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Recensione

Resonance

di Daniele Picone  

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In breve

La misteriosa morte di un fisico nucleare farà scattare una corsa per trovare la sua singolare e terribile nuova scoperta scientifica. Il giocatore prenderà il controllo di quattro personaggi, le cui vite si intrecceranno alla ricerca della scoperta dello scienziato: dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altro e a lavorare insieme per superare gli ostacoli che incontreranno sulla loro strada, così da mantenere questa nuova e potente tecnologia lontana dalle mani di una pericolosa organizzazione.

 

Recensione Completa del 10 Luglio 2012
“É un momento d’oro per i giochi indie!”. Magari è proprio questo che Dave Gilbert, l’amministratore capo di Wadjet Eye Games, ha pensato quando ha chiesto a Vince Twelve di accelerare lo sviluppo della sua creatura, Resonance, rimasta in incubazione per ben cinque anni. E ci ha visto lungo; Resonance è riuscito a battere tutti i record di vendita dello studio, cavalcando l’ondata positiva generata dalla popolarità di Gemini Rue e della serie Blackwell, rinsaldata dalla moda del momento in campo digital delivery: l’inclusione in bundle economici a tempo determinato. Dare però merito del successo alle sole condizioni di mercato sarebbe fargli un torto, perchè questa è un’avventura che trasuda passione da ogni poro, che cerca di innovare senza stravolgere il genere e che sviluppa una storia senza dimenticarsi del gameplay.

Resonance è un racconto di fantascienza, ma non aspettatevi scenari futuristici, robot e laser. D’altro canto mettete pure da parte tutte le pretese che i riferimenti scientifici abbiano un fondo di verosimiglianza (il caso impietoso ha voluto che proprio pochi giorni prima avessi rispolverato lo studio della risonanza elettrica, il fenomeno da cui è tratto il titolo). In tal senso sarebbe più corretto parlare di falsa-scienza, in quanto essa si occupa di sviluppare uno scenario ipotetico che si snoda a partire dalla classica invenzione immaginaria a doppia faccia, con effetti benefici o malefici a seconda di chi ne fa uso. No, non è una bomba… e non mi riferisco solo all’invenzione, ma anche all’idea di base della trama, difatti la storia nella prima metà di gioco si trascina piuttosto stancamente. L’apparente calma iniziale non tragga però in inganno, poiché il ritmo diventa molto più incalzante e tutti gli intrecci introdotti sono poi collegati in un susseguirsi di accadimenti molto frenetico; un evento in particolare (di cui non posso anticiparvi nulla) ha una resa spettacolare, in termini di intensità emotiva e di svolta totale nell’andamento della trama, e genera un pathos tale da oscurare buona parte della narrazione successiva, finale incluso.

L’azione è portata avanti dall’interazione di quattro personaggi giocanti, uno scienziato, una dottoressa, un detective e un giornalista freelance, che si trovano a lavorare insieme sui misteri collegati alla nuova invenzione; nonostante l’introduzione di personaggi multipli non sia una novità nel mondo delle avventure grafiche, è interessante che le loro peculiarità non siano date da caratteristiche fisiche, bensì dalle loro specializzazioni professionali e dalle informazioni di cui sono a disposizione. In un certo senso, la parola chiave di questa avventura è proprio informazione, sia dal punto di vista della trama, che tratta di violazione della privacy tramite database informatici, sia degli enigmi, che sono incentrati sull’utilizzo accorto di conoscenza acquisita durante il corso del gioco.

E sono proprio gli enigmi la parte più succulenta di Resonance; la principale innovazione è il meccanismo di memoria a lungo e breve termine, che permette di discutere con altri personaggi di eventi importanti o di oggetti dell’ambiente circostante (raccoglibili e non). Questa feature ha una doppia funzionalità: oltre a permettere di risolvere enigmi (tramite dialoghi o, più raramente, mettendo insieme indizi à la Discworld Noir), essa funge da promemoria per i punti nodali della trama. A questa novità si associano anche elementi più tradizionali basati sulla gestione dell’inventario e rompicapi; alcuni di questi ultimi possono essere anche evitati del tutto seguendo percorsi alternativi, ma al costo di un punteggio inferiore (esposto in bella vista in un contatore stile Sierra). Gli enigmi non sono introdotti a forza, né seguono una logica astrusa; il loro livello di difficoltà è un po’ sopra la media delle produzioni recenti, ciononostante il gioco prosegue in maniera molto scorrevole, specialmente se si presta particolare attenzione ai dialoghi. Non esiste un sistema di aiuti esterno, ma i personaggi danno una marea di indizi ingame, a mio avviso spesso non propriamente sottili.
La capacità di Vince Twelve di saper strutturare enigmi non standard era già evidente da uno dei suoi lavori precedenti, l’avventura freeware What Linus Bruckman sees when his eyes are closed, e, sebbene siano già più che soddisfacenti così come sono, avrei preferito uno sfruttamento ancora più esteso delle novità peculiari del titolo; in termini di sfida mentale, le sequenze che reputo più interessanti sono invece quelle di hacking. Non escludo che possiate rimanere un po’ interdetti dalla gran quantità di combinazioni messe a disposizione dall’interfaccia, specialmente nella parte centrale, che consiste nell’usare tutti i personaggi ed esplorare un numero maggiore di locazioni, ma non mi è mai capitato di rimanere bloccato. Spostare i personaggi da un luogo all’altro è però piuttosto noioso a causa della mancanza di un meccanismo di trasporto istantaneo; per attenuare parzialmente questo problema, è possibile chiedere ad un compagno di seguirvi e farvi una passeggiatina in coppia.

Per quel che riguarda la programmazione, sono presenti i classici problemi dell’engine Adventure Game Studio (un motore di sviluppo di avventure grafiche, divenuto open source non troppo tempo fa), ad esempio la necessità di settare le impostazioni grafiche tramite un file di setup esterno e qualche raro glitch di compatibilità; è tuttavia da apprezzare l’apporto di qualche abbellimento non comune in altri giochi che ne fanno uso, ad esempio il simpatico effetto di time rewind in caso di morte del personaggio e l’ottima resa delle schermate dei rompicapi.
La resa grafica è affidata all’intramontabile pixel art e i colori sono vividi e luminosi; a voler fare l’avvocato del diavolo, lo stile sa un po’ di deja vu e manca di una sua identità che lo caratterizzi appieno. L’esperienza dell’artista (Shane Stevens, che ha già lavorato in Blackwell Convergence e The Shivah) si fa però sentire e la resa del 2D è comunque piacevole e professionale.
Il doppiaggio mi ha convinto solo in parte: se da un lato ho apprezzato l’ottima prestazione di Logan Cunningham che interpreta il detective Bennet, già estremamente popolare nelle comunità indie per aver prestato la voce al narratore in Bastion, dall’altro sono stato deluso dall’inespressività di due vecchie conoscenze dello studio Wadjet Eye, Edward Bauer e Sarah Elmaleh, interpreti rispettivamente di Ed e Anna, che non mi sono sembrate capaci di carpire e trasmettere in modo realistico le sfumature dei personaggi.

Piccoli difetti qua e là che, pur non inficiando la qualità generale del lavoro, non mi permettono di assegnare a Resonance la palma di miglior avventura indie di sempre (che invece darei a Time, Gentlemen Please! o a Gemini Rue); una maggior autorialità nei testi, una miglior distribuzione della suspance e prendersi qualche rischio in più nel non voler portare per mano il giocatore durante le parti più difficili avrebbe potuto farne emergere il pieno potenziale. L’ambizione però non manca, 8 ore di longevità sono più che dignitose se rapportate al prezzo di vendita, la struttura degli enigmi è originale e stimola la materia grigia, la trama è a tratti coinvolgente, i 4 protagonisti evolvono e sono meno stereotipati di quanto possa sembrare. Se siete amanti dell’atmosfera simil-thriller tipica dei film d’azione, del ragionamento logico e lineare e, perché no, avete nostalgia di una grafica pixellosa ben curata, è difficile che rimaniate delusi. Se odiate tutte queste cose, l’acquisto è comunque consigliato, magari aspettando che sia incluso in uno di quei bundle economici che vanno tanto di moda.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: xii games
Publisher: Wadjet Eye Games
Data Rilascio: 20/06/2012
Piattaforma: Linux, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
Ricerche
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