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Recensione

Sam & Max - Se.2 Ep.5 - What’s New, Beelzebub?

di Cristiano Caliendo  

il nostro voto
85
In breve

Il giorno del giudizio si avvicina, ed è l'ora della resa dei conti col tizio del piano di sotto (Satana) per l'anima di Bosco. Ma neanche la Freelance Police è al sicuro dalla dannazione eterna. Riusciranno Sam & Max a liberarsi dalla morsa di Satana, o per loro è giunto il momento dei titoli di coda?

 

Recensione Completa del 23 Aprile 2008
Bosco è morto! Stroncato dalla rivelazione dei mariachi nell’ultimo episodio, il negoziante più ossessionato d’America ha lasciato questo mondo crudele, e ora la sua anima appartiene al Principe delle Tenebre in persona, il temibile (si fa per dire) Satana. Sam e Max si lanciano al salvataggio dell’anima dell’amico al fine di riportarlo in vita: quindi, attraverso il portale / Triangolo delle Bermuda, raggiungono in un balzo (piuttosto doloroso) gli ‘abissi’. Peccato però che l’antro dell’Inferno (in realtà una vecchia stazione del metro in disuso collocata proprio sotto al quartiere dei nostri eroi) sia gestito da Harry l’Uomo Talpa che, indossati i panni della Morte / Caronte, richiede necessariamente un gettone per condurli nell’oltretomba…

CI VEDIAMO ALL’INFERNO
What’s New, Beelzebub?” (riferimento a “What’s New, Pussycat?”, in italiano “Ciao Pussycat”, commedia del ’65 scritta da Woody Allen e interpretata da Peter Sellers: particolarmente nota è l’omonima canzone, vincitrice dell’Oscar e cantata da Tom Jones, che fa da sottofondo ai titoli di testa) è il quinto e conclusivo episodio della fortunata Season Two di “Sam & Max”. Come preannunciato non solo nell’ending dell’episodio precedente ma anche dal trailer (veramente eccezionale: senza alcun dubbio uno dei migliori che abbia mai visto, compresi quelli cinematografici), il teatro dello scontro finale è proprio la Terra dei Dannati, il terrificante Inferno. Beh, a dirla tutta, nel folle mondo di Sam e Max l’Inferno non è particolarmente terrificante, ma è strutturato come un tipico, noiosissimo ufficio americano (in effetti qualcuno potrebbe pensare che il vero inferno sia la vita da ufficio…). Una particolare stanza, poi, è consacrata proprio ai nostri eroi: sorta di particolare ‘altare’ dedicato al duo, la camera racchiude le centinaia di più-o-meno criminali da loro seccati, costretti a soffrire in eterno secondo la legge del contrappasso dantesca, trasformata ovviamente in versione umoristica. Geniale. Attraverso dei diorami posti all’interno della stanza, inoltre, Sam e Max dovranno liberare le anime di alcuni (Bosco compreso) dalla dannazione eterna per attirare le attenzioni del Maligno in persona (che si insospettirà perchè il ‘sistema’ perde colpi). Solo allora si svelerà la vera nemesi, il burattinaio che ha tirato i fili fin dal principio... ma non sveleremo nient’altro per non rovinare la sorpresa (occhio anche all’imprevedibile utilizzo della retcon!).

SPERIAMO DI NON AVER FATTO DEL MALE A NESSUNO CHE CONOSCIAMO
L’ultimo episodio della seconda, scatenata stagione di “Sam & Max”, si carica dell’arduo compito di sciogliere gli ultimi nodi narrativi (operazione già in gran parte eseguita in “Chariots of the Dogs”, il quarto episodio), e lo fa con una decisa dose di cinismo: ambientare la storia nell’Inferno è infatti un’occasione troppo ghiotta per non ironizzare sulla morte in modo leggero ma non scontato. Gli autori, comunque, sfruttano il pretesto per valorizzare i caratteri di alcuni personaggi, riuscendo a non cadere mai nelle trappole del cattivo gusto o della ripetizione (il tema macabro era già stato spremuto in “The Night of the Raving Dead”).

La trama dell’episodio coinvolge praticamente tutti i personaggi incontrati nella stagione (e non solo: ricordate che nell’Inferno vivono i morti…), in una vicenda corale che chiude tutte le sottotrame lasciate in sospeso e, nel contempo, srotola le battute finali del filone principale.
What’s New, Beelzebub?” è, fondamentalmente, diviso in due parti: una in cui bisognerà mettere sottosopra l’Inferno, liberando le anime, e una seconda in cui bisognerà fermare e sconfiggere il vero nemico. La prima è in puro stile samemaxiano, con il duo impegnato ad affrontare le ossessioni delle anime dannate: per esempio, l’inferno personale del paranoico Bosco sarà quello di essere nudo su un palcoscenico, osservato da Loro fino alla fine dai tempi; l’Ade della DeSoto sarà, invece, una condanna a procedere per sempre a velocità lumaca. Inventive e originali anche le ‘contromosse’ dei nostri eroi, atte a far cessare i tormenti dei poveri malcapitati e a liberarli dalla loro agonia.
La seconda parte, per contro, è un po’ più debole: a causa di una probabile difficoltà nel gestire insieme lo ‘scontro’ con il villain di turno e il completamento delle varie sottotrame, il ritmo cala leggermente a causa di una scrittura meno brillante del solito, dovuta forse a una certa abbondanza di personaggi presenti contemporaneamente. Niente di grave, sia chiaro, ma è facile percepire una certa… stanchezza (molto comprensibile).

MEGLIO REGNARE ALL’INFERNO CHE SERVIRE IN PARADISO
Sul fronte tecnico e del gameplay, “Sam & Max” – come sempre – rules.
Davvero senza precedenti il riciclo selvaggio delle locazioni (abbinate alle solite tre-quattro create da zero): ci si ritroverà addirittura all’interno di svariate ‘camere’ della prima stagione, naturalmente modificate per l’occasione. Il risultato è un’ottima (secondo gli standard Telltale) varietà di ambienti, che dà luogo a diversi enigmi ‘paralleli’ e a un buon numero di oggetti da recuperare e mettere nelle tasche (più ‘occupate’ del solito). Durante la seconda parte (già di per sé leggermente più lenta), inoltre, faranno capolino un paio di enigmi ben più ostici della media della serie: la soluzione è divertente e folle come sempre, ma il picco di difficoltà rallenta un po’ la dinamicità degli eventi finali (sarebbe stato più giusto optare per un crescendo). A proposito delle ultime battute, va segnalato anche il doppio enigma conclusivo, sorta di rifacimento-sintesi del famoso scontro al termine di “Monkey Island 2”. Echi pirateschi si percepiscono anche nella colonna sonora (come sempre di ottima qualità): il pezzo iniziale nell’antro dell’Inferno sembra provenire direttamente da “The Curse of Monkey Island”.

TORNEREMO! TORNEREMO!
What’s New, Beelzebub?” è un ottimo capitolo, che conclude degnamente la seconda stagione della serie. Il gran numero di personaggi dà quel senso di compiutezza necessario, sebbene rischi di smorzare la discesa verso il finale. In ogni caso, si tratta di uno degli episodi più convincenti della serie (non eguaglia però l’eccezionale “Chariots of the Dogs”) che conferma la squadra di Brendan Ferguson come vera erede lucasiana nel campo della sperimentazione e della scrittura. Ah, e occhio ai titoli di coda, più elaborati e divertenti (fiori d’arancio per qualcuno!) degli end titles della prima stagione.
Il voto che vedete in fondo rispecchia la valutazione dell’episodio singolo: ma, se volete un parere sulla serie vista nella sua totalità, continuate a leggere…

Siamo quindi al termine della Season Two e, così com’è stato fatto un anno fa, è giusto tirare le somme dell’intero viaggio tenendo conto di tutte le tappe. Innanzitutto, bisogna ribadire che i Freelance Police si trovano particolarmente a proprio agio nel formato episodico/televisivo adottato - in maniera pioneristica - dai Telltale Games. Certo, sarebbe curioso godersi anche i risultati di una serie con una trama più ad ampio respiro e dai legami fra i vari episodi ancora più stretti (così come accadeva nel progetto – ahimè - abortito di Bone), ma è innegabile considerare Sam e Max degli ‘attori’ perfetti di queste storie brevi e fulminanti, per cui non è davvero il caso di lamentarsi. Un plauso anche a un grande mattatore della stagione, il compositore delle colonna sonora Jared Emerson-Johnson, autore anche di alcune voci e, perfino, attore unico del trailer dell’episodio finale.
Inoltre, questa seconda stagione mantiene il giusto equilibrio e la raffinatezza della scrittura e del game design ai livelli dell’originale Season One, ma i perfezionamenti e le varie aggiunte (come il sistema di hint, il supporto per monitor widescreen, la trama più coesa) la rendono chiaramente più solida: la valutazione, quindi, non può che essere (seppur di poco) superiore a quella della prima stagione (la quale, a mio avviso, era già migliore del classico “Hit the Road” lucasiano). Che si voglia fare un freddo calcolo della media degli episodi o che si preferisca lasciarsi semplicemente andare a un voto che rispecchi la validità dell’esperienza globale, il risultato è sempre lo stesso: 85. “Sam & Max – Season Two” occupa senza dubbio il podio delle avventure più appaganti e divertenti degli ultimi 8 anni: il gusto rètro (garantito da vecchie glorie come i monkeyislandiani Dave Grossman e Chuck Jordan), la spruzzatina di innovazione (il formato episodico) e l’aggiunta di due incredibili personaggi già debitamente rodati (Sam e Max) non perdona, e rende il cocktail assolutamente imperdibile per qualsiasi videogiocatore che si professi avventuriero. Chi è noiosamente abituato alle modeste avventure che escono oramai a ritmi piuttosto alti, deve lasciar perdere le scuse e i pregiudizi (il 3D, il concept episodico, la brevità di ogni ‘puntata’): se cercate passione, inventiva e, soprattutto, rara intelligenza, è ai “Sam & Max” dei Telltale che dovete rivolgervi.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Telltale Games
Publisher: GameTap/Telltale Games
Data Rilascio: 11/04/2008
Piattaforma: Nintendo Switch, WII, PC, PS3, PS4, XBOX360, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 3D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Joypad
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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Requisiti minimi
OS: Windows XP/Vista
Processore: 800 Mhz
RAM: 256 MB
Scheda Video: 32 MB
Hard Disk: 500 MB
Supporto: Online Download
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