel panorama indie che è stato Donald Dowell and the Ghost of Barker Manor, peraltro distribuito free; ricordiamo che, seppur con impostazione amatoriale, il gioco in questione riusciva nell'intento di strappare più di un sorriso nel seguire le vicende del simpatico vecchietto Donald, alla ricerca di un hobby che lo tenesse occupato negli anni della pensione.

Tales, come si diceva, è il nuovo lavoro degli stessi sviluppatori, stavolta decisi al salto verso i lidi commerciali, circostanza che richiede una valutazione un attimo meno transigente e più in linea con altre produzioni dello stesso calibro e dunque, nelle intenzioni, più agguerrite. E dobbiamo subito dichiarare che Tales non fa un salto, ma un 'saltino'.

Iniziando dal lato grafico, si nota qui un miglioramento, con un tratto più pulito e rifinito, mancando però quelle lunghe pennellate di colore un po' 'sporco' che erano tipiche del titolo precedente e che pure gli conferivano una propria personalità. D'altro canto se in quest'ultimo l'ambientazione favoriva un tratto più ombroso (le stanze del castello), qui si è preferito uno stile più ordinato e lineare, probabilmente più consono alla storia raccontata.
La risoluzione è peraltro ancora bassa, con un'impostazione retrò oggi in voga e che a noi onestamente non dispiace, anche perché contribuisce alla giusta varietà d'offerta dei prodotti del settore.

Esaminando la resa grafica complessiva, mentre appaiono accettabili i fondali, benché non particolarmente evocativi (tranne qualcuno, come per la biblioteca o il libro "Il giro del mondo in 80 giorni"), ben poco si è fatto invece circa la caratterizzazione esteriore (ma anche personale) dei personaggi, partendo dallo stesso protagonista, un tipetto occhialuto alquanto anonimo, con espressioni facciali contate e privo di un proprio perché. Non abbiamo infatti sufficienti informazioni circa il passato o quantomeno le aspirazioni, le passioni, i difetti, le abitudini o magari le 'fisse' del protagonista, tali da rendercelo simpatico e da creare il giusto ponte emotivo di condivisione.

Le cose non vanno meglio riguardo ai personaggi secondari, ancor più anonimi e dalle sconosciute motivazioni, rispetto ai quali non vi sono approfondimenti, senza quindi alcuna possibilità di affezionarsi. Ad onor di cronaca le situazioni in cui sarete invischiati non vi risulteranno memorabili, né si registrano personaggi di rilievo tra quelli in cui vi imbatterete.

Le musiche sono invece originali, diversamente dall'opera precedente, ma a dire il vero, al di là dell'azzeccato motivetto che accompagna la nostra permanenza nella biblioteca e magari quello della grotta, i vari brani non lasciano sensazioni particolari, facendo da onesto sottofondo alle locazioni, senza guizzi di rilievo (anzi con alcuni brani riciclati in locazioni diverse).

Approfondendo la dinamica interna del gioco, l'idea dei viaggi nei libri e dunque nelle epoche in essi rappresentate è strutturata in modo da permettere spostamenti a nostro piacimento da un libro all'altro, utilizzando quale base operativa la biblioteca, necessaria meta di ritorno da ogni libro e punto di partenza per il viaggio successivo. I viaggi, peraltro, ci consentiranno di portare con noi i vari oggetti raccolti usando una borsa, con il limite di uno per volta, potendo così trasferirli - salvo alcune eccezioni - secondo l'uso che ne dovremo fare.

Naturalmente, ogni riferimento ad analoghe scelte di design è scontata, ma qui non è affatto forzata, atteso che tra i libri consultati ci sarà quello di 'Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda', in cui non può mancare la magia di Merlino, che sarà nostro mentore nel corso dell'intera durata dell'avventura ed al quale dobbiamo la presenza della borsa magica nel nostro inventario. Anzi, in ogni momento potremo uscire dal libro in cui siamo per conferire con Merlino e chiedergli un suggerimento per proseguire (una sorta di hint), talvolta come tappa obbligata del percorso, talaltra per nostra deliberata scelta.

La difficoltà degli enigmi si attesta su un livello medio-basso, mentre quanto al loro assortimento ne troveremo di inventory based, linguistici (rispolverate il greco antico!), meccanici, crittografici, strategici (preparatevi a giocare al mitico Tris!), basati sull'osservazione dello scenario, su informazioni apprese dai dialoghi o su risposte corrette da dare e persino qualcuno vagamente action, dove è richiesta celerità d'esecuzione. Insomma, da questo punto di vista la varietà è assicurata.

La longevità è più bassa della media, attestandosi all'incirca sulle 8 ore di gioco. I libri che visiterete saranno circa una decina, ma vi tornerete più volte proprio in considerazione della necessità di trasportare oggetti dall'uno all'altro, determinando quell'effetto backtracking che potrebbe apparire fastidioso, ma che in realtà avviene comodamente perché gli autori non hanno dimenticato né di inserire il clic sull'uscita di ogni locazione (il protagonista inoltre può accelerare il passo all'interno della locazione col doppio clic sul punto di destinazione) né di permettere di saltare con il tasto Esc eventuali scene già viste.

Nel complesso Tales presenta tuttavia altri problemi, che non vanno ricercati tanto nella qualità del profilo grafico o sonoro quanto in quella della trama che sono destinati ad assecondare. In realtà il concept di base consistente nella minaccia al sapere umano, che vede come suo unico difensore e baluardo il povero custode della biblioteca, è sufficientemente suggestivo, soprattutto unito all'umorismo da cui dovrebbe essere condito. La stessa idea di adoperare il sapere contenuto nei libri per architettare viaggi nelle epoche e dimensioni più disparate semplicemente leggendo i testi (si dispone dell'intero scibile umano!) consente poi di aprire la fantasia verso ogni genere di direzione narrativa. Tuttavia in Tales la storia non riesce a decollare.

La sensazione avvertita è che manchi di mordente, di quella spinta che induce alla progressione fino a giungere a punti salienti della trama che però non arrivano mai, perdendosi il tutto in un amalgama generale priva di momenti che facciano il punto della situazione.

L'umorismo è presente ma blando, appena di contorno e non coglie nel segno. L'impostazione narrativa generale sembra avere un che di poetico (la minaccia incombente sulla storia dell'uomo), ma la fusione con la componente umoristica non dà i suoi migliori frutti, cosicché il risultato finale non appare né carne né pesce, non accentuando a sufficienza i momenti comici rispetto al lato romantico della trama né viceversa.

Dunque sotto l'aspetto dell'incisività il gioco, pur avendo buone o anche ottime frecce al suo arco, questo titolo purtroppo fallisce l'obiettivo, non riuscendo a trattenersi nella nostra memoria come è più probabilmente accaduto con Donald Dowell. Non aiuta neanche il doppiaggio (solo inglese), che non convince né riguardo alla voce di Alfio né per quelle degli altri personaggi, con cadenze poco espressive e nel complesso di discutibile qualità.

Forse ci si aspetta troppo da un titolo in autoproduzione e forse le risorse disponibili non sono bastate per rendere al meglio la meritevole idea di fondo. Non ci si può tuttavia esimere dall'offrire un giudizio imparziale, pur memori del buon lavoro svolto in passato - anzi soprattutto per questo - e deve tenersi presente che il prodotto qui esaminato stavolta si rivolge al mercato della distribuzione commerciale. Il prezzo d'uscita non esorbitante (ed ancor più competitivo su qualche store) non giustifica le eventualmente limitate velleità concorrenziali degli stessi autori, che sembrano quasi aver voluto offrire un prodotto dalla godibilità consapevolmente contenuta nei limiti delle risorse investite.

Tirando le somme allora non possiamo non registrare un ingresso nel segmento commerciale un po' 'in sordina' da parte degli Ape Marina, con un titolo che offre qualche ora di relax, con una storia dal potenziale inespresso e dalla trama tutto sommato tiepida ed eccessivamente recintata laddove, a nostro avviso, avrebbe avuto bisogno di respiro maggiore.

Un comparto tecnico appena adeguato ed un'accettabile giocabilità, basata su enigmi sufficientemente assortiti, completano il quadro e consentono di concludere questa recensione con un voto di poco superiore alla sufficienza, non mancando però da parte nostra di fare il tifo per le loro prossime proposte.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Ape Marina
Data Rilascio: 14/11/2016
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Mistero
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Multilingua (italiano incluso)
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