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Recensione

Rhem 2: The Cave

 

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In breve

Rhem 2 riprende la storia di Kales e di suo fratello Zetais. Esplorerete la città nascosta nelle gallerie sotterranee al di sotto della superficie terrestre. Percorrerete caverne, troverete stanze segrete e cunicoli nascosti. Districatevi in mezzo a decine di strani meccanismi meccanici e trovate codici in grado di aprire le porte che vi permetteranno di proseguire nella vostra avventura. Unitevi alla bellezza ed al silenzio di questo mondo sotterraneo. Alla fine realizzerete di non essere soli come credevate. Nel 2018 ne è stata rilasciata una Special Edition con nuove ambientazioni da esplorare e nuovi enigmi.

 

Recensione Completa del 15 Febbraio 2006
Per la seconda volta mi tocca recensire un gioco sviluppato da un persona sola: questi risponde al nome di Knut Müeller. Dopo il primo episodio di Rhem uscito nel ’93, Knut ci riprova con Rhem 2, e non avendo giocato il primo non potrò fare naturalmente alcun paragone.

Generalmente si inizia una recensione spiegando la trama del gioco e ci si aspetta sempre di vedere raccontata una bella storia avvincente, con colpi di scena, intrighi..etc.. Stavolta invece le cose da dire sono veramente poche, infatti non c’è storia, non c’è trama ma solo uno scopo: recuperare dei pezzi di una stella e quattro chiavi blu. Tutto qui!! Infatti il gioco inizierà con Kales che vi dirà cosa dovrete trovare per lui e per suo fratello Zetais: dovrete farlo voi perché loro non ne hanno il potere e senza quegli oggetti non si possono muovere: il loro scopo è infatti proprio quello di permettere di uscire da questo mondo. Da qui in avanti inizia l’avventura vera e propria.

Entrerete nel mondo di Rhem a bordo di un locomotore, ed al vostro arrivo sarete in una zona abbastanza complessa come struttura perché comprende molte strade, porte, pulsanti, passaggi, e prima di capire da dove iniziare conoscerete già a memoria ogni angolo della zona. Il livello grafico 3D è decisamente buono ma nulla di speciale: tutto è curato nei minimi particolari ma a volte viene vanificato da una grafica 2D che ne altera le fattezze e la profondità. Specialmente alcuni oggetti raccolti, oppure la forma dei pulsanti o piccoli armadi danno chiaramente l’impressione di essere stati disegnati sopra ai fondali con un comunissimo Paint: e forse è proprio così. Naturalmente il livello grafico non è tutto di basso livello, ci sono molte cose pregevoli sulle quali vale la pena soffermarsi come ad esempio il lago nero, disegnato molto bene e che dà veramente un senso lugubre al paesaggio notturno: alcuni macchinari sono di pregevole fattura anche se non maniacale, i paesaggi danno veramente un senso di chiuso al luogo: tenete infatti presente che non vedrete mai la luce del sole ma sarete sempre immersi nell’oscurità. Le animazioni girano col motore QuickTime e direi che sono nella media anche se un po’ lente e non molto fluide. Infatti quando userete il locomotore per muovervi riuscirete, non dico a contare i fotogrammi del percorso, ma poco ci manca.

Incontrerete solo tre personaggi durante il gioco: i fratelli Kales e Zetais ed un tipo che non si capisce bene se uomo/donna (o entrambe le cose insieme) e che parlerà una stramba lingua. Queste tre persone non sono fatte con computer grafica ma sono attori veri: le loro apparizioni sono però talmente fugaci e brevi che mi è impossibile esprimere un giudizio sulla loro performance. Riguardo al sonoro posso dire serenamente che non esiste musica di sottofondo se non qualche brusio sporadico. Invece i rumori legati ai macchinari o meccanismi sono ad un livello più che ottimo, veramente riprodotti molto bene con un buon sincronismo. Orribile invece la voce dei personaggi che a vista sono molto giovani e “puliti”, ma i cui timbri sembrano essere da veri uomini delle caverne: profonde, “cavernose”, appunto..peccato.

L’interfaccia è quanto di più semplice si possa sperare, punta e clicca un cursore a forma di manina che ruota per andare a sx/dx, su/giù e che si apre a mano piena quando si può interagire con qualcosa. Spostando il cursore in basso c’è un cestino dove saranno contenuti gli oggetti che in realtà saranno ben pochi. Una stella vi indicherà le direzioni possibili dal punto in cui vi trovate e una manovella consentirà l'accesso alle classiche opzioni con unica nota stonata per i salvataggi che sono limitati a dieci posizioni: quindi sarete spesso costretti a sovrascrivere. Questa è una grave pecca perché Rhem è un gioco di “mole colossale” e così pochi salvataggi potrebbero creare non pochi problemi.

Chi di voi non ha mai giocato alla “Settimana Enigmistica”? Rhem è proprio così: un enigma dopo l’altro, niente altro. Inizierete il gioco con un puzzle e subito poi un altro e poi un altro ancora…all'infinito. Ogni enigma ha un filo logico e non si risolve per intuito o fortuna, ma solamente osservando tutto: ogni stanza, ogni angolo, ogni parete, ogni simbolo, e non dovrete dimenticare di osservare nulla altrimenti saranno guai e girerete a vuoto parecchio.. insomma, tutto quello che vedete è collegato a qualcosa che a sua volta è collegato ad un'altra cosa. All’inizio vedrete una valanga di display con pulsanti dove inserire qualcosa: dovrete annotarvi tutto e farvi lo schizzo di tutti i macchinari, consolle, calcoli algebrici e quant’altro per ricollegare il tutto una volta acquisiti abbastanza elementi. Ma non crediate che sia così semplice ricordarsi dove vanno inseriti alcuni simboli perché molti macchinari o display si assomigliano molto, ed in alcuni casi bisognerà riutilizzarli per inserirne altri.

Nulla è a portata di mano, infatti la maggior parte degli enigmi si risolvono trovando gli abbinamenti in locazioni lontanissime percorribili grazie ad una marea di strade che si incrociano, tra ascensori, scale, mezzi di locomozione con varie fermate, case con porte interne e naturalmente un labirinto. Una volta trovati alcuni elementi non è sufficiente tornare indietro e inserirli in qualche macchinario o display, ma bisognerà fare un’altra strada naturalmente non senza un rompicapo. Avrete il vostro bel da fare per ricollegare il tutto ed arrivare alla soluzione finale che non riesco a quantificare in numero di ore perché per stilare la soluzione - tenendo presente che scrivevo man mano che giocavo - ho impiegato almeno sulle 200 ore, notti comprese..Fate voi!!

Una persona sola ha creato tutto questo?????? Tanto di cappello!! Merita veramente un elogio particolare e qualche punto in più nella valutazione finale, e forse capisco il perché non ha dato più dedizione alla grafica o al sonoro: l’impegno per creare la valanga di enigmi e collegare il tutto in maniera così perfetta doveva pur distoglierlo da qualcos’altro. In conclusione, insomma, è difficile dare una valutazione obiettiva e universale a Rhem 2, perché questo titolo può andare bene per alcuni ma non per altri. D’altronde come quasi tutti i giochi ha i suoi pro e contro: precisiamo che il gioco è rivolto a giocatori esperti con alle spalle anni di rompicapo e quindi è sconsigliato vivamente ai neofiti e a chi soffre di stress. Molto impegnativo, stressante e lunghissimo.

Meritevole.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Knut Mueller
Publisher: Rune Soft
Data Rilascio: Q3 2005
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Puzzle
Grafica: 3D
Visuale: Soggettiva
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: Windows 98/Me/2000/XP
Processore: 500 Mhz
RAM: 128 MB
Scheda Video: 32 MB
Hard Disk: 1 GB
Supporto: 2 CD
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